Emmaus - Casa di preghiera

Emmaus - Casa di preghiera Accoglie tutti! Giovani e adulti, laici e religiosi, da soli o in gruppi, credenti o non credenti.

Emmaus accoglie tutti: giovani e adulti, laici e religiosi, da soli o in gruppi, credenti o no in un luogo di pace per riscoprire la bellezza del silenzio, della riflessione e della condivisione fraterna. Emmaus permette una sosta di silenzio, nella preghiera, nella riflessione, nella condivisione fraterna per riscoprire o approfondire i valori fondamentali del Vangelo. Emmaus è aperta ad ogni persone che, nelle inevitabili difficoltà o nei momenti di stanchezza o di indecisione, si è allontanata dall'ideale di vita cristiana e vuole riscoprire l'Amore misericordioso di Dio e la dignità a cui è chiamata. La comunità propone incontri di formazione, preghiera, approfondimento, riflessione...
La comunità è sempre a disposizione di tutte quelle persone che desiderano essere aiutate nel proprio cammino di fede. Riceve gruppi o persone singole che lo richiedono per un'esperienza di preghiera, approfondimento spirituale, esercizi, ritiri...

Prima domenica di Avvento:In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:«Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta ...
30/11/2025

Prima domenica di Avvento:

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

29/11/2025

Vangelo di sabato 29 novembre:

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Commento al Vangelo di don Luigi Maria Epicoco «State attenti a voi stessi». Sembra una minaccia ma è protezione. Perché...
29/11/2025

Commento al Vangelo di don Luigi Maria Epicoco

«State attenti a voi stessi». Sembra una minaccia ma è protezione. Perché Gesù sa che il nostro cuore, se non vigilato, diventa terreno facile per ciò che ci appesantisce e ci addormenta. Gesù nomina tre pesi: dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita. Non sono solo vizi evidenti, sono modi sottili di smarrirci. A volte ci disperdiamo in mille cose inutili pur di non guardare ciò che fa male dentro. Altre volte ci “ubriacano” le emozioni, i successi, la ricerca di approvazione. E poi ci sono gli affanni, i più difficili da riconoscere: preoccupazioni legittime che però diventano catene quando occupano tutto lo spazio del cuore. È strano, ma spesso non sono i peccati più grossi a farci perdere Dio: sono le ansie quotidiane. Per questo Gesù insiste: «Vegliate e pregate in ogni momento». Non chiede di vivere in tensione, ma in consapevolezza. La preghiera non è fuga, è il respiro che ridà ordine. È lo sguardo che si rialza quando la vita ci schiaccia verso terra. È un modo concreto per ricordarci che non siamo soli, e che la storia, anche quella complicata che viviamo, non è fuori controllo. La cosa più bella è che Gesù non ci chiede di essere perfetti, ma di essere svegli. Veglia chi non rinuncia a cercare, chi non si lascia anestetizzare dalla paura o dalla routine. Veglia chi sceglie di vivere presente a sé stesso, senza scappare. Ed è proprio questa vigilanza che ci rende liberi, capaci di “comparire davanti al Figlio dell’uomo” senza vergogna, perché abbiamo custodito la parte più vera di noi. Il Vangelo di oggi è un invito a non vivere in automatico. A non lasciare che il cuore si riempia di cose che non nutrono. A ritrovare ogni giorno un momento di silenzio, di verità, di incontro. Vigilare significa ricordarsi che la vita è un dono fragile e magnifico, e che Dio viene sempre, anche quando non ce ne accorgiamo. Basta avere un cuore desto per riconoscerlo.

Commento al Vangelo di don Luigi Maria Epicoco “Guardate il fico e tutte le piante; quando già germogliano, guardandoli ...
28/11/2025

Commento al Vangelo di don Luigi Maria Epicoco

“Guardate il fico e tutte le piante; quando già germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina”. Un albero di fico che mette i germogli, l’estate che si avvicina, i segni piccoli ma eloquenti che accompagnano le stagioni. È come se Gesù ci dicesse che anche la nostra vita spirituale ha un suo tempo, un suo ritmo, una sua maturazione. Ma spesso siamo ciechi ai segni. Vogliamo certezze immediate, prove inequivocabili, soluzioni veloci. Gesù invece ci educa alla pazienza: alla capacità di leggere la presenza di Dio dentro le pieghe ordinarie della vita. Il fico che germoglia non fa rumore, non attira l’attenzione, eppure annuncia un cambiamento imminente. Allo stesso modo, la grazia agisce senza clamore. Cresce nei gesti nascosti, nelle fedeltà quotidiane, nei piccoli «sì» che nessuno vede. Ma noi preferiamo gli eventi straordinari, gli slanci eroici, i miracoli immediati. Gesù invece ci ricorda che il Regno passa attraverso la normalità, e che per riconoscerlo bisogna avere uno sguardo allenato alla speranza. Poi aggiunge una frase potente: «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno». È come se mettesse davanti a noi una scelta: affidarci a ciò che cambia o a ciò che rimane. Le nostre sicurezze, le nostre emozioni, perfino le nostre convinzioni più solide possono vacillare. La Parola no. La sua promessa non è come le nostre, fragili e condizionate: è una roccia. E se poggiamo lì la nostra vita, anche quando tutto intorno sembra mutare, non veniamo travolti. Il problema è che spesso viviamo come se fossero più reali le nostre paure che la parola di Cristo. Basta una delusione, un imprevisto, una crisi, e già ci sembra che tutto sia perduto. Ma il Vangelo di oggi è una chiamata alla fiducia: ci ricorda che Dio non gioca a nascondersi. Ci parla, ci guida, ci anticipa i segni, come un amico che non vuole lasciarci soli. Imparare a riconoscere i germogli è imparare a credere che la storia non va verso il buio, ma verso un compimento. E che dentro ogni dolore, ogni attesa, ogni inverno del cuore, Dio sta già preparando un’estate che arriverà, inevitabile e fedele, come la Sua parola.

Parole di Papa Leone XIV:”Le relazioni umane sono segnate anche dalla contraddizione, fino al fratricidio”. Lo ha eviden...
27/11/2025

Parole di Papa Leone XIV:

”Le relazioni umane sono segnate anche dalla contraddizione, fino al fratricidio”. Lo ha evidenziato il Papa all’udienza generale. ”Caino percepisce il fratello Abele come un concorrente, una minaccia, e nella sua frustrazione non si sente capace di amarlo e di stimarlo. Ed ecco la gelosia, l’invidia, il sangue. La logica di Dio, invece, è tutt’altra”, ha osservato.

”Dio rimane fedele per sempre al suo disegno di amore e di vita; non si stanca di sostenere l’umanità anche quando, sulla scia di Caino, obbedisce all’istinto cieco della violenza nelle guerre, nelle discriminazioni, nei razzismi, nelle molteplici forme di schiavitù”, ha detto Leone.

”C’è nel mondo una malattia diffusa: la mancanza di fiducia nella vita. Come se ci si fosse rassegnati a una fatalità negativa, di rinuncia. La vita rischia di non rappresentare più una possibilità ricevuta in dono, ma un’incognita, quasi una minaccia da cui preservarsi per non rimanere delusi”. Per questo, ha detto il Pontefice, ”il coraggio di vivere e di generare vita, di testimoniare che Dio è per eccellenza «l’amante della vita», come afferma il Libro della Sapienza , oggi è un richiamo quanto mai urgente.

”Senza la speranza – ha continuato il Papa – la vita rischia di apparire come una parentesi tra due notti eterne, una breve pausa tra il prima e il dopo del nostro passaggio sulla terra. Sperare nella vita significa invece pregustare la meta, credere come sicuro ciò che ancora non vediamo e non tocchiamo, fidarci e affidarci all’amore di un Padre che ci ha creato perché ci ha voluto con amore e ci vuole felici”.

26/11/2025

Ricordiamo oggi il cenacolo di preghiera alle ore 17.00
Vi aspettiamo!🙂

Commento al Vangelo di don Luigi Maria Epicoco Gesù nel Vangelo di oggi parla ai discepoli con una sincerità disarmante:...
26/11/2025

Commento al Vangelo di don Luigi Maria Epicoco

Gesù nel Vangelo di oggi parla ai discepoli con una sincerità disarmante: seguirlo non li metterà al riparo dai problemi, anzi, li esporrà. Verranno presi, perseguitati, accusati perfino dalle persone più vicine. È come se Gesù volesse dire: “Non illudetevi che il bene vi renderà popolari”. Ed è vero: il Vangelo non dà garanzie di successo, dà senso alla vita. Ma proprio dentro questa prospettiva dura spunta un seme di speranza: «Avrete allora occasione di dare testimonianza». Non è un destino di paura, è un’opportunità. Gesù ci ricorda che quando le circostanze ci mettono alle strette, proprio lì si rivela ciò in cui crediamo davvero. La fede non si misura quando tutto va bene, ma quando tutto va male. È allora che emerge la verità del nostro cuore. Poi Gesù aggiunge una frase che spiazza: «Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa». È il contrario della nostra logica, sempre pronta a calcolare, a prevedere, a mettere in ordine ogni dettaglio. Ma il Vangelo non è una strategia: è una relazione. Gesù ci invita a fidarci, a lasciare che sia Lui a mettere le parole sulla nostra bocca quando non sapremo cosa dire. È un invito a non controllare tutto, a non essere i protagonisti, ma strumenti. E come se non bastasse, promette: «Nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto». Non significa che non soffriremo, ma che nulla della nostra storia andrà sprecato. È una parola che consola: Dio non ci assicura una vita facile, ma una vita custodita. Il Vangelo si chiude con un appello che è quasi un manifesto spirituale: «Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». La perseveranza non è ostinazione, è fedeltà. È continuare a credere anche quando non si sente niente. È restare quando tutto invita a fuggire. È rimanere legati a Cristo come l’unica roccia stabile in mezzo alle tempeste.

Commento al Vangelo di don Luigi Maria Epicoco Nel brano di oggi Gesù smonta una delle illusioni più radicate nel cuore ...
25/11/2025

Commento al Vangelo di don Luigi Maria Epicoco

Nel brano di oggi Gesù smonta una delle illusioni più radicate nel cuore umano: la ricerca di sicurezze che non crolleranno mai. I discepoli ammirano il tempio, la sua grandezza, la solidità delle pietre. È comprensibile: abbiamo bisogno di appoggiarci a ciò che sembra stabile. Ma Gesù dice di tutto ciò: «Non resterà pietra su pietra». Non è una minaccia, è un invito. È come se dicesse: “Smetti di mettere la tua fiducia in ciò che è destinato a passare”. Tutti noi abbiamo un “tempio” così: un progetto, una relazione, un’idea di noi stessi che crediamo indistruttibile. E quando Gesù ne annuncia la fragilità non vuole spaventarci, ma liberarci. Perché quando ci aggrappiamo a ciò che passa, prima o poi ne rimaniamo delusi. La vera stabilità non è nelle pietre, ma nel rapporto con Lui. I discepoli chiedono “Quando accadrà?”, come facciamo anche noi ogni volta che ci sentiamo minacciati. Vorremmo sapere, controllare, prevenire. Ma Gesù non dà date. Offre invece un atteggiamento: «Non fatevi ingannare», «non vi terrorizzate». È la pedagogia di Dio: non ci evita le crisi, ma ci insegna ad attraversarle senza perderci. Guerre, rivoluzioni, terremoti, segni nel cielo… Gesù non descrive solo scenari apocalittici, ma anche quei terremoti interiori che scuotono la nostra vita quando tutto sembra tremare: una malattia, una perdita, una delusione, un cambiamento improvviso. Ciò che ci sconvolge non è tanto l’evento in sé, ma la sensazione di non avere più un punto fermo. Il Vangelo però ci ricorda che la fede non è la garanzia che nulla crollerà, ma la certezza che non crolleremo noi se resteremo uniti a Cristo. Quando ciò che ci sembrava solido si sgretola, non è la fine. È spesso l’inizio di qualcosa di più vero. Perché il Signore costruisce sulle rovine, ma lo fa con pietre che non si consumano: fiducia, libertà, abbandono. Vuole dirci che non dobbiamo cercare salvezza nei muri, ma nel Suo amore. Tutto il resto può cadere. Lui no.

24/11/2025
Commento al Vangelo di don Luigi Maria Epicoco I sadducei si avvicinano a Gesù non per cercare la verità, ma per avere r...
22/11/2025

Commento al Vangelo di don Luigi Maria Epicoco

I sadducei si avvicinano a Gesù non per cercare la verità, ma per avere ragione. È sempre così quando il cuore è chiuso: la domanda non nasce dal desiderio di capire, ma dalla paura di essere messi in discussione. E così costruiscono un caso assurdo, una storia complicata che serve solo a dire che la risurrezione è impossibile. A volte anche noi facciamo lo stesso: usiamo la logica per difenderci dal mistero, l’ironia per non lasciarci cambiare, il cinismo per non rischiare la fede. Gesù non cade nella trappola. Non entra nella logica sterile del dibattito, ma sposta il centro: la risurrezione non è un prolungamento della vita, è una vita nuova. Non è la copia sbiadita di ciò che già conosciamo, ma qualcosa che supera le nostre categorie. “Dio non è dei morti, ma dei viventi”. È una rivoluzione esistenziale. Significa che ciò che sembra finire non è mai davvero perso, che ciò che ci appare come una chiusura per Dio è un inizio. Il problema dei sadducei è guardare il futuro con gli occhi del presente. Ma la risurrezione non è l’eternità dei nostri limiti: è la liberazione dei nostri limiti. Gesù ci dice che non saremo più incastrati nelle dinamiche di possesso, di paura, di affanno che segnano la vita terrena. L’amore non sarà più legato all’ansia di trattenere, ma sarà finalmente gratuito, pieno, totale. Non ameremo meno: ameremo meglio. Forse il Vangelo di oggi ci invita a interrogarci su quale immagine abbiamo della risurrezione: una favola per non avere paura o una promessa che cambia il presente? Perché se Dio è il Dio dei viventi, allora la vita di oggi è già luogo di risurrezione.

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di par...
21/11/2025

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

Indirizzo

Viale Alfonso E Giovanni Agosti, 12
Bagnoregio
01022

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