Psicologa Dott.ssa Morrone Denyse

Psicologa Dott.ssa Morrone Denyse supporto e sostegno psicologico

É attraverso il mio corpo che sento. Ciò che c’è, ciò che non c’è, ciò che non c’è stato. La mia pelle vibra insieme all...
23/06/2025

É attraverso il mio corpo che sento. Ciò che c’è, ciò che non c’è, ciò che non c’è stato. La mia pelle vibra insieme allo stomaco quando sente vibrare qualcun altro con lei. Sì crea una specie di onda che fa sentire che ci sei anche se non ci si tocca. É uno spazio impercettibile tra me e te, tra noi. É in quello spazio che si gioca la partita. Una invasione di campo è pericolosa e squalificante, troppa distanza non permette di prendere le misure per il punto. A volte è necessario toccarsi per far risuonare più forte quel “tra”. Ma tutto si gioca lì, su quel confine dove i giocatori si spalleggiano e si fanno spazio per difendere la rete dall ‘attacco. Ma in tutte le partite ci sono delle regole, dei confini, un perimetro di gioco, oltre i quali si è fuori, o quantomeno ammoniti. La mia pelle come linea di campo, un campo in cui sono io a stabilire le regole del gioco. Non si è mai vista una partita senza un arbitro che controlli che tutte le regole siano state rispettate.
È barriera e soglia, custode silenziosa dell’intimità. Unica porta tra sé e Il mondo. Tutto ciò che sentiamo – caldo, freddo, dolore, carezza – passa da lì. Ma non è solo materia: è anche segno, identità e storia.

il limite tra me e l’altro è già scritto nel mio corpo. La pelle racconta chi sono, nel colore, nelle cicatrici, nella porosità che assorbe e respinge.

È il mio modo di essere e in un tempo in cui si costruiscono confini artificiali – geografici, culturali, linguistici –ci ricorda che ognuno è già portatore di una propria soglia. Che siamo tutti “altro” per qualcuno, e che ogni incontro è, inevitabilmente, un attraversamento.

Questo può avvenire solo se prima chiedono il permesso di entrare.

Dire “non ci riesco” , “sono fatt* così “, “sono troppo vecchi* per cambiare”, “non ce la faccio” durante un percorso di...
23/05/2025

Dire “non ci riesco” , “sono fatt* così “, “sono troppo vecchi* per cambiare”, “non ce la faccio” durante un percorso di psicoterapia è umano e comprensibile. Quando affrontiamo traumi, ansie o modalità di pensiero, può sembrare che il cambiamento sia fuori dalla nostra portata. Spesso si fa riferimento anche ai dubbi e sulla perplessità scientifica che può avere una psicoterapia. Eppure, proprio qui entra in gioco la plasticità neuronale: la capacità del cervello di modificarsi in risposta all’esperienza. Ogni nuova consapevolezza, ogni emozione riconosciuta e accolta, ogni relazione terapeutica significativa crea nuove connessioni neurali. Anche se il processo è lento e spesso doloroso, la mente può letteralmente cambiare struttura. Ciò che oggi sembra un blocco può diventare, con il tempo, un passaggio. In psicoterapia, “non ci riesco” non è la fine, ma l’inizio di un possibile cambiamento. Spesso è difficile sbarazzarsi o mettere da parte oggetti con cui si ha avuto a che fare per tutta una vita, gli stessi che ci hanno aiutato a sopravvivere ad alcune situazione che abbiamo sentito come pericolose o minacciose, ma nella relazione e con nuove esperienze “si può fare”.

Indirizzo

Pescara

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 19:30
Martedì 09:00 - 19:30
Mercoledì 09:00 - 19:00
Giovedì 09:00 - 19:00
Venerdì 09:00 - 19:00
Sabato 09:00 - 12:00

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