04/11/2025
Sempre più evidenze scientifiche e cliniche ci confermano che le patologie autoimmuni possono essere silenziate, nei loro sintomi, con un protocollo specifico e più rigoroso della dieta Paleo standard, chiamato Protocollo Autoimmune Paleo (AIP).
Questo approccio è una strategia nutrizionale e di stile di vita plasmata per ridurre l'infiammazione, guarire la barriera intestinale e modulare il sistema immunitario, al fine di annullare i sintomi delle malattie autoimmuni.
Gli obiettivi principali sono
1) Rimuovere tutti gli alimenti che possono irritare l'intestino e stimolare una risposta immunitaria.
2) Fornire un'alta concentrazione di nutrienti essenziali per supportare la guarigione dei tessuti e il riequilibrio immunitario.
3) Contribuire a sigillare la barriera intestinale danneggiata (leaky gut).
Il protocollo si sviluppa in tre fasi principali.
1. Fase di eliminazione più restrittiva, della durata tipica di 30-90 giorni (fino a quando i sintomi migliorano). L'obiettivo è azzerare tutti i potenziali stimoli infiammatori.
[Alimenti come cereali (soprattutto quelli contenenti glutine) e legumi contengono molecole come le lectine, che possono irritare la mucosa intestinale e potenzialmente aumentare la sua permeabilità (fenomeno noto come leaky gut). Allo stesso modo, le solanacee (come pomodori, peperoni, melanzane e patate, escluse in questa fase) contengono saponine e altri composti che possono agire da fattori di infiammazione intestinale.
Si eliminano anche i latticini che contengono proteine come la caseina e lo zucchero lattosio, che possono essere pro-infiammatori e difficili da digerire per molti, contribuendo all'irritazione intestinale. Inoltre, si eliminano zuccheri e oli raffinati. L'eliminazione di zuccheri e oli vegetali industriali raffinati (ricchi di acidi grassi omega-6 pro-infiammatori) riduce drasticamente il carico infiammatorio sistemico.]
2. Fase di reintroduzione (Fase 2)
Una volta ottenuta una riduzione considerrvole dei sintomi, si inizia la reintroduzione graduale degli alimenti eliminati (uno per volta, con una finestra di osservazione di 5-7 giorni). Lo scopo è identificare gli specifici fattori scatennanti alimentari che inducono i sintomi nel singolo paziente.
[Ordine tipico di reintroduzione: si inizia con tuorli d'uovo, poi legumi a basso contenuto di lectine, come i fagioli verdi, semi, b***o chiarificato, noci e, infine, le solanacee, se necessarie.]
Se un alimento provoca sintomi viene nuovamente eliminato (definitivamente o per un periodo più lungo) e si procede con l'alimento successivo.
3. Fase di mantenimento (Fase 3)
Una volta identificati i fattori scatenanti personali, il paziente torna a una dieta paleo normale che include tutti gli alimenti ben tollerati. Questa dieta personalizzata e ricca di nutrienti è il regime da tenere più a lungo termine.
L'AIP è tanto importante per ciò che elimina quanto per ciò che aggiunge, ovvero gli alimenti ricchi di nutrienti e antinfiammatori.
1) Verdura in foglia (escluse le solanacee) per fibre e antiossidanti [che talvolta può però non essere adatta a tutti e che non deve essere assunta sicuramente in eccesso]
2) Brodo di ossa. Fonte ricchissima di collagene, glicina e glutammina, essenziali per la riparazione della mucosa intestinale.
3) Carne di qualità da animali allevati in modo non intensivo e pollame ruspante, per un migliore profilo di acidi grassi.
4) Pesce grasso: fonte primaria di omega-3 anti-infiammatori (salmone, sgombro, sardine).
5) Frattaglie: altamente consigliate (fegato in particolare) per la loro altissima densità di vitamine e minerali (A, D, Zinco).
6) Cibi fermentati per ripopolare il microbiota (crauti, kombucha, kefir d'acqua, se ben tollerati).
L'AIP non è solo una dieta, ma uno stile di vita che considera altri fattori che influenzano l'autoimmunità:
meditazione, yoga e tecniche di rilassamento per abbassare il cortisolo (ormone dello stress, pro-infiammatorio), sonno adeguato e di qualità per la riparazione dei tessuti e la regolazione ormonale/immunitaria, esercizio moderato e regolare, evitando l'eccessivo stress fisico che può scatenare l'infiammazione.
Nell'organismo umano vi sono fenomeni di autoimmunità fisiologica e predisposizione genetica alle patologie autoimmuni, senza che vi sia esordio clinico. Un fattore necessario per l'esordio clinico è sempre la perdita del l'integrità intestinale e della sua impermeabilità, nonché una condizione di disbiosi di partenza. A questo si aggiunge sempre un evento scatenante.
Se si ripristina l'integrità intestinale si risolvono la maggior parte dei sintomi e si ritorna alla piena funzionalità del sistema immunitario.
Il cambiamento alimentare può essere difficile, ma è l'intervento meno costoso e invasivo per il corpo e non prevede effetti collaterali. Perché non provare?
Riporto una parte di studi scientifici a supporto e seguirà un video di approfondimento sui nostri canali YouTube.
• Studio sull'Intestino Irritabile (IBD): Efficacy of the Autoimmune Protocol Diet for Inflammatory Bowel Disease. Autori: Konijeti GG, et al. Inflammatory Bowel Diseases (2017).
• Studio sulla Tiroidite di Hashimoto: Inflammatory Reduction in Response to a Modified Paleolithic Diet in Primary Sjogren's Syndrome: A Pilot Study. (Spesso citato anche per Hashimoto). Autori: Hajjaj A, et al., in Nutrients (2021).
• Studio sui Meccanismi di Modulazione Intestinale (Asse Intestino-Immunità), Barriera Intestinale e Infiammatori Alimentari (Lectine e Glutine): Leaky Gut As a Danger Signal for Autoimmune Diseases. Autori: Fasano A., Frontiers in Immunology (2012).