02/12/2025
Oggi vogliamo condividere qualcosa di prezioso.
Una delle nostre mamme ha attivato lo Sportello Scuola dell’Associazione: un momento in cui le nostre psicologhe incontrano le insegnanti per aiutarle a comprendere davvero il bambino, i suoi bisogni, le sue difficoltà e le sue emozioni.
Prima dell’incontro, la mamma ha chiesto al suo bambino:
“Vuoi dirmi tu cosa provi così lo posso raccontare alla psicologa?”
E il bambino ha iniziato a parlare.
Parole semplici, dirette, limpide.
Parole di un cuore piccolo che però sente tutto, anche ciò che gli adulti a volte non vedono.
La mamma le ha trascritte senza cambiare niente.
Senza correggere.
Senza “aggiustare”.
Perché il dolore dei bambini non va tradotto: va ascoltato.
Sono parole che valgono più di qualsiasi relazione tecnica, più di qualsiasi valutazione.
Parole che ricordano quanto sia fondamentale dare voce ai nostri figli, lasciare che siano loro a raccontare il loro mondo interiore.
Questo è lo spirito dello Sportello Scuola:
aiutare gli insegnanti a capire, aiutare i bambini a non sentirsi sbagliati, aiutare le famiglie a non sentirsi sole.
E, soprattutto, riconoscere che ogni bambino ha una verità dentro.
Basta solo chiudere la bocca, aprire il cuore e ascoltare:
“Vorrei che dicesse alle maestre che mi dispiace molto quando rimango indietro
Alcune volte vado in bagno a piangere perché rimangono indietro
Se le maestre mi rimproverano mi arrabbio molto e mi verrebbe da avere forti reazioni
Se rimango indietro mi do dei pugni sul petto in bagno
Sento tanta mancanza di mamma e papà ma non lo dico
Se alcune volte mi sento male (mal di testa o mal di pancia che mi fa tanto tanto male) non lo dico perché ho paura che non mi credono
Quando scrivo e rimango indietro ed è quasi finita l'ora perché dobbiamo fare ricreazione o pranzo e io non ho finito poi mi arrabbio tantissimo e butto i quaderni dentro lo zaino con forza
All ora di arte stavo facendo un disegno ottico e una mia compagna di classe mi ha detto "è brutto" e lo ha fatto lei scarabbocchiando
Un'altra volta stavo facendo un disegno ad arte e avevo dimenticato un quadretto, allora la maestra è venuta e mi ha preso il quaderno e mi ha cercato di aggiustarlo, però ha calcato tutto e le linee non erano fatte bene..questo mi ha fatto tanto arrabbiare, ho strappato la pagina e mi ha messo lo scocth, poi l'ho strappata di nuovo perché era disordinata e poi ho scritto un'altra pagina ed era disordinata per me così ho ristrappato la pagina e ne ho saltate 4 pag.
Quando faccio una cosa disordinata e i miei compagni lo notano, lo dicono alla maestra che cambio pagina oppure che la strappi. Se cambio pagina la maestra mi fa ritornare su quella e poi la incollo e quando la strappo la maestra mi mette lo scotch poi prendo e la strappo.
Quando le maestre si arrabbiano con me perché ho fatto una cosa male e mi sgridano in mente penso o che devo buttare il banco per terra e andarmene dalla classe oppure di rispondergli male.
Quando la maestra mi rimprovera su una cosa che io ho sbagliato e mi urla poi gli vorrei dire brutte cose, ma non parolacce (maestra non è così, basta, vattene, hai rotto)
Ho difficoltà a scrivere sui quadretti..scrivo meglio sulle righe.
So fare le operazioni, ma ho bisogno che uno mi scrive la colonna oppure le operazioni in riga sennò dopo circa 40 min sto ancora a scrivere la terza operazione in riga.
A scuola se non cancello una cosa inizia a farmi male la testa.
Che sento una debolezza alla mano e quando scrivo poi la mano diventa più pesante e non riesco a scrivere.
Quando ho pesantezza, appena scrivo una cosa, mi sforzo di continuare, ma dopo un pò devo fermarmi.
In questi casi vengono dei compagni di classe tipo Marco e Lucia e io lo dico e loro me lo scrivono. Oppure penso ad altro, a cose che mi fanno ve**re da piangere ( penso a mamma e papà che non ci stanno più perché sono morti e io sto da solo senza nessuno, oppure che sto con mamma papà e Maria e che arriva qualcuno e vi spara, penso a mamma che mi prende in braccio oppure papà e poi immagino una tomba con i vostri nomi e le foto poi penso che divento grande e voi non ci siete piu e io sto sulle vostre tombe con voi).
Ti ricordi quando dico che papà muore perché è a lavoro? Mi viene da pensare che ci sono le vostre tombe con voi vestiti bene che avete il sorriso..
Quando sto a scuola alcune volte mi metto da solo e penso a te e papà che potete morire o quando sento le sirene ho paura che voi non ci siete più.
Mi rimane difficile copiare alla lavagna, che leggo ad esempio "una favaola" e quando vado a scrivere non lo ricordo e devo riguardare e poi devo trovare la riga o il quadretto e devo scrivere .
La cosa più br**ta è che penso di voi che non ci siete più .
Poi quando scrivo è faccio cose che per me sono brutte e la maestra mi dice di non cancellare perché va bene, sembra che qualcuno mi prende la mano e mi costringe a cancellare sennò mi fa male la testa.
Quando faccio uno schema le linee non le riesco a fare dritte e cancello oppure strappo la pagina o la lascio.
Quando faccio le righe devono essere con la stessa forma e centimetri.
Quando non ho terminato perché voglio fare le cose ordinate, se la maestra mi scrive sotto da completare mi da molto fastidio perché così sono costretto a strappare tutto e rifarlo.
Credo che sono un bimbo diverso dagli altri, che sono strano e che non sono degno di vivere. Lo so che voi mi volete bene, ma penso che non mi volete bene e mi dico che sono bugiardo perché voi mi volete bene.”