Dott.ssa Silvia Gatti - Pedagogista

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24/11/2025
Educazione affettiva e sessuale.
19/11/2025

Educazione affettiva e sessuale.

Ti senti IGNORATO O SMINUITO da tuo figlio adolescente? 😩 La prima reazione naturale è rabbia o frustrazione.Devi sapere...
19/11/2025

Ti senti IGNORATO O SMINUITO da tuo figlio adolescente? 😩 La prima reazione naturale è rabbia o frustrazione.

Devi sapere che:

Durante l’adolescenza, il cervello dei ragazzi è in piena ristrutturazione:
• La corteccia prefrontale, che regola autocontrollo ed empatia, non è ancora matura
• Il sistema limbico, centro delle emozioni, è iperattivo

Risultato? Impulsività, sfide all’autorità, tensioni continue. Il mancato rispetto spesso non è cattiveria: è fisiologia del loro sviluppo.

Come mantenere la connessione?
📍La chiave è il controllo del tuo stato interno. Quando ti senti sminuito, il corpo reagisce: battito accelerato, tensione muscolare, rabbia.
🤯Reagire subito = lotta di potere garantita.

ESEMPIO CONCRETO:
Tuo figlio sta giocando a un videogioco e lo chiami per apparecchiare la tavola. Risposta: “Ma dai, sempre a rompere!” o “Vattene!”

Il suo cervello limbico è completamente attivato: percepisce la tua richiesta come un’interferenza al piacere immediato. Se reagisci con rabbia, anche tu entri in modalità limbica = conflitto assicurato.

RISPOSTA CHE METTE CONFINI:
“So che non ti va di interrompere il gioco adesso. Io devo apparecchiare la tavola adesso e ho bisogno che lo faccia anche tu con me. Possiamo farlo subito o tra 5 minuti, ma dobbiamo farlo.” Tono assertivo.

💡 Perché funziona:
🌸 Accoglienza: riconosci il suo stato e le emozioni (“so che non ti va…”)
🌸 Contenimento: il limite è chiaro e non negoziabile: la tavola va apparecchiata e va fatta insieme
🌸 Autoregolazione: il tuo stato calmo invia segnali di sicurezza al cervello limbico del ragazzo
🌸 Confine pedagogico: scelta entro confine sicuro, senza permettere rifiuti categorici o battute offensive

📍 Attenzione: questo è solo un micro esempio. Nella realtà, un adolescente può reagire in mille modi diversi.

📌Un percorso di sostegno genitoriale individualizzato insegna a fare questo e molto di più:
🌸Capire il tuo stato interno e gestirlo prima di intervenire
🌸Scegliere le parole e i tempi giusti per il tuo adolescente
🌸Trasformare i conflitti quotidiani in momenti di connessione e crescita

‼️Adolescenza: cosa succede davvero nel cervello quando “si chiudono in camera”?Se hai un adolescente in casa, probabilm...
18/11/2025

‼️Adolescenza: cosa succede davvero nel cervello quando “si chiudono in camera”?

Se hai un adolescente in casa, probabilmente conosci bene quella porta chiusa. A volte sembra una barriera, altre una fuga, altre ancora un mistero.
Ma c’è una spiegazione chiara, scientifica e profondamente pedagogica.

Durante l’adolescenza il cervello attraversa la più grande riorganizzazione dai primi tre anni di vita. Non è un momento “strano”: è un cantiere aperto.
E i cantieri, si sa, sono rumorosi, caotici e pieni di lavori in corso.

🌸 1. La corteccia prefrontale è in ritardo.
È la zona del cervello che regola decisioni, organizzazione, gestione delle emozioni, impulso. Nell’adolescenza è ancora in costruzione.
Risultato? Faticano a parlare di cosa provano, a spiegarsi, a “ragionare a mente fredda”.

🌸 2. L’amigdala è iperattiva.
È la parte che reagisce alle emozioni in modo immediato, viscerale. Loro sentono tutto di più: giudizi, frustrazioni, noia, richieste.
La camera diventa allora un rifugio temporaneo: un posto dove decomprimere, spegnere gli stimoli, sentirsi al sicuro.

🌸 3. Chiudersi non significa “allontanarsi da noi”, ma avvicinarsi a sé stessi.
Stanno cercando di capire chi sono senza lo sguardo costante degli adulti.
Non è disconnessione affettiva: è individuazione. È crescita.

🌸 Cosa può fare un genitore?
• Non bussare per controllare, ma per connetterti.
• Offri presenza, non pressione.
• Sostituisci “Perché sei sempre chiuso lì dentro?” con “Hai bisogno di ricaricare un po’? Io ci sono quando vuoi”.
• Ricorda: la porta si chiude per proteggersi, ma si riapre quando l’adulto è percepito come un porto sicuro.

La porta della camera è simbolica, non definitiva.
Dietro quella porta c’è un cervello che si sta ridefinendo e un’identità che chiede spazio per nascere.
E tu puoi essere il ponte: stabile, paziente, affidabile. Sempre.

🌸 Se vuoi capire come comunicare con tuo figlio senza litigi (e con molte più porte aperte), scrivimi: ti racconto come posso aiutarti☺️.

Certe frasi arrivano per aiutarti a lasciar andare. E dalla riva in poi, é creare!
17/11/2025

Certe frasi arrivano per aiutarti a lasciar andare. E dalla riva in poi, é creare!

CO-REGOLAZIONE EMOTIVA: COSA SIGNIFICA DAVVERO (E COME SI FA)La co-regolazione è il processo attraverso cui l’adulto aiu...
13/11/2025

CO-REGOLAZIONE EMOTIVA: COSA SIGNIFICA DAVVERO (E COME SI FA)

La co-regolazione è il processo attraverso cui l’adulto aiuta il sistema nervoso del bambino o dell’adolescente a tornare in equilibrio.
Non è una tecnica, ma una competenza relazionale che unisce corpo, voce e sguardo.

🌸 Dal punto di vista pedagogico:
Il bambino non impara a calmarsi se non ha prima vissuto l’esperienza di essere calmato.
Serve un adulto capace di restare presente anche quando l’altro è in tempesta: non lo zittisce, non lo distrae, ma contiene e accompagna.

🌸 Dal punto di vista psicologico:
La co-regolazione si fonda sulla sintonizzazione emotiva.
L’adulto riconosce l’emozione del bambino (“vedo che sei frustrato”), la valida (“è normale sentirsi così”) e solo dopo lo guida verso strategie di autoregolazione.

🌸 Dal punto di vista neuroscientifico:
Durante la crisi emotiva, l’amigdala del bambino è iperattiva e la corteccia prefrontale – quella che regola le emozioni – si “disconnette”.
La calma dell’adulto invia un segnale di sicurezza attraverso il sistema nervoso parasimpatico, permettendo al cervello del bambino di riattivare le funzioni di controllo e pensiero.

📍In pratica:
• Mantieni il contatto visivo e una voce calma.
• Evita spiegazioni razionali mentre è agitato: il cervello emotivo non può ascoltare.
• Respira con lui, stai vicino, poi aiuta a dare un nome a ciò che ha sentito.

👉 Prima la regolazione passa attraverso di noi, poi dentro di lui.
La co-regolazione è la base di ogni apprendimento emotivo.

👉 Stai pensando che le hai provate tutte e non sai più come fare?

Lo comprendo. É necessario che l’adulto lavori prima sul proprio stato interno e sulla propria autoregolazione.

👉Come si impara?
Con la pedagogista ☺️

GENITORI, LA SEDIA DELLA RIFLESSIONE NON EDUCA: DISCONNETTE E SPEGNE. Credere che mettere un bambino sulla “sedia della ...
12/11/2025

GENITORI, LA SEDIA DELLA RIFLESSIONE NON EDUCA: DISCONNETTE E SPEGNE.

Credere che mettere un bambino sulla “sedia della riflessione” lo aiuti a calmarsi, pensare a ciò che ha fatto e imparare dall’errore, é un’idea ristrutturare.
Dal punto di vista pedagogico, psicologico e neuroscientifico, non funziona così.

TI SPIEGO PERCHÉ:

1. 🌸 Il cervello del bambino non riflette sotto stress.

Quando è arrabbiato, spaventato o in crisi, il suo sistema nervoso è in modalità difesa (attacco, fuga o blocco).
La corteccia prefrontale — quella deputata al pensiero logico e all’autoregolazione — è “spenta”. Se é spenta come può apprendere? Da solo, per di più?

📍 Chiedergli di riflettere in quel momento è come chiedere a un telefono senza batteria di fare una chiamata.

2. 🌸 La solitudine non insegna la regolazione emotiva.

Il bambino impara a calmarsi attraverso la presenza di un adulto calmo e consapevole, non restando solo con le proprie emozioni.

📍 L’autoregolazione nasce prima come : dal contatto, dal respiro condiviso, dallo sguardo accogliente.

3. 🌸 La riflessione richiede un cervello connesso, non punito.

Quando la “sedia della riflessione” diventa una punizione mascherata, il bambino associa la riflessione alla , non alla crescita.

📍 Invece di comprendere, il bambino cerca di evitare l’errore per paura.

4. 🌸 L’apprendimento passa attraverso la relazione.
Il bambino cambia comportamento quando si sente compreso, non quando si sente sbagliato.

📍 L’educazione è un processo di accompagnamento, non di isolamento.

5. 🌸 Riflettere significa integrare l’esperienza.

E questo può accadere solo dopo, quando l’emozione si è calmata e l’adulto aiuta a dare parole, senso e alternative.

L’adulto deve CO- REGOLARE.
Solo così il bambino impara L’AUTOREGOLAZIONE EMOTIVA.

📍 “Ti sembra giusto quello che hai fatto?”, “Pensa a quello che hai fatto”, “Torna quando ti sarai calmato”, diventano invece emotive che si fissano nella memoria implicita.

🌸 La vera riflessione nasce dalla .

Dott.ssa Silvia Gatti - Pedagogista
Qui trovi il mio contatto diretto whatsapp:

https://www.pedagogistaonline.com/

GENITORI, LA SEDIA DELLA RIFLESSIONE NON EDUCA: DISCONNETTE E SPEGNE. Credere che mettere un bambino sulla “sedia della ...
12/11/2025

GENITORI, LA SEDIA DELLA RIFLESSIONE NON EDUCA: DISCONNETTE E SPEGNE.

Credere che mettere un bambino sulla “sedia della riflessione” lo aiuti a calmarsi, pensare a ciò che ha fatto e imparare dall’errore, é un’idea ristrutturare.
Dal punto di vista pedagogico, psicologico e neuroscientifico, non funziona così.

TI SPIEGO PERCHÉ:

1. 🌸 Il cervello del bambino non riflette sotto stress.

Quando è arrabbiato, spaventato o in crisi, il suo sistema nervoso è in modalità difesa (attacco, fuga o blocco).
La corteccia prefrontale — quella deputata al pensiero logico e all’autoregolazione — è “spenta”. Se é spenta come può apprendere? Da solo, per di più?

📍 Chiedergli di riflettere in quel momento è come chiedere a un telefono senza batteria di fare una chiamata.

2. 🌸 La solitudine non insegna la regolazione emotiva.

Il bambino impara a calmarsi attraverso la presenza di un adulto calmo e consapevole, non restando solo con le proprie emozioni.

📍 L’autoregolazione nasce prima come : dal contatto, dal respiro condiviso, dallo sguardo accogliente.

3. 🌸 La riflessione richiede un cervello connesso, non punito.

Quando la “sedia della riflessione” diventa una punizione mascherata, il bambino associa la riflessione alla , non alla crescita.

📍 Invece di comprendere, il bambino cerca di evitare l’errore per paura.

4. 🌸 L’apprendimento passa attraverso la relazione.
Il bambino cambia comportamento quando si sente compreso, non quando si sente sbagliato.

📍 L’educazione è un processo di accompagnamento, non di isolamento.

5. 🌸 Riflettere significa integrare l’esperienza.

E questo può accadere solo dopo, quando l’emozione si è calmata e l’adulto aiuta a dare parole, senso e alternative.

L’adulto deve CO- REGOLARE.
Solo così il bambino impara L’AUTOREGOLAZIONE EMOTIVA.

📍 “Ti sembra giusto quello che hai fatto?”, “Pensa a quello che hai fatto”, “Torna quando ti sarai calmato”, diventano invece emotive che si fissano nella memoria implicita.

🌸 La vera riflessione nasce dalla

Non serve una sedia, ma una adulta capace di contenere, regolare e trasformare l’esperienza in consapevolezza.

PER FARE QUESTO L’ADULTO DEVE ESSERE IN GRADO DI AUTOREGOLARSI E DI REGGERE ALLA PROPRIA DI FRUSTRAZIONE.

Per imparare modalità alternative e a gestire i momenti di crisi che svuotano genitori e figli, puoi contattarmi per fare delle consulenze genitoriali individualizzate.

Se nei nidi, scuole dell’infanzia e scuole primarie dei vostri figli utilizzano ancora questo metodo, potete coinvolgere le insegnanti in un’apertura a tecniche altre, maggiormente utili per il vostro bimbo e le vostre bimbe.

Evolvere é sempre possibile☺️

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Via Galileo Galilei 1
Busto Arsizio
21052

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