Valeria Di Vito Psicologa-Psicoterapeuta

Valeria Di Vito Psicologa-Psicoterapeuta Esperienza ventennale in ambito terapeutico relazionale, mi occupo di consulenze familiari, di coppia

31/10/2025

"Faccio da sola, grazie.”
Inizi un giorno, per caso; magari il vicino che ti chiede se serve aiuto a portare la spesa o un collega che si propone di chiamarti l’ascensore visto che hai le mani impegnate. Inizi così per poi svegliarti un giorno e accorgerti che tutto ciò che fai, oggi, lo fai da sola.
Quasi come fosse una dipendenza, una necessità, un dovere. Come fosse l’unico modo al mondo di fare le cose. Da sola. E questa esigenza è diventata talmente istintiva che ti infastidisce terribilmente qualsiasi aiuto esterno, di qualsiasi natura. “FACCIO DA SOLA, GRAZIE”. Ti accorgi di rispondere in maniera pure un po’ arrogante a chi vorrebbe soltanto sollevarti da una fatica per il puro piacere di farlo; senza tornaconti personali, senza doppi fini.
Perché, per quanto difficile da creder sia, esistono anche le belle persone.
Però è più forte di te. Hai tutto sotto controllo, sei perfettamente organizzata, non-hai-bisogno-di-nessuno.
Sei talmente indipendente che neanche ricordi più cosa si prova a lasciarsi andare alle cure di qualcuno.
E invece ne avresti così tanto bisogno…
E’ una sorta di armatura che ti sei costruita per difenderti e non ti sei resa conto che, al contrario, a lungo andare ti avrebbe distrutta.
Alterni giorni in cui vai fiera della tua autonomia, a giorni in cui ti odi, perché sei talmente autonoma da risultare insolente, quando in realtà eri una brava persona che poi è stata ferita una volta di troppo.
“Faccio da sola, grazie.”
Inizi un giorno, per caso, convinta che sarà la tua fortuna, poi diventa una dipendenza, e non fai altro che chiederti se, invece, sarà la tua condanna.

(L'Incazzata Sociale)

26/10/2025

La psicoterapia non ti aggiusta. Ti smonta.
Ti costringe a guardare dove non vuoi guardare.
Ti toglie le scuse, le maschere, le frasi fatte.
Non è un luogo comodo. È un campo di battaglia silenzioso.
E il nemico, spesso, sei tu.

Non funziona se ci vai per sentirti meglio.
Funziona quando ci vai per diventare vero.
Quando smetti di raccontarti che “va tutto bene” e inizi a chiederti: “Ma io, chi sono davvero?”

La terapia non ti salva.
Ti insegna a salvarti.

Non é un consiglio, non é una tecnica mirabolante da ultima spiaggia per togliere un sintomo senza chiederti “perché sto male”. Non é un tour che si fa passando da un professionista all’ altro in cerca del “più bravo” santone.

È mettere in discussione ciò che ti ha sempre tenuto in piedi,
accettare che alcune cose non torneranno mai come prima,
e trovare comunque un modo per andare avanti.

Ma solo se sei disposto a fare il lavoro sporco:
Il terapeuta non ha la chiave.
La chiave sei tu.
E finché non decidi di usarla,
la porta resta chiusa.

Dr. Maurizio Sgambati

14/10/2025

Ho un debole per quelle persone
che sanno di essere fortunate.
Che ne hanno passate di tutti i colori
e perciò vivono colorate,
che non hanno bisogno di nascondere gli altri
per sentirsi giganti.
Che tutti portiamo dentro
nascosto da qualche parte
un dolore che non passa mai,
qualcosa che ci ha cambiati per sempre,
ma non per questo ci sentiamo più grandi,
ma non per questo ci sentiamo migliori.
Ho un debole per quelle persone
che spente le luci, rimangono accese.
Che chiuso un amore, rimangono vive.
Che sciolto il trucco, rimangono vere.
Ho un debole per quelle persone che hanno lottatoe in silenzio hanno vinto.
Che dal giorno in cui sono uscite dal loro buio
soffrono di felicità ossessiva compulsiva.
Che non hanno mai rinunciato
alla loro dolcezza,
che non si sono piegate alla rabbia,
quando la rabbia era l’unico modo
per farsi ascoltare.
Ho un debole per quelle persone
che sanno che insistere
significa violentare.
Che rispettano un “no, grazie”
senza aggiungere altro.
Che dev’esserci un motivo
per entrare nella vita di una persona
e quel motivo dev’essere chiaro
sempre.
Che essere gentili
non vuol dire essere stupidi.
Che conoscono il peso delle parole
e non te le scagliano contro per difendersi.
Che rispettano la solitudine
perché sanno che una persona
custodisce lì, tutto ciò che non si può raccontare, tutto ciò che non vuol essere trovato.
Ho un debole per quelle persone
che quando camminano per strada
e incrociano il tuo sguardo
per un istante sorridono.
Le adoro.
Mi mandano letteralmente
fuori di cuore.

(Andrea Zorretta)

14/06/2025

"È lavorando su te stesso
che vedi andare via persone
dalla tua vita perché
non ti fanno più da specchio.

È lavorando su te stesso
che attiri persone nuove
con vibrazioni energetiche
più simili alle tue,
e in grado di esplorare
nuovi lati di te.

È lavorando su te stesso
che alcune persone
cambiano per starti vicino,
per amarti ancora di più.

E tutto questo solo
lavorando su te stesso.

Tu non hai cambiato nessuno,
non hai chiesto a nessuno
di andarsene,
non hai inseguito
o cercato di farti notare da nessuno.

Sei cambiato dentro.
E tutto il resto è cambiato
di conseguenza."

Roberto Potocniak

31/05/2025

LA FIGLIA CHE NON DÀ PROBLEMI (La bambina dimenticata aveva appreso l'Equazione del Dolore e la Menzogna Necessaria)

La Bambina di Vetro era trasparente, la figlia che non dava problemi.
La guardavano attraverso, come se fosse aria.
I suoi bisogni erano ombre sul muro, e quando piangeva, lo faceva in silenzio.

"Che brava," dicevano, "che matura."

Ma la maturità è una prigione senza sbarre, sai quelle cose tipo è scrupolosa, affidabile, coscienziosa, tanto diligente da aver appreso presto l’Equazione del Dolore.

Imparò presto la matematica della sopravvivenza:

Silenzio = Pace
Bisogni espressi = Colpa

Se tieni la bocca chiusa, nessuno ti punisce.
Se non chiedi, non ti rifiutano.
Ma il corpo non dimentica. Il corpo fa le somme e l'inconscio alla fine ti porta sempre il conto (M. Thompson Nati, 1970).

Eccolo il conto. All’inizio fu un mal di testa. Poi l’intestino che si contorceva. Poi la pelle che si ribellava, macchie rosse come grida soffocate.

Il medico diceva:
"Stress."
Lei sorrideva:
"Sto bene."

Ma la verità era che il suo corpo aveva iniziato a divorarsi, perché nessuno l’aveva mai nutrita davvero.

Ed ecco la Menzogna Necessaria.
La chiamavano "forte".
Ma la forza è un’invenzione di chi non vuole sostenere.
Le avevano insegnato a mentire:
"Grazie, non ho bisogno di niente."
"Non preoccuparti per me."
E così, mentre tutti si appoggiavano a lei,
lei affondava.

Fu la prima figlia, o la seconda, o l’unica. Non importa.
Ciò che conta è il ruolo: il pilastro, la mediatrice, l’adulta in miniatura.
Le diedero una maschera di ceramica -Perfetta!- e lei la indossò così a lungo che la pelle sotto marcì.

E poi un giorno, all’improvviso, la rabbia.
Una furia cieca, senza indirizzo.
Perché nessuno l’aveva mai protetta.
Perché le avevano rubato l’infanzia e ora le chiedevano
di regalare anche la vecchiaia.
"Basta," disse.
Ma la parola le uscì come un rantolo.

Forse era tardi.
Forse no.
Ma finalmente si sedette e scrisse:

"Io esisto.
Non sono un sostegno.
Non sono un muro.
Sono una persona
e mi fa male."

Il corpo non è una macchina.
È una storia.
E la sua storia era piena di capitoli strappati.
Ma ora, finalmente, li stava recuperando:
la bambina che piangeva, l’adolescente che tremava,
la donna che imparava a dire "No".

E quando i genitori dissero:
"Come sei egoista,"
lei non rispose.
Perché capì che quelle parole
erano solo l’ultimo tentativo
di rimetterla in gabbia.
Ma io non ci sto più!

Allora guardò quella bambina dentro di sé
e le disse:

"Non devi più portare il mondo sulle spalle.
Non devi più comprimere il tuo cuore per fare spazio agli altri.
Sei libera.
Sei stata libera da sempre.
Apri gli occhi
e cammina."

Post-scriptum
Siamo in tante, sorella.
Ma ora sappiamo.
E non siamo più sole.

(A. Battantier, Memorie di un amore, Giada, Mip Lab, 9/24. Art by Stephen Stadif)

20/04/2025

Fai la brava.
Non esagerare.
Comportati bene.
La gente cosa penserà di te?
Quante volte ho sentito queste parole.
Fin da bambina mi sono state ripetute fino a stordirmi.
Soffocare i bisogni della mia anima selvaggia.
Spezzare il collegamento con il mio spirito libero.
O ero troppo o troppo poco. Abbassa la musica, posa la penna, zittisci il canto, ferma la danza.
Per essere degna di Amore.
Bruciare la parte selvaggia, ridurre in cenere l’istinto.
Consumata dal fuoco della cremazione invece che dal fuoco creativo.
Uniformarmi per essere accettata?
Mai più.
A costo dell’esilio.
Il vero io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te.

Paulo Coelho

06/04/2025

Le persone sensibili
tendono a sentire tutto
in maniera amplificato.
Non perché lo vogliono,
ma perché fa parte di loro.
Le persone sensibili,
quando accade qualcosa,
non lo vivono come tutti,
riflettono tanto.
Cercano di capire
il perché sia capitato,
cercano di mettere i panni,
delle persone coinvolte
e soffrono anche per loro.
Le persone sensibili,
sono spesso stanche,
non perché lavorano in miniera,
ma perché hanno addosso,
un peso ugualmente grande,
il peso dei pensieri.
Pensano tanto,
e non riescono a distrarsi,
neanche quando vivono
qualcosa di bello.
Le persone sensibili,
sono lì a pensare a tutto,
a preoccuparsi di tutto,
ogni ora del giorno,
e a volte non dormono la notte,
perché la testa non vuole staccare.
Stare con una persona sensibile,
vuol dire accettare
che a volte,
anche se vorrebbe,
non riesce a non pensare,
non riesce a concentrarsi
e vedere quel film
che tanto ti piace.
Stare con una persona sensibile,
vuol dire fare attenzione,
alle parole, ai piccoli gesti, alle attenzioni,
perché lei farà attenzione a tutto
e se qualcosa non va,
non te lo dirà per paura di ferirti,
e devi essere tu, a non ferire lei,
a leggere i suoi occhi, i suoi silenzi,
perché se sai come tenerla,
una persona sensibile ti da l’anima
e farà di tutto per
non ferirti mai.

Nicolas Paolizzi

21/03/2025

Helen Mirren una volta disse:
"Prima di discutere con qualcuno, chiediti: questa persona è abbastanza matura mentalmente da comprendere il concetto di una prospettiva diversa? Perché se non lo è, allora non ha alcun senso farlo."

Non ogni discussione merita la tua energia. A volte, per quanto chiaramente tu possa esprimerti, l’altra persona non sta ascoltando per capire, ma solo per rispondere. È bloccata nella propria prospettiva, incapace di considerare un altro punto di vista, e interagire con lei finisce solo per esaurirti.

C’è una grande differenza tra un confronto costruttivo e un dibattito inutile. Una conversazione con qualcuno che è aperto al dialogo, che apprezza la crescita e la comprensione, può essere illuminante—anche se non si è d’accordo. Ma cercare di ragionare con qualcuno che si rifiuta di vedere oltre le proprie convinzioni? È come parlare a un muro. Per quanto tu possa argomentare con logica e verità, questa persona distorcerà, devierà o ignorerà le tue parole. Non perché tu abbia torto, ma perché non è disposta ad accettare un altro punto di vista.

La maturità non sta nel vincere una discussione, ma nel capire quando una discussione non vale la pena di essere portata avanti. È rendersi conto che la tua pace interiore è più preziosa di dimostrare un punto a qualcuno che ha già deciso di non cambiare idea. Non tutte le battaglie devono essere combattute. Non tutte le persone meritano una tua spiegazione.

A volte, la scelta più saggia è andarsene, non perché non hai nulla da dire, ma perché riconosci che alcune persone non sono pronte ad ascoltare. E questo non è un peso che spetta a te portare.

---

Come determinare quando una conversazione passa da un confronto costruttivo a un dibattito inutile?

16/03/2025

MI INCANTA... 🥰🌻
"Ti stai facendo vecchia", mi hanno detto.
"Hai smesso di essere te stessa, stai diventando amareggiata e solitaria..."

"No", ho risposto.
"Non sto invecchiando, sto diventando saggia. Ho smesso di essere ciò che piace agli altri per diventare ciò che piace a me. Ho smesso di cercare l'approvazione degli altri per imparare ad accettarmi.

No, non sto invecchiando. Sto diventando più sicura di me, più selettiva nei luoghi, nelle persone, nelle abitudini e nelle ideologie. Ho lasciato andare attaccamenti, dolori inutili, persone tossiche, anime malate e cuori corrotti. Non per amarezza, ma semplicemente per salute, pace, serenità e, soprattutto... AMOR PROPRIO.

01/03/2025

Sto imparando che
volersi bene non è un capriccio
ma un mestiere lento
un’arte che fiorisce
nei giorni in cui la vita
urla troppo forte o tace del tutto.
È un atto paziente di cura quotidiana
come mettere ordine tra le cose rotte
come darsi la mano
anche quando nessuno lo fa.
È scegliersi di nuovo, ogni giorno
anche quando tutto sembra chiederti di mollare.

Non posso piacere a tutti.
Non devo piacere a tutti.
Ogni giudizio che mi sfiora
è solo vento
e il vento passa.
Chi vuole vedermi sbagliato
troverà sempre un motivo
anche quando io sarò luce limpida.
Ci sarà sempre chi punterà il dito
chi storcerà lo sguardo
chi vedrà errore
dove io vedo rinascita.

E allora imparo a lasciar andare
a non farmi imprigionare
da sguardi che non conoscono la mia storia.
Non sono qui per spiegarmi
non sono qui per convincere nessuno
che valgo il mio posto nel mondo.

Sto imparando che
non posso essere la dimora di tutti.
Alcuni individui entrano piano
ma tolgono l’aria
bevono la mia luce
senza mai restituirla.
Li riconosco:
dagli abbracci che non scaldano
dai sorrisi spenti
che non arrivano mai agli occhi.
Li chiamo: vampiri dell’anima
e non posso lasciarli restare.
Vanno tenuti distanti.

La mia energia non è infinita.
Ogni volta che mi difendo
che mi giustifico
che cerco di spiegare chi sono
a chi non vuole capire
perdo una parte di me che non torna più.

E allora scelgo:
chi merita il mio tempo,
chi merita il mio spazio.

Sto imparando che
lasciar andare qualcuno
non è una sconfitta.
È un atto d’amore verso se stessi.
Ognuno ha il diritto di perdersi
nei propri labirinti
di inciampare nelle proprie notti.
E io ho il diritto di non seguirlo
di non farmi trascinare negli abissi altrui.

Non tutto si può aggiustare.
Non tutte le persone vanno trattenute.
Ci sono legami che nascono già spezzati
e si rompono quando devono farlo.
Non sta a me raccogliere cocci
di cui non conosco il peso
né il senso.

Volersi bene è dire “no”
senza tremare.
È chiudere porte che cigolano da troppo tempo
e non aspettare più chi
ha scelto di andarsene.
È sapere che chi ama davvero
non ti lascia mai nel dubbio
non usa le parole come armi
non ti fa piccolo per sentirsi grande.

Non tutte le battaglie sono mie.
Ci sono guerre che lasciano solo feriti
mai vincitori.
E allora mi fermo.
Spengo la voce che vuol ribattere.
Non rispondo più a chi mi chiama nel buio
con il solo scopo di farmi affogare.

Mi volto.
Vado via.
E nel silenzio, finalmente
scelgo la mia libertà.

~Andrea Zorretta alias Andrew Faber

Indirizzo

Naples
80128

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 12:00
Martedì 09:00 - 12:00
Mercoledì 09:00 - 12:00
Giovedì 09:00 - 12:00
Venerdì 09:00 - 12:00
Sabato 09:00 - 12:00

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