Reiki Do

Reiki Do Claudia Cesarano Maître Reiki Usui Ryosho - Gakkai
Maître LaHoChi
Énergéticienne holistique et gentille sorcière🧙
Traductrice d'émotions en Fleurs de Bach 🌿🌸🌿

15/11/2025

Crows are highly intelligent birds, renowned for their problem-solving abilities and complex social structures. They exhibit remarkable adaptability, thriving in various environments from dense forests to bustling urban areas. Their striking black plumage and distinctive calls make them easily recognizable. These fascinating creatures are not only resourceful scavengers but also display impressive tool-making skills and a sophisticated understanding of their surroundings.

15/11/2025
15/11/2025

Immagina di nascere nel cuore stesso della genialità. Di aprire gli occhi in una casa dove ogni parete sussurra arte, dove le mani che ti accarezzano sono le stesse che plasmano l’estetica di un’epoca. Tuo padre è William Morris, colosso del design britannico, la cui impronta è impressa nei tessuti e nelle carte da parati che hanno definito il gusto vittoriano. Tua madre è Jane Morris, musa inquieta dei preraffaelliti, donna dalla bellezza leggendaria, e ricamatrice di rara abilità.

In quel mondo, sembrerebbe che May Morris avesse tutto. Invece no. Aveva qualcosa di più difficile: l’urgenza di dimostrare che la luce non era solo quella riflessa dal nome di suo padre. Era anche la sua.

May infilò un ago prima ancora di scrivere il suo nome. Imparò da sua madre l’antica arte del ricamo, ma ciò che fece fu molto di più: lo elevò. In un tempo in cui le donne cucivano per abbellire tovaglie e passare il tempo, May trasformò il ricamo in una dichiarazione artistica, in una forma d’espressione potente come la pittura o la scultura.

A soli ventitré anni, non solo lavorava per la ditta del padre, Morris & Co. — la dirigeva. L’intero reparto di ricamo era nelle sue mani. Una ragazza giovane, in un’epoca che relegava le donne a ruoli di sfondo, teneva le redini di uno dei laboratori di design più influenti d’Inghilterra. Ma non si limitò a gestirlo: lo rivoluzionò.

I suoi motivi erano poesia visiva. Fiori che sembravano pronti a sbocciare dal tessuto, pattern che fondevano la tradizione medievale con uno slancio modernista. Le sue opere parlavano un linguaggio nuovo: armonioso, vibrante, audace. E dietro ogni punto, ogni curva, c’era la mano di una donna che non voleva solo creare bellezza, ma cambiare il mondo.

May fondò un’impresa in cui formò artigiane e, con un gesto che oggi chiameremmo rivoluzionario, pretese che venissero pagate equamente. In un’epoca in cui il lavoro femminile veniva considerato passatempo, lei impose il rispetto. Impose il valore.

Non si fermò lì. Creò gioielli, progettati con la stessa attenzione ossessiva al dettaglio, con lo stesso amore per le forme naturali. Ogni pietra, ogni incastonatura, ogni curva parlava la lingua della cura e della consapevolezza.

Poi, nel 1896, suo padre morì. Il mondo pianse William Morris. May lo pianse, sì. Ma poi si mise al lavoro. Curò l’opera completa del padre con precisione maniacale, costruendo la memoria del genio paterno come aveva costruito i suoi ricami: con dedizione totale.

E mentre il mondo ricordava lui, dimenticava lei.

Per decenni, gli storici dell’arte la ridussero a una nota a margine. La figlia. L’assistente. Colei che custodiva l’eredità. I libri su Morris & Co. la ignorarono, come se quelle mani, quei disegni, quelle innovazioni non fossero mai esistiti.

Nel silenzio, May continuò. Dopo un matrimonio fallito e doloroso, si scelse. Non si risposò mai. Diede tutto alla sua arte e alle donne che ispirava. Scelse la libertà, la creazione, la grandezza silenziosa. Scelse di non rimpicciolirsi, anche se era nata nell’ombra di un gigante.

Poi, dopo decenni di oblio, qualcuno osservò con attenzione i tessuti di Morris & Co. Qualcuno notò una differenza. C’era un tratto più sofisticato, più audace, più moderno. Quelle opere non erano solo buone. Erano straordinarie. E non erano di William Morris. Erano di May.

Avevano sempre detto che era figlia di un genio. La verità è che era un genio. Punto. Con un padre famoso, certo. Ma la luce che portava dentro era tutta sua.

Oggi, i suoi ricami raggiungono cifre importanti nelle aste. I musei li espongono accanto a quelli del padre, non come complemento, ma come pari. Gli studiosi riconoscono in lei il ponte fra l’artigianato tradizionale e l’arte moderna. Una pioniera che ha dimostrato che un ago può essere rivoluzionario quanto un pennello.

May Morris morì nel 1938. Non vide il riconoscimento che meritava. Ma le sue opere — quei fiori pieni d’anima, quei disegni che sfidano il tempo — sono ancora qui. E parlano. Parlano forte.

Ha vissuto per un secolo nell’ombra.
Ora, finalmente, brilla.
E la luce è travolgente.

15/11/2025

Moby Dick, il romanzo che nessuno aveva capito

Quando Moby Dick uscì nel 1851 fu accolto come un semplice racconto di avventure in mare. Le recensioni dell’epoca parlavano di un libro “strano”, “troppo lungo”, “pieno di digressioni inutili”. Il pubblico si aspettava un’avventura di balenieri e non riconobbe nulla di ciò che Melville aveva nascosto tra le pagine. Il romanzo fu un fallimento. Nessuno immaginava che quel bestione bianco non fosse solo una balena. Ma Melville non voleva raccontare un viaggio, in realtà voleva raccontare l’uomo. Achab non è il capitano ossessionato che molti credono ma l’emblema della lotta cieca contro tutto ciò che non possiamo controllare. Il suo monologo più che la caccia, descrive la ribellione dell’essere umano davanti al Male o all’Ignoto che non ha volto. Per Melville la balena diventa un simbolo mutevole, che cambia significato a seconda di chi la guarda. Può essere Dio, può essere la Natura, può essere il destino che travolge ogni certezza.

Questa complessità sfuggì quasi del tutto ai lettori del 1851. Il romanzo venne preso alla lettera. La balena era una balena. Il mare era il mare. Achab era un personaggio e non una metafora. La scrittura enciclopedica e i capitoli dedicati all’anatomia dei cetacei, furono considerati errori di ritmo. In realtà Melville cercava di mostrare che il mondo non può essere compreso davvero attraverso cataloghi o classificazioni. Più si studia la balena più la balena sfugge. Più ci si illude di conoscerla, più diventa misteriosa. Il vero significato del libro venne capito solo nel Novecento grazie a nuove letture critiche che riconobbero in Melville un anticipatore del simbolismo moderno. Il romanzo non è una storia di mare ma una riflessione sulla solitudine umana e sulla violenza dell’ossessione. La nave Pequod rappresenta il microcosmo dell’umanità e la sua rotta non è geografica ma spirituale e l’inseguimento non è solo una caccia, ma un precipitare dentro se stessi, un viaggio che scava sempre più a fondo.

Il grande paradosso, è che Moby Dick divenne un capolavoro soltanto quando ci si accorse che non parlava affatto di ciò che sembrava. Melville costruì un romanzo che inganna chi si ferma alla superficie e rivela il suo cuore solo a chi accetta che un simbolo non ha un unico significato. La balena bianca rimane ciò che Melville volle fin dall’inizio, un mistero refrattario a ogni spiegazione definitiva, un enigma sul quale ogni lettore può proiettare il significato che sente più vicino.

15/11/2025

C’è chi pensa che delle persone gentili
sia facile approfittare.
Non lo sanno mica che la gentilezza
è quella forma astratta d'empatia
a metà strada tra pensiero ed eleganza
dove la bellezza abbraccia la rivoluzione
e conquista il coraggio.
Non lo sanno mica
che la gentilezza è un vanto.
Un gu**to.
Un respiro.
Un modo, forse l’unico
per evadere dalla prigione
della rabbia.
Non lo sanno mica che la gentilezza
non chiede nulla in cambio.
Se non, di avere gentilezza.
Siate gentili e restatelo sempre.
Tutto il resto è tempo che non scorre.
Tutto il resto, credetemi
è soltanto tempo perso

🪶Andrew Faber
📸Immagine Pinterest

Buongiorno 💜😘

15/11/2025
15/11/2025

🌱 KIN 64 – SEME GIALLO CRISTALLO
✨ Psicrono / Akasha – 15, 16 e 17 novembre
🔮 La Missione Spirituale dei nati in questi giorni…
e un richiamo potente per il collettivo

💛 “La forza della verità ti rende libero.”
(Djwal Khul – Maestro della Propria Verità)

In questi tre giorni il campo si apre come un giardino sacro.
Un giardino dove ogni Seme — ogni talento, ogni intuizione, ogni verità interiore —
chiede di essere riconosciuto e chiamato per nome.

È il momento del Seme Cristallo:
la capacità di vedere con chiarezza,
di scegliere ciò che è autentico,
di togliere strati, ruoli, scuse, abitudini.

Per chi è nato il 15–16–17 novembre, questa è la vostra Missione Spirituale:
incarnare la vostra verità senza compromessi.
Voi siete anime seme.
Quando siete coerenti, fate fiorire anche gli altri.
Quando siete fedeli alla vostra visione, diventate esempi viventi di integrità.

Il vostro dono è la chiarezza cristallina.
La vostra sfida è il compromesso.
Il vostro compito è la verità incarnata.

Siete qui per mostrare che dire ciò che è vero — con grazia, con cuore, con radicamento —
non ferisce:
libera.

🟢 La bottiglia Aura-Soma B64 (Djwal Khul – Verde Smeraldo su Chiaro)
accende proprio questo:
la direzione, il coraggio, la visione limpida.
È un portale che dice:
“Non aver paura di vedere. Non aver paura di scegliere.”

🌍 E per il collettivo?
Questi tre giorni sono un’iniziazione.
Una chiamata alla chiarezza.
Una resa totale alla verità del cuore.

Il Seme Cristallo ci dice:
✨ “Di qualunque cosa si tratti, affrontala.
Chiamala per nome.
La tua verità è un movimento di liberazione.”

È il momento di riconoscere:
– cosa ti nutre davvero
– cosa ti spegne
– cosa stai portando avanti per abitudine
– cosa è pronto a fiorire, se glielo permetti
– quale scelta continui a rimandare
– quale verità non hai ancora ammesso a te stessa

🌾
Il Seme ti ricorda:
la tua crescita non dipende da chi ti circonda,
ma da quanto sei fedele al tuo nucleo.
Quando la tua verità si allinea,
la vita smette di essere pesante
e diventa un sentiero che si apre da solo.

🔥 Il suo invito per questi tre giorni:
• Riconosci ciò che è vero
• Togli ciò che non lo è
• Scegli una direzione, anche piccola
• Nutri ciò che vuole nascere
• E non voltarti indietro
La verità non è una lotta.
È un fuoco che illumina.
Un seme che fiorisce.
Una libertà che ti restituisce a te stessa.

💛
Tanya Amaduzzi – Spacciatrice di Mondi Risonanti
(Quella che crede nei Semi…
e nelle verità che fanno sbocciare.)

15/11/2025

Sabato 15 Novembre 2025

Anche i rami spogli portano festa

「枯れ木も山の賑わい」
Kareki mo yama no nigiwai
“Anche un albero spoglio contribuisce alla vivacità della montagna.”

Oggi in Giappone le famiglie portano i bambini di 3, 5 e 7 anni al santuario per celebrarli.
E tu, se potessi tornare per un attimo a quando avevi sette anni… quale parola vorresti regalare a quel te così piccolo?

Questo proverbio dice, alla lettera, che anche gli alberi secchi fanno parte della festa della montagna. Nella lingua di tutti i giorni viene usato per dire “meglio che niente”, ma dietro c’è qualcosa di più profondo:
persino ciò che sembra inutile, stanco, fuori posto… fa comunque parte del paesaggio, lo rende vivo.

Nel giorno di Shichi-Go-San (七五三), in Giappone si ringrazia per la crescita dei bambini: li si veste con piccoli kimono, si entra nel silenzio del santuario, si chiede che possano crescere sani, felici, custoditi.

Noi, da adulti, spesso facciamo l’opposto:
tagliamo via le parti di noi che giudichiamo “secche” – le stanchezze, le cicatrici, gli errori – dimenticando che anche loro raccontano la nostra montagna interiore.

Le tue fragilità.

Le giornate in cui ti senti “di troppo”.

Le abitudini che non ami ma che ti hanno tenuto in piedi in momenti difficili.

Tutto questo, oggi, può diventare parte del paesaggio invece che un difetto da cancellare.

E tu? Qual è il “ramo secco” della tua vita che continui a giudicare inutile, ma che in realtà ha contribuito a farti arrivare fin qui?

💡 Tre spunti da portare con te oggi:

1. Fai pace con un pezzo di passato.
Prendi un foglietto e scrivi un momento della tua vita di cui ti vergogni o che vorresti cancellare. Poi aggiungi sotto:
“Anche questo ha reso più viva la mia montagna.”
Piega il foglio e mettilo in un libro che ami: trasformalo in radice, non in peso.

2. Guarda una foto di te bambinə.
Cerca una foto tra i 3 e i 7 anni. Guardala per un minuto in silenzio.
Chiediti: “Cosa direbbe oggi questa bambina / questo bambino vedendo dove sono arrivatə?”
Se ti va, scrivi una sola frase di incoraggiamento a quel te di allora.

3. Onora un bambino di oggi.
Pensa a un bambino che conosci (figlio, nipote, alunno, vicino di casa).
Manda un messaggio a un genitore, o fai un piccolo gesto concreto: una parola buona, un libro regalato, un tempo di ascolto.
Anche così, a distanza, entri per un attimo in questa antica festa dedicata ai più piccoli.

🖋️ Haiku

「枯朶に 烏のとまりけり 秋の暮」
Kareeda ni / karasu no tomarikeri / aki no kure
“Su un ramo secco / s’è posato un corvo — / fine d’autunno.”

Haiku di Matsuo Bashō (松尾芭蕉), uno dei grandi maestri della poesia giapponese.

Qui non c’è niente di “perfetto”: solo un ramo spoglio, un corvo nero e la fine dell’autunno.
Eppure l’immagine è piena, completa, indimenticabile.
Come a dirci: non serve essere in fiore per avere dignità e bellezza.

🎎 BONUS – Shichi-Go-San: quando la montagna sono i bambini

Il 15 novembre in Giappone si celebra Shichi-Go-San (七五三, “7-5-3”), una festa antica in cui:

bambine di 3 e 7 anni e bambini di 5 anni indossano kimono dai colori vivaci;

le famiglie vanno al santuario shintoista a pregare per la salute e il buon cammino dei figli;

si donano le chitose-ame (千歳飴), “caramelle dei mille anni”, lunghe e sottili, augurio di una vita lunga e serena.

Non è una festa “rumorosa”: è un passaggio di soglia, un modo per dire ai bambini:
“Tu sei parte della nostra montagna, e la rendi più viva.”

In Italia oggi è un giorno qualunque di novembre.
Ma puoi usare questo sabato per creare il tuo piccolo Shichi-Go-San interiore:
celebrare chi sei statə, chi stai diventando, e i bambini – reali o simbolici – che ti circondano.

Che questo sabato ti ricordi che non devi essere sempre in fiore per meritare spazio.
Anche i rami spogli, anche le giornate stanche, anche le parti di te che non ami più
stanno contribuendo, in silenzio, alla forma della tua montagna.

Cammina oggi con questa consapevolezza gentile:
ogni passo, ogni cicatrice, ogni memoria è vivacità.

Buon giorno di Shichi-Go-San anche a te, ovunque tu sia. 🍁⛩️

Indirizzo

Genova

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