07/11/2025
Che fatica la fatica! Come aiutare i nostri figli ad accettarla.
É davvero così negativa la fatica?
Qual è il suo reale valore e come possiamo aiutare i nostri bambini e bambine ad accettarla serenamente.
Perché la fatica è necessaria all’apprendimento e allo sviluppo.
Diciamolo pure: a nessuno piace la fatica!
L’essere umano rifiuta, per natura, ciò che è faticoso e proprio per questo alla fatica sono generalmente associati stati d’animo prevalentemente negativi: stress, tristezza, dolore, ansia…
Tutti faremmo volentieri a meno della fatica, ma se ciò accadesse significherebbe probabilmente che l’evoluzione dell’uomo sarebbe prossima alla fine, sapete perché?
L’azione di evolvere, di imparare qualcosa e/o di potenziare delle abilità contempla infatti una certa dose di fatica di cui è impossibile fare a meno, ma che al tempo stesso potremmo stentare ad accettare.
Per noi adulti è facile comprenderne la causa: grazie alla tecnologia e alle varie comodità, ci siamo infatti abituati ad ottenere tutto molto velocemente e con il minimo sforzo e, se da un lato non si può non essere grati al progresso per questo, dall’ altro siamo forse caduti nel tranello di credere che della fatica si spossa fare a meno, diventandone così sempre meno tolleranti.
Non riuscire a tollerare la fatica può giocare un brutto scherzo al senso di auto efficacia personale, alla motivazione e alla crescita stessa.
Benché si possa facilmente comprendere che la fatica sia una componente necessaria del percorso di apprendimento, quando a farne i conti sono i nostri figli e figlie si può attivare in noi genitori uno stato di allerta capace persino di farci dubitare del loro impegno, delle loro capacità, della loro motivazione e della qualità dei nostri interventi educativi.
Poiché strettamente personali, possono essere molteplici i motivi che attivano nel genitore uno stato di allarme di fronte alle fatiche del proprio figlio, figlia rischiando di indurre anche questi ultimi a credere che la fatica non sia “normale”, a spaventarsi di fronte alle sfide scolastiche o più in generale della crescita. Cosa fare quindi per aiutarli a guardare alla fatica con occhi benevoli?
Ecco tre considerazioni da non dimenticare per comprendere l’importanza della fatica.
1. La fatica è normale in qualunque periodo di crescita e all’interno di qualunque processo di apprendimento: per imparare qualcosa di nuovo serve un certo sforzo.
2. La fatica attribuisce valore a ciò che viene fatto e agisce positivamente sull’autostima. (“Io sono stato capace di …”, “Prima non ero capace, ma poi ho imparato…”)
3. La fatica è necessaria per il raggiungimento di un obiettivo e capire questo allontana i bambini e le bambine dall’idea di “fortuna scolastica” permettendo di maturare invece il concetto di “responsabilità scolastica” (“Per ottenere un buon risultato nella verifica ciò che devo fare è impegnarmi nello studio. Dipende solo da me”).
4. Quanta fatica serve per imparare qualcosa?
5. È impossibile quantificare la dose di fatica necessaria all’apprendimento, perché la percezione della fatica è assolutamente soggettiva. Ciò che è bene ricordare è però che la fatica è una sensazione passeggera: diminuisce di intensità mano a mano che la competenza in oggetto viene appresa e interiorizzata.
6. Vi ricordate quando avete imparato a guidare? Quanta fatica percepivate all’inizio? E ora invece?
7. Nelle situazioni in cui il processo di apprendimento dei nostri figli e figlie viene, al contrario, compromesso in modo costante dalla
8. fatica è bene confrontarsi con gli insegnanti per indagare le possibili cause: nei casi di disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) la fatica è un importante campanello d’allarme!
9. Dare il giusto valore alla fatica è oggi più che mai davvero impegnativo, ma riuscire a farlo può aiutare i bambini e le bambine a vivere ancor più serenamente il percorso scolastico ad ogni livello ed età.
10. Murakami Haruki, nel suo libro L’arte di correre ha scritto! Proprio nello sforzo enorme e coraggioso di vincere la fatica, riusciamo a provare, almeno per un instante, la sensazione autentica di vivere. Raggiungiamo la consapevolezza che la qualità del vivere non si trova in valori misurabili in voti, numeri e gradi, ma è insita nell”azione stessa, vi scorre dentro.”
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Buon fine settimana
Pedagogista psicosociale e Counselor
Dott.ssa Cinzia Rossetti