27/01/2024
Quando siamo andati ad Auschwitz e a Birkenau, in quel forte dolore e silenzio che ci ha avvolti, non sopportavo il vedere l'erba nel suo verde brillante, e gli alberi ondeggiare al vento tra i settori del campo.
Ho odiato il loro essere vivi e lucenti in un luogo di morte, come se il potersi permettere di sfoggiare colori e vitalità, mancasse di rispetto alle milioni di vite stroncate lì: nel mio immaginario tutto doveva essere inorganico, grigio e nero, come le foto dei libri.
Io amo la natura, ma lì, l'ho odiata tantissimo, nel suo essere, ai miei occhi, così inopportuna.
Questa sensazione, negli anni non si è affievolita, e spesso la mia mente torna là.
A volte mi dico che il suo essere lì in quei luoghi, serva a darci un messaggio: è più importare scegliere la vita, all'odio e alla morte. Poi torno alla realtà, e vedo che questo stiamo ancora dimostrando di non essere in grado di capirlo.
Però, chissà...forse quell'erba cresciuta in un campo di morte, ancora ci spera nel darci il messaggio di un mondo di pace.