25/11/2025
📌 Quando si parla di minori, non dovremmo mai perdere di vista un punto essenziale: ogni segnalazione va presa sul serio. Non perché ci siano “casi più gravi” e altri meno importanti, ma perché la Giustizia minorile ha il dovere di intervenire su ogni singola situazione che arriva al suo sguardo. È la legge, ed è anche buon senso: ogni bambino merita tutela, indipendentemente da quanti altri siano in difficoltà.
Il vero problema, semmai, è un altro:
👉 molte situazioni non emergono, non vengono segnalate, non vengono intercettate dai Servizi. Capita che minori in condizioni critiche non risultino nemmeno all’anagrafe, o che non vengano notati da chi dovrebbe monitorare il territorio. E allora non possiamo sorprenderci se alcuni casi emergono e altri no: il Tribunale può intervenire solo quando qualcuno fa una segnalazione.
In questi giorni si rischia di trasformare vicende delicate in scontri politici e slogan identitari. Ma ciò di cui abbiamo veramente bisogno non è gridare, bensì 👉 serve potenziare gli strumenti di mediazione, di ascolto e di tutela per tutti, famiglie comprese.
Perché è questo che spesso non si dice abbastanza:
🔹 gli interventi possono essere revocati
🔹 le decisioni possono cambiare
🔹 il percorso può essere ricucito
se i genitori collaborano, se si mettono in campo correttivi, se i Servizi accompagnano davvero la famiglia.
Il punto non è colpevolizzare né delegittimare le istituzioni, ma rafforzarle affinché possano svolgere il loro compito:
✔ tutelare i minori
✔ sostenere le famiglie in difficoltà
✔ prevenire, non solo intervenire
✔ evitare strumentalizzazioni che fanno male prima di tutto ai bambini.
In un Paese maturo, la protezione dei minori non dovrebbe mai diventare uno slogan. Dovrebbe essere un impegno condiviso, sostenuto da strumenti seri, da professionalità competenti e da un territorio che non chiude gli occhi.