03/12/2025
❄️ Mercoledì 3 Dicembre 2025
Il passo più lento dell’inverno
「情けは人の為ならず」
Nasake wa hito no tame narazu
“La gentilezza donata non è mai solo per l’altro.”
Ti è mai capitato di accorgerti davvero di qualcuno solo quando hai rallentato il passo?
Il proverbio giapponese nasake wa hito no tame narazu viene spesso frainteso: non significa che “la pietà non fa bene agli altri”, ma che ogni gesto di cura, prima o poi, torna indietro anche a chi lo compie.
È un invito silenzioso a camminare nel mondo sapendo che il modo in cui trattiamo gli altri ridisegna anche il nostro paesaggio interiore.
Oggi, 3 dicembre, il mondo celebra la Giornata internazionale delle persone con disabilità, nata per ricordare che dignità, ascolto e partecipazione non sono un “di più”, ma il cuore di una società che funziona.
In Giappone, questo tema passa anche attraverso i dettagli: quei sentieri gialli in rilievo sui marciapiedi e nelle stazioni, i Tenji blocks, sono stati inventati da un ingegnere giapponese, Seiichi Miyake, nel 1965 per aiutare un amico ipovedente; dal 1967 hanno iniziato a diffondersi in tutto il Paese e oggi guidano milioni di passi, spesso senza che ce ne accorgiamo.
Mentre la stagione in Giappone entra nei giorni in cui “le foglie del tachibana iniziano a ingiallire” (una delle microstagioni che segnano l’inizio di dicembre), la natura ricorda che anche ciò che sembra fragile o “fuori norma” ha un suo colore, un suo ritmo, una sua forza quieta.
Oggi il proverbio sembra dirci: guarda chi ha un passo diverso dal tuo, e prova a camminare al suo fianco. Non per “aiutarlo dall’alto”, ma per scoprire insieme un altro modo di attraversare l’inverno.
💡 Tre spunti da portare con te oggi:
Rallenta consapevolmente
Scegli un tragitto di oggi (dal parcheggio all’ufficio, dalla fermata di bus a casa) e percorrilo più lentamente del solito, ascoltando suoni, odori, brusii. Chiediti: chi non vedo mai perché corro troppo?
Togli una barriera invisibile
Al lavoro, in famiglia, sui social: c’è qualcuno che tende a rimanere ai margini? Invece di “fare la lezione”, offri una cosa concreta: un posto a sedere, qualche minuto in più per spiegare qualcosa, un messaggio sincero:
“Se hai bisogno, io ci sono. Dimmi tu come posso essere utile.”
Pratica la gentilezza che non si vede
Questa sera, prima di dormire, pensa a una persona che vive un limite (fisico, emotivo, economico). Non compatirla: augurale mentalmente qualcosa di preciso (“che tu possa trovare una persona che ti ascolti davvero”). È una forma di allenamento del cuore.
Haiku
「冬枯れや 世は一色に 風の音」
Fuyugare ya / yo wa isshoku ni / kaze no oto
“Con l’inverno inaridito,
il mondo è d’un solo colore,
solo il suono del vento.”
Matsuo Bashō (1644–1694)
In questo haiku, Bashō ascolta ciò che non si vede: quando il paesaggio è “di un solo colore”, ciò che resta è il vento, il suo tocco, la sua voce. È una lezione sottile per oggi: quando l’occhio non basta, entrano in scena altri sensi, altre forme di attenzione.
🎌 Bonus culturale – Giappone, microstagioni e città accessibili
Nel tradizionale calendario giapponese delle 72 microstagioni, i primi giorni di dicembre corrispondono al momento in cui le foglie dell’albero di tachibana iniziano a ingiallire: un cambiamento minuscolo, quasi invisibile, che però merita un nome e un posto nel calendario.
Lo stesso sguardo di cura si ritrova, in epoca moderna, nelle scelte di accessibilità:
i già citati Tenji blocks guidano chi non vede, con rilievi diversi per avvisare del pericolo o indicare la direzione;
molte stazioni, templi e spazi pubblici hanno rampe, ascensori, mappe tattili;
l’idea di universal design si è diffusa proprio partendo da qui, per creare spazi utilizzabili da più persone possibili, indipendentemente dalle loro capacità.
Nel Giappone tradizionale, chi era “diverso” veniva spesso nascosto o allontanato. Nel Giappone di oggi, i percorsi gialli sul suolo e le politiche di accessibilità dicono che le città possono trasformarsi in luoghi che vedono anche chi non vede. Non è ancora perfetto, né in Giappone né da noi, ma è un cammino.
In una giornata dedicata ai diritti delle persone con disabilità, questo dialogo tra antiche microstagioni e moderne piastrelle tattili ci ricorda che la vera civiltà non è l’assenza di limiti, ma il modo in cui impariamo a camminare insieme, ognuno con il proprio passo.
Che il vento di questo inverno non cancelli i passi più lenti, ma li protegga: che oggi tu possa essere, per qualcuno, quel tratto di strada più sicuro. 🌬️❄️