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CO-REGOLAZIONE EMOTIVA: COSA SIGNIFICA DAVVERO (E COME SI FA)La co-regolazione è il processo attraverso cui l’adulto aiu...
13/11/2025

CO-REGOLAZIONE EMOTIVA: COSA SIGNIFICA DAVVERO (E COME SI FA)

La co-regolazione è il processo attraverso cui l’adulto aiuta il sistema nervoso del bambino o dell’adolescente a tornare in equilibrio.
Non è una tecnica, ma una competenza relazionale che unisce corpo, voce e sguardo.

🌸 Dal punto di vista pedagogico:
Il bambino non impara a calmarsi se non ha prima vissuto l’esperienza di essere calmato.
Serve un adulto capace di restare presente anche quando l’altro è in tempesta: non lo zittisce, non lo distrae, ma contiene e accompagna.

🌸 Dal punto di vista psicologico:
La co-regolazione si fonda sulla sintonizzazione emotiva.
L’adulto riconosce l’emozione del bambino (“vedo che sei frustrato”), la valida (“è normale sentirsi così”) e solo dopo lo guida verso strategie di autoregolazione.

🌸 Dal punto di vista neuroscientifico:
Durante la crisi emotiva, l’amigdala del bambino è iperattiva e la corteccia prefrontale – quella che regola le emozioni – si “disconnette”.
La calma dell’adulto invia un segnale di sicurezza attraverso il sistema nervoso parasimpatico, permettendo al cervello del bambino di riattivare le funzioni di controllo e pensiero.

📍In pratica:
• Mantieni il contatto visivo e una voce calma.
• Evita spiegazioni razionali mentre è agitato: il cervello emotivo non può ascoltare.
• Respira con lui, stai vicino, poi aiuta a dare un nome a ciò che ha sentito.

👉 Prima la regolazione passa attraverso di noi, poi dentro di lui.
La co-regolazione è la base di ogni apprendimento emotivo.

👉 Stai pensando che le hai provate tutte e non sai più come fare?

Lo comprendo. É necessario che l’adulto lavori prima sul proprio stato interno e sulla propria autoregolazione.

👉Come si impara?
Con la pedagogista ☺️

GENITORI, LA SEDIA DELLA RIFLESSIONE NON EDUCA: DISCONNETTE E SPEGNE. Credere che mettere un bambino sulla “sedia della ...
12/11/2025

GENITORI, LA SEDIA DELLA RIFLESSIONE NON EDUCA: DISCONNETTE E SPEGNE.

Credere che mettere un bambino sulla “sedia della riflessione” lo aiuti a calmarsi, pensare a ciò che ha fatto e imparare dall’errore, é un’idea ristrutturare.
Dal punto di vista pedagogico, psicologico e neuroscientifico, non funziona così.

TI SPIEGO PERCHÉ:

1. 🌸 Il cervello del bambino non riflette sotto stress.

Quando è arrabbiato, spaventato o in crisi, il suo sistema nervoso è in modalità difesa (attacco, fuga o blocco).
La corteccia prefrontale — quella deputata al pensiero logico e all’autoregolazione — è “spenta”. Se é spenta come può apprendere? Da solo, per di più?

📍 Chiedergli di riflettere in quel momento è come chiedere a un telefono senza batteria di fare una chiamata.

2. 🌸 La solitudine non insegna la regolazione emotiva.

Il bambino impara a calmarsi attraverso la presenza di un adulto calmo e consapevole, non restando solo con le proprie emozioni.

📍 L’autoregolazione nasce prima come : dal contatto, dal respiro condiviso, dallo sguardo accogliente.

3. 🌸 La riflessione richiede un cervello connesso, non punito.

Quando la “sedia della riflessione” diventa una punizione mascherata, il bambino associa la riflessione alla , non alla crescita.

📍 Invece di comprendere, il bambino cerca di evitare l’errore per paura.

4. 🌸 L’apprendimento passa attraverso la relazione.
Il bambino cambia comportamento quando si sente compreso, non quando si sente sbagliato.

📍 L’educazione è un processo di accompagnamento, non di isolamento.

5. 🌸 Riflettere significa integrare l’esperienza.

E questo può accadere solo dopo, quando l’emozione si è calmata e l’adulto aiuta a dare parole, senso e alternative.

L’adulto deve CO- REGOLARE.
Solo così il bambino impara L’AUTOREGOLAZIONE EMOTIVA.

📍 “Ti sembra giusto quello che hai fatto?”, “Pensa a quello che hai fatto”, “Torna quando ti sarai calmato”, diventano invece emotive che si fissano nella memoria implicita.

🌸 La vera riflessione nasce dalla .

Dott.ssa Silvia Gatti - Pedagogista
Qui trovi il mio contatto diretto whatsapp:

https://www.pedagogistaonline.com/

GENITORI, LA SEDIA DELLA RIFLESSIONE NON EDUCA: DISCONNETTE E SPEGNE. Credere che mettere un bambino sulla “sedia della ...
12/11/2025

GENITORI, LA SEDIA DELLA RIFLESSIONE NON EDUCA: DISCONNETTE E SPEGNE.

Credere che mettere un bambino sulla “sedia della riflessione” lo aiuti a calmarsi, pensare a ciò che ha fatto e imparare dall’errore, é un’idea ristrutturare.
Dal punto di vista pedagogico, psicologico e neuroscientifico, non funziona così.

TI SPIEGO PERCHÉ:

1. 🌸 Il cervello del bambino non riflette sotto stress.

Quando è arrabbiato, spaventato o in crisi, il suo sistema nervoso è in modalità difesa (attacco, fuga o blocco).
La corteccia prefrontale — quella deputata al pensiero logico e all’autoregolazione — è “spenta”. Se é spenta come può apprendere? Da solo, per di più?

📍 Chiedergli di riflettere in quel momento è come chiedere a un telefono senza batteria di fare una chiamata.

2. 🌸 La solitudine non insegna la regolazione emotiva.

Il bambino impara a calmarsi attraverso la presenza di un adulto calmo e consapevole, non restando solo con le proprie emozioni.

📍 L’autoregolazione nasce prima come : dal contatto, dal respiro condiviso, dallo sguardo accogliente.

3. 🌸 La riflessione richiede un cervello connesso, non punito.

Quando la “sedia della riflessione” diventa una punizione mascherata, il bambino associa la riflessione alla , non alla crescita.

📍 Invece di comprendere, il bambino cerca di evitare l’errore per paura.

4. 🌸 L’apprendimento passa attraverso la relazione.
Il bambino cambia comportamento quando si sente compreso, non quando si sente sbagliato.

📍 L’educazione è un processo di accompagnamento, non di isolamento.

5. 🌸 Riflettere significa integrare l’esperienza.

E questo può accadere solo dopo, quando l’emozione si è calmata e l’adulto aiuta a dare parole, senso e alternative.

L’adulto deve CO- REGOLARE.
Solo così il bambino impara L’AUTOREGOLAZIONE EMOTIVA.

📍 “Ti sembra giusto quello che hai fatto?”, “Pensa a quello che hai fatto”, “Torna quando ti sarai calmato”, diventano invece emotive che si fissano nella memoria implicita.

🌸 La vera riflessione nasce dalla

Non serve una sedia, ma una adulta capace di contenere, regolare e trasformare l’esperienza in consapevolezza.

PER FARE QUESTO L’ADULTO DEVE ESSERE IN GRADO DI AUTOREGOLARSI E DI REGGERE ALLA PROPRIA DI FRUSTRAZIONE.

Per imparare modalità alternative e a gestire i momenti di crisi che svuotano genitori e figli, puoi contattarmi per fare delle consulenze genitoriali individualizzate.

Se nei nidi, scuole dell’infanzia e scuole primarie dei vostri figli utilizzano ancora questo metodo, potete coinvolgere le insegnanti in un’apertura a tecniche altre, maggiormente utili per il vostro bimbo e le vostre bimbe.

Evolvere é sempre possibile☺️

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11/11/2025
Perché una pedagogista cita una frase sul narcisismo? Perché una pedagogista - tra le tante cose - deve accompagnare a r...
31/10/2025

Perché una pedagogista cita una frase sul narcisismo?
Perché una pedagogista - tra le tante cose - deve accompagnare a recuperare strumenti da mettere nella cassetta degli attrezzi relazionale oltre che personale.
E nelle relazioni ci sono tratti, schemi, ferite, funzionamenti che vanno portati a , per diventare artefici del proprio agire.
I MACRO OBIETTIVI delle pedagogiche per ADULTI sono:

🌸 la costruzione di autostima
🌸 la ricerca e l’allenamento dell’amor proprio
🌸 lo sviluppo del senso di autoefficacia
🌸la costruzione di strategie relative al tema critico portato in consulenza.

Se vuoi saperne di più contattami 😊

https://www.pedagogistaonline.com/

Qualcosa di molto importante da ricordare per valutare quale strada prendere. O per osservare noi stessi.
31/10/2025

Qualcosa di molto importante da ricordare per valutare quale strada prendere. O per osservare noi stessi.

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Via Galileo Galilei 1
Busto Arsizio
21052

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