15/06/2020
Relazioni tossiche: i segnali per riconoscerle
Come accorgersi che un rapporto di coppia ci sta danneggiando
Che cos’è una relazione tossica? Come ci si accorge di trovarsi in un rapporto di coppia logorante o addirittura pericoloso?
Capita, a volte, di sentirsi incastrati in una relazione. Si sa da tempo che quel rapporto non funziona più, eppure si continua a portarlo avanti, con conseguenze disastrose per l’autostima e il benessere personale. Queste relazioni tossiche prosciugano le energie e fanno sentire senza via d’uscita. Risulta importante allora riconoscere i segnali di una relazione tossica e sapere come uscirne.
Cadere nel circolo vizioso delle relazioni tossiche è più facile di quanto sembri. Si tratta, infatti, di relazioni d’amore che all’inizio sembrano funzionare bene. Spesso le due persone si sentono affini, simili e quasi “fatti l’uno per l’altro”. In realtà queste relazioni funzionano bene solo all’apparenza, e spesso danno anzi l’impressione di essere molto forti perché l’intreccio dei meccanismi patologici dei due è molto saldo. Ne sono un esempio il sadismo e il masochismo, o la relazione tra un narcisista e una persona insicura (due quadri che spesso si sovrappongono). Sono relazioni in cui vige un’asimmetria di potere e responsabilità, e dove la sofferenza è strettamente legata al piacere.
Quanti tipi di relazione tossica?
Possono essere individuabili alcuni pattern, ovvero schemi di comportamento, in grado di generare una relazione tossica. Vediamone alcune tipologie:
• Relazione sado-mascochistica. La psicoanalista Nancy McWilliams ha descritto la personalità masochistica (o autodistruttiva), tipica di alcune donne maltrattate fin da piccole (ma esistono casi anche al maschile) che scelgono partner sadici, o arrivano a portare in superficie gli aspetti peggiori di un partner adeguatamente affettuoso. Cosa c’è alla base di questo comportamento? Secondo lo psicologo americano Emmanuel Hammer, il masochista è “un depresso che spera ancora”, e nella sua infanzia ha imparato che la sofferenza è il prezzo da pagare per la relazione. I suoi genitori, infatti, erano tendenzialmente assenti, e intervenivano diventando più affettuosi solo quando lui stava male o era in pericolo. In questo modo, il bambino – che si sente privo di valore per la mancanza di attenzioni – impara che se soffre abbastanza riesce a ottenere un certo interessamento. Insomma, soffrire per mantenere un legame è meglio che rimanere soli.
• Dipendenza affettiva. Le persone in un legame di dipendenza affettiva non riescono a fare a meno di un’altra persona per loro significativa e investono tutte le proprie energie nella relazione, escludendo le altre amicizie, entrando così in una sorta di circolo vizioso tossico (più si isolano, più investono nella relazione). A volte entrambi i partner sono co-dipendenti, alimentando reciprocamente l’ansia e la difficoltà a separarsi. Oppure, una delle due persone è indipendente e sfrutta l’altra per soddisfare i propri bisogni: il partner sfruttatore è spesso un/una narcisista, che alimenta la propria autostima e soddisfa i propri bisogni appoggiandosi sulla parte dipendente della coppia. Anche se la dipendenza è in un certo grado normale in una relazione, diventa pericolosa quando ricorda una tossicodipendenza: proprio come nel consumo di droga, si ha una forte spinta verso qualcosa che è tossico e dannoso per la propria salute.
• Lotta di potere. In questo caso non c’è una asimmetria di ruoli, ma piuttosto la tendenza di entrambi i membri della coppia ad assumere un ruolo dominante. Anche se la relazione di questa coppia sembra giunta al termine, i due continuano comunque a stare insieme. Non c’è davvero una progettualità e la gioia di stare insieme è ormai scemata. Il loro è un legame disperante e disperato. I continui conflitti spesso celano vissuti depressivi latenti: insomma, tra rabbia e disperazione, i due scelgono di esternare la rabbia. Questo crea conflitti continui il cui scopo è attribuire all’altro le responsabilità della pessima situazione. Questo tipo di relazione tossica è molto frequente nelle famiglie in cui i genitori hanno deciso di “stare insieme per i figli”, ma può presentarsi anche in coppie senza figli che non riescono a lasciarsi.
• Innamorarsi della persona sbagliata. In questo caso tutte le proprie energie sono rivolte verso una persona che in realtà non è disponibile (perché sposata per esempio), oppure che non fa per noi. Del perché ci si innamori della persona sbagliata ne abbiamo parlato qui. Queste relazioni possono durare anche tanto perché la persona innamorata spera di poter cambiare se stesso oppure l’altro, e che ciò porterà entrambi a essere felici. Ciò che avviene più spesso è che l’altro o si disinteressa o si approfitta di questi sentimenti, creando così dinamiche tossiche.
In conclusione si ricorda che Amore tossico è anche una pellicola del compianto regista Claudio Caligari, film neorealista che si concentra sulla diffusione delle droghe pesanti nell’ambiente del sottoproletariato romano negli anni ’70 e ’80. L’amore tossico tra i due attori non professionisti Cesare Ferretti e Michela Mioni è però anche una metafora dei pericoli ai quali può condurre una relazione malata.