Stefania Pisa Counselor Professionista

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Stefania Pisa Counselor Professionista Il counseling è una relazione d’aiuto, un processo di crescita umano e professionale tra counselor e cliente.

28/10/2022
29/09/2022

Vota l'opera in gara nel Concorso Nazionale di Poesia "Dantebus" - V Edizione

30/03/2022

Degni di essere amati

Si dice:” io amo famiglia, amici, animali, partner”. Ma si ama veramente? O forse si cerca solo di farsi amare perché non si è capaci di farlo da soli. A volte si cerca e si aspetta che gli altri con il loro amore ci diano quella dignità, quel diritto di essere del quale non ci sentiamo degni. Purtroppo però se non proviamo ad amarci noi per primi attuteremo dei comportamenti che avvaloreranno la nostra disistima confinandoci in quel vittimismo fin troppo noto. Per modificare tutto ciò iniziamo a guardarci noi con clemenza, diamo spazio ai nostri talenti ed ancor di più accettiamo e rispettiamo le nostre fragilità. Amiamoci e saremo amati.

Stefania Pisa

31/01/2022

𝐏𝐞𝐫 𝐜𝐨𝐥𝐦𝐚𝐫𝐞 𝐮𝐧 𝐯𝐮𝐨𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐨
"Nel mondo in cui viviamo ci troviamo davanti a un grande pericolo e ad una grande occasione", scriveva il premio Nobel Bertrand Russell nei primi anni sessanta. "C'è la possibilità di distruggere la razza umana. Possiamo d'altro canto creare una grande famiglia umana felice, prospera, civile e pacifica: la nostra scelta dipende dall'amore collettivo, il quale è la somma delle passioni individuali".
La grave mancanza d'amore che caratterizza il nostro vivere collettivo che possiamo ormai considerare una sociopatia dalle caratteristiche endemiche, diventa ormai una vera pandemia emotiva in questo momento storico, ovvero una condizione anaffettiva generalizzata, un vuoto che ci coinvolge tutti. Peccato che il nostro governo, che si sta preoccupando ormai da due anni di una situazione medica d'emergenza, adottando misure più o meno adeguate alla gravità della condizione di salute collettiva, non ponga alcuna attenzione alla devastante minaccia che proviene da un assetto psicologico comune alla gran parte della popolazione, età evolutiva compresa.
Così problematica personale e disagio sociale si fondono oggi in malsana armonia, diventando ognuno sorgente dell'altro. Ecco che, sfumandosi i confini di individuale e sociale nell'espressione palese dei malesseri d'oggi, diventa ancor più arduo il cammino verso quella consapevolezza di star male, unico antidoto al coprire ed oscurare come diktat del culto della facciata. Siamo ormai abituati a difenderci dal sano contatto con le nostre emozioni e i nostri sentimenti, tanto da diventare spesso anestetizzati alle sensazioni vitali. Spontaneità, istintività, naturalezza sono un ricordo sbiadito di antichi tratti di personalità appartenenti a dinamiche socio-familiari ormai in disuso. Con un evidente sofferenza sempre più diffusa nei bambini, tutti figli dell'antica pretesa, se non repressi personalmente nell'anima, che ogni avvenimento sia effetto di un flusso emotivo che colora ogni evento dell'esistenza.
Viviamo in tal modo la realtà passandola attraverso il filtro della distorsione: le nostre percezioni ne risultano inquinate. Una snaturalizzazione e uno stravolgimento dell'umanità collettiva che spinge verso la solitudine: quel freddo interiore non di rado mascherato dal sorriso di plastica.
La solitudine ci tiene lontani dalla vita che scorre, dalle cose animate, dalla verità delle persone, dagli affetti, dal movimento dell'esistenza, dall'energia della natura. Dall'amore.
"Nel mondo c'è più fame d'amore che di pane", scriveva madre Teresa di Calcutta in un'epoca considerabile di certo più "emotiva" della nostra.
È così che le antiche ferite infantili personali trovano terreno fertile per restare i pilastri di un sistema difensivo di sopravvivenza che ci allontana dall'autentico sentire la forza rigenerante dell'amore. Un sistema che affonda le sue dolorose radici nell'antica incomprensione degli adulti, nella negazione, nell'umiliazione, nella mortificazione, nella violazione di un'anima bambina che merita riconoscimento, considerazione, rispetto.
Un sistema fondato sul non-amore mistificato: considerato amore ma vissuto nella solitudine. Un bambino, seppur "protetto" da un patto salvifico che nega la realtà giustificando i danni affettivi ricevuti, senza amore vero è un bambino denutrito dal vuoto di sentirsi solo al mondo.
"La solitudine e la sensazione di essere indesiderati è la più terribile fra le povertà", scrive ancora Madre Teresa di Calcutta.
La vera ricchezza nella vita, fin da bambini, è l'amore. Quando nasciamo siamo forniti degli strumenti per rendere la nostra evoluzione un'opera d'arte. Una progressiva rivoluzione artistica fondata sull'amore.
Così possiamo dipingere la nostra storia con i colori sgargianti del cuore, come con le pennellate delicate degli acquerelli dell'anima.
Così possiamo scolpire le nostre relazioni affettive forti del sorriso luminoso del sentirci amati, desiderosi d'amore senza limiti né riserve.
Così possiamo suonare le note di un amore in armonia con la mente, il corpo, il cuore, l'anima.
Così siamo in grado di inventarci la coreografia dell'essere felici: la danza del cuore di una vita che vibra nel movimento che travolge dolcemente e stravolge intensamente il profondo più profondo dell'anima

Pensiamo troppo e sentiamo pocoLa società in cui viviamo,aggravata da questa terribile pandemia ci induce a ripiegarci s...
27/01/2022

Pensiamo troppo e sentiamo poco

La società in cui viviamo,aggravata da questa terribile pandemia ci induce a ripiegarci su noi stessi, isolandoci dall’altro.
Pensare troppo e sentire troppo poco conduce ad una frammentazione del nostro essere indebolendo il nostro benessere psicofisico.
Per ristabilire un autentico e sinergico contatto con noi stessi prima e con l’altro poi bisogna fermarsi ed ascoltare quel che è nascosto alla nostra coscienza ed è imprigionato nel nostro corpo sotto forma di sintomi. Il mio counseling con il supporto della scultura rappresenta una via privilegiata per superare le difficoltà ed i blocchi che ci tormentano.

04/01/2022

che cos’è il counseling?

il counseling è:
due occhi che ti vedono, due orecchie che ti ascoltano, due mani che ti accompagnano a trovare in te le risorse necessarie per superare difficoltà e blocchi che ti impediscono di essere autore della tua vita e di goderne appieno.

Stefania Pisa

06/12/2021

L’eredità del non verbale

“I vostri figli non sono figli vostri…”

K. Gibran

Che grande privilegio essere l’arciere che tende il suo arco per far volare la freccia.
Essere genitori è molto più e molto meno di quanto comunemente si pensi.
Noi uomini e donne abbiamo il dovere di accogliere le luci e le ombre che abitano il nostro vivere.
Noi uomini e donne abbiamo il dovere di accogliere e proteggere la nostra vulnerabilità.
Noi uomini e donne abbiamo il dovere di accogliere i nostri errori.
Noi uomini e donne abbiamo il dovere di accogliere e nutrire i nostri talenti.
Noi uomini e donne abbiamo il dovere di mostrarci con verità.
Noi uomini e donne abbiamo il dovere di disarmarci, di aprire il cuore ai sentimenti.
Noi padri e madri abbiamo il dovere di essere autentici.
Le frecce hanno una sensibilità che travalica l’apparire e va dritta all’essenza del nostro agire.

Stefania Pisa

29/11/2021

Il dolore dell’abbandono

Quando l’abbandono è il saluto che si riceve alla nascita l’umiliazione è il tratto che accoglie la delicata vita del neonato prima e del un bambino poi. La paura ed il dolore che ne conseguono, essendo intollerabili per un delicato cuoricino, vengono inconsapevolmente seppelliti nelle profondità delle viscere, al loro posto, pian piano, si crea un’armatura che consente di andare avanti senza soccombere a quel terribile e spaventoso dolore. Con il tempo quella salvifica armatura però si trasforma in una prigione che non avendo capacità di discernimento preclude qualsiasi sentire, affidando alla ragione l’impossibile compito di vivere i sentimenti. Le conseguenze portano ad una visione distorta della realtà e di se. Si vive in uno spazio circoscritto abitato da bassa autostima, vergogna, impotenza e angoscia. Questo magma si esplicita nelle relazioni, si riversa sull’altro il timore di un ulteriore abbandono arrivando a rinunciare alla propria autenticità pur di sentirsi accettati ed amati. All’opposto può accadere che pur di non rischiare di sentire il dolore si rinunci ad amare. Di fatto la grande assente è: la verità di quel che siamo. Con la vita emotiva intrappolata nel mentale si crea una frattura che anestetizza anche il corpo bloccando il naturale ed autentico fluire dell’energia vitale. Cosa possiamo fare per spezzare questo nocivo vivere? Prima di tutto è necessario prenderne atto, portare alla coscienza il nostro antico dolore ed attraversarlo consapevoli che non siamo noi i responsabili del mancato amore. Solo la verità e la cura di se libera dagli antichi fardelli e consente di aprirsi ad un amore degno di questo nome.

Stefania Pisa

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