08/07/2020
Plexiglas o plexiglass?
All’inizio del Novecento il chimico tedesco Otto Röhm con il socio Otto Haas avviò in Germania le ricerche sugli acrilati, che nel 1933 portarono all’invenzione del polimetilmetacrilato (in sigla PMMA), una resina artificiale usata per lastre, lamine e tubi in luogo del vetro, per la sua maggiore infrangibilità e trasparenza: le fu dato il nome di PLEXIGLAS, composto di plexus, participio passato del verbo latino plectĕre ‘intrecciare’ (a motivo della struttura polimerica) e dal sostantivo tedesco Glas ‘vetro’. PLEXIGLAS è un marchio registrato fin dal 1933 dalla società Röhm & Haas GmbH (dal 1971 Röhm GmbH) con sede a Darmstadt, che vende i prodotti in tutto il mondo, tranne che negli Stati Uniti. Ciò si deve al fatto che nel 1909 nacque a Filadelfia una filiale americana della ditta tedesca. Nel 1917, con l’entrata della Germania in guerra, la filiale fu sequestrata, ma alla fine del conflitto fu restituita a Otto Haas, che viveva negli Stati Uniti dal 1909, e la società, con il nome di Röhm & Haas Company, iniziò la produzione e la commercializzazione del polimetilmetacrilato, che sul mercato americano acquisì una s in più, trasformandosi in PLEXIGLASS. [...] Non si può considerare sbagliata la forma PLEXIGLASS, ma conviene attenersi a quella lemmatizzata dai dizionari italiani, cioè PLEXIGLAS, corrispondente al nome scelto in origine dall’inventore tedesco... (per continuare a leggere la risposta di Valeria Della Valle → bit.ly/PLEXIGLAS_Crusca)