08/09/2025
INFIAMMAZIONE È GLUTINE
Un grande oncologo integrato, il professor Philippe Lagarde, che riprendo dal suo libro "Sistema Immunitario, la più potente delle mascherine" (Mind edizioni)
"[...] l’alterazione della permeabilità intestinale
provocata dalla zonulina prodotta dalla gliadina – proteina a sua volta componente del glutine – è una verità scientifica che purtroppo solo pochi hanno il coraggio professionale di dichiarare pubblicamente. Forse perché ci sono dietro interessi economici di enormi dimensioni e con troppi zeri.
Ma noi siamo medici e non possiamo né chiudere gli occhi né tapparci la bocca. Anche perché la permeabilità
intestinale permette il contatto tra gli antigeni della microflora intestinale e il sistema immunitario intestinale. L’alterazione della permeabilità intestinale è quindi un disastro, perché ha il solo risultato di destabilizzare l’intero
sistema immunitario, con conseguenze variabili a seconda delle diversità genetiche dei singoli individui: parlo di disturbi allergici, di malattie autoimmuni e di patologie
infiammatorie.
Le cause dell’alterata permeabilità intestinale possono essere numerose: si va dallo stress alle terapie antibiotiche, dalle infezioni virali a quelle batteriche, dall’abuso di alcol all’intolleranza al lattosio e alla caseina.
Voglio quindi ribadirlo: nessuno può digerire la gliadina, a prescindere dal fatto di essere sensibile oppure no al glutine. E questo perché è impossibile rompere il legame peptidico dei suoi amminoacidi.
Purtroppo questo non è il solo problema attribuibile al glutine, dato che questa proteina – onnipresente e in enormi quantità nell’alimentazione moderna, soprattutto quella occidentale – stimola la produzione di interleuchine (il-8 e il-15), di conseguenza quella di zonulina; quest’ultima, oltre ad alterare come la permeabilità intestinale, crea infiammazione stimolando il processo autoimmune.
Non a caso, la ritroviamo con valori aumentati in chi soffre
di asma, di sclerosi multipla, di malattie infiammatorie
croniche intestinali e di diabete di tipo 1. Aggiungo poi che il suo cromosoma di fabbricazione, il 16, può “garantire” la trasmissione della sua produzione di generazione in generazione,
e ne abbiamo anche la controprova: il diabete
migliora in modo sistematico anche soltanto eliminando
l’assunzione di glutine. Lo stesso stupefacente processo virtuoso si nota anche nel diabete di tipo 2.
La diretta conseguenza di questi attacchi autoimmunitari è che, alla lunga, creano e mantengono la pericolosa iper-permeabilità della membrana intestinale.
Pericolosa perché permette il passaggio nel sangue
di macromolecole indesiderabili che attivano altre famiglie immunitarie come i linfociti. Insomma, il consumo quotidiano di glutine scatena da solo ben tre effetti dannosi: iper-permeabilità, infiammazione e stato di difesa cronica dell’organismo. Questo avviene, lo ripeto, nel
100% degli individui, ma faccio una doverosa precisazione: in alcuni di loro i sintomi appariranno in modo molto grave, in altri in forma più o meno lieve e, in altri ancora, non si manifesteranno affatto.
In ogni caso, mettere al bando il glutine migliora la situazione per tutte le patologie.
Studi scientifici svolti in
Canada dai laboratori del Toronto Nutrigenomics and
Health Study hanno confermato che il consumo di glutine è associato a una maggiore concentrazione di proteina alfa2-macroglobulina nei giovani adulti, indipendentemente
dal fatto che si tratti di soggetti celiaci oppure no.
Ciò conferma una volta di più che il glutine ha un effetto
nocivo sullo stato infiammatorio dell’organismo. Stato infiammatorio che, è giusto ricordarlo per l’ennesima volta, va sempre evitato se si vogliono scongiurare le peggiori patologie, comprese quelle oncologiche; per insorgere e svilupparsi, anche i tumori hanno assoluto bisogno di un ambiente infiammato".