25/11/2025
Lo yoga trauma-informed 𝐧𝐨𝐧 𝐧𝐚𝐬𝐜𝐞 𝐩𝐞𝐫 “𝐚𝐠𝐠𝐢𝐮𝐬𝐭𝐚𝐫𝐞” 𝐜𝐡𝐢 𝐡𝐚 𝐯𝐢𝐬𝐬𝐮𝐭𝐨 𝐮𝐧 𝐭𝐫𝐚𝐮𝐦𝐚, ma per offrire, attraverso la pratica, strumenti di sostegno e creare un ambiente in cui ognuno possa ritrovare il proprio corpo, i propri confini e il proprio ritmo.
Chi insegna sa di avere il compito di facilitare e accompagnare con rispetto, presenza e sensibilità questo 𝐩𝐫𝐨𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐧𝐧𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞.
Quando un insegnante sente di dover “liberare” o “guarire” chi ha davanti, rischia di trasformare la pratica in una relazione sbilanciata. L’𝐞𝐠𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐢𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐧𝐭𝐞, infatti, può diventare una 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐢𝐧𝐠𝐨𝐦𝐛𝐫𝐚𝐧𝐭𝐞: sposta l’attenzione dall’esperienza dell’allievo al bisogno personale di sentirsi utile o importante.
La pratica trauma-informed non si fonda sull’idea che il trauma si risolva perché qualcuno “salva” qualcun altro, ma sulla 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐨𝐥𝐞𝐳𝐳𝐚 che servono ascolto, presenza e collaborazione.
L’insegnante trauma-informed non riempie lo spazio con il proprio bisogno di riconoscimento, ma si impegna a crearne uno in cui le persone possano tornare a riconoscere sé stesse. Sostiene un 𝐩𝐫𝐨𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐭𝐫𝐚𝐬𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚𝐭𝐢𝐯𝐨 che spesso non è visibile, ma silenzioso, sottile, impercettibile e non per questo meno significativo.