The Way You Game

The Way You Game The Way You Game è una pagina di divulgazione scientifica e confronto sui temi psicologici legati al mondo virtuale e all'utilizzo dei videogiochi.

⭕ The Way you Game

Nonostante da molti anni diversi mondi virtuali siano entrati a far parte delle vite di tutti, sull'utilizzo dei videogames rimangono molti dubbi e una certa disinformazione:

I videogiochi possono creare dipendenza; chi gioca più di 2 ore al giorno ha un problema; i videogames violenti stimolano violenza; chi gioca ai videogames soffre la solitudine; se giochi regolarmente ai videogames oltre i 20 anni, qualcosa in te non va; etc. Intanto, la realtà del virtuale cresce. Dunque, cosa sono esattamente i videogiochi? Come possiamo avvalerci della virtualità, e cosa dovremmo evitare? The Way you Game nasce dalla curiosità per queste domande, come un luogo in cui confrontarsi con le opinioni di chi lavora nel campo, come sociologi, psicologi, programmatori e gamers professionisti. Entrate, e mettetevi comodi. io sono Alessandro Giardina, psicologo, gamer e ricercatore curioso (nel senso di strano). Mi occupo di Psicogamologia. Vogliamo saperne "meglio"?

Carissimi videogiocatori online, volete vincere un buono Amazon da 20 euro o un anno di abbonamento ad un servizio a vos...
16/02/2020

Carissimi videogiocatori online, volete vincere un buono Amazon da 20 euro o un anno di abbonamento ad un servizio a vostra scelta?

Sto svolgendo una ricerca insieme ad alcuni importanti esponenti del settore, italiani e non, sui processi di fuga all'interno dei videogiochi online, per la mia tesi di dottorato.

L'idea è quella di reclutare un campione internazionale in lingua italiana e inglese quanto più ampio possibile. Si può partecipare attraverso questo link:

https://uclpsychology.co1.qualtrics.com/jfe/form/SV_7NUqLQOiXo3Un5j?Q_CHL=social&Q_SocialSource=facebook&fbclid=IwAR0ZPQx_AIQWQWtDHEIINvO_xIf_1y8dS9y0yO1A3foi4-vdUy0tX7mgous

E' anonimo, e come ringraziamento per i circa 20 minuti che richiede, potrete vincere un buono regalo Amazon da 20 euro o un anno di abbonamento ad un servizio a vostra scelta (Netflix, PS Plus o Xbox Live, o Season Pass).

Una volta concluso, questo studio potrà aiutarci a comprendere le caratteristiche, individualmente differenti, del bisogno di rifugiarsi in alcuni giochi online come "compensazione" rispetto alla vita offline, tra le altre cose spesso legato a segnali comunemente associati alle dipendenze, ma anche al bisogno di trovare un luogo lontano dalle proprie difficoltà mentre si continua a costruire competenze, relazioni, affetti.

Giocate online? Partecipate. Avete amici che giocano online?Invitateli a partecipare. Nessuna delle due? Condividete il post, perché in ognuno vive un piccolo bisogno di fuggire e rifugiarsi.

Per una comprensione attenta e scientificamente fondata del fenomeno.

Ultimo giorno di  ! Gli auguri ve li faccio più tardi, anche se sto discorso di fare gli auguri il 24 anziché il 25 non ...
24/12/2019

Ultimo giorno di !

Gli auguri ve li faccio più tardi, anche se sto discorso di fare gli auguri il 24 anziché il 25 non l'ho mai capito. Ma mi adeguo.

Non posso decidere come i miei genitori mi devono trattare, ma posso scegliere con cura la strategia per la prossima par...
22/12/2019

Non posso decidere come i miei genitori mi devono trattare, ma posso scegliere con cura la strategia per la prossima partita.

Questa è tra le mie preferite. (❗)   #4
21/12/2019

Questa è tra le mie preferite. (❗)

#4

Il bisogno di rimanere sempre in contatto attraverso videogiochi e social, risulta talvolta difficile da spiegare. Ma ch...
20/12/2019

Il bisogno di rimanere sempre in contatto attraverso videogiochi e social, risulta talvolta difficile da spiegare.

Ma che ruolo hanno le famiglie, oggi molto più "unite"?

Un altro problemino di Natale per voi! 🎄Perché a Natale siamo tutti più dipendenti 😃
19/12/2019

Un altro problemino di Natale per voi! 🎄
Perché a Natale siamo tutti più dipendenti 😃

Cari amici di The Way You Game e del Dott Alessandro Giardina, ci sono tra noi giocatori di Fortnite tra i 18 e i 30 ann...
02/12/2019

Cari amici di The Way You Game e del Dott Alessandro Giardina, ci sono tra noi giocatori di Fortnite tra i 18 e i 30 anni della zona di Palermo disposti a farsi intervistare?

Insieme all'Università di Palermo stiamo svolgendo una ricerca qualitativa su ciò che attrae di Fortnite rispetto ad altri giochi, su come si spendono i soldi e perché e altro. Al momento ci servono 5 giocatori attivi e 5 che giocano a livello agonistico/competitivo. Si tratta di una intervista di circa un'ora da svolgere in gruppo venerdì 20 dicembre, o tramite skype della durata di circa 20 minuti.

Contattatemi in privato :)

Allego immagine incoraggiante.

Credo che una delle sfide più impegnative per chi, da professionista della cura, voglia dedicarsi ad una divulgazione sc...
13/11/2019

Credo che una delle sfide più impegnative per chi, da professionista della cura, voglia dedicarsi ad una divulgazione scientificamente e clinicamente fondata sull'integrazione dei videogiochi e della rete nella vita dei giovani, sia di generare un cambiamento nella narrazione dominante senza provocare delle scissioni o sembrare uno che va' dove tira il vento.

Mi accorgo che controbattere ai timori, alle preoccupazioni e alle diffidenze sull'iperconnessione/dipendenza con argomenti come "i videogiochi non fanno male", "i videogiochi non c'entrano, sta tutto ai genitori", "il videogioco è uno strumento, dipende come lo usi", per quanto personalmente possa anche trovarmi d'accordo con alcuni di questi, è un esercizio inefficace al fine di passare ad un ulteriore step di conoscenza.

Lo sforzo che mi pare vada fatto, invece, è quello di partire dalla legittimazione - che non significa condivisione - della prospettiva di chi (genitore, insegnante, psicologo o giornalista) teme, ha compreso nel tempo o dà per scontato che i videogiochi possano generare dipendenza, che lo smartphone possa isolare, perché in quanto costruzione culturale questi elementi esistono e se ne devono comprendere le ragioni affettive. Solo dopo è possibile passare ad una riflessione sul "e come sarebbe se invece...".

L'introduzione di elementi di diversità in una narrazione sociale dominante, va' fatta gradualmente e a partire dalle premesse della narrazione stessa. Altrimenti quello che si genera non è cambiamento, ma scissione e sterile battaglia ideologica.

L'operazione paradossale da fare, è dunque quella di non temere l'osservazione della realtà dal punto di vista che più ci spaventa, per evitare di assumere esattamente la stessa posizione di diffidenza di coloro che ci appaiono folli.

Brava la Iena Viviani, perché ritengo che questo servizio abbia seguito proprio questo percorso.

Dott Alessandro Giardina

Molti provano diffidenza nel vedere un bambino con in mano videogiochi, smartphone o tablet. Ma è davvero pericoloso per i più piccoli? Matteo Viviani prova a fare ordine tra dipendenza, iper connessione e genitori che dovrebbero giocare con i loro figli anche ai videogame.

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⭕Perché The Way You Game (TWYG)?

Ci muoviamo quotidianamente attraverso ambienti virtuali. Tuttavia, i videogames rimangono un luogo dai confini sfocati, guardato con sospetto e dubbio:

Dai videogiochi si può diventare dipendenti; non si dovrebbe giocare più di due ore al giorno per non togliere spazio ad attività più produttive; i videogames stimolano e promuovono la violenza: prima o poi non ci ritroveremo impreparati al “corpo a corpo” con il reale? Non perderemo la capacità di socializzare con gli altri, finendo per isolarci?

Intanto l’industria videoludica supera gli incassi di cinema e musica: messi insieme. Intanto, si cresce in un’unica realtà a doppia forza motrice: Virtuale e Corporea. Intanto, il “videogame” è divenuto modello per un modo di pensare il mondo: perché in una società plasmata da ingegneri informatici, essere abili players è un requisito fondamentale.

E Allora: Qual’è il tuo modo di giocare? Come possiamo avvalerci della virtualità e supportare la crescita dei nuovi “users”? The Way You Game nasce con queste curiosità, come uno spazio dedicato a videogiocatori curiosi, genitori accorti e professionisti (o un mix dei 3) interessati ad approfondire tematiche psicosociali legate ai videogiochi, alla luce di informazioni scientificamente valide e ascoltando le idee di sociologi, psicologi, programmatori e gamers professionisti. Entrate, curiosate. io sono Alessandro Giardina, convinto psicologo clinico, amante dei multiplayer, ricercatore curioso. Mi occupo di adolescenti, giovani adulti, rete e videogiochi. E qui condivido ciò che imparo sulla Psicogamologia.