28/08/2025
La cefalea, detta comunemente "mal di testa", è uno dei disturbi più comuni e più fastidiosi che colpisce al mondo milioni di persone e ne condiziona la qualità della vita.
La cefalea è quella condizione multifattoriale che si può manifestare con diversi sintomi il cui principale è il dolore localizzato nella regione della testa (area occipitale, temporale, frontale,..) così come in zona oculare (sovraorbitale, periorbitale, retroorbitale).
È possibile distinguere due principali categorie:
- CEFALEE PRIMARIE
🌀 Emicrania
🌀 Cefalea tensiva
- CEFALEE SECONDARIE
🌀 Cefalea cervicogenica
🌀 Cefalea secondaria a disturbi temporo-mandibolari
EMICRANIA: Interessa circa il 14% della popolazione e colpisce prevalentemente il sesso femminile. È storicamente correlata a fenomeni vascolari con un ruolo primario dei vasi a livello craniale. Tuttavia si è anche visto il coinvolgimento a livello neurofisiologico di diverse strutture (talamo, ipotalamo, amigdala, ecc..) con conseguenti effetti su elaborazione del dolore, delle informazioni sensoriali, ecc.. che determinano poi la sintomatologia clinica dell’emicrania.
Si può manifestare con tensioni al collo, aura, dolore unilaterale pulsante alla testa, phonophobia, photophobia, osmophobia, stanchezza, alterazioni del tono dell’umore,ecc..
Fra le forme di cefalea è quella che presenta meno prevalenza di disordini muscolo-scheletrici
CEFALEA TENSIVA: Interessa circa l’80% della popolazione. È la prevalente. È anch’essa una cefalea primaria. Sono cioè anche in questo caso presenti dei fattori primari predisponenti alla sintomatologia. In questi pazienti sono cioè presenti dei fattori neurofisiologici agevolanti lo sviluppo di questa forma di mal di testa. L’organismo, in questi meccanismi alterati, tende a sovrastimare l’informazione nocicettiva periferica con conseguente iperalgesia e allodinia. Il ruolo del tessuto muscolare è molto dibattuto ma può partecipare come fonte di nocicezione periferica.
È tipicamente una cefalea bilaterale, costrittiva, con dolore “a morsa”. Dura tra i 30 minuti e i 7 giorni di intensità lieve o moderata. Tra i fattori in grado di scatenare o aggravare la cefalea tensiva si possono citare: alterazioni del ritmo sonno-veglia, cibo, fumo, fattori ormonali, fattori psicologici (ansi, stress, ecc..)
CEFALEA CERVICOGENICA: è una cefalea secondaria a disturbi muscolo-scheletrici del rachide cervicale. I segmenti maggiormente coinvolti sono C1-C2 ma anche C2-C3 e C3-C4. Tutte le strutture muscolari, fasciali e periarticolari (capsula articolare, legamenti, ecc..) possono dar luogo a degli impulsi nervosi afferenti che possono poi di conseguenza dar luogo a un dolore riferito a livello della testa. I muscoli principalmente coinvolti i suboccipitali, il trapezio, lo splenio, lo SCOM. La cefalea cervicogenica interessa un solo lato della testa (non è bilaterale e non cambia lato)
CEFALEA SECONDARIA A DISTURBI DELLA ATM: Interessa il 10-15% della popolazione adulta. È anch’essa una cefalea secondaria e i meccanismi alla sua base sono simili a quelli della cefalea cervicogenica. Anche in questo caso dei disordini muscolo-scheletrici (stavolta associati all’articolazione temporo-mandibolare) possono dar luogo a degli impulsi nervosi afferenti con fenomeni di convergenza fino al nucleo trigemino cervicale e sintomi di cefalea. Insorge tipicamente nella fascia di età 20-40 anni. Il dolore ha origine nell’area dell’articolazione temporo-mandibolare e si irradia in zona auricolare e temporale. Si registra un importante relazione con fattori quali stress, ansia, depressione, bruxismo.
Questa classificazione, molto schematica e rigida, va ovviamente valutata ed elaborata caso per caso in maniera più specifica.
✅Una valutazione mirata permetterà di scegliere il percorso più adeguato. La gestione di tutti i FATTORI MODIFICABILI (fattori scatenanti/aggravanti, stile di vita, ecc..) andranno presi in considerazione.
✅La terapia manuale (massoterapia, osteopatia, ecc..) permetterà di ottenere risultati importanti e significativi, talvolta risolutivi, nei casi in cui sono prevalenti i disturbi muscolo-scheletrici alla base dei sintomi. In presenza di cefalee primarie il trattamento dei problemi muscolo-scheletrici potrà comunque aiutare il paziente a migliorare il quadro clinico (riduzione della frequenza e/o intensità e/o durata degli attacchi e/o riduzione dell'utilizzo di farmaci)
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