Mila Bezzon - Counselor e Naturopata

Mila Bezzon - Counselor e Naturopata Counselor e Naturopata
Incontri individuali e di gruppo
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Mila

Siamo sedute una fronte all'altra. Romina sorride e comincia."Non mi lamento, eh… non mi piace lamentarmi. Però… ultimam...
03/11/2025

Siamo sedute una fronte all'altra. Romina sorride e comincia.

"Non mi lamento, eh… non mi piace lamentarmi. Però… ultimamente mi sento stanca. Non tanto nel corpo, ma come se non avessi più una spinta dentro. Eppure continuo: vado al lavoro, mi occupo della casa, di mia madre, dei ragazzi… so che devo farlo, non c’è alternativa."

Io : Ti sento dire “devo” molte volte… come se tutto dipendesse da te. E se per un momento non dovessi fare nulla, cosa accadrebbe?

Romina sorride ancora, ma abbassa lo sguardo. "Oddio… non lo so. Mi sentirei in colpa. O inutile. È che… non riesco a fermarmi. Anche quando mi dico “oggi mi riposo”, poi trovo sempre qualcosa da fare. È più forte di me.

Mila:
È più forte di te...

Romina:
Sì. Mi dice che devo tenere duro, che non posso mollare. Che se mi fermo, tutto crolla.
E poi… chi altro lo farebbe, se non io?

Mila:
Ti sei mai chiesta da quanto tempo resisti così? Da quando hai iniziato a “tenere tutto su”?

Romina:
(una pausa lunga)
Da sempre, credo. Anche da bambina.
Se c’era un problema, io lo risolvevo. Se qualcuno stava male, io c’ero.
Non mi è mai piaciuto mostrare debolezza. Eppure… ultimamente mi capita di piangere senza motivo.
Mi spaventa, perché non è da me... mi sento debole.

Mila:
Forse non è debolezza, Romina. Forse è la parte di te che chiede spazio dopo tanto tempo.
Il corpo, a volte, è come una quercia: può reggere per anni, ma poi ha bisogno di respirare, di farsi attraversare dal vento.
Hai mai pensato che potresti restare forte… anche lasciandoti piegare un po’?

Romina:
(non risponde subito, ma gli occhi si fanno lucidi)
Non lo so se ne sono capace… anche se credo mi farebbe bene.

Mila:
Non serve farlo tutto in una volta.
Puoi cominciare con piccoli gesti... cosa ti fa stare bene nel quotidiano? nelle piccole azioni? Perchè se prendi seriamente anche il tuo "fermarti" o tenti di organizzarlo, si ricade su quel - devo farlo - che non aiuta.

Abbiamo proseguito con il nostro primo dialogo, e deposto un primo seme. Un'idea di trasformare quel “devo resistere” a “posso permettermi di vivere".

Non a caso ho portato l'esempio a Romina della quercia: OAK (quercia) è il fiore di Bach per chi come lei ha un senso del dovere costante, non riesce a fermarsi, ha difficoltà a chiedere aiuto e si sente responsabile di tutto.

Se ti senti riconosci, Oak è il fiore che fa per te. In erboristeria o in farmacia, puoi richiedere da boccetta. Sono sufficienti 4 gocce per 4 volte al dì. Oak aiuta a ritrovare la forza gentile, quella che sa dosarsi; dona coraggio con una certa elasticità per accettare l'importanza di riposare.

Con Romina ora stiamo esplorando le cose, le attività creative e rilassanti che amava fare e che ha trascurato per "dovere". E' tempo di accedere a piccoli riposi ed è necessaria una sferzata di energia creativa :-)

M

In molti casi, dietro l’ipertensione si trova un conflitto tra il bisogno di espandersi (vivere, sentire, dire, muoversi...
09/10/2025

In molti casi, dietro l’ipertensione si trova un conflitto tra il bisogno di espandersi (vivere, sentire, dire, muoversi) e la paura di perdere il controllo...

l'ipertensione è un disturbo circolatorio, caratterizzato da un aumento della forza esercitata dal sangue contro le pareti delle arterie. Come molti altri sintomi, può essere determinata da diversi fattori...

Riconoscere il momento in cui cambiare direzioneSilvia mi dice che si sente confusa; sta mettendo in discussione una sua...
08/10/2025

Riconoscere il momento in cui cambiare direzione

Silvia mi dice che si sente confusa; sta mettendo in discussione una sua decisione professionale. E’ stata convinta per alcuni anni della sua scelta, ma ora sente che qualcosa in lei è cambiato, e ciò che era “perfetto” prima, non lo è più.

Può capitare di non sentirsi più completamente sicuri di una scelta che abbiamo fatto… come Silvia. A volte sembra che quella decisione non risuoni con chi siamo veramente in questo momento. La mente può dire “Sì, va bene”, ma dentro, un piccolo ma insistente segnale ci suggerisce il contrario: “Non è questa la strada” o “Non più, non ora”.

Quel momento… è prezioso. È il momento in cui importante fermarsi.

Se sta capitando anche a te, riguardo qualche ambito della tua vita, …siediti! Prendi un bel respiro. Non correre, non forzare, non giudicare. Aspetta, osserva e lascia che la chiarezza emerga. Si esatto, non è ragionando che arriva la verità, spesso arriva semplicemente ascoltando… noi stessi.

Ricordiamoci, che cambiare idea non è un fallimento: è un atto di onestà verso se stessi. È concedersi il permesso di evolvere, di correggere la rotta e di seguire ciò che davvero risuona con la nostra natura.

La saggezza sta anche nel saper dire: “Posso cambiare direzione”.

“Non c’è coraggio più grande che fermarsi e ascoltare la propria verità, perché in quel silenzio nasce la possibilità di cambiare rotta.” – M

Non so voi, ma io adoro questo avviarsi all'autunno :-)Chiudo le finestre... e ... inizio a godere di essenze ed incensi...
02/10/2025

Non so voi, ma io adoro questo avviarsi all'autunno :-)

Chiudo le finestre... e ... inizio a godere di essenze ed incensi. Lo sapevi che l'olfatto è l'unico dei 5 sensi che attraversa il cervello rettile, la nostra parte più antica ? Ricordi, immagini, sensazioni abitano e si attivano proprio lì. Di conseguenza ciò che avviene in questa zona risulta toccare parti profonde di noi. Fragranze e resine riscaldate, hanno un effetto terapeutico per corpo e mente.

Cosa puoi fare per te?
Ti consiglio naturalmente un aroma gradevole, per te.
Per prima cosa sceglilo con cura. Sceglilo semplice e naturale, prodotto cioè da madre natura.
Privilegia l'acquisto presso la tua erboristeria o un professionista di fiducia per garantirti la qualità.

AROMI PER CASA E UFFICIO

SCEGLI TRA...

- legnetti di palo santo da bruciare
- oli essenziali puri e di qualità (da diluire in acqua nel diffusore)
- resine pure in grani (si sciolgono sul carboncino ardente - la modalità e l'intensità ricorda gli incensi utilizzati nelle chiese cristiane - vi sono aromi più o meno intensi o fioriti)
- bastoncini di incenso (ce ne sono di svariate fragranze)
- fiori di lavanda e aghi di rosmarino essiccati, sono antisettici e deodoranti per la casa (utilizza sempre il carboncino)
- carta di Eritrea, è una cartina profumata ottenuta da resine balsami naturali (da lasciar bruciare lentamente)

In conclusione, scegli bene il tuo aroma perché come dice il Pensiero Zen : "profumi e incensi allietano il cuore"!

Prova :-)
M

Vanessa ha 28 anni, è sposata, è una libera professionista. Oggi la vedo entrare in studio con gli occhi lucidi. Il volt...
29/09/2025

Vanessa ha 28 anni, è sposata, è una libera professionista. Oggi la vedo entrare in studio con gli occhi lucidi. Il volto arrossato. Sembra trattenere qualcosa.

Mi dice che c'è qualcosa che non va. Non le è chiaro cosa. Ma una cosa comincia ad essere certa: Non riesce a stare a casa da sola. Così appena sente arrivare il disagio, organizza qualcosa; qualsiasi cosa. "Mila, vado subito a casa dei miei genitori, oppure mi invento delle commissioni, l'importante è distrarmi."

Tuttavia le sue distrazioni non sono utili, anzi, si sente ancora più a disagio; sente il peso di dover inventare qualche progetto o chiedere a qualcuno un pò di compagnia.

La parola distrazione, etimologicamente significa divisione, allontanamento. Vanessa cerca di allontanarsi da qualcosa che teme. Questa è un timore che si presenta spesso (e inevitabile) nei momenti di cambiamento che la vita ci chiede. Come se qualcosa in noi, volesse avvisarci che è tempo di "cambiare pelle". Jung chiamava questo passaggio - processo di individuazione - rappresenta la costante trasformazione ed integrazione dell'essere umano, con lo scopo di conoscere sempre meglio se stesso e la propria natura; più semplicemente, per diventare chi si è davvero.

"Mila, mi fa paura", dice Vanessa.

Tutto ciò che non conosciamo può far paura cara Vanessa, dunque il tuo timore è legittimo. E si parte proprio da qui. Ciò che senti è vero e legittimo. Dunque prendiamolo seriamente.

Fase due : Evitare l'approccio superficiale del " è solo nella mia mente, devo pensare ad altro, devo darmi energia". Combattere il disagio con l'iper-azione, rappresenta - come dico io - spazzare sotto il tappeto la questione. Dunque la si sposta, non la si risolve. Per il semplice motivo che ogni disagio arriva per farsi ascoltare, non per farsi evitare.

Oggi abbiamo utilizzato una tecnica di Gestalt counselig molto efficace, Vanessa per la prima volta ha incontrato la sua solitudine. Era meno spaventosa di come se la immaginava. Anche il suo corpo a percepito un sollievo.

Più riusciamo ad avere dimestichezza con le nostre parti sconosciute, più il senso di benessere si apre al nostro corpo e alla nostra mente. Un passo alla volta Vanessa. L'incontro è l'inizio spesso di una buona e sana amicizia. Ora vediamo assieme dove ci porta.

M

A me è successo, molto probabilmente anche a te. Parlo di quella volta che ho detto: Se avessi... se fossi stata....E da...
17/09/2025

A me è successo, molto probabilmente anche a te. Parlo di quella volta che ho detto: Se avessi... se fossi stata....

E da lì, l'inizio di un dialogo interiore di rimpianti e diciamolo... di fantasie poco utili.

Comunicazione tra me e me, tra me e gli altri.

Ti faccio un esempio. Quando utilizziamo espressioni negative o restiamo intrappolati nei “se” del passato, stiamo raccontando — a noi stessi prima di tutto — di un rapporto poco armonico con ciò che siamo. Dietro quei “se” spesso si nasconde un rimorso o un rimpianto non risolto.

Si dice spesso che la comunicazione sia alla base delle relazioni. Non è solo un mezzo per farsi capire, ma un vero ponte che ci permette di costruire legami e condividere emozioni.
Le parole che scegliamo non sono mai casuali: rivelano il nostro modo di pensare e lo stato emotivo in cui ci troviamo.

Frasi come:

“Se avessi un lavoro diverso…”

“Se fossi rimasto con lui/lei…”

sono segnali di insoddisfazione e di frustrazione. Non solo appesantiscono la quotidianità, ma finiscono per indebolire corpo e mente. Ci mantengono fermi a un passato, impedendoci di concentrare energie e attenzione sul presente: l’unico luogo in cui possiamo davvero agire.

Un primo passo è osservare la nostra insoddisfazione. Guardarla bene in faccia, senza giudizio, accoglierla, e poi iniziare a suggerirci soluzioni concrete. Evitare quei “se” apre a una comunicazione più leggera, costruttiva e autentica — con se stessi e con gli altri.

Ecco alcune piccole, ma preziose abitudini che possono aiutare:

Ascoltati davvero. Impariamo a percepire le nostre emozioni e a osservare i pensieri come se li guardassimo dall’esterno. Dare un nome ai sentimenti è il primo passo per esprimerli con chiarezza. Ora aspetta, non continuare a leggere; fermati davvero e percepisci ciò che senti.

Resta nel presente. Concentrarsi sul qui e ora significa dedicarsi ad azioni concrete, evitando di disperdere energie in fantasie. Scegli un’attività che ti interessa... puoi farla ora.

Comunica a modo tuo. Ognuno ha il proprio stile comunicativo. Essere se stessi non esclude la possibilità di evolvere.

Prova :-)

M

“Penso tutto il giorno al cibo, cosa mangiare, cosa andare a comprare, cosa mi manca, di cosa ho voglia.. penso al mio p...
01/09/2025

“Penso tutto il giorno al cibo, cosa mangiare, cosa andare a comprare, cosa mi manca, di cosa ho voglia.. penso al mio pranzo, alla mia cena e agli spuntini… cosa portarmi al lavoro… si insomma Mila mi ritrovo a pensare continuamente al cibo! Non sono mai stato così e comincio a sentirmi a disagio… cosa mi succede?” – Tommaso 34 anni, geometra.

Torna il grande dialogo intorno alla relazione con il cibo, argomento profondo e delicato caro Tommaso. Come spesso tendo a ripetere, il problema con il cibo non è mai un problema con il cibo. Questa la visione simbolica e psicosomatica dei miei studi.

Questo comportamento non è un semplice fatto alimentare, ma un fenomeno psichico carico di significato simbolico; può rappresentare il bisogno di

Nutrimento emotivo → forse manca un senso di calore, affetto o sicurezza.

Nutrimento spirituale → mancanza di significato, ispirazione o connessione interiore.

Nutrimento creativo → la parte creativa non riceve attenzione, quindi cerca “energia” in altro.

Quindi il desiderio di cibo diventa un simbolo del bisogno di integrare qualcosa di essenziale per noi.

Il pensiero fisso può essere un segnale che cerca di essere compensato; per esempio, se nella vita c’è troppo controllo, si tende a cercare piacere immediato e concreto – cibo; oppure quando ci si sente con una mancanza di senso, di direzione. Come diceva Marie Von Franz, l’inconscio usa il corpo come teatro di conflitti e dunque il cibo diventa ancora una volta un linguaggio da interpretare. Il cibo è collegato al principio materno. Quando il pensiero ruota continuamente intorno a mangiare, l’inconscio potrebbe segnalare potrebbe esserci un desiderio di essere nutriti non solo fisicamente, ma emotivamente.
Se anche tu come Tommaso pensi e cerchi spesso del cibo, potresti chiederti:

“Cosa sto cercando di nutrire veramente?”

“Dove nella mia vita manca il senso di appagamento?”

“In che modo posso darmi nutrimento simbolico (creatività, relazione, significato)?”

LETTURA PSICOSOMATICA

Il corpo dice: “Ho fame”, ma la psiche chiede:

Relazione → contatto, dialogo, riconoscimento.

Significato → attività che diano valore.

Spazio interiore → momenti di creatività o introspezione.

Di cosa hai veramente fame?

Non è fame di pane, spesso è fame di vita.

M

Roberta , si sente in zona di galleggiamento.Così si esprime al nostro primo incontro. Dice di sentirsi un pò a disagio ...
29/08/2025

Roberta , si sente in zona di galleggiamento.

Così si esprime al nostro primo incontro. Dice di sentirsi un pò a disagio e che ci sta pensando. Si chiede perchè non ha uno scopo preciso nella sua vita. Ha iniziato più attività, spinta dall’idea che doveva avere qualcosa su cui “insistere” mi spiega. Ma niente, la mattina quando si sveglia, si rende conto che vive, ma senza scopo. “Mila, come posso trovare il mio scopo nella vita?”

Possiamo leggere e trovare oggi molte idee rispetto questa “ricerca”, tuttavia se andiamo oltre la superficie, Carl Gustav Jung ci invita ad osservare che lo scopo nella vita non si trova come un oggetto esterno, ma si genera dall’interno attraverso un processo “silenzioso” dentro di noi.

Non è qualcosa che “scegliamo”, ma che ci accade: emerge da una parte profonda di noi. Non vuole – come spesso si crede – sicurezza e successo, ma spinge verso completezza e senso; senso per noi.

Inoltre, non coincide con il piacere immediato né con il dovere morale: è qualcosa che, pur richiedendo sforzo, fa sentire quella voce interna a noi che dice “questo ha valore per me”. Non è un progetto di carriera, ma la realizzazione di un armonia interiore tra le parti di noi che conosciamo e quelle meno conosciute, tra le nostre parti in luce e quelle in ombra.

Dunque, non sembra utile partire dal “cosa voglio fare”, cara Roberta, ma dall’osservare cosa ci chiama: interessi spontanei, passioni che tornano nonostante tutto. Non tutti devono fondare “un impero” ; può essere che il tuo scopo sia accudire un animale, curare un giardino, comunque il fulcro è che ciò che fai sia qualcosa di autentico. Non sempre è comodo, anzi, può sembrare poco logico o persino “sbagliato” per il mondo esterno. Che confusione di pensieri! certo. I pensieri si possono confondere, ma le tue sensazioni no.

Come fare quindi a trovare il tuo scopo? Segui i fili sottili, i piccoli segni che ti emozionano. Segui ciò che ti da energia (e non intendo solo piacere), ciò che da valore agli altri. Non serve cercare la grande missione, spesso il senso è nascosto nelle piccole cose quotidiane. E abituati ad ascoltare, ad osservare. Meno testa, più sensazioni.

“Segui il filo d’oro delle piccole cose che ti fanno vibrare,

e alla fine scoprirai che erano il tessuto del tuo destino”.

Se anche tu hai i dubbi di Roberta, prova a porti queste domande:

- Cosa mi ha fatto sentire vivo negli ultimi mesi?

- In quali attività il tempo sembra sparire?

- Quale immagine o parola ritorna più volte nella mia mente?

Non aspettare la chiarezza totale: il primo passo apre la strada.

Poi, chiediti:

- Questa cosa mi fa sentire più intero o mi frantuma?

- Mi fa sentire in contatto con qualcosa di più grande di me?

Se sì, sei nel flusso giusto.

M

Andrea – 55 anni – “Mila, è da circa 3 anni che non mi ammalo… neanche un raffreddore o un colpo di tosse…  ho raggiunto...
20/08/2025

Andrea – 55 anni – “Mila, è da circa 3 anni che non mi ammalo… neanche un raffreddore o un colpo di tosse… ho raggiunto forse un equilibrio tra corpo e mente?”

Sì, questa è una possibilità concreta. Quando il sistema corpo-mente è in buon equilibrio, il sistema immunitario tende a funzionare meglio e diventa più efficace nel prevenire o contenere le infezioni. Ecco Andrea alcuni fattori che possono aver contribuito:

✅ Gestione dello stress: Lo stress cronico indebolisce il sistema immunitario; una mente più stabile è capace di auto regolarsi
✅ Alimentazione equilibrata: Anche senza rigidità, una buona qualità alimentare sostiene il microbiota e quindi l’immunità.
✅ Sonno e riposo: Un buon recupero è fondamentale.
✅ Relazioni e senso di scopo: Sentirsi in connessione, avere attività che ci nutrono interiormente è salutare.
✅ Movimento e natura: Se negli ultimi anni hai mantenuto una certa attività fisica o contatto con l’ambiente naturale, anche questo incide moltissimo.

Poi, naturalmente, c’è anche una componente genetica e ambientale, ma tre anni senza nemmeno un raffreddore è un indicatore forte che il tuo organismo non è stato in stato di vulnerabilità.

Dal punto di vista psicosomatico e simbolico, il fatto di non ammalarsi per così tanto tempo può rappresentare diversi livelli di significato:

1. Capacità di integrazione del conflitto interno
La malattia, simbolicamente, è spesso un “linguaggio del corpo” che segnala un conflitto psichico o un bisogno non ascoltato. Il fatto che non compaiano sintomi potrebbe indicare che:
riesci a dare spazio alle emozioni senza reprimerle troppo; hai un buon dialogo tra le parti di te (quella che vuole fare, quella che vuole riposare, ecc.).

2. Autonomia e forza dell’Io
Un corpo che non si ammala a lungo esprime un Io che non ha bisogno di fermarsi per forza. La malattia, in chiave simbolica, a volte è una pausa obbligatoria per riorganizzarsi. Il fatto Andrea, che tu non abbia avuto questa necessità indica che hai trovato altre modalità per rigenerarti (pause consapevoli, attività creative, momenti di introspezione).

3. Una soglia di resilienza alta
Il sintomo, oltre che messaggio, è anche una valvola di sfogo quando la tensione interna è eccessiva. Se questa tensione non esplode in malattia, significa che la tua capacità di elaborare e trasformare emozioni è molto alta. Questo è un segnale di adattamento evolutivo buono.

4. Il lato ombra (da considerare)
Non ammalarsi mai non è sempre e solo positivo: a volte può coincidere con un controllo molto forte o con il fatto di non concedersi mai una vulnerabilità. Se il corpo non “costringe” a fermarsi, è perché la mente non lascia spiragli? Nel tuo caso, però, dalle cose che mi racconti, mi sembra che tu ti permetta introspezione e cura, quindi non sembra un segno di rigidità.

Simbolicamente, potresti essere in una fase della vita in cui il tuo sistema ha trovato un ritmo, un’armonia sufficiente a evitare la necessità di crisi somatiche.

M

Tutti noi ci troviamo immersi tra mille proposte di diete alimentari, mille teorie caloriche che variano a seconda della...
18/08/2025

Tutti noi ci troviamo immersi tra mille proposte di diete alimentari, mille teorie caloriche che variano a seconda della moda e dell’influenza storica… dunque inevitabilmente ci si sente confusi. E’ fondamentale allora ricordare che noi e il nostro corpo, siamo molto di più di un mero calcolo tra carboidrati e proteine.

Rossella mi dice: “Ho mangiato molto in questi giorni, più del mio solito. Secondo te Mila, c’entra questo con la tensione interiore che sto vivendo, oppure è una scusa?”

Da quello che mi racconti Rossella, non sembra affatto una “scusa”: spesso i cambiamenti emotivi e interiori si riflettono sul corpo, e in particolare sull’alimentazione. Il desiderio di zuccheri potrebbe avere diversi significati legati al passaggio interiore che si sta vivendo. Per esempio:

Consolazione e sicurezza
Lo zucchero dà piacere immediato e un senso di conforto. Durante un periodo in cui stai “dialogando con parti interiori”, il corpo può cercare una ricompensa o una stabilizzazione emotiva.
Energia per affrontare tensioni inconsce
Attraversare periodi complessi può essere faticoso a livello psichico. Il corpo può richiedere più energia rapida, e il dolce è un modo immediato per ottenerla.
Riconoscimento di desideri e bisogni
Jung parlava di “funzioni compensatorie”: se la coscienza è impegnata a mediare con alcune difficoltà, il corpo può compensare con piaceri immediati per ristabilire equilibrio.
Simbolismo di dolcezza
Inoltre il dolce può rappresentare una ricerca di dolcezza interna e sicurezza, ma sul piano corporeo.
Rossella, non è una scusa la tua, dunque nulla di errato: il corpo sta reagendo a una tensione interna. Non è solo gratificazione superficiale, ma un segnale che stai attraversando un cambiamento.

E’ importante spostarci da un ideale alimentare – spesso inteso come rigoroso e perfetto – noi siamo come la natura, in mutazione costante, dunque perchè non permetterci di assecondare le nostre onde emotive? Tuttavia, la differenza sta nell’osservare se mangiamo zuccheri inconsapevolmente e senza piacere, in quanto può diventare un eccesso. Oppure, se lo si fa consapevolmente e con dolcezza, riconoscendo che serve energia e piacere, allora diventa parte del processo di integrazione.

Iniziamo da qui 🙂

M

Alcuni di noi avrebbero voluto esserlo. Altri avrebbero voluto esserlo meno. Sincerità: ma come si fa?
28/07/2025

Alcuni di noi avrebbero voluto esserlo. Altri avrebbero voluto esserlo meno. Sincerità: ma come si fa?

Sincerità. Molti la confondono con la verità assoluta, con il dire tutto, sempre, comunque.Ma la sincerità… ha un altro sapore.

Mila mi sembra di essere stata in vacanza una settimanaDovevi lasciarmi liSento una pace indescrivibileMi sento leggera ...
21/07/2025

Mila mi sembra di essere stata in vacanza una settimana
Dovevi lasciarmi li
Sento una pace indescrivibile
Mi sento leggera e più libera
Una sorpresa per me sentimi così rilassato
Queste sono alcune delle sensazioni riportate dalle persone che hanno provato la tecnica di DEEP MIND – mente profonda.



“Non è la volontà la prima facoltà dell’uomo, ma l’immaginazione” C.G.JUNG

Cos’è il Deep Mind



Si tratta di un breve percorso benefico ad immagini, evocate e spontanee (vi racconto una particolare storia, con una particolare tecnica), che induce ad una modificazione positiva della coscienza.

È un viaggio nel profondo. Una sorta di “massaggio per la mente”, così lo definiva il mio professore psicoterapeuta Dott. Maltempi, mentre ci insegnava come acquisire al meglio il modo per accompagnare i nostri clienti nelle opportunità della loro mente profonda.

Questa tecnica creata dai docenti di Riza Psicosomatica, può incoraggiare i meccanismi di auto guarigione che ciascuno di noi possiede e dare accesso a risorse di cui non siamo consapevoli.



Chi può essere utile:

A chi soffre di stati di ansia
A chi cerca altre soluzioni oltre quelle che possiede, rispetto ad un disagio
A chi si sente appesantito dalle vicissitudini della vita
A chi cerca un modo per imparare a trovare dentro di sé un luogo di pace
A chi è curioso di andare oltre la soglia di ciò che conosce di sé


E tu conosci questa tecnica di benessere?

“Abbassa la soglia della coscienza… lì troverai le soluzioni” BAUER

M

Indirizzo

Via Dott. P. Ragazzoni, 36
Marostica
36063

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00

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