14/11/2025
Ne vogliamo parlare?
Il consumo di psicofarmaci nei bambini e negli adolescenti italiani è più che raddoppiato negli ultimi 10 anni. E’ ciò che ha rilevato il Rapporto OsMed 2024, realizzato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) e presentato a Roma lunedì 10 novembre 2025.
I farmaci più prescritti sono gli antipsicotici, gli antidepressivi e quelli usati per contrastare il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (Adhd), e a quanto pare le prescrizioni sono più cospicue nella fascia 12-17 anni.
Questi dati fanno forse dedurre la propensione a delegare la prevenzione e cura del Disagio giovanile alla chimica, trattandolo alla stregua di una malattia congenita o similari sindromi. Nella maggior parte dei casi, però, le indagini strumentali di tipo medico effettuate (Risonanza magnetica, TAC, ecc.), non rilevano anomalie organiche nella determinazione dei quadri descritti, mentre gli approfondimenti di tipo psicologico evidenziano profonde ferite e angosce che il giovane non riesce a compensare in maniera più adeguata.
In questo senso, pertanto, insieme al farmaco (nei casi più gravi comunque indispensabile), sarebbe opportuno che il ragazzo che presenta forme di malessere possa fruire anche di un idoneo trattamento psicologico. Un intervento che dovrebbe necessariamente comprendere il coinvolgimento dei genitori e anche degli insegnanti e che potrebbe essere svolto proprio all’interno della scuola da parte dello psicologo scolastico. Uno specialista che però in Italia latita, mentre in tutti i Paesi europei è istituzionalizzato.
Il massiccio ricorso alla farmacologia, pertanto, potrebbe essere un modo adottato da noi adulti per deresponsabilizzarci, per non farci carico e non condividere il dolore dei nostri ragazzi?