Marco Capuzzo

Marco Capuzzo Medico Chirurgo specialista in ortopedia e traumatologia collaboro con cliniche situate in Veneto. Per appuntamento:
http://www.marcocapuzzo.it/cliniche

Ho conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia nel 2004 e, presso lo stesso Ateneo, la Specialità in Ortopedia nel 2012, discutendo la Tesi “Trattamento artroscopicamente assistito delle fratture del piatto tibiale. Presso l’Istituto Humanitas di Milano ho frequentato l’Unità Ortopedica di Chirurgia Mini-invasiva diretta dal Prof Castagna, specializzandomi in artroscopia della spalla e del ginocchio. Ho ulteriormente affinato le proprie competenze in ambito artroscopico in Australia presso il North Orthopaedic and Sport Medicine Centre di Sydney, la Clinica Sportsmed di Adelaide e a Melbourne seguendo gli insegnamenti del Dr John M. O’Donnel. Ho partecipato in Italia e all’estero anche in qualità di Relatore a numerosi congressi e corsi di aggiornamento sulla chirurgia artroscopia e protesica del ginocchio e sulla chirurgia artroscopia di spalla. Dal 2005 al 2009 ho frequentato l'A.M.A.B Associazione Medici Agopuntori Bolognesi - Scuola Italo Cinese di Agopuntura - dove ho conseguito il Diploma di perfezionamento in Agopuntura e tecniche complementari. Sono iscritto all'albo Provinciale dei Medici Chirurghi di PADOVA dal 06/09/2005. Da diversi anni collaboro con ambulatori e cliniche specialistiche situate in tutta la Regione Veneto:
- Fisiopromet (PD)
- Fisiomedic Tuzzato (Oriago di Mira,VE)
- Mediclinic (Pozzonovo)
- Brenta Medica (Campolongo Maggiore - VE)
- Centro di Medicina di Conegliano (Conegliano - TV)
- Centro di Medicina Pordenone (PN)
- Elysium di Lovo Dott. Elisa (Noventa Vicentina)
- Poliambulatorio San Gaetano di Thiene (VI)


Per fissare un appuntamento, chiamate il centro più vicino a voi. http://www.marcocapuzzo.it/cliniche/

Dal 2021 sono membro della Siagascot che promuove l’educazione, la formazione, la crescita scientifica in ambito nazionale e internazionale degli specialisti ortopedici che lavorano nei nostri settori di competenza e la comunicazione del mondo ortopedico con i professionisti delle specialità affini (anestesisti, reumatologici, medici sportivi, fisiatri e riabilitatori).

🎾Tennis & spalla nei giovani: crescere forti senza pagare un prezzo alla saluteIl tennis è uno sport meraviglioso per co...
11/11/2025

🎾Tennis & spalla nei giovani: crescere forti senza pagare un prezzo alla salute

Il tennis è uno sport meraviglioso per coordinazione, forza e disciplina. Ma nell’età evolutiva — quando ossa e tessuti stanno ancora maturando — carichi ripetitivi e tecniche non ottimali possono creare asimmetrie e aumentare il rischio di micro-instabilità in abduzione-extra-rotazione (la cosiddetta AIOS: Acquired Instability from Overuse Syndrome), quadro tipico degli sport overhead.

Perché parlo di asimmetrie?

Nei giovani tennisti è fisiologico che il lato dominante “si adatti”: più massa, più densità minerale e un arco di rotazione diverso alla spalla. Queste differenze sono state documentate sia a carico dell’arto superiore (volume, BMD/BMC, lean mass) sia nella cinematica di spalla, con incremento dell’extra-rotazione e riduzione dell’intra-rotazione della dominante.

GIRD: il campanello d’allarme silenzioso

Il Glenohumeral Internal Rotation Deficit (GIRD) — perdita di gradi di intra-rotazione della spalla dominante — è frequente nei tennisti e correlato a maggior rischio di dolore e infortuni. In atleti d’élite e in età giovanile, il GIRD può superare i ~20° rispetto al lato non dominante. Monitorarlo e trattarlo è prevenzione primaria.

AIOS (micro-instabilità da overuse) in extra-rotazione

Negli overhead (tennis incluso) le ripetute posizioni di abduzione + extra-rotazione stressano la capsula anteriore (che si allenta) e irrigidiscono quella posteriore: terreno ideale per micro-instabilità anteriore, impingement interno postero-superiore e dolore anteriore (spesso con coinvolgimento del capo lungo del bicipite). Prevenire significa equilibrare mobilità posteriore, controllo scapolare e forza dei rotatori esterni.

Segnali da non ignorare

Dolore/fastidio profondo in postero-superiore durante il servizio o i colpi sopra la testa.
Sensazione di spalla “instabile” o apprensione in abduzione-extra-rotazione.
Calo progressivo dell’intra-rotazione (test di misurazione comparativa).

3 mosse pratiche per allenarsi (e crescere) in sicurezza

Screening periodico ROM (ER/IR a 90° e 45° di abduzione) con confronto bilaterale e soglie di attenzione per GIRD/GERD; intervenire se il gap aumenta.
Forza dei rotatori esterni & core (programmi mirati hanno mostrato riduzione di overuse e riequilibrio dei rapporti di forza).
Carico intelligente in età di crescita: periodizzazione, tecnica curata, variazione degli stimoli e tempo per il recupero (specializzazione precoce e volumi elevati aumentano il rischio).

Se alleni o sei un/una giovane tennista: misurare, riequilibrare e programmare non è “extra”, è parte dell’allenamento.

Riferimenti (selezione PubMed)

Rogowski I, et al. Asymmetry in upper-limb volume in youth tennis players. J Sports Sci. 2008.

Chapelle L, et al. Development of upper-extremity BMD/BMC asymmetry in youth players. Scand J Med Sci Sports. 2023.

van der Hoeven H, Kibler WB. Shoulder injuries in tennis players (review). Br J Sports Med. 2006.

Torres RR, et al. GIRD in swimmers vs tennis vs controls. Rev Bras Med Esporte. 2009.

Kalo K, et al. Injury/training history associated with GIRD in youth competitive tennis. Phys Sportsmed. 2020.

Tejedor RLV, et al. High prevalence of LHB inflammation, GIRD, scapular dyskinesis in pros. Orthop J Sports Med. 2023.

Arguello AM, et al. Managing shoulder instability in the overhead athlete. Curr Rev Musculoskelet Med. 2022.

Pastor MF, et al. Stability vs mobility of the shoulder in overhead sports (micro-instability). Sportverletz Sportschaden. 2014.

Pieper HG. Rotator cuff impingement caused by chronic anterior instability in overhead sports. Int J Sports Med. 1993.

Terré M, et al. Normative values for GIRD/GERD in tennis (active/passive). Sports (MDPI). 2024.

Amor-Salamanca MS, et al. Risk factors & prevention of MSK injuries in adolescent athletes (incl. overhead). Healthcare (MDPI). 2025.

Layouni S, et al. Epidemiology of tennis injuries 5–18 anni. BMC Musculoskelet Disord. 2025.

Nota: AIOS (Acquired Instability from Overuse Syndrome) è la micro-instabilità acquisita da sovraccarico tipica degli sport overhead: la posizione di abduzione-extra-rotazione stressa l’anteriore e, se non bilanciata, può sfociare in instabilità/dolore anche senza singolo trauma.

Corsa su strada e ginocchia: attenzione (senza demonizzare la corsa!)Correre fa bene a cuore, cervello e umore. Ma la co...
08/11/2025

Corsa su strada e ginocchia: attenzione (senza demonizzare la corsa!)

Correre fa bene a cuore, cervello e umore. Ma la corsa su strada, specie su asfalto duro, con chilometraggi eccessivi o tecnica/scarpe non adeguate, può aumentare il rischio di sovraccarico su strutture già vulnerabili (cartilagine femoro-rotulea, menischi, tendini). L’obiettivo non è spaventare: è proteggere le ginocchia con scelte intelligenti.

Cosa dice la letteratura (in parole semplici):

Gli articoli di Harvard Health Publishing ricordano che, in generale, la corsa ricreativa non aumenta il rischio di artrosi di ginocchio; anzi, in molte coorti è neutra o persino associata a minore incidenza rispetto ai sedentari. Questo vale soprattutto per chi corre con gradualità e peso corporeo nella norma.
Le risonanze eseguite subito dopo una corsa mostrano cambiamenti minimi e transitori della cartilagine, non un danno strutturale: segno che il tessuto tollera bene carichi dosati. (Revisione 2022; vedi anche studi su mapping T2).

Quando la corsa su strada può diventare “a rischio”:

Superfici molto rigide, discese lunghe, chilometraggi o ritmi aumentati troppo in fretta.
Scarpe usurate o non adatte alla tua meccanica.
Fattori personali: sovrappeso marcato, pregresse meniscectomie, condromalacia/patello-femorale, assenza di rinforzo muscolare. (Anche Harvard consiglia di evitare gli impatti eccessivi nei periodi dolorosi o nelle fasi di riacutizzazione).

Come proteggere le ginocchia senza rinunciare a correre:

1) Regola del 10%: aumenta volume/intensità gradualmente.
2) Alterna superfici (pista, sterrato compatto) e inserisci giorni di recupero.
3) Cadenza leggermente più alta e passo più corto riducono il picco di carico per appoggio.
4) Forza & controllo: glutei, quadricipite, polpacci, core (2–3×/settimana).
5) Scarpe adeguate e sostituite regolarmente.

Se insorge dolore di ginocchio, riduci i carichi, lavora su tecnica e forza; se persiste, valutazione specialistica.

In sintesi

La corsa non “distrugge” automaticamente le ginocchia. Ma la corsa su strada, se mal gestita, può accentuare sovraccarichi su ginocchia delicate. Con progressione, superfici variate, rinforzo e tecnica, puoi continuare a correre in sicurezza. Le fonti di Harvard e le revisioni più recenti confermano che il contesto (come corri, quanto, su cosa, con quali ginocchia) fa la differenza.

Riferimenti rapidi: Harvard Health Publishing 2023 “Does running cause arthritis?”, “Do these activities hurt your knees?”, 2023 “Get moving to manage osteoarthritis”; revisione sistematica 2023 su risonanza della cartilagine post-corsa.

🦵 Perché non bisogna avere fretta dopo un intervento al legamento crociato anteriore (LCA)Molti pazienti, appena scompai...
06/11/2025

🦵 Perché non bisogna avere fretta dopo un intervento al legamento crociato anteriore (LCA)

Molti pazienti, appena scompaiono dolore e gonfiore, chiedono:

“Dottore, posso già tornare a correre o fare esercizi di potenziamento?”

La risposta è: dipende dal tempo biologico del neolegamento.
Non basta “sentirsi bene” — il nuovo legamento ha bisogno di mesi per integrarsi nell’osso e trasformarsi in un tessuto funzionale stabile.



⏳ Il tempo biologico del neolegamento

Dopo la ricostruzione del LCA, il trapianto (sia autologo che allogeno) attraversa fasi precise:

1. Necrosi e rivascolarizzazione (0–6 settimane):
il tessuto impiantato perde la sua vitalità iniziale e viene progressivamente colonizzato da cellule e vasi sanguigni del paziente.

2. Rimodellamento biologico (6–12 settimane):
in questa fase il neolegamento è meccanicamente molto debole: è qui che si rischiano le rotture precoci se si forza troppo.

3. Maturazione (3–6 mesi e oltre):
il tessuto acquisisce progressivamente struttura e resistenza simili a quelle del legamento nativo.

Solo dopo i 3–4 mesi è possibile iniziare esercizi di carico più intensi, come corsa, salti, cambi di direzione — sempre con supervisione specialistica.



📚 Cosa dice la letteratura scientifica
• Claes S et al., Am J Sports Med, 2011
“Il trapianto di LCA mostra un minimo strutturale di resistenza intorno alle 6–8 settimane post-operatorie, con un recupero biomeccanico graduale solo dopo i 3 mesi.”
• Murray MM, J Orthop Res, 2010
“Il rimodellamento biologico del neolegamento richiede un periodo di 12–16 settimane prima di una maturazione sufficiente per esercizi dinamici.”
• Weiler A et al., Arthroscopy, 2002
“Il processo di ‘ligamentizzazione’ del trapianto di LCA è lento e continua fino a 6–12 mesi dopo l’intervento.”



💬 In sintesi

Dopo l’intervento al legamento crociato:
• Non bisogna correre troppo presto.
• Serve rispettare il tempo biologico del neolegamento.
• Un buon protocollo è personalizzato, non standard.

Ricordiamolo: la fretta in riabilitazione è il peggior nemico della guarigione.
📅 Tre mesi di pazienza valgono anni di stabilità e sicurezza.

Today’s animation demonstrates the technique for primary ACL repair using the ACL Repair TightRope® implant and FiberRing™ sutures. Learn ...

🦵 QUANTO DURA UNA PROTESI TOTALE DI GINOCCHIO? LA RISPOSTA ARRIVA DALLA SCIENZAMolti pazienti mi chiedono: “Dottore, qua...
01/11/2025

🦵 QUANTO DURA UNA PROTESI TOTALE DI GINOCCHIO? LA RISPOSTA ARRIVA DALLA SCIENZA

Molti pazienti mi chiedono: “Dottore, quanto dura una protesi totale di ginocchio?”
La risposta non è un’opinione: abbiamo oggi decine di studi a lungo termine che ce lo dimostrano.

Ecco cosa ci dicono i dati scientifici più solidi:



📊 1️⃣ Evans et al., The Lancet, 2019
Analisi di oltre 299.000 protesi da 14 registri nazionali.
👉 95% ancora in sede a 10 anni
👉 90% a 15 anni
👉 82% a 25 anni
💬 «Una TKA ben impiantata dura in media oltre 20 anni, spesso più di 25.»



📈 2️⃣ Kim Y.H. et al., 2021 (Follow-up 20 anni)
Studio prospettico su TKA cementate:
👉 Sopravvivenza a 20 anni = 94–96%
Conclusione: «Ottimi risultati funzionali e basso tasso di revisione anche dopo due decenni.»



🏋️‍♂️ 3️⃣ Contreras et al., 2024
TKA di terza generazione (posterior-stabilized), follow-up medio 20 anni:
👉 Sopravvivenza reale ~90,8%
👉 Correzione per mortalità competitiva: 92,3%
💬 «Le protesi moderne restano stabili e funzionali anche dopo 20 anni.»



🧬 4️⃣ Bergstein et al., 2024 – TKA nei pazienti giovani
👉 Sopravvivenza 10 anni: 90–99%
👉 A 30 anni: ~70%
👉 A 40 anni: 52–65%
💬 Nei pazienti più giovani, l’usura nel tempo aumenta il rischio di revisione dopo i 20–30 anni.



👵 5️⃣ Lee B.S. et al., 2023 – Impatto dell’età
👉 >95% di sopravvivenza a 20 anni nei pazienti anziani
👉

🦵 “Dottore, quanto è artrosico il mio ginocchio?”Dalla serie: molti di voi mi chiedono “quanto è artrosico il mio ginocc...
29/10/2025

🦵 “Dottore, quanto è artrosico il mio ginocchio?”

Dalla serie: molti di voi mi chiedono “quanto è artrosico il mio ginocchio?”
Ecco una spiegazione chiara e semplice per capire come si valuta la gravità dell’artrosi.

🦵La scala di riferimento si chiama Kellgren-Lawrence e serve a classificare l’artrosi in 4 gradi principali in base alla radiografia:

L’artrosi del ginocchio non è tutta uguale.
Viene infatti classificata secondo la scala di Kellgren-Lawrence, che valuta la gravità della degenerazione articolare attraverso la radiografia:

🔹 Grado 1: minime alterazioni, piccoli osteofiti (inizio di artrosi)
🔹 Grado 2: osteofiti evidenti, ma spazio articolare ancora conservato
🔹 Grado 3: restringimento evidente dello spazio articolare, deformità moderate
🔹 Grado 4: grave riduzione dello spazio articolare, deformità marcate e dolore costante

👉 Fino al II grado, nella maggior parte dei casi è possibile gestire la patologia in modo conservativo, attraverso:
• infiltrazioni articolari (acido ialuronico, PRP, ozono, ecc.)
• potenziamento muscolare mirato
• controllo del peso
• adattamento del carico e correzione posturale

⚠️ Dal III grado in poi, le strategie conservative diventano meno efficaci, e aumenta il rischio di dover ricorrere a una protesi di ginocchio, totale o parziale.

Prevenire, diagnosticare precocemente e adattare il trattamento significa ritardare l’intervento e mantenere la mobilità naturale più a lungo possibile.

💪 Lesione della cuffia: quando “non fa male” non significa “non esiste”. Alcuni dei miei pazienti si chiedono perché les...
22/10/2025

💪 Lesione della cuffia: quando “non fa male” non significa “non esiste”.

Alcuni dei miei pazienti si chiedono perché lesioni anche ampie della cuffia siano rimaste asintomatiche per anni e diventino dolorose dopo un piccolo sforzo o una caduta banale. O ancor più semplicemente con il passare del tempo, quindi con l’invecchiamento… Ecco perché.

Molte lesioni degenerative della cuffia dei rotatori vengono scoperte per caso: il paziente non ha dolore, muove la spalla, e pensa di poter ignorare il problema.
Ma la scienza ci dice il contrario.

📚 Diversi studi prospettici hanno dimostrato che una rottura degenerativa, anche se inizialmente asintomatica, tende con il tempo ad aumentare di dimensioni e a diventare sintomatica.
Tra i principali:
• Keener JD et al., JBJS 2015 – “A prospective evaluation of survivorship of asymptomatic degenerative rotator cuff tears”: in oltre 220 pazienti seguiti per più di 5 anni, il 46% sviluppa dolore, con peggioramento dimensionale della lesione.
• Yamaguchi K et al., J Shoulder Elbow Surg 2001 – “Natural history of asymptomatic rotator cuff tears”: più della metà dei soggetti con lesione inizialmente silente diventa sintomatica entro 5 anni.
• Mall NA et al., JBJS 2010 – evidenzia che la comparsa di dolore è correlata all’aumento della dimensione della rottura e alla degenerazione muscolare.
• Moosmayer S et al., JBJS 2013 – documenta progressione strutturale e perdita funzionale nei soggetti che sviluppano dolore.

👉 Cosa significa tutto questo nella pratica clinica:
• Serve una diagnosi precoce, anche in assenza di dolore.
• È essenziale monitorare nel tempo con visita specialistica e imaging periodico.
• E, quando la lesione progredisce o la funzionalità peggiora, il trattamento conservativo non basta più: è il momento di valutare la riparazione chirurgica, per preservare forza, equilibrio muscolare e qualità di vita.

⏱️ Ignorare una rottura “che non fa male” può significare trovarsi, dopo anni, con una lesione più estesa e muscoli difficilmente recuperabili.

In settimana ho visto l’ennesimo caso di un pz (appena trentenne) con dolore al ginocchio dopo un trauma di mesi fa. Un ...
04/10/2025

In settimana ho visto l’ennesimo caso di un pz (appena trentenne) con dolore al ginocchio dopo un trauma di mesi fa. Un dolore non invalidante ma costante. Da cos’era determinato? Da un edema spongioso.


🦵 Edema spongioso del ginocchio: cosa significa davvero?

Nelle immagini che vedete qui sopra la risonanza magnetica mostra una sofferenza dell’osso subcondrale, detta edema spongioso.
In pratica si tratta di una zona in cui l’osso, pur non essendo fratturato, è “infiammato” e imbibito di liquido: un segnale di stress o sovraccarico meccanico.



🔍 Le cause più frequenti
• Traumi diretti o distorsioni del ginocchio
• Sovraccarichi funzionali (attività sportiva intensa o errata biomeccanica)
• Microfratture subcondrali
• Lesioni meniscali o cartilaginee che alterano la distribuzione dei carichi
• Patologie vascolari o metaboliche dell’osso

💊 Trattamento

L’obiettivo è ridurre il carico e favorire la guarigione ossea:
• Riposo funzionale e limitazione del carico per alcune settimane
• Fisioterapia mirata per recuperare il corretto asse e tono muscolare
• Terapie mediche o infiltrative (acido ialuronico, PRP, o farmaci specifici per l’osso)
• In alcuni casi, magnetoterapia o onde d’urto a bassa intensità per stimolare la rigenerazione

⚠️ Se non trattato…

L’edema osseo non è solo “un’infiammazione passeggera”:
se trascurato può evolvere in una frattura subcondrale, necrosi ossea o artrosi precoce.
Intervenire per tempo significa prevenire danni permanenti all’articolazione.

👉 Conclusione
L’edema spongioso è un segnale di allarme dell’osso.
Riconoscerlo e trattarlo correttamente permette di evitare complicazioni e tornare a muoversi senza dolore.

La risonanza mostra una lesione osteocondrale a carico del condilo femorale mediale, caratterizzata da un distacco/alter...
02/10/2025

La risonanza mostra una lesione osteocondrale a carico del condilo femorale mediale, caratterizzata da un distacco/alterazione della superficie cartilaginea e subcondrale, di circa 1,25 cm.

Questa lesione che può cambiare il futuro del tuo ginocchio.

🦵 Le lesioni osteocondrali sono danni che coinvolgono cartilagine e osso sottostante. Non parliamo solo di atleti professionisti: anche ragazzi e adolescenti possono svilupparle, a causa di traumi, microtraumi da sport intensi o di una condizione chiamata osteocondrite dissecante.

👉 Perché sono così importanti?

Perché la cartilagine non si rigenera da sola. Se non trattata, la lesione può portare a dolore cronico, limitazioni nello sport e, col tempo, persino ad artrosi precoce.

👉 Come si curano?

Nelle fasi acute, il chirurgo può stabilizzare i frammenti staccati.
In altri casi, si ricorre a tecniche come la mosaicoplastica, dove piccole “colonne” di osso e cartilagine sano vengono trapiantate nella zona danneggiata, o ad altre procedure biologiche che stimolano la guarigione.

✨ L’obiettivo? Ridare al ginocchio la sua superficie liscia e funzionale, permettendo di tornare a muoversi senza dolore.

👉 La chiave resta sempre la diagnosi precoce: riconoscere subito i sintomi e affidarsi a uno specialista può fare la differenza tra tornare a correre o convivere con un ginocchio che non risponde più come prima.

Indirizzo

Padua

Telefono

+393761751201

Sito Web

http://m2clinic.it/

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La mia storia. Dott. Marco Capuzzo

Ho conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia nel 2004 all’Università di Padova e la Specialità in Ortopedia nel 2012, discutendo la Tesi “Trattamento artroscopicamente assistito delle fratture del piatto tibiale”. Presso l’Istituto Humanitas di Milano ho frequentato l’Unità Ortopedica di Chirurgia Mini-invasiva diretta dal Prof Castagna, specializzandomi in artroscopia della spalla e del ginocchio.

Ho ulteriormente affinato le mie competenze in ambito artroscopico in Australia nella sede del North Orthopaedic and Sport Medicine Centre di Sydney, alla Clinica Sportsmed di Adelaide e a Melbourne seguendo gli insegnamenti del Dr John M. O’Donnel. Negli anni, ho partecipato a numerosi congressi sulla chirurgia artroscopia e protesica del ginocchio e sulla chirurgia artroscopia di spalla, sia in Italia che all’estero, anche in qualità di relatore. Dal 2005 al 2009 ho frequentato l'A.M.A.B Associazione Medici Agopuntori Bolognesi - Scuola Italo Cinese di Agopuntura - dove ho conseguito il Diploma di perfezionamento in Agopuntura e tecniche complementari.

“L’aggiornamento nel nostro settore è “operazione” imprescindibile per offrire ai pazienti il meglio delle cure proposte dalla ricerca e dai nostri colleghi.”

Per questo motivo costantemente frequento corsi di aggiornamento in Italia e all'estero, affiancando in sala operatoria i migliori chirurghi ortopedici del panorama internazionale.