Dott. Alberto Zampedri - Tutto il meglio del naturale

Dott. Alberto Zampedri - Tutto il meglio del naturale integrazione fitoterapica e nutraceutica

13/11/2025
CONVEGNO DI ONCOLOGIAINTEGRATA saremo presenti comeFarmacia Di Paitone e con la ZampedriNaturalis
13/11/2025

CONVEGNO DI ONCOLOGIA
INTEGRATA saremo presenti come
Farmacia Di Paitone e con la Zampedri
Naturalis

LA NAC (N-ACETIL CISTEINA) E' IL PRECURSORE DEL GLUTATIONE, POTENTE ANTIOSSIDANTE. ESSA, COME ALTRI ANTIOSSIDANTI, INIBI...
30/10/2025

LA NAC (N-ACETIL CISTEINA) E' IL PRECURSORE DEL GLUTATIONE, POTENTE ANTIOSSIDANTE. ESSA, COME ALTRI ANTIOSSIDANTI, INIBISCE L'ATTIVITA' DELLA TELOMERASI DELLE CELLULE TUMORALI, INDUCENDO APOPTOSI.
NAC E' PRESENTE NEL'

La NAC, cioè N-acetilcisteina, è un precursore fondamentale del glutatione, uno dei più potenti antiossidanti prodotti dal nostro organismo. La sua funzione principale è quella di ripristinare le scorte di glutatione e di aiutare l’organismo a neutralizzare le specie reattive dell’ossigeno, proteggendo così le cellule dallo stress ossidativo e dalle infiammazioni croniche. Per questo la NAC viene utilizzata sia come supporto detossificante (per esempio nel fegato) sia come modulatore dell’infiammazione. È presente infatti in formulazioni come l’ , dove lavora in sinergia con altri attivi naturali per ridurre l’infiammazione sistemica e sostenere la capacità del corpo di mantenere un ambiente redox bilanciato.

Nel contesto oncologico integrato, la NAC può contribuire a proteggere i tessuti sani, a modulare la risposta infiammatoria e a sostenere le difese antiossidanti naturali dell’organismo. Naturalmente va sempre inserita in un piano personalizzato, valutando con attenzione il momento giusto per l’assunzione in base alle terapie convenzionali in corso.

I telomeri sono strutture nucleoproteiche , situate alle estremità dei cromosomi e soggette ad accorciamento ad ogni ciclo di divisione cellulare, il che costringe le cellule primarie umane a smettere di dividersi quando viene raggiunta una lunghezza minima critica dei telomeri [1] , [2] . Sono sintetizzati dalla telomerasi costituita da una subunità catalitica della trascrittasi inversa (TERT) e una subunità stampo di RNA (TERC) [3] , [4]. L'attività della telomerasi è strettamente correlata all'invecchiamento e alla tumorigesi.
È generalmente inibito nelle cellule normali ma altamente attivato nelle cellule tumorali.
L'espressione differenziale dell'enzima telomerasi nelle cellule normali e cancerose ha portato all'evoluzione di approcci anti-telomerasi specifici del tumore che inibiscono l' attività dell'enzima telomerasi in modo da destabilizzare e accorciare i telomeri, portando alla senescenza nelle cellule tumorali.
In numerosi studi sul meccanismo di regolazione della telomerasi, la relazione tra stress ossidativo e telomerasi ha attirato con successo l'attenzione mondiale. Poiché le specie reattive dell'ossigeno (ROS) sono particolarmente dannose per le sequenze ricche di G dei telomeri [5] , gli scavenger di ROS, chiamati anche antiossidanti, sono stati usati per molti anni per proteggere i telomeri e rallentare il processo di invecchiamento delle cellule [2] , [ 6] , [7] . Tuttavia, nelle cellule tumorali, gli antiossidanti mostrano l'effetto opposto. Molti farmaci che sono stati segnalati per possedere proprietà antiossidanti potrebbero inibire l'attività della telomerasi tumorale, promuovendo l' accorciamento dei telomeri e provocando l'apoptosi delle cellule tumorali

https://www.farmaciainfinita.com/catalogo/I-NATURALI-INFLAM-KAPPA-PLUS/p/2113.html

GLUTATIONE DETOX E INFLAM KAPPA PLUS: DUE ALLEATI PER IL BENESSERE CELLULARE E TISSUTALEViviamo in un mondo in cui il no...
25/10/2025

GLUTATIONE DETOX E INFLAM KAPPA PLUS: DUE ALLEATI PER IL BENESSERE CELLULARE E TISSUTALE
Viviamo in un mondo in cui il nostro organismo è continuamente sollecitato: inquinanti ambientali, alimentazione poco equilibrata, farmaci, stress cronico. In questo contesto, favorire i sistemi di difesa e rigenerazione del corpo non è semplicemente un’opzione, ma un vero investimento in salute.
Glutatione Detox è pensato per supportare in profondità la detossificazione, l’energia cellulare e la resilienza mitocondriale. Include N‑acetilcisteina (il precursore chiave del glutatione), acido alfa‑lipoico (antiossidante universale e coenzima mitocondriale), glutatione ridotto (per un’azione immediata) e tarassaco (a supporto epatico e biliare). Questa combinazione lo rende ideale quando l’organismo affronta carichi tossici elevati, periodi di recupero intensificati, o semplicemente desidera rigenerarsi e riacquistare vitalità.
Inflam Kappa Plus si rivolge invece al terreno dell’infiammazione e del tessuto connettivo, modulando il microambiente tissutale. La bromelina (enzima estratto dall’ananas) favorisce la modulazione delle proteasi e il drenaggio dei liquidi in eccesso. La Boswellia serrata (ricca di acidi boswellici) ha dimostrato effetti antinfiammatori e di supporto del tessuto. Il Reishi (Ganoderma lucidum) apporta un’azione immunomodulante e protettiva tissutale. Anche la N‑acetilcisteina è presente qui, non solo come precursore del glutatione, ma come supporto redox mirato alla coesione del tessuto e all’equilibrio sistemico.
Usati entrambi, Glutatione Detox e Inflam Kappa Plus possono cooperare per rafforzare due fronti fondamentali: l’energia e la pulizia interna da un lato, e la modulazione del tessuto e dell’infiammazione sistemica dall’altro. Per chi desidera un percorso integrato verso il benessere, questi strumenti rappresentano opportunità concrete.
Entrambe le formule sono in capsule vegetali, prive di glutine e lattosio, adatte a stili veg‑friendly. Glutatione Detox si può usare da 1 a 2 capsule al giorno (preferibilmente lontano dai pasti). Inflam Kappa Plus può essere assunto 1 capsula al giorno per supporto ordinario, oppure da 2 a 6 al giorno nei momenti di maggiore infiammazione percepita.
I prodotti sono disponibili presso la Farmacia di Paitone, linea Zampedri Naturalis, con servizio dedicato via WhatsApp: +39 391 163 4884 / +39 375 659 3543.
Scegliere questi alleati significa offrire al proprio organismo non solo una risposta, ma una strategia: rigenerarsi meglio, sostenere il terreno biologico, creare le condizioni per una vitalità più autentica e duratura.

INFIAMMAZIONE LATENTE E REDOX: UN DIALOGO DA RIEQUILIBRARESTRESS OSSIDATIVO, MITOCONDRI E SOSTEGNO CELLULARE: UNA RIFLES...
25/10/2025

INFIAMMAZIONE LATENTE E REDOX: UN DIALOGO DA RIEQUILIBRARE
STRESS OSSIDATIVO, MITOCONDRI E SOSTEGNO CELLULARE: UNA RIFLESSIONE APERTA SU NAC, REISHI E BROMELINA
Lo scrivo con la consueta umiltà, senza alcuna pretesa di verità, ma con la voglia di condividere alcuni pensieri che nascono ogni giorno dal contatto con le persone che seguo. Perché accanto ai grandi sintomi, spesso ci sono piccoli segnali trascurati: una stanchezza che non passa, un intestino che cambia umore, un'insonnia leggera ma costante, dolori diffusi che non trovano nome.
Tutti segni, forse, di un'infiammazione silenziosa , subclinica , che non esplode ma che lavora sotto traccia. È qui che entrano in gioco i meccanismi redox , quell'equilibrio delicatissimo tra ossidazione e difese antiossidanti intracellulari. Quando questo bilancio si rompe –anche senza malattie evidenti il corpo comincia a mostrare segni di sofferenza sistemica.
Il mio interesse per questi meccanismi è nato da un'esigenza clinica: trovare strumenti che aiutano i pazienti non solo a “spegnere” l'infiammazione, ma a modulare il terreno biologico in modo più profondo, duraturo, rispettoso dei processi di guarigione.
Uno di questi strumenti è la N-acetilcisteina (NAC) , precursore fondamentale del glutatione, il nostro scudo endogeno. Agisce come modulatore redox, supporta la disintossicazione cellulare, riduce il danno da radicali liberi, protegge i mitocondri. Non è un antinfiammatorio classico, ma un alleato del terreno.
Accanto alla NAC, ho osservato con interesse l'effetto della bromelina , enzima naturale con proprietà antinfiammatorie, ma soprattutto modulatore enzimatico . In alcuni casi, aiuta a ridurre l'edema, migliora la permeabilità tissutale, e sembra facilitare la biodisponibilità di altre sostanze, agendo come ponte biologico più che come soppressore.
Infine il Reishi , fungo medicinale che non smette di sorprendermi. La sua azione non è solo immunomodulante: regola il tono redox cellulare, riduce la rigidità del microambiente, protegge le cellule sane senza stimolare quelle alterate. In chi è affaticato da stress cronico, infiammazione o squilibri immunitari, può fare davvero la differenza.
Tutte queste attività sono presenti in Inflam Kappa Plus , un'associazione che ho pensato proprio con questo intento: non combattere qualcosa, ma sostenere il sistema . Agire sul rumore di fondo dell'infiammazione, migliorare la respirazione cellulare, aiutare il corpo a ricordare il proprio equilibrio.
Non parliamo di “miracoli” naturali, ma di fisiologia ben guidata , di percorsi da personalizzare. Ogni persona ha un'infiammazione diversa, un redox diverso, un modo tutto suo di perdere e ritrovare l'omeostasi.
Spero che questo spunto possa servire come base di confronto, e come invito a guardare l'infiammazione non solo come un nemico da bloccare, ma come una voce da riascoltare , e magari riportare in armonia.
Un caro saluto,
Dott. Alberto Zampedri
Farmacista – Farmacia Paitone
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VITAMINA D: L’ORMONE SILENZIOSO CHE REGOLA LA VITA CELLULARENegli ultimi anni mi è capitato spesso di parlare dell’impor...
25/10/2025

VITAMINA D: L’ORMONE SILENZIOSO CHE REGOLA LA VITA CELLULARE

Negli ultimi anni mi è capitato spesso di parlare dell’importanza della vitamina D, ma proprio per la centralità che questa sostanza riveste in moltissime funzioni biologiche ho deciso di riscrivere questo argomento cercando di approfondirne vari aspetti, biochimici, endocrini e immunologici, che troppo spesso vengono semplificati o trattati in modo superficiale.
Parlare di vitamina D significa entrare nel cuore della fisiologia umana, là dove metabolismo, ormoni e immunità si incontrano per mantenere l’equilibrio dell’intero organismo. È una molecola che, più che una “vitamina”, rappresenta un vero e proprio segnale biologico, capace di regolare la vita cellulare in modo profondo e diffuso.

LA NATURA BIOCHIMICA DELLA VITAMINA D

La vitamina D non è semplicemente una vitamina introdotta con l’alimentazione, ma un vero ormone steroideo endogeno, prodotto dall’organismo in risposta alla luce solare. Da un punto di vista biochimico, la definizione di “vitamina” è quindi riduttiva, poiché la sua sintesi parte dal colesterolo e segue un percorso metabolico complesso, tipico delle molecole ormonali.

Tutto inizia nella pelle, dove sotto l’azione dei raggi UVB il 7-deidrocolesterolo si trasforma in colecalciferolo (vitamina D3). Da qui, attraverso due idrossilazioni consecutive nel fegato e nei reni, si ottengono prima la 25-idrossivitamina D [25(OH)D] e infine la 1,25-diidrossivitamina D [1,25(OH)₂D], conosciuta come calcitriolo, la forma attiva e biologicamente potente.

LA BIOCHIMICA DELL’ATTIVAZIONE

Il calcitriolo agisce legandosi a un recettore nucleare specifico, il Vitamin D Receptor (VDR), presente praticamente in tutti i tessuti umani: non solo in ossa e reni, ma anche in cellule immunitarie, muscolari, neuronali ed endoteliali. Una volta formato il complesso VDR-calcitriolo, questo entra nel nucleo cellulare e modula l’espressione di oltre novecento geni, regolando il metabolismo del calcio, la differenziazione cellulare, la risposta immunitaria e persino l’attività mitocondriale.

La letteratura scientifica mostra che la vitamina D modula vie di segnalazione cruciali come NF-κB, MAPK e PI3K/Akt, fungendo da regolatore epigenetico dell’equilibrio tra infiammazione e tolleranza. Inoltre, la sua attivazione stimola la produzione endogena di glutatione e di enzimi antiossidanti, contribuendo a ridurre lo stress ossidativo cronico, spesso alla base di molte patologie degenerative.

RUOLO ENDOCRINO E METABOLICO

Dal punto di vista endocrino, la vitamina D svolge un ruolo chiave nel metabolismo del calcio e del fosforo. Stimola l’assorbimento intestinale del calcio attraverso la sintesi di proteine specifiche come la calbindina, e contemporaneamente favorisce la riassunzione renale dei fosfati, mantenendo un bilancio minerale corretto e indispensabile per la salute ossea.

Quando i livelli di vitamina D si riducono, l’organismo cerca di compensare attivando il paratormone (PTH), che mobilizza il calcio dalle ossa per mantenerne costante la concentrazione nel sangue. È un meccanismo di emergenza che, se prolungato, conduce a osteopenia, osteoporosi e debolezza muscolare, ma anche a disturbi neuromuscolari dovuti a un’alterata conduzione elettrica delle fibre nervose.

LA VITAMINA D COME MODULATORE IMMUNITARIO

Uno degli aspetti più affascinanti riguarda la funzione immunologica della vitamina D. È ormai documentato che le cellule del sistema immunitario – linfociti T, linfociti B, macrofagi e cellule dendritiche – esprimono recettori VDR e possono attivare localmente la vitamina D. Ciò significa che essa agisce come un vero modulatore immunitario autocrino e paracrino, capace di orientare la risposta immune in senso regolatorio piuttosto che infiammatorio.

Diversi studi mostrano che il calcitriolo favorisce la tolleranza immunitaria aumentando la produzione di cellule T regolatorie (Treg), mentre riduce l’eccessiva attivazione dei linfociti Th1 e Th17, limitando il rilascio di citochine infiammatorie come IL-6, IL-17, IFN-γ e TNF-α. Allo stesso tempo, potenzia la produzione di peptidi antimicrobici come la catelicidina (LL-37), fondamentali per la difesa innata contro batteri, virus e miceti.

È in base a questi meccanismi che la vitamina D si collega a una minore incidenza di malattie autoimmuni come sclerosi multipla, tiroidite di Hashimoto, artrite reumatoide e lupus, oltre che a una riduzione delle infezioni respiratorie ricorrenti e a una migliore sorveglianza immunitaria nei confronti di cellule tumorali.

INTERAZIONI ORMONALI E REDOX

La vitamina D dialoga costantemente con altri ormoni fondamentali: insulina, cortisolo, ormoni tiroidei e sessuali. Agendo attraverso il VDR, influenza la sensibilità insulinica e la funzione delle cellule β pancreatiche, contribuendo a una miglior regolazione glicemica e alla prevenzione del diabete mellito di tipo 2.

Allo stesso tempo, regola l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, riducendo gli eccessi di cortisolo e modulando la risposta allo stress cronico.
Sul piano redox, la vitamina D riduce la produzione di ROS mitocondriali e sostiene la funzione antiossidante dell’organismo, in sinergia con molecole come glutatione, coenzima Q10 e vitamina K2, che completano la sua azione protettiva sul metabolismo energetico e sulle membrane cellulari.

LA CARENZA: UNA PANDEMIA SILENZIOSA

Oggi la carenza di vitamina D rappresenta un problema diffuso a livello globale. L’inquinamento, l’uso costante di filtri solari, lo stile di vita sedentario e il ridotto tempo trascorso all’aperto hanno ridotto drasticamente l’esposizione ai raggi UVB, principale fonte endogena di questa molecola.

Un deficit protratto non influisce solo sull’osso, ma su tutto l’organismo: metabolismo, sistema cardiovascolare, immunità e perfino tono dell’umore. È documentato che valori inferiori a 20 ng/ml si associano a un aumento del rischio di ipertensione, diabete, depressione, autoimmunità e tumori. Al contrario, un livello compreso tra 40 e 70 ng/ml rappresenta un intervallo ottimale per una protezione fisiologica e immunitaria equilibrata, evitando però gli eccessi che potrebbero alterare la calcemia e la funzione renale.

SINERGIE E NUTRACEUTICA INTELLIGENTE

La vitamina D non agisce mai da sola. La sua efficacia dipende da una corretta interazione con magnesio, vitamina K2, zinco, boro e omega-3. Il magnesio è il cofattore enzimatico indispensabile per la sua attivazione, mentre la vitamina K2 ne orienta gli effetti, impedendo al calcio di depositarsi nei vasi sanguigni e favorendone invece la fissazione a livello osseo.

Questa sinergia spiega perché una supplementazione isolata possa risultare inefficace o addirittura dannosa. La fisiologia umana è sempre il risultato di equilibri complessi, e la vitamina D è un perfetto esempio di come le reti biochimiche agiscano in cooperazione, non in competizione.

VITAMINA D E ONCOLOGIA MOLECOLARE

Dati consolidati indicano che la vitamina D esercita effetti antiproliferativi e pro-differenzianti su molte linee cellulari tumorali. Agisce modulando geni chiave come p53, BCL-2 e VEGF, coinvolti rispettivamente in apoptosi, sopravvivenza cellulare e angiogenesi. Numerosi studi clinici e meta-analisi hanno evidenziato una correlazione inversa tra i livelli di 25(OH)D e l’incidenza di neoplasie del colon, della mammella, della prostata e dell’endometrio.

Questo non significa che la vitamina D “curi” il cancro, ma che contribuisce alla sorveglianza immunitaria antitumorale, migliorando la capacità delle cellule NK e dei linfociti T citotossici di riconoscere e distruggere cellule anomale. È un campo di grande interesse per la medicina integrata e per la biologia molecolare oncologica contemporanea.

La vitamina D non è una semplice integrazione stagionale, ma una chiave biologica di equilibrio sistemico. È una molecola che si trova al crocevia tra metabolismo, immunità, endocrinologia e neurologia, e che orchestra risposte adattative indispensabili per la salute a lungo termine.

Valutare periodicamente i livelli plasmatici e personalizzare l’integrazione significa praticare medicina preventiva reale, basata su evidenze biochimiche e su una visione integrata dell’organismo umano. La conoscenza di questa molecola, dei suoi cofattori e delle sue relazioni sistemiche, è oggi uno dei pilastri di una medicina moderna, razionale e profondamente umana.

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LA FARMACIA CON LABORATORIO GALENICO È UNA RISORSA UNICALa Galenica di Laboratorio è uno dei pilastri più antichi e allo...
11/10/2025

LA FARMACIA CON LABORATORIO GALENICO È UNA RISORSA UNICA

La Galenica di Laboratorio è uno dei pilastri più antichi e allo stesso tempo più attuali della professione del farmacista. Si tratta dell’arte e della scienza di preparare, allestire e controllare i medicinali in farmacia, secondo regole precise, norme di buona preparazione e soprattutto in piena sicurezza per il paziente. È una pratica che prende il nome da Galeno, medico greco del II secolo d.C., che per primo teorizzò l’importanza di adattare la cura al malato e non il malato alla cura. Questo principio resta attualissimo: la Galenica consente di personalizzare i farmaci, di renderli disponibili anche quando non esistono soluzioni industriali pronte, di modulare dosaggi e forme farmaceutiche in funzione di esigenze specifiche.
Nel laboratorio di una farmacia si distinguono due ambiti fondamentali: la Galenica magistrale e la Galenica officinale. La preparazione magistrale nasce da una ricetta medica, è un farmaco preparato estemporaneamente per un singolo paziente, su prescrizione medica nominale. È dunque un medicinale non ripetibile in serie, destinato a una persona specifica, che risponde a un’esigenza non soddisfatta dall’industria farmaceutica o che richiede un dosaggio particolare, una forma farmaceutica non disponibile in commercio, l’assenza di eccipienti indesiderati o di allergeni, oppure l’aggiunta di sostanze compatibili tra loro. Pensa ad esempio ai bambini, agli anziani disfagici, ai pazienti oncologici, agli intolleranti al lattosio, al glutine o ad altri eccipienti comuni: tutti casi in cui la Galenica magistrale diventa una risorsa insostituibile.
Dal punto di vista normativo, la preparazione magistrale si basa su una prescrizione del medico e deve seguire fedelmente le Norme di Buona Preparazione, che in Italia sono state definite dal Ministero della Salute sulla base delle linee guida europee. Il farmacista deve disporre di un laboratorio attrezzato, controllare la qualità delle materie prime attraverso certificati di analisi, rispettare le procedure di allestimento e conservazione, garantire la tracciabilità di ogni fase, e rilasciare al paziente un prodotto che rispetti la qualità, la purezza e la stabilità nel tempo.
Diversa è la Galenica officinale, che non richiede una prescrizione medica personalizzata. Si tratta di medicinali preparati dal farmacista secondo formule contenute nella Farmacopea Europea o in una Farmacopea Nazionale di uno Stato membro dell’Unione Europea. Queste preparazioni officinali possono essere tenute a stock in farmacia, pronte per la dispensazione immediata, purché si rispettino determinate condizioni. Anche qui il laboratorio deve garantire la qualità dei processi, l’etichettatura completa e corretta, le indicazioni d’uso e le informazioni per il paziente.
Un classico esempio di preparazione officinale sono le pomate dermatologiche, le soluzioni per gargarismi o collutori, gli sciroppi fitoterapici a base di estratti contenuti in Farmacopea, i supposte e le capsule vegetali con estratti standardizzati. La differenza fondamentale rispetto alla Galenica magistrale è che l’officinale può essere preparato in anticipo e dispensato a chiunque ne faccia richiesta, purché sia conforme alla Farmacopea e non sia stato ritirato dal mercato per motivi di sicurezza.
La Galenica di Laboratorio, sia magistrale sia officinale, riveste un ruolo strategico anche in situazioni di emergenza sanitaria o di indisponibilità di farmaci industriali. Pensa a quando durante la pandemia si sono resi introvabili alcuni disinfettanti, oppure a quando un farmaco essenziale è stato ritirato temporaneamente dal commercio: il farmacista galenista può intervenire in tempi rapidi per allestire una formulazione equivalente, nel rispetto delle norme.
Ma la Galenica non è solo tecnica. È anche un modo di interpretare la professione, di renderla viva e vicina al paziente. È un sapere antico che si rinnova grazie alla tecnologia: bilance analitiche di precisione, cappe a flusso laminare, mescolatori planetari, incapsulatori automatici e strumenti di controllo qualità permettono oggi di garantire standard elevati e ripetibilità, tutelando la salute del paziente.
In un laboratorio galenico ben organizzato il farmacista è anche un educatore: spiega al medico le possibilità offerte da una forma farmaceutica personalizzata, chiarisce al paziente come conservare correttamente la preparazione, quali sono i tempi di validità, come assumerla per garantire la massima efficacia. È un lavoro di squadra, di ascolto e di responsabilità, perché la Galenica è un atto sanitario a tutti gli effetti: non si tratta solo di “mescolare polveri” ma di dare una risposta concreta e sicura a un bisogno individuale.
Va detto che la Galenica di Laboratorio comporta anche oneri importanti. Il farmacista deve tenersi costantemente aggiornato, investire in locali adeguati e strumenti idonei, formare collaboratori competenti, rispettare regole rigorose di igiene, sicurezza e rintracciabilità. Inoltre, i controlli sono frequenti e necessari: le ASL verificano la regolarità delle preparazioni, la corretta tenuta dei registri, la validità delle materie prime.
In conclusione, possiamo dire che la Galenica rappresenta uno degli esempi più puri di come la farmacia possa essere, ancora oggi, un presidio sanitario di prossimità, capace di unire scienza, tecnica e arte manuale per rispondere a esigenze reali, spesso non standardizzabili. In un mondo dominato da farmaci industriali prodotti su larga scala, la Galenica di Laboratorio ci ricorda che la cura è, prima di tutto, un atto su misura per la persona. È l’essenza stessa di quella “farmacia su misura” che sa ancora dialogare con il medico, comprendere il paziente e valorizzare le competenze del farmacista come professionista sanitario.












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GLUTINE, INFIAMMAZIONE E CANCROPerché ridurne l’assunzione può essere una scelta sensata in prevenzione e nel supporto i...
05/10/2025

GLUTINE, INFIAMMAZIONE E CANCRO

Perché ridurne l’assunzione può essere una scelta sensata in prevenzione e nel supporto integrato

Ridurre il glutine non è una crociata, ma una scelta di igiene biologica quando l’organismo è già impegnato su fronti come disbiosi, infiammazione di basso grado, stress ossidativo o malattia oncologica. Il motivo risiede in alcuni snodi immunologici ben descritti.

A livello di barriera intestinale, i peptidi del glutine (in particolare la frazione gliadinica) inducono il rilascio di zonulina, aprendo le tight junctions e aumentando la permeabilità: questo facilita il passaggio di antigeni e DAMP microbici, innescando cascata citochinica e “allarme” immunitario. La relazione fra gliadina-zonulina-leaky gut è documentata sia in vitro sia nell’uomo, e la rimozione del glutine normalizza la permeabilità in soggetti suscettibili. 

L’attivazione epiteliale e delle cellule presentanti l’antigene porta alla produzione di mediatori pro-infiammatori, fra cui spicca l’interleuchina-8 (IL-8/CXCL8). Oltre a richiamare neutrofili, IL-8 è una vera molecola pro-angiogenica e pro-invasiva: promuove germinazione capillare e dialogo tumore-stroma, correlando con progressione e aggressività in diversi istotipi. Anche proteine del frumento moderne possono aumentare IL-8 e destabilizzare le tight junctions in modelli epiteliali umani. In presenza di malattia oncologica, una dieta che amplifichi IL-8 non è desiderabile per l’ovvio legame con neoangiogenesi e migrazione cellulare. 

Il microbiota è il secondo snodo. Quando l’ecosistema si altera, aumentano batteri mucolitici come Ruminococcus gnavus e R. torques, capaci di degradare il muco e avvicinare gli antigeni alla mucosa, sostenendo l’infiammazione locale. L’abbondanza di questi taxa è ripetutamente associata a stati infiammatori intestinali e a “flare” di attività di malattia, con una strategia di utilizzo dei glicani mucinici ben caratterizzata. In un paziente oncologico, questo significa più transito di segnali pro-infiammatori dalla barriera al sistema sistemico. 

Un terzo tassello spesso trascurato è l’alfa-2-macroglobulina (A*M), proteina di fase acuta prodotta dal fegato. In infiammazione cronica i livelli di A*M aumentano; A*M intrappola proteasi tramite un “cage” molecolare e lega varie citochine (IL-2, IL-6, TNF-α, bFGF, TGF-β, PDGF), modulandone distribuzione e biodisponibilità. Questo “sequestro” riduce la comunicazione tra cellule immunitarie e può attenuare l’efficacia citotossica linfocitaria/NK che dipende da proteasi effettrici (granzimi), contribuendo a quell’apparente paradosso di infiammazione cronica con immunosorveglianza inefficiente tipica del microambiente tumorale. 

E l’IL-2? È la citochina cardine per l’espansione dei T citotossici e delle NK. In celiaci esposti al glutine l’IL-2 può aumentare rapidamente nel sangue come biomarcatore di attivazione dei T specifici, molto prima dei sintomi: utile per la diagnosi perché segnala un “picco acuto” di allarme. Nel medio-lungo periodo, però, l’eccesso di A*M e la disbiosi che spostano l’assetto citochinico possono ridurre la disponibilità funzionale di IL-2 al “target”, favorendo una risposta meno efficace. Questo chiarisce perché una dieta “gluten-light/gluten-free selettiva”, in un contesto infiammatorio-oncologico, abbia razionalità: si abbassa lo stimolo su zonulina e IL-8, si riduce la pressione mucolitica dei Ruminococcus, si limita l’induzione di fase acuta e il “trapping” citochinico da A*M, restituendo segnale più pulito all’immunità effettoria. 

In pratica, ridurre il glutine non è “terapia antitumorale” né sostituisce cure convenzionali, ma è una leva epigenetico-nutrizionale coerente con gli obiettivi di: riparare la barriera, calmare le citochine pro-angiogeniche, migliorare il tono dell’immunità cellulo-mediata e spegnere un eccesso di fase acuta che sequestra mediatori chiave. Nei pazienti con disbiosi/permeabilità aumentata o in trattamenti oncologici intensivi, questa fine regolazione può cambiare il “rumore di fondo” del microambiente.

Riferimenti principali (selezione, peer-review, PubMed/PMCID)

Zonulina, gliadina e permeabilità intestinale
Fasano A. Gastroenterology 2012; “Intestinal Permeability and its Regulation by Zonulin” (PMCID). 
Lammers KM et al. PLoS One 2008; gliadina → rilascio di zonulina e leaky gut (PMCID). 
Fasano A. Nutrients 2020; review aggiornata su zonulina e malattie croniche (PMCID). 

Gliadina/proteine del frumento → IL-8, danno giunzionale
Truzzi F et al. Nutrients 2020; proteine del frumento moderne aumentano IL-8 e alterano tight junctions (PMCID). 
Serena G et al. Front Immunol 2019; gliadina induce TNFα, IL-8, IL-1β ecc. (PMCID). 

IL-8/CXCL8, angiogenesi e progressione tumorale
Matsushima K. Cytokine 2022; IL-8 come target in neoplasie (PubMed). 
Asokan S et al. Cancers 2021; CXCL8 nel TME: angiogenesi, immune-escape, chemioresistenza (PubMed). 
Shi J et al. World J Gastroenterol 2015; IL-8 pro-angiogeno in carcinoma gastrico (PMCID). 
Fousek K et al. Cancers 2020; IL-8 al crocevia infiammazione-cancro (PMCID). 

Ruminococcus gnavus/torques, mucolitici e infiammazione
Png CW et al. Gut 2010; aumento >4-fold di R. gnavus e ~100-fold di R. torques in IBD (PubMed). 
Crost EH et al. Gut Microbes 2016; strategia di degradazione delle mucine da R. gnavus (PMCID). 
Hall AB et al. Genome Med 2017; clade di R. gnavus arricchito in IBD e “blooms” associati a flare (PubMed). 
Schaus SR et al. ISME J 2024; enzimi glicano-mucinici di R. torques (PubMed). 

Alfa-2-macroglobulina (A*M), legame citochine e intrappolamento proteasi
Vandooren J et al. Front Immunol 2021; A*M in infiammazione/immunità; legame con IL-2 e altre citochine (PMCID). 
LaMarre J et al. J Immunol 1991; A*M regola distribuzione/attività di molte citochine (PubMed). 
Chen X et al. Radiat Oncol 2014; A*M lega TNF-α, IL-1β, IL-2, IL-6 ecc. (PMCID). 
Harwood SL et al. J Biol Chem 2021; A*M come piattaforma di inibizione selettiva delle proteasi (full-text). 

IL-2 e risposta al glutine (biomarcatore acuto; implicazioni funzionali)
Tye-Din JA et al. Gut 2019; dopo ingerire glutine in celiaci, aumento precoce di IL-2, IL-8, IL-10 (PMCID; vedi anche Sci Adv 2019). 
Leonard MM et al. Gastroenterology 2020; IL-2 è il marker più sensibile di risposta acuta al glutine (PMCID). 
Moscatelli OG et al. Gastroenterology 2025; IL-2 come test ematico T-cell-based per diagnosi (ScienceDirect). 

Note di equilibrio clinico
Non esistono RCT che dimostrino che una dieta senza glutine riduca incidenza o recidive oncologiche nei non celiaci; le evidenze qui sintetizzate sono meccanicistiche e traslazionali, utili a sostenere una scelta “gluten-light” in profili infiammatori/disbiotici o durante percorsi oncologici integrati. L’applicazione clinica va personalizzata sul singolo paziente.

Indirizzo

Via ITALIA 55/A
Manerba Del Garda
25080

Orario di apertura

Lunedì 08:30 - 19:30
Martedì 08:30 - 19:30
Mercoledì 08:30 - 19:30
Giovedì 08:30 - 19:30
Venerdì 08:30 - 19:30
Sabato 08:30 - 19:30
Domenica 09:00 - 12:30
15:00 - 19:30

Telefono

+39030691796

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