Dott. Giacomo Balzano

Dott. Giacomo Balzano Psicanalista adleriano

Ne vogliamo parlare?Il consumo di psicofarmaci nei bambini e negli adolescenti italiani è più che raddoppiato negli ulti...
14/11/2025

Ne vogliamo parlare?

Il consumo di psicofarmaci nei bambini e negli adolescenti italiani è più che raddoppiato negli ultimi 10 anni. E’ ciò che ha rilevato il Rapporto OsMed 2024, realizzato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) e presentato a Roma lunedì 10 novembre 2025.
I farmaci più prescritti sono gli antipsicotici, gli antidepressivi e quelli usati per contrastare il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (Adhd), e a quanto pare le prescrizioni sono più cospicue nella fascia 12-17 anni.
Questi dati fanno forse dedurre la propensione a delegare la prevenzione e cura del Disagio giovanile alla chimica, trattandolo alla stregua di una malattia congenita o similari sindromi. Nella maggior parte dei casi, però, le indagini strumentali di tipo medico effettuate (Risonanza magnetica, TAC, ecc.), non rilevano anomalie organiche nella determinazione dei quadri descritti, mentre gli approfondimenti di tipo psicologico evidenziano profonde ferite e angosce che il giovane non riesce a compensare in maniera più adeguata.
In questo senso, pertanto, insieme al farmaco (nei casi più gravi comunque indispensabile), sarebbe opportuno che il ragazzo che presenta forme di malessere possa fruire anche di un idoneo trattamento psicologico. Un intervento che dovrebbe necessariamente comprendere il coinvolgimento dei genitori e anche degli insegnanti e che potrebbe essere svolto proprio all’interno della scuola da parte dello psicologo scolastico. Uno specialista che però in Italia latita, mentre in tutti i Paesi europei è istituzionalizzato.
Il massiccio ricorso alla farmacologia, pertanto, potrebbe essere un modo adottato da noi adulti per deresponsabilizzarci, per non farci carico e non condividere il dolore dei nostri ragazzi?

05/11/2025
La prossima presentazione: un evento in cui si   fondono  scienza e arte. Da non perdere...👋👋
13/10/2025

La prossima presentazione: un evento in cui si fondono scienza e arte. Da non perdere...👋👋

"La prossima presentazione: con l'intervento di una voce narrante appassionata ed esperta che saprà  creare profonde ris...
01/10/2025

"La prossima presentazione: con l'intervento di una voce narrante appassionata ed esperta che saprà creare profonde risonanze"🙋🌻🙏

Il prossimo evento: un  emozionante  CineLibro con l'intervento della bravissima Alessandra Abbatescianni e la partecipa...
03/09/2025

Il prossimo evento: un emozionante CineLibro con l'intervento della bravissima Alessandra Abbatescianni e la partecipazione di registi d'eccellenza, che hanno raccontato per immagini alcune forme del disagio psichico ai nostri tempi. Vi aspettiamo🙏🙏🙋🙋

Ne vogliamo parlare?Albert Einstein  nel luglio del 1932 iniziò un carteggio con Freud, chiedendogli se ci fosse la poss...
12/08/2025

Ne vogliamo parlare?

Albert Einstein nel luglio del 1932 iniziò un carteggio con Freud, chiedendogli se ci fosse la possibilità di “dirigere l’evoluzione psichica dell’uomo così da resistere al piacere di odiare e distruggere”. Le considerazioni dell’analista viennese non furono molto ottimiste, affermava in sostanza che era impossibile frenare la pulsione aggressiva-distruttiva dell’Uomo in quanto, insieme a quell’erotica, connaturata.
Del ruolo dell’aggressività nello sviluppo dell’individuo, però, aveva già parlato agli inizi del ‘900 il primo collaboratore di Freud: Alfred Adler. Le sue teorizzazioni erano state dapprima molto osteggiate dallo scopritore dell’inconscio, in quanto andavano contro il primato della sessualità da lui sostenuto, salvo poi fatte proprie negli ultimi scritti. Nel 1912 fra i due ci fu la rottura e Adler creò una sua autonoma Scuola psicoanalitica in cui tra i capisaldi dottrinali non figurava la libido, ma la dialettica tra Volontà di potenza/Sentimento sociale.
La prima è l’istanza innata nell’Essere umano che lo conduce a superare il costitutivo senso di inferiorità e a ricercare mete che garantiscono sicurezza e valorizzazione. La seconda, è l’opposta spinta che porta la persona ad appartenere e compartecipare con i propri simili per garantirsi la sopravvivenza e promuovere il proprio benessere assieme a quello di tutta la comunità.
La Volontà di potenza, pertanto, non è necessariamente distruttiva, se armonicamente bilanciata con il Sentimento sociale, con l’interesse affettivizzato per i propri simili, favorisce la ‘sana’ evoluzione e la produttiva integrazione sociale. Quando invece questa spinta, a causa della necessità di allontanare profonde inferiorità e ferite viene utilizzata soffocando il Sentimento sociale, le sue espressioni diventano deleterie confluendo in forme di disagio psichico e nella diffusione di dolore e devastazione. Un modo, quindi, di “dirigere l’evoluzione psichica dell’uomo così da resistere al piacere di odiare e distruggere”, ci starebbe: promuovere lo sviluppo del Sentimento sociale, la capacità di connettersi affettivamente con l’Altro. Stiamo andando in questa direzione?

Ne vogliamo parlare?Due ragazzi veneti si sono rifiutati di sostenere la prova orale agli esami di maturità per protesta...
11/07/2025

Ne vogliamo parlare?

Due ragazzi veneti si sono rifiutati di sostenere la prova orale agli esami di maturità per protestare contro “i meccanismi di valutazione scolastici, l'eccessiva competitività, la mancanza di empatia del corpo docente". Un’altra ragazza, invece, in una lettera pubblica ha denunciato l’atteggiamento “ostile” della presidente di commissione che ha fatto diventare il colloquio d’esame “un supplizio” terminato, a quanto pare, con il giudizio sferzante dell’esaminatrice sulle scelte future della maturanda.
Le reazioni del mondo della Scuola a questa sorta di segnali di ammutinamento , si possono compendiare essenzialmente in quelle di alcuni dirigenti e in quella del Ministro.
I primi, affermano che il problema è il narcisismo dei ragazzi che non accettano alcuna frustrazione; la risposta del titolare del dicastero invece è ancora più severa, paventando la bocciatura di questi giovani così restii ad osservare le norme.
Ora, è pur vero che siamo nell’era di Narciso e che i disturbi narcisisti e borderline (che hanno molti punti di contatto con i narcisisti) sono diffusissimi (ci ho scritto dei libri sull’argomento), è anche vero però che non esistono due narcisisti simili e che ognuno lo è a modo suo per parafrasare Tolstoj. Cioè ogni individuo che presenta uno stile ‘grandioso’ ha la sua storia, le sue ferite, i suoi sensi di inferiorità che vanno indagati in maniera soggettiva adoperando con scienza e coscienza gli strumenti tipici della professione, ovvero i colloqui clinici e i test psicologici (i proiettivi, non quelli ‘algoritmizzati’). La diagnosi categoriale cui si giunge è pertanto una sorta di etichetta usata per convenzione ma che non rappresenta appieno l’unità psico-fisica della persona. Pertanto fare diagnosi di narcisismo patologico come hanno fatto i dirigenti in questione sulla base delle loro osservazioni che necessariamente saranno state sporadiche e superficiali, appare alquanto…narcisistico. Oltretutto, se lo loro valutazioni intuitive risultassero esatte, il compito dell’educatore è quello di aiutare il ragazzo portatore del disagio o svalorizzarlo e criticarlo come pare sia accaduto?
Allo stesso modo, prevedere la bocciatura, come progetta il Ministro, potrebbe incoraggiare il rispetto oppure esacerbare l’opposizione verso norme considerate ormai antiquate? E in generale, risolvere la problematica attraverso modalità così rigide e punitive, potrebbe risultare efficace nella prevenzione e cura del disagio giovanile? Potrebbe porre un freno agli oltre 3.000 suicidi l’anno, molti dei quali effettuati proprio da giovani con personalità borderline o narcisista? Potrebbe arginare i sempre più frequenti abbandoni scolastici? Contrastare le dipendenze: dall’alcol, dalle droghe, dal gioco d’azzardo…dal cellulare? Impedire che un ragazzo si tagli o si faccia male? Potrebbe, infine, facilitare l’individuazione dei talenti del discente e la loro costruttiva canalizzazione nel contesto comunitario, cosi da favorirne il progresso? Oppure possono esasperarne i comportamenti di protesta verso una società percepita come poco attenta ai propri reali bisogni e magari propendere per scelte antisociali?
La disobbedienza di questi maturandi che si sono ‘accontentati’ del voto dei crediti e di quello ottenuto agli scritti, sono espressione di una gioventù ‘bambocciona’, refrattaria alle regole come descritta dai critici, oppure sintomi di un malessere ancora più profondo che chiede venga finalmente visto e affrontato da noi adulti?

Ne vogliamo parlare?Martina Carbonaro, da ciò che riporta la cronaca, è stata uccisa perché  ha rifiutato  un abbraccio ...
01/06/2025

Ne vogliamo parlare?

Martina Carbonaro, da ciò che riporta la cronaca, è stata uccisa perché ha rifiutato un abbraccio al suo ex fidanzato.
Nella sua confessione, l’omicida ha rivelato che “ho avuto un raptus”. Uno ‘schizzo’ diremmo in gergo, un ‘deragliamento psicotico’, in termini specialistici, in cui i confini di realtà vengono divelti e ogni condotta può apparire lecita.
Questi ‘raptus’ sono caratteristici della stabile instabilità dei soggetti Borderline, che presentano per l'appunto una sregolazione dell’aggressività e l’imprevedibile manifestazione di comportamenti etero-autolesivi. Ma possono connotare anche altre strutture di personalità, da quella antisociale a quella narcisistica, in cui la persona ricerca mete di superiorità avversando il limite ed eliminando ogni afflato affettivo verso l’Altro. Una abnorme ricerca di Potenza che in ultima analisi appare un modo per scappare dalle proprie ferite e inferiorità spargendo altro dolore. Una dinamica che pare peculiarizzare lo spirito dei tempi.
Come contrastarla?

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Bari
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