Dr. Lucio Oldani

Dr. Lucio Oldani Medico Chirurgo, Specialista in Psichiatria, Psicoterapeuta

I luoghi che ci abitano

Come sapete, se mi seguite da un po’, non parlo quasi mai della mia vita privata.Si può restare...
02/11/2025

I luoghi che ci abitano

Come sapete, se mi seguite da un po’, non parlo quasi mai della mia vita privata.
Si può restare umani, profondamente umani, anche mantenendo riserbo sulla propria storia.
Ma chi mi legge sa anche che, ogni undici post, amo condividere un dodecisimo un po’ più intimo - un frammento personale che, in qualche modo, si lega sempre a una riflessione sulle nostre emozioni, sul modo in cui attraversiamo la vita, sui luoghi che ci formano e ci feriscono.

Perché, in fondo, tutto questo ha a che fare con l’anima. E guarda un po’, in greco anima si dice psiche.

Spero possiate apprezzare questo testo - scritto in un giorno di nebbie e di memoria - come un piccolo omaggio al tempo, ai luoghi che ci abitano, e alle persone che, pur non essendoci più, continuano a scaldarci come ombre tiepide.

—-
# medicina

27/10/2025

Distimia

C’è una malinconia che non esplode mai.
Non travolge, non urla, non manda in frantumi la vita; piuttosto, la stinge. Non è episodica, con un inizio ed una fine ben delineati.
Gradualmente, tutto appare un po’ più opaco: i sapori meno intensi, le gioie più brevi, la speranza più lontana.
Ci si alza, si lavora, si parla con gli altri, ma dentro resta un filo teso, un peso lieve e continuo che non se ne va mai del tutto.

È qui che il DSM parla di Disturbo Depressivo Persistente, la Distimia: tecnicamente, un umore deflesso che dura almeno due anni, senza periodi di benessere superiori a due mesi consecutivi.
Si accompagna spesso a bassa energia, ridotta concentrazione, insonnia o ipersonnia, bassa autostima, sentimenti di inefficacia o di disperazione.
Non sempre si riconosce subito: è una tristezza che si mimetizza nella personalità, che diventa abitudine, tono di fondo, modo di essere.

La clinica invita a guardare con attenzione questa forma di sofferenza lieve ma tenace: perché può essere curata, e non va confusa con il carattere o con una reazione “normale” alla vita.
E tuttavia: quante volte l’umore si piega non per malattia, ma per una risposta coerente a ciò che abbiamo vissuto? E allora la tristezza non è “depressione”, ma un vissuto esistenziale.

E quanto, nella cura, dovremmo distinguere… o forse solo comprendere meglio, senza fretta, dove finisce la ferita dell’anima e dove inizia il disturbo? Servirà un farmaco o la psicoterapia?

Vi lascio questo spazio per raccogliere dei pensieri a cui risponderemo nel dettaglio in un Contenuto dedicato, nel prossimo futuro, magari scritto a quattro mani proprio con l’Autore che ha stimolato questa differenziazione: .

—-
                               

10/10/2025

Giornata Mondiale della Salute Mentale

La salute mentale è un diritto umano.
Non un privilegio, non un lusso, non un tema per pochi.
È la possibilità di vivere pienamente, di sentirsi parte del mondo, di costruire legami e futuro.

Oggi, World Mental Health Day, ricordiamo che ogni voce conta - quella di chi chiede aiuto, di chi ascolta, di chi cura, di chi sceglie di non voltarsi altrove.

Da a , oggi - ma anche tutti gli altri giorni dell’anno! - ricordiamo diritti, fatiche e auspici. Perché una società è davvero sana solo quando nessuno viene lasciato solo nella propria mente.


# medicina #

Il passo dell’altroC’è un passo che tutti possiamo compiere, anche quando il mondo sembra franare: quello verso l’altro....
08/10/2025

Il passo dell’altro

C’è un passo che tutti possiamo compiere, anche quando il mondo sembra franare: quello verso l’altro.
Un passo difficile, a volte quasi impossibile, quando la guerra lacera la fiducia e trasforma la paura in distanza.
Eppure, è proprio lì - nel riconoscimento reciproco - che si gioca la parte più autentica della nostra umanità.

Questo Carosello nasce dal bisogno di comprendere come l’empatia si costruisca, come si spenga e come possa tornare a vivere anche in tempi di odio e disumanizzazione.
Non per semplificare, ma per restare vigili.
Perché il dolore dell’altro non è mai del tutto “altro”: ci attraversa, ci interroga, ci chiede di scegliere ogni giorno che tipo di persone vogliamo essere.

“Il passo dell’altro” è un invito a coltivare questa presenza empatica, anche quando il mondo brucia.
Un esercizio politico dell’anima, un piccolo atto di civiltà.

E tu, come vivi oggi il tuo passo verso l’altro?

—-
# medicina

La Guerra DentroCi sono guerre che si combattono lontano da noi, ma che ci attraversano ugualmente.Le immagini, i suoni,...
04/10/2025

La Guerra Dentro

Ci sono guerre che si combattono lontano da noi, ma che ci attraversano ugualmente.
Le immagini, i suoni, i racconti di dolore ci raggiungono con una violenza che la mente non sempre riesce a contenere.
Soffriamo anche noi, da lontano: attraverso ciò che vediamo, ascoltiamo, immaginiamo.

In psichiatria si chiama trauma vicario: l’eco del trauma altrui che risuona dentro di noi.
Eppure proteggersi non è un atto di indifferenza: è un modo per restare umani, per non soccombere all’impotenza, per trasformare l’angoscia in presenza consapevole.

Questo post raccoglie alcune tracce di cura: piccoli gesti, riflessioni e attenzioni per attraversare l’orrore senza esserne travolti.
Perché la mente non è fatta per contenere una pena infinita, ma può sempre scegliere di costruire.

Ti aspetto nei commenti: parliamone insieme, con rispetto e delicatezza.

—-
# medicina

Stare accanto“Stare accanto” non è solo restare vicino.Quando la sofferenza psichica entra in una casa, tocca tutti: chi...
27/09/2025

Stare accanto

“Stare accanto” non è solo restare vicino.
Quando la sofferenza psichica entra in una casa, tocca tutti: chi soffre e chi lo ama.
Essere accanto non significa controllare, né annullarsi: vuol dire ascoltare, sostenere, e allo stesso tempo proteggere i propri spazi.

Le famiglie non sono comparse, ma parte attiva del percorso di cura - anche se spesso senza preparazione e con ferite silenziose. Per questo servono spazi dedicati, per un sostegno fruttuoso solo se continuo e profondo.

Così possiamo imparare a non lottare l’uno contro l’altro, ma camminare fianco a fianco.
Con affetto, pazienza… e il coraggio di sbagliare, senza smettere di voler guarire insieme.

—-
# medicina

Violenza non è diagnosi. Quando un uomo uccide una donna, spesso si sente dire: “era disturbato”, “era pazzo”, “era mala...
09/04/2025

Violenza non è diagnosi.

Quando un uomo uccide una donna, spesso si sente dire: “era disturbato”, “era pazzo”, “era malato”.

Ma questa equazione - violenza = malattia mentale - è sbagliata, pericolosa, e profondamente ingiusta.

Semplifica l’inesplicabile. Deresponsabilizza la società. E, soprattutto, rafforza lo stigma verso chi, ogni giorno, convive con un disturbo psichico e non farebbe mai del male a nessuno.

Serve uno sguardo più complesso. Serve un linguaggio più responsabile. Serve educare all’affetto, al limite, al rispetto. Non bastano le condanne: serve prevenzione, serve cultura.

Questo post è un invito. A fermarsi. A riflettere. A scegliere le parole con cura, perché le parole sono semi.

E tu, cosa ne pensi?
Hai mai sentito attribuire la parola “follia” a un gesto violento? Come ti fa sentire?
Parliamone. Nei commenti, con rispetto.

                                 

Identità Che cosa ci rende chi siamo? Quali sono i nostri tratti distintivi? Dove si collocano i nostri contorni, oltre ...
27/03/2025

Identità
 
Che cosa ci rende chi siamo? Quali sono i nostri tratti distintivi? Dove si collocano i nostri contorni, oltre i quali non siamo più noi?

Queste domande sono complesse (saprete ormai che ci piace la complessità, che è poi l’unico modo per affrontare la vita) e le risposte non possono quindi essere semplici.

L’essere chi siamo è un processo che si genera nell’arco dello sviluppo. “Personalità” è un termine comune, che può essere utile ad indicare come una certa persona si declina nel mondo. Contribuiscono alla sua formazione alcuni aspetti innati, come il temperamento e l’intelligenza, e altri acquisiti, come il carattere, che si forma nella relazione dell’individuo con l’ambiente. Intuirete anche voi che le esperienze a cui un giovane essere umano si espone, siano esse vantaggiose o sfavorevoli, contribuiranno enormemente alla strutturazione della sua personalità. Allo stesso modo, anche le esperienze a cui quell’individuo, per vari motivi, non si espone, sono cruciali.
 D’altra parte (complessità!) è anche vero che, dato un insieme di esperienze avverse, un individuo potrà sviluppare dei tratti personologici patologici o non svilupparne affatto. Il rischio aumenterà, ma la psiche, sappiamo, non è in bianco o nero, al contrario ha molte sfumature.

(Continua nel primo commento)

 

“Basta. Non ne posso più! Adesso smetto di prendere tutti i farmaci”.Se avessi un Euro per ogni volta che qualcuno di vo...
20/03/2025

“Basta. Non ne posso più! Adesso smetto di prendere tutti i farmaci”.

Se avessi un Euro per ogni volta che qualcuno di voi l’ha pensato, avrei già messo da parte un bel tesoretto. E, con quello, mi regalerei la Tokyo Bike che sogno da tempo: costosissima, poco pratica, e incredibilmente bella… come tutte le cose più desiderabili e meno concesse a noi stessi.

Le motivazioni possono essere tante. Ne cito alcune, certamente non esaustive.

• Mi sembra che la terapia non faccia alcun effetto;
• La terapia starà anche funzionando, ma ora sto bene. Perché continuarla?, è da tanto che vado avanti!;
• Questi farmaci mi hanno fatto stare meglio ma mi hanno procurato anche [inserire qui effetto indesiderato];
• Sono stanco di dipendere da qualcosa, voglio farcela da solo;
• Mi sento giudicato/compatito/altro;
• Ce l’ha fatta Marco, ce la posso fare anche io;
• Voglio una gravidanza, meglio fare a meno degli psicofarmaci.

Ecco una decina di punti da rileggere a mo’ di vademecum, quando vi viene quel prurito lì, quello per cui prendereste tutti i vostri farmaci e li gettereste dalla finestra, o magari in faccia al vostro psichiatra, o anche nell’indifferenziato, contravvenendo così alle disposizioni del vostro Comune.

(Continua nel primo commento)

RitornareA volte abbiamo bisogno di allontanarci. Non perché non ci importi più, non perché abbiamo dimenticato. Ma perc...
03/03/2025

Ritornare

A volte abbiamo bisogno di allontanarci. Non perché non ci importi più, non perché abbiamo dimenticato. Ma perché la vita, con le sue tempeste e i suoi arcobaleni, ci chiede di mettere distanza.

Succede con le passioni che abbiamo amato, con le persone che ci hanno accompagnato, con i luoghi che abbiamo chiamato casa. Un giorno ci rendiamo conto che non siamo più lì. E non sappiamo bene quando sia successo.

Quando la mente è sovraccarica, la psiche attiva meccanismi di difesa: la distanza emotiva è uno di questi. È una pausa necessaria, un istinto di sopravvivenza. Sappiamo che certe cose ci fanno bene, eppure le lasciamo andare. Non per scelta, ma per necessità. E, mentre siamo lontani, il pensiero ritorna spesso a ciò che abbiamo lasciato. Ci chiediamo se sarà ancora lì ad aspettarci, se il tempo avrà cambiato tutto, se saremo ancora in grado di riconoscerci in ciò che un tempo ci apparteneva. E, in fondo, proviamo un senso di dispiacere, perché nonostante la distanza fosse necessaria, il legame non si è mai spezzato davvero.

(Continua nel primo commento)

                                                          

Indirizzo

Milan

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Dr. Lucio Oldani pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram

Digitare