Daniela Sergianni Psicologa

Daniela Sergianni Psicologa Tutor degli apprendimenti👩🏻‍⚕️
Valutazioni Neuropsicologiche🧠
Supporto Psicologico 💪

Mi occupo in particolare di:

-consulenza psicologica e psicodiagnostica (dist. d'ansia, attacchi di panico, depressione ....)
-sportello d'ascolto
-training autogeno
-valutazioni neuropsicologiche dell'adulto (memoria, attenzione e linguaggio) e riabilitazione delle suddette funzioni
-metodo di studio, potenziamento delle abilità e aiuto compiti per ragazzi delle scuole elementari, medie e superiori con DSA, ADHD e BES.

09/11/2025

L’amore tossico non nasce da sé.
Lo impari. Lo assorbi. Ti ci abitui.
Succede da piccoli, quando vedi che l’amore arriva solo se fai qualcosa.
Se sei abbastanza. Se non disturbi.
Lo impari quando qualcuno ti ama a intermittenza e tu lo aspetti lo stesso.
Se un genitore ama così, tu cresci pensando che sia normale.
Che l’amore sia fatica, rincorsa, silenzio.
E quando incontri qualcuno, lo riconosci.
Non perché ti fa bene. Ma perché ti è familiare.
Ludovica questo lo sa, anche se non se lo dice.
Si lega a Loris come si legava ai sogni da bambina: con la speranza che qualcuno la veda.
Che resti. Che scelga lei.
Ma lui non resta. Va via. Ritorna a intermittenza. Apre per vedere se lei c’è ancora, poi è ancora lui a richiudere.
E lei si spezza un po’. Poi capisce.
Capisce che anche il modo in cui si ama si eredita.
Che l’amore non è una lingua universale, ma una grammatica emotiva. E che a volte bisogna disimpararla, per cominciare davvero.

Dal mio libro 📖

Ludovica, la protagonista del mio libro, ha paura di essere abbandonata. Non lo direbbe mai ad alta voce, ma è così. Ogni volta che qualcuno si avvicina troppo, si prepara già a quando se ne andrà. E non perché pensa che sia una persona cattiva, ma perché immagina che, alla fine, vedrà quello che vede lei: che non vale abbastanza.

davvero così. Gli addii intossicano, ma intossicano di più le presenze assenti.
È come continuare a tenere in casa una pianta morta: la annaffi per abitudine, sposti il vaso vicino alla finestra, le parli piano, ma dentro di te sai che non tornerà verde.
Rimandi il momento di buttarla via solo perché ti sembra di compiere un gesto troppo definitivo, come se insieme alla pianta buttassi via anche la parte di te che ci aveva creduto.
Ma intanto l’acqua marcisce nel sottovaso, e l’odore che senti non è vita: è ciò che resta di qualcosa che non hai avuto il coraggio di lasciare andare. 🎈

07/11/2025
04/11/2025

“La sessualità non si insegna come si insegna la grammatica o la matematica. Desiderio e libertà non si apprendono con un’ora di lezione”

Il rischio contemporaneo consiste nella riduzione della sessualità a “fenomeno da spiegare, classificare, amministrare” o nella sua colonizzazione tramite ideologie identitarie che pretendono di racchiuderne il mistero in categorie rigide. La questione educativa si colloca quindi in uno scenario complesso, dove occorre evitare sia il moralismo tradizionale sia l’ingenuità scientista di chi ritiene sufficiente un modulo formativo per educare al desiderio sessuale e alla vita affettiva.

L’educazione sessuale “non può essere considerata una materia di scuola tra le altre, non può ridursi a un sapere tecnico perché tocca ciò che di più intimo, inafferrabile e bizzarro c’è nella soggettività umana”.

La domanda provocatoria è: “Chi dovrebbe insegnarla? Un biologo? Uno psicologo? Un insegnante di scienze naturali? Un tecnico appositamente formato?”.

La sessualità non costituisce un sapere universale da trasmettere, ma rappresenta un’esperienza singolare e incomparabile che deve essere custodita.

Ogni insegnante, ogni adulto presente nella scuola è già — volente o nolente — un educatore sessuale-affettivo attraverso il modo in cui parla, ascolta, guarda l’altro e riconosce pienamente la sua differenza. Da questa prospettiva, l’educazione sessuale e affettiva coincide con un’educazione alla libertà, propria e altrui.

La scuola come comunità vivente deve educare alla libertà, al rispetto delle differenze e al mistero, attraverso i poeti, la letteratura, il cinema, il teatro, la cultura già insegnata, favorendo nella vita scolastica quotidiana la lotta contro ogni forma di discriminazione e il riconoscimento del pieno diritto di ciascuno alla propria libertà sessuale.

Lo psicoanalista e filosofo Massimo Recalcati, in un suo intervento su Repubblica, ha parlato del dibattito relativo all’educazione sessuale nelle scuole, con un’analisi alternativa rispetto ad alcune impostazioni prevalenti .

29/10/2025

Grazie per questa testimonianza 💕💪💗

18/10/2025

DDL Educazione sessuale e affettiva, vietarla non protegge i giovani: li espone alla disinformazione.

La Presidente del CNOP, Maria Antonietta Gulino, richiama l’attenzione del Legislatore sul valore dell’educazione affettiva e sessuale come tutela della salute psicologica e prevenzione della violenza. In assenza di percorsi educativi adeguati, ragazze e ragazzi rischiano di apprendere modelli disfunzionali e stereotipi dannosi.

La scuola deve restare luogo di conoscenza, dialogo e crescita emotiva, nel rispetto della dignità di ogni persona.

Leggi il comunicato stampa ---> https://www.psy.it/ddl-educazione-affettiva-gulino-cnop-vietarla-significa-esporre-i-giovani-a-disinformazione/

Quanto mi vizieranno i miei pazienti? 🥰🥰🧠🧠  ❤️
15/10/2025

Quanto mi vizieranno i miei pazienti? 🥰🥰🧠🧠
❤️

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