Andrea Carboni - Fisioterapista OMPT

Andrea Carboni - Fisioterapista OMPT Fisioterapista - OMPT
🎓 Specializzato in disordini muscoloscheletrici
❌ Terapie di dubbia efficacia?

No grazie!
📚🔭 Solo fisioterapia basata su evidenze scientifiche!

07/11/2025

❗️Variabilità anatomica, un concetto spesso dimenticato.

😱 Nel video vi illustro un concetto molto semplice, ma di cui non si parla abbastanza.

📚 La variabilità anatomica è la varietà delle forme e delle strutture del corpo umano che si discostano dalla configurazione più comune, ma che sono comunque considerate normali.
A differenza delle anomalie congenite, le varianti anatomiche non compromettono la funzionalità degli organi e rappresentano deviazioni dalla "norma" descritta nei libri di testo.

📌 In altre parole, un conto è l’anatomia dei libri di testo o delle immagini che troviamo su Google, un altro è la vera anatomia di ciascun individuo.

🤯 Non dovete fare l’errore di pensare alla variabilità anatomica come a un evento raro.
È molto più raro che l’anatomia di un individuo sia uguale a quella cui si fa riferimento nei libri di testo!

🤔 Inoltre, non dovete nemmeno fare l’errore di pensare alla variabilità anatomica come a sottili e impercettibili deviazioni da quella che viene ritenuta la “normale” anatomia.
Per nulla! Il corpo di ognuno di noi è diverso, e diverso in maniera significativa!

⚠️ Solo a livello delle strutture passive della spalla possiamo trovare un legamento gleno-omerale medio più o meno ispessito, fori a livello del labbro articolare o continuità anatomica, addirittura si arriva a un’assenza del labbro articolare in alcune porzioni. Per non parlare poi delle possibili variazioni delle strutture ossee, muscolari, tendinee, nervose, linfatiche…

❗️ Stampatevi bene in testa questo concetto.

💥 Perché se iniziate a rendervi veramente conto di quanto sia diffusa e per certi versi “brutale” la variabilità anatomica che ci contraddistingue, forse inizierete anche a farvi meno paranoie se notate che avete una spalla leggermente più ampia dell’altra!

01/11/2025

👉🏻Una paziente che sto seguendo per frozen shoulder (non ho intenzione di entrare nel merito della corretta terminologia della condizione) mi ha parlato del video di un’osteopata che mostra come, con poche manipolazioni, risolve la rigidità.

🤔 Ovviamente nel caso di una vera e propria frozen shoulder, con rigidità strutturale di spalla, è impossibile ottenere una modifica così importante della situazione in una sola seduta…

Tuttavia, spinto dalla curiosità mi sono guardato lo stesso il video, deciso a scoprire cosa aveva colpito così tanto la mia paziente.

👀 La professionista ha >10.000 follower: un numero facilmente confuso con competenza e autorevolezza, ahimè senza alcuna motivazione.

🔍La frozen shoulder (capsulite adesiva) è poco comune sotto i 40 anni di età. La paziente del video sembra avere circa 20 anni, dato poco compatibile con l'epidemiologia di questa condizione.

Nel video la ragazza eleva il braccio ben oltre i 90° fin da subito e il modo in cui si muove non ricorda lo schema di movimento tipico di una capsulite adesiva. Chiaramente ogni soggetto con Frozen shoulder si muove in modo diverso, e ogni caso è a sè, ma diciamo che la differenza è rilevante...

❌Riassumendo, la paziente in video con ogni probabilità non ha una frozen shoulder; al massimo un quadro di dolore e rigidità di spalla a gestione conservativa.

💡Le condizioni muscolo-scheletriche possono essere estremamente invalidanti e condizionano in maniera importante la vita di chi ne soffre. Il mondo è pieno di persone pronte a fare leva sulle vostre ansie, paure ed emozioni.

Per cui, ricordate sempre di conservare un pizzico di sano scetticismo, soprattutto quando le soluzioni che vi propongono sembrano all'apparenza miracolose!

👉🏻Ritmo scapolo-omerale: cos’è davvero?È definito come il rapporto tra gli angoli di movimento dell’omero sulla scapola ...
21/10/2025

👉🏻Ritmo scapolo-omerale: cos’è davvero?
È definito come il rapporto tra gli angoli di movimento dell’omero sulla scapola rispetto agli angoli di movimento della scapola sul torace, durante il movimento di abduzione.

❌Rapporto di 2:1?
NO. Un tempo veniva insegnato che il corretto ritmo scapolo-omerale era di 2:1, ovvero 120° di movimento a carico dell'articolazione tra la scapola e l'omero e 60° di movimento a carico dell'articolazione tra scapola e torace.
Tuttavia, il ritmo scapolo-omerale di 2:1 deriva da uno studio molto datato e condotto su un singolo soggetto!

💡La verità è che non esiste un ritmo definito.
Il ritmo si modifica se il movimento avviene a corpo libero, contro resistenza, o viene eseguito passivamente dal terapista.

🔍Si modifica anche a seconda della velocità di esecuzione del movimento, del piano di movimento e del lato dominante o non dominante. Anche fattori come il genere maschile e femminile, l’età, la fatica o il dolore sono correlati a diversi ritmi scapolo-omerali!

👨🏻‍⚕️Dal concetto di ritmo scapolo-omerale prende origine il concetto di discinesia scapolo-omerale, che indica un anormale movimento tra scapola e omero.

👀Tuttavia, se non esiste un ritmo scapolo-omerale corretto e valutabile in modo riproducibile e affidabile, anche il concetto di discinesia scapolo-omerale deve essere abbandonato!

Mito sfatato!

01/10/2025

👉🏻Settimana scorsa ho incontrato un ragazzo con dolore di spalla che aveva visto diversi specialisti.
Gli era stato detto che il problema non si sarebbe mai risolto del tutto, che il suo sovraspinato era compromesso e che avrebbe dovuto limitare i suoi allenamenti.

🤔Il risultato?
Ha eliminato completamente i movimenti di spinta, finendo in un circolo vizioso di decondizionamento, paura e dolore.

La realtà è che:

📄non esiste alcun test in grado di identificare con precisione un singolo muscolo della cuffia come responsabile del dolore;

❌per anni si è provato a farlo, ma tutti i test disponibili si sono dimostrati inaffidabili;

💡non è evitando i movimenti che si risolve il problema, ma imparando a dosarli e riadattarli progressivamente.

22/09/2025

Se siete interessati, lo studio è il seguente:📄
Chen P, Chiu CH, Chen PT. More than pain and physical limitation: the declined cognitive performance associated with rotator cuff injuries. J Orthop Surg Res. 2025 Sep 2;20(1):816. doi: 10.1186/s13018-025-06180-6. PMID: 40898223; PMCID: PMC12406412.

15/08/2025

🤔 Non tutti i pazienti con frozen shoulder presentano la stessa evoluzione clinica.
Alcuni sviluppano forme più severe, dolorose e persistenti.

❗️Tra i fattori che influenzano il decorso, ci sono alcune condizioni metaboliche e sistemiche.
Il diabete mellito è il fattore più studiato: è associato a una maggiore incidenza e a una prognosi più lenta. Nei pazienti diabetici, i prodotti della glicazione avanzata (AGEs) contribuiscono alla rigidità tissutale e all’amplificazione dell’infiammazione.

📌 Anche l’iperlipidemia gioca un ruolo: le lipoproteine pro-infiammatorie favoriscono la fibrosi e sono correlate a peggiori risultati funzionali.

📍 Le disfunzioni tiroidee, sia in senso ipo- che iper-funzionale, sono state associate a un aumentato rischio di frozen shoulder.

🔍 Un aspetto interessante è il possibile effetto protettivo della calcitonina, che sembrerebbe modulare i processi fibrotici attraverso l’inibizione del TGF-β.

💡 In sintesi, la frozen shoulder non è solo un problema locale: è influenzata da condizioni sistemiche che vanno considerate nel percorso clinico.

12/08/2025

📚 La fibrosi è uno degli aspetti principali della frozen shoulder.

💪🏻 In condizioni normali, la capsula è composta da collagene di tipo I, organizzato in modo da garantire resistenza e flessibilità.

😖 Nella frozen shoulder, questo collagene viene progressivamente sostituito da collagene di tipo III, meno organizzato e più rigido. Aumentano anche altre proteine dell’ECM, come fibronectina, vimentina e tenascina C, e il loro turnover viene alterato per via di un disequilibrio tra MMPs e TIMPs.

🔭 Un ruolo centrale è giocato dai miofibroblasti, cellule attivate dal TGF-β che producono e contraggono la matrice extracellulare, contribuendo alla rigidità.
I fibroblasti stessi cambiano fenotipo: esprimono marcatori come CD44, CD90, FAP e podoplanina, associati a un comportamento più fibrotico e infiammatorio.

❗️ Questo processo può perdurare nel tempo, portando a una progressiva perdita di elasticità e funzione della capsula.

08/08/2025

🌙 Il dolore notturno è uno dei sintomi più frequenti e disturbanti nella frozen shoulder.

❓ Ma perché il dolore tende a peggiorare proprio di notte?
Come abbiamo detto in precedenza, nei tessuti capsulari si verificano due fenomeni:
 Neoangiogenesi: la formazione di nuovi vasi sanguigni
 Neoinnervazione: la comparsa di nuove terminazioni nervose

🔥 Queste nuove fibre nervose trasportano molecole come CGRP, sostanza P e ASICs, che possono aumentare la sensibilità al dolore.
In parallelo, si è osservato un aumento dei recettori della melatonina (MTNR1A/B), coinvolti nella regolazione del ritmo sonno-veglia.

📌 L’alterazione di questi recettori potrebbe spiegare la maggiore reattività nocicettiva nelle ore notturne.

📚 La combinazione di neoinnervazione e alterazioni circadiane rende la capsula più sensibile proprio durante il riposo, quando il paziente avverte maggiormente il dolore.

05/08/2025

🔎 La frozen shoulder è una condizione caratterizzata da infiammazione e fibrosi progressiva.

🧩 Nei tessuti coinvolti si osservano:
• ispessimento sinoviale
• incremento della matrice extracellulare (ECM)
• proliferazione dei fibroblasti

🔥 Il sistema immunitario attiva una cascata di segnali:
• Il TGF-β è il principale promotore della fibrosi.
• Citochine come IL-6, IL-1β, TNF-α e IL-8 contribuiscono al processo infiammatorio e alla sintesi di matrice extra-cellulare.
• La IL-17A, prodotta da specifici linfociti T, è presente solo nel tessuto capsulare patologico e stimola fortemente risposte fibrotiche.
• Sono coinvolti anche gli alarmini, come IL-33, HMGB1 e S100A8/A9: segnali di danno cellulare che possono accentuare l’infiammazione e sono associati a forme cliniche più dolorose.
• Nei pazienti con diabete, i prodotti della glicazione avanzata (AGEs) contribuiscono ulteriormente all’infiammazione e all’irrigidimento tissutale.

📍 Il risultato è un ambiente biologico complesso, in cui infiammazione e fibrosi si rinforzano a vicenda.

01/08/2025

🧠 La capsula della spalla è una struttura elastica e flessibile, progettata per garantire libertà di movimento.

🔬 È fatta di collagene di tipo I, fibre elastiche, ridotta vascolarizzazione e poche terminazioni nervose. I fibroblasti mantengono l’equilibrio del tessuto producendo matrice extracellulare adatta ai carichi meccanici.

⚠️ Ma nella frozen shoulder questo complesso equilibrio viene alterato.

📉 Il tessuto connettivo va incontro a una fibrosi progressiva e la membrana sinoviale si ispessisce. Aumentano inoltre i processi di infiammazione, neoangiogenesi e neo-innervazione.

🎯 Il risultato? Una capsula meno elastica, più rigida, che riduce il volume articolare, limita il movimento e provoca dolore.

29/07/2025

🔬 Conoscete il metodo scientifico?
Uno dei principi cardine del metodo scientifico è la riproducibilità.
Ho un’idea, formulo un esperimento, analizzo i risultati e condivido il mio lavoro.

💡 Nessuno di noi mette in discussione che l’acqua bolle a circa 100° a livello del mare, corretto?
Non lo mettiamo in discussione perché è un esperimento che tutti noi abbiamo ripetuto un’infinità di volte nell’arco della nostra vita. E allora perché molta della letteratura scientifica in circolazione non segue questo principio?

🔍 Qualche giorno fa stavo leggendo una recente revisione sistematica che ha confrontato diversi approcci terapeutici per il dolore di spalla.
Tuttavia, la revisione aveva importanti limiti metodologici, tali da rendere difficile valutare l’affidabilità dei risultati.

📍 È un vero peccato, perché fare scienza è tedioso, lungo e difficile.
Ma resta fondamentale per migliorare la medicina, la fisioterapia e le altre professioni sanitarie.

📌 Ma come possiamo pretendere che i nostri pazienti abbiano le idee chiare sul loro dolore, se a volte anche chi di scienza ci dovrebbe vivere naviga in un mare di confusione?

26/07/2025

🤓 Lo studio di Sveinall del 2024 ha confrontato tre approcci per chi soffre di dolore laterale di gomito, o “gomito del tennista”.

🔬 60 partecipanti sono stati equamente divisi in tre gruppi:
 un programma di esercizi con sovraccarichi;
 tre sedute di onde d’urto;
 una singola seduta con informazioni e consigli.

🔭 L’obiettivo non era confrontare l’efficacia dei diversi trattamenti, ma indagare il comportamento dei partecipanti allo studio e valutare la fattibilità di un trial clinico di efficacia.

😢 Solo il 32% dei partecipanti hanno completato almeno 30 delle 36 sessioni di esercizio raccomandate nell’arco delle 12 settimane.

😖 Questo risultato è ben al di sotto della soglia di successo settata dagli autori.
Per alcuni partecipanti è stato il peggioramento dei sintomi durante o dopo gli esercizi a spingerli a saltare le sessioni. Altri hanno addirittura cercato altre opzioni terapeutiche.

🧐 Forse molti dei partecipanti non si sentivano sicuri nel continuare il percorso da soli, senza supervisione. In tal caso, la presenza del fisioterapista farebbe davvero la differenza. Infatti, l’aderenza al trattamento, intesa come la percentuale di fisioterapie in presenza effettuate dai partecipanti, era alta.

❗️Non diamo per scontato che svolgere qualche esercizio a casa sia facile.

✅ Fissare dei controlli periodici, anche settimanali, può essere una strategia molto utile. In tali occasioni sarà bene discutere con il paziente del fatto che un po’ di dolore è assolutamente normale!

⚠️ Un altro errore che spesso i fisioterapisti compiono è sottovalutare questo tipo di presentazioni cliniche. E’ bene precisare da subito che il percorso non sarà facile e che il trattamento potrà durare mesi!

Più che stabilire quale trattamento funzioni meglio, questo studio ci invita a riflettere su come i vari trattamenti vengono proposti e seguiti. Perché un trattamento, per funzionare davvero, deve essere anche sostenibile e praticabile nella vita di chi lo riceve.

Indirizzo

Viale Giulio Cesare 29
Bergamo
24129

Orario di apertura

Martedì 13:00 - 22:00
Mercoledì 13:00 - 22:00
Venerdì 13:00 - 22:00
Sabato 08:00 - 20:00

Telefono

+393513991021

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