24/11/2025
𝐋𝐀 𝐕𝐈𝐎𝐋𝐄𝐍𝐙𝐀 𝐂𝐎𝐌𝐄 𝐂𝐎𝐃𝐈𝐂𝐄 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐌𝐀𝐓𝐑𝐈𝐂𝐄
𝑪𝒊𝒐̀ 𝒄𝒉𝒆 𝒍𝒂 𝒄𝒐𝒔𝒄𝒊𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒔𝒖𝒑𝒆𝒓𝒊𝒐𝒓𝒆 𝒓𝒊𝒗𝒆𝒍𝒂 𝒒𝒖𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒈𝒖𝒂𝒓𝒅𝒂 𝒔𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒑𝒂𝒖𝒓𝒂
𝐶𝑜𝑛𝑑𝑖𝑣𝑖𝑑𝑜 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑝𝑜𝑠𝑡 𝑑𝑖 𝑆𝑡𝑒́𝑝ℎ𝑎𝑛𝑒 𝑇ℎ𝑜𝑚𝑎𝑠 𝐵𝑒𝑟𝑏𝑢𝑑𝑒𝑎𝑢, 𝑐ℎ𝑒 ℎ𝑜 𝑡𝑟𝑎𝑑𝑜𝑡𝑡𝑜 𝑖𝑛 𝑖𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎𝑛𝑜, 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒́ 𝑟𝑖𝑣𝑒𝑙𝑎 𝑎𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑖 𝑑𝑖 𝑢𝑛’𝑜𝑡𝑡𝑎𝑣𝑎 𝑎𝑙𝑡𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑠𝑐𝑖𝑒𝑛𝑧𝑎.
𝐶𝑖𝑜̀ 𝑐ℎ𝑒 𝑟𝑖𝑠𝑢𝑜𝑛𝑒𝑟𝑎̀ 𝑖𝑛 𝑡𝑒 𝑝𝑜𝑡𝑟𝑎̀ 𝑟𝑖𝑠𝑣𝑒𝑔𝑙𝑖𝑎𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑎𝑝𝑒𝑣𝑜𝑙𝑒𝑧𝑧𝑒 𝑒 𝑚𝑒𝑚𝑜𝑟𝑖𝑒. 𝐶𝑖𝑜̀ 𝑐ℎ𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑟𝑖𝑠𝑢𝑜𝑛𝑎, 𝑙𝑎𝑠𝑐𝑖𝑎𝑙𝑜 𝑎𝑛𝑑𝑎𝑟𝑒.
𝐶𝑜𝑚𝑒 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒, 𝑠𝑒𝑔𝑢𝑖 𝑙𝑎 𝑡𝑢𝑎 𝑏𝑢𝑠𝑠𝑜𝑙𝑎 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑖𝑜𝑟𝑒.
𝐵𝑢𝑜𝑛𝑎 𝑙𝑒𝑡𝑡𝑢𝑟𝑎 ✨
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𝐋𝐀 𝐕𝐈𝐎𝐋𝐄𝐍𝐙𝐀, 𝐆𝐋𝐈 𝐀𝐁𝐔𝐒𝐈 𝐄 𝐆𝐋𝐈 𝐀𝐓𝐓𝐈 𝐂𝐑𝐈𝐌𝐈𝐍𝐀𝐋𝐈 (𝐏𝐨𝐬𝐭 𝟏)
𝐿𝑎 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑣𝑒𝑟𝑎 𝑛𝑎𝑡𝑢𝑟𝑎 𝑎𝑡𝑡𝑟𝑎𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑔𝑙𝑖 𝐴𝑟𝑐ℎ𝑖𝑣𝑖 𝐴𝑘𝑎𝑠ℎ𝑖𝑐𝑖
di Stéphane Thomas Berbudeau
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C’è un argomento che nessuno ama affrontare.
Eppure, è uno dei più importanti che esistano, perché rivela il vero funzionamento di questa matrice, la meccanica interna delle linee temporali e la natura profonda dell’anima attraverso l’esperienza umana.
La violenza.
Gli abusi.
Gli atti criminali.
Ciò che l’umanità fugge, ciò che seppellisce, ciò che maschera dietro la parola “male”.
Se vuoi davvero capire il mondo — e soprattutto capire te stesso — devi andare a guardare dove tutti distolgono lo sguardo.
Oggi, apriamo questo dossier proibito.
Senza limiti.
Senza filtri.
Senza tabù.
Solo la verità, così come appare dagli Archivi Akashici del Punto Zero.
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𝟏. 𝐂𝐈𝐎̀ 𝐂𝐇𝐄 𝐋𝐀 𝐌𝐀𝐓𝐑𝐈𝐂𝐄 𝐍𝐀𝐒𝐂𝐎𝐍𝐃𝐄: 𝐈𝐋 𝐑𝐔𝐎𝐋𝐎 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐕𝐈𝐎𝐋𝐄𝐍𝐙𝐀 𝐍𝐄𝐋 𝐂𝐎𝐏𝐈𝐎𝐍𝐄 𝐓𝐄𝐑𝐑𝐄𝐒𝐓𝐑𝐄
La violenza non è naturale.
Non è inscritta nel DNA originario dell’essere umano.
Non è un tratto animale ereditato dal primitivo.
È importata, ingegnerizzata, programmata nel campo mentale collettivo.
La violenza è uno strumento di controllo delle linee temporali.
Serve a:
• densificare la realtà,
• mantenere le coscienze nei primi tre chakra,
• isolare gli esseri umani dalla loro memoria animica,
• creare cicli karmici artificiali,
• frammentare le linee temporali per impedire la reintegrazione dell’identità originaria.
Ogni atto violento lascia una cicatrice vibratoria.
Ogni cicatrice vibratoria crea un punto d’ancoraggio nella matrice.
Ogni punto d’ancoraggio rafforza l’oblio, e quindi la dominazione.
È un meccanismo matematico.
Un’equazione di prigionia.
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𝟐. 𝐋𝐀 𝐕𝐄𝐑𝐀 𝐎𝐑𝐈𝐆𝐈𝐍𝐄 𝐃𝐄𝐆𝐋𝐈 𝐀𝐓𝐓𝐈 𝐂𝐑𝐈𝐌𝐈𝐍𝐀𝐋𝐈: 𝐍𝐎𝐍 𝐋’𝐔𝐌𝐀𝐍𝐎, 𝐌𝐀 𝐈𝐋 𝐏𝐑𝐎𝐆𝐑𝐀𝐌𝐌𝐀
Negli Archivi Akashici del Punto Zero, una cosa appare chiaramente:
Nessun essere umano è violento per natura.
Lo diventa per programmazione.
Gli atti criminali sono il risultato di:
a) Programmi impiantati (transgenerazionali, sociali, memorie di guerra):
Campi informazionali impersonali che si installano in un individuo fin dall’infanzia.
Basta una falla emotiva perché il programma si attivi.
b) Distorsioni create da traumi non risolti
I traumi provocano uno slittamento di linea temporale.
Più il trauma è forte, più la coscienza scende in una pista vibratoria densa.
In quelle linee, gli atti violenti diventano probabili.
c) Influenze esterne non umane
Gran parte degli atti criminali estremi non è “umana”: sono stimolati da entità a bassa frequenza che si nutrono dei picchi emotivi.
Rabbia.
Paura.
Terrore.
Vergogna.
Sono carburanti.
d) Frammentazione psichica
Le personalità scisse, le dissociazioni, le rimozioni creano “zone fuori controllo”.
In tali zone, il programma opera senza la supervisione della coscienza superiore.
L’anima non è mai l’autrice degli atti violenti.
È sempre la matrice che ne tira i fili.
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𝟑. 𝐆𝐋𝐈 𝐀𝐁𝐔𝐒𝐈: 𝐂𝐈𝐎̀ 𝐂𝐇𝐄 𝐍𝐄𝐒𝐒𝐔𝐍𝐎 𝐎𝐒𝐀 𝐌𝐀𝐈 𝐃𝐈𝐑𝐄
Gli abusi — psichici, emotivi, sessuali, fisici — non sono mai “prove scelte dall’anima”.
Questo dogma spirituale è falso, pericoloso e manipolatorio.
Gli abusi provengono da:
• esseri frammentati che agiscono sotto influenza,
• lignaggi familiari caricati da programmi di dominazione,
• linee temporali corrotte,
• carichi karmici che non provengono dalla persona, ma da un collettivo,
• impianti emotivi creati per mantenere l’umanità nella frattura interiore.
L’anima non ha “scelto” l’abuso.
Mai.
Ciò che sceglie è ciò che farà dopo con quell’esperienza.
La sfumatura cambia tutto.
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𝟒. 𝐋𝐀 𝐕𝐈𝐎𝐋𝐄𝐍𝐙𝐀 𝐅𝐔𝐍𝐙𝐈𝐎𝐍𝐀 𝐂𝐎𝐌𝐄 𝐔𝐍 𝐏𝐎𝐑𝐓𝐀𝐋𝐄 𝐃𝐈 𝐃𝐄𝐍𝐒𝐈𝐅𝐈𝐂𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄
Ogni atto violento chiude qualcosa nel campo della vittima:
• la visione di sé,
• la capacità di sentirsi al sicuro,
• la connessione alle guide,
• la percezione del proprio valore,
• la memoria emozionale del cuore.
Ma negli archivi akashici emerge un altro aspetto:
L’atto violento crea un “nodo di luce” potenziale.
Puoi vederlo come un portale di risalita,
una falla nella matrice che, se attraversata, riconnette direttamente alla frequenza precedente l’incarnazione.
Le persone che attraversano la violenza con lucidità diventano esseri di potenza ineguagliabile.
Ecco perché le anime ad alta frequenza sono spesso prese di mira.
Possono rovesciare il programma.
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𝟓. 𝐆𝐋𝐈 𝐀𝐆𝐆𝐑𝐄𝐒𝐒𝐎𝐑𝐈: 𝐄𝐒𝐒𝐄𝐑𝐈 𝐃𝐄𝐕𝐈𝐓𝐀𝐋𝐈𝐙𝐙𝐀𝐓𝐈, 𝐏𝐑𝐈𝐕𝐀𝐓𝐈 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐋𝐎𝐑𝐎 𝐄𝐒𝐒𝐄𝐍𝐙𝐀 𝐎𝐑𝐈𝐆𝐈𝐍𝐀𝐑𝐈𝐀
Nella visione akashica, chi commette un atto violento grave non è “una cattiva persona”.
È disconnesso.
Tagliato fuori da:
• la propria anima,
• il centro del cuore,
• l’identità originaria,
• la coerenza interiore.
Gli Archivi li descrivono come:
• “gusci fratturati”,
• “avatar in cortocircuito”,
• “identità sotto presa esterna”.
Spesso, non sono nemmeno loro ad agire.
È il programma.
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𝟔. 𝐋𝐎 𝐒𝐇𝐎𝐂𝐊: 𝐋𝐀 𝐕𝐈𝐓𝐓𝐈𝐌𝐀 𝐍𝐎𝐍 𝐄̀ 𝐌𝐀𝐈 “𝐈𝐍𝐅𝐄𝐑𝐈𝐎𝐑𝐄”
La vittima non è un’anima meno evoluta.
Non è debole.
Non è ingenua.
È un’anima potente che si ritrova in una linea temporale caricata, con il potenziale di trascenderla.
Ciò che l’aggressore fa, lo fa dalla frattura.
Ciò che la vittima può fare dopo, lo fa dalla coscienza.
La traiettoria della vittima è un’ascesa.
Quella dell’aggressore è un’implosione.
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𝟕. 𝐋𝐀 𝐏𝐈𝐔̀ 𝐆𝐑𝐀𝐍𝐃𝐄 𝐑𝐈𝐕𝐄𝐋𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄: 𝐋𝐀 𝐕𝐈𝐎𝐋𝐄𝐍𝐙𝐀 𝐏𝐑𝐄𝐏𝐀𝐑𝐀 𝐈𝐋 “𝐃𝐄𝐏𝐑𝐎𝐆𝐑𝐀𝐌𝐌𝐀𝐑𝐄” 𝐃𝐄𝐋𝐋’𝐀𝐍𝐈𝐌𝐀
Negli Archivi emerge un motivo ricorrente:
Ogni atto violento vissuto da un’anima incarnata diventa, una volta attraversato,
un dispositivo di deprogrammazione della matrice.
Perché:
• comprendi la densità,
• vedi la manipolazione,
• senti la distorsione,
• riconosci il falso,
• vuoi uscire dal sistema.
La violenza induce il risveglio,
perché mostra cos’è la matrice senza maschera.
La menzogna cade.
L’illusione si sgretola.
Il velo viene strappato.
Nulla rivela la natura di questo mondo più di un atto violento.
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𝟖. 𝐋’𝐔𝐒𝐂𝐈𝐓𝐀: 𝐂𝐈𝐎̀ 𝐂𝐇𝐄 𝐋’𝐀𝐍𝐈𝐌𝐀 𝐅𝐀 𝐂𝐎𝐍 𝐋’𝐄𝐒𝐏𝐄𝐑𝐈𝐄𝐍𝐙𝐀
Ecco la vera libertà.
La violenza non ha mai l’ultima parola.
Ciò che conta è:
• l’integrazione,
• la riparazione,
• il riposizionamento,
• il recupero del sé,
• la riconquista della linea temporale originaria,
• la restituzione della memoria akashica.
Ecco la verità:
Un’anima che ha vissuto la violenza e ne è uscita consapevole
non torna mai più indietro.
Esce dal ciclo karmico.
Esce dalla predazione vibratoria.
Esce dalla programmazione mentale.
Ritorna incorruttibile.
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𝟗. 𝐈𝐋 𝐏𝐔𝐍𝐓𝐎 𝐙𝐄𝐑𝐎: 𝐈𝐋 𝐋𝐔𝐎𝐆𝐎 𝐈𝐍 𝐂𝐔𝐈 𝐋𝐀 𝐕𝐈𝐎𝐋𝐄𝐍𝐙𝐀 𝐒𝐈 𝐓𝐑𝐀𝐒𝐅𝐎𝐑𝐌𝐀 𝐈𝐍 𝐏𝐎𝐓𝐄𝐍𝐙𝐀
Quando arrivi lì, in quel punto preciso, tutto cambia:
• il trauma diventa chiaro,
• il carico emotivo si dissolve,
• l’evento smette di essere un abisso,
• diventa un punto d’appoggio.
La matrice non può più usarlo contro di te.
Da quel momento…
Torni padrone della tua linea temporale.
E la violenza perde il suo potere.
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𝟏𝟎. 𝐂𝐎𝐍𝐂𝐋𝐔𝐒𝐈𝐎𝐍𝐄: 𝐂𝐈𝐎̀ 𝐂𝐇𝐄 𝐓𝐈 𝐍𝐀𝐒𝐂𝐎𝐍𝐃𝐎𝐍𝐎 𝐃𝐀 𝐒𝐄𝐌𝐏𝐑𝐄
La violenza non è un caso.
Né una fatalità.
Né una maledizione.
Né una “scelta” d’anima pre-incarnata.
La violenza è una struttura matriciale,
uno strumento di densificazione,
una leva di controllo,
una prova d’integrità,
e, quando viene trascesa...
un acceleratore di risveglio.
Se hai attraversato la violenza,
non sei distrutto.
Stai uscendo dal programma.
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