19/11/2025
In Liguria è in corso una delle più profonde trasformazioni del Servizio sanitario regionale degli ultimi decenni.
Il DDL 85/2025 ridisegna la mappa del sistema: le cinque ASL e Liguria Salute vengono fuse in un’unica Azienda Tutela Salute Liguria (ATS Liguria) e, sull’area metropolitana genovese, nasce un unico grande polo ospedaliero, l’IRCCS Azienda Ospedaliera Metropolitana (AOM), che integra San Martino, Galliera (per convenzione), Villa Scassi ed Erzelli. 
Come Confcommercio Salute, Sanità e Cura guardiamo a questa riforma con uno sguardo attento:
vediamo un’opportunità reale di semplificazione, integrazione e innalzamento della qualità, dall’altro avvertiamo con chiarezza la necessità di una centralizzazione che, se accompagnata da un confronto stabile con i territori e con chi eroga i servizi ogni giorno, sarà un successo.
La scelta di unificare governance, programmazione e controllo in ATS Liguria può aiutare a superare frammentazioni storiche, disomogeneità territoriali e duplicazioni organizzative. Allo stesso modo, un unico grande IRCCS metropolitano può rendere più efficiente la rete ospedaliera genovese, rafforzare ricerca e didattica, migliorare i percorsi tra acuzie, post-acuzie e riabilitazione.
Sul piano dei principi, condividiamo l’obiettivo dichiarato di ridurre le liste di attesa, contenere la mobilità passiva e avvicinare i servizi ai cittadini, in coerenza con il DM 70 e il DM 77.
Ma una riforma di questa portata, per essere davvero al servizio delle persone, non si fermerà all’organigramma.
In Liguria la risposta alla fragilità, anziani, non autosufficienza, disabilità, salute mentale, dipendenze, cronicità complesse, passa quotidianamente attraverso una rete articolata di strutture socio-sanitarie accreditate, imprese, cooperative e realtà del Terzo settore che hanno investito in qualità, personale e innovazione.
Se questa rete se viene riconosciuta a tutti i livelli e programmata come parte integrante e strutturale del nuovo SSR, la riforma sarà una grande operazione istituzionale, e se accompagnata sarà incisiva ed utile sulla vita delle persone e delle famiglie.
Per noi di Confcommercio salute “mettere a sistema” significa alcune cose molto concrete:
• che ATS Liguria diventi sì unico interlocutore, ma per un rapporto trasparente, programmato e pluriennale con gli erogatori accreditati;
• che la nuova centrale acquisti (CRAS) non si limiti a cercare il prezzo più basso, ma valorizzi qualità, continuità assistenziale, investimenti, innovazione organizzativa e digitale;
• che il potenziamento dei distretti, dei Punti Unici di Accesso e delle Case della Comunità non si traduca in nuovi “contenitori”, ma in reti reali tra pubblico, accreditato e Comuni, con percorsi chiari di presa in carico.
In questa fase di transizione, sentiamo forte la responsabilità di rappresentare una filiera che non è “aggiuntiva” rispetto al pubblico, ma costitutiva del servizio pubblico di cura. Le strutture socio-sanitarie accreditate sono spesso il volto concreto della prossimità: sono lì dove le persone vivono, in molti casi da anni, e tengono insieme salute, relazioni, lavoro e comunità.
Per questo, come Confcommercio Salute, Sanità e Cura, ci proponiamo come alleato esigente della riforma:
• alleato, perché riteniamo giusto superare frammentazioni, migliorare la governance, fare scelte di sistema coraggiose e guardare al futuro con una visione integrata di salute;
• esigente, perché chiediamo che nei prossimi atti – PSSR, atti aziendali, regolamenti attuativi, schemi di contratto – si dia un posto chiaro, stabile e programmato alla rete socio-sanitaria accreditata, con volumi, tariffe e impegni coerenti con i bisogni reali della popolazione.
La Liguria è una regione anziana, fragile, complessa. Nessuna riforma, per quanto ben scritta, potrà funzionare davvero se saprà coinvolgere e valorizzando tutte le energie del sistema, e pubbliche e private, profit e non profit, nel rispetto dei ruoli e con regole certe per tutti e se le risposte degli interlocutori primari sapranno fare loro questa riforma.
È con questo spirito che guardiamo al DDL 85/2025:
non con nostalgia del passato, ma con la convinzione che il futuro del servizio sanitario ligure si costruisce solo insieme, mettendo al centro le persone, la qualità della cura e la responsabilità condivisa di chi, ogni giorno, fa impresa nel sociale e nella sanità per garantire diritti, dignità e prossimità.