02/03/2023
IL POTERE DELLA SCINTILLA INTERIORE: MANIFESTARE CHI SIAMO.
LA MIA STORIA E FILOSOFIA DI CAREER COACHING.
(Leggi se vuoi conoscermi un po’. Anche a puntate. Capisco benissimo 😊. E’ da pazzi fare un post così lungo, lo so, ma raccontare apertamente il mio percorso era quello che volevo e tu sei libero/a di leggere o no. Conto sulla bellezza di questo fatto. Siamo liberi.)
Vi siete mai sentiti disorientati, ingabbiati, come se non viveste appieno il vostro potenziale? Come se ci fosse un sogno dentro di voi che aspetta solo di essere liberato e concretizzato?
Vi è mai capitato di sentire qualcosa di indefinito che però vi spinge costantemente verso la ricerca di senso, non solo nella vita, ma anche nel lavoro?
Se è così, non siete soli. Mi chiamo Angela e sono una Career Coach con la passione per aiutare le persone a scoprire e liberare i loro talenti nascosti, risorse, abilità e la direzione che vogliono intraprendere nella vita professionale. E’ qualcosa che mi dà molta gioia.
Una cara amica mi ha detto una volta che, come una levatrice, aiuto le persone a partorire se stesse. Ho adorato questa definizione, perché rinascere è qualcosa che molti di noi desiderano ogni giorno e se posso diventare un piccolo strumento per “darsi alla luce”, mi ritengo molto onorata e fortunata.
Oggi ho piena consapevolezza di quello che mi accende, di quali siano i miei punti di forza e anche le aree da migliorare, così come le mie inclinazioni più spiccate e, soprattutto, so qual è il mio posto nel mondo e cosa rende più ricca e bella la mia esistenza. Eppure, non è sempre stato così.
Questo è il mio lavoro e la mia passione da oltre 20 anni, ma ho attraversato diverse fasi di transizione nella mia vita lavorativa, e molte cose sono accadute nel mio percorso, che non è stato lineare, né pianificato. Il mio desiderio più profondo, la direzione del cuore, si sono rivelati nel tempo, vivendo esperienze che hanno portato chiarezza e confusione, crisi e opportunità.
IL MONDO ORDINARIO.
Sono sempre stata una bambina e, in seguito, una ragazza a contatto con il proprio mondo interiore e tanti sogni, come molti d’altra parte. Giocavo all’aperto ed ero attiva, ma quando ero nella mia cameretta, adoravo tuffarmi nei libri e vivere realtà diverse. Ero timida e introversa, anche se forse non molti lo avrebbero detto (credo nemmeno ora).
Non penso di avere mai pronunciato la frase “Da grande farò…”, perché semplicemente non lo sapevo: un giorno ero una detective, il giorno successivo una scrittrice, poi una volontaria da qualche parte nel mondo. L’unica cosa che ricordo davvero è di avere desiderato fare l’Esploratrice e, in fondo, è quello che mi sono risolta a fare: esplorare quello che motiva profondamente me e gli altri, e come realizzare il proprio potenziale. Siamo mondi unici ed esaltanti da percorrere.
Nel frattempo, mi piaceva imparare molte cose. Ho sempre avuto degli hobby, molti interessi. Leggere e poi applicare per materializzare quello che avevo appreso era qualcosa che mi divertiva molto. Avevo chiarezza di quello che mi piaceva fare, ma non avevo idea di come avrei potuto metterlo in pratica.
Molte cose ho iniziato e abbandonato, ma altre sono rimaste con me fino ad ora: scrivere, esprimermi in modo creativo, imparare le lingue, le scienze umane, ascoltare storie di vita, incoraggiare e sostenere, ridere e fare ridere, osservare con curiosità e approfondire la realtà che mi circonda sono inclinazioni che mi accompagnano da sempre. Sono solo maturate nel tempo come i frutti migliori dell’albero che all’inizio sono solo piccolissimi getti, infiorescenze. A saperlo allora!
Volevo fare l’Istituto d’Arte, i miei genitori dissero no. Ok. Allora, ho studiato Lingue. Mi piacevano e così pensai che lavorare nel turismo poteva essere una strada. Ho iniziato a 16 anni, d’estate, come receptionist d’albergo (figuriamoci, a Rimini!).
Non mi chiedevo più di tanto se mi piacesse lavorare in hotel o in agenzia viaggi, ma comunicare, sentirmi utile e apprezzata, fare cose pratiche in modo efficiente e responsabile, mi appagava. Ero brava. Sentivo che crescevo, anche se iniziare esperienze nuove era sempre piuttosto difficile interiormente. La mia tendenza naturale sarebbe stata quella di rimanere nel mio mondo.
SLIDING DOORS.
Poi, come una saetta, accadde che mi sposai molto giovane e questo portò un’interruzione nel mio percorso per un paio di anni. Quello lo ricordo come un momento “sliding doors”: mi chiamarono da un ente importante con cui avevo collaborato fino a pochi mesi prima per essere assunta a tempo indeterminato e io dissi no. Mi ero appena trasferita in un altro comune, la mia prima figlia aveva quindici mesi ed ero incinta del secondo. Sentivo tutto molto lontano. Quella porta che si era aperta, lasciai che si chiudesse e non ci pensai più. Mai più cercato lavoro in quel settore. Finito. Percorso svanito. Incredibile. Chissà chi sarei diventata, se avessi accettato.
Non avevo la sensazione di scegliere le mie esperienze, ma era come se il lavoro scegliesse me. In realtà, guardando indietro, quello che mancava era la consapevolezza di avere scelto, quando invece lo avevo fatto eccome, ascoltando quella voce che mi diceva “Sì” o “No”.
TUTTO DIVENTA DIFFICILE.
Per due anni rimasi a casa. Poi, un giorno, mi proposero di fare il promotore finanziario ed io dissi: “Ok, proviamo”. Avevo 24 anni ed ero madre di due bambini piccoli. Sapevo chi ero stata fino a quel momento sul lavoro, ma non mi proiettavo nel futuro se non in modo vago. Eppure, c’era qualcosa che mi attraeva in quell’esperienza, anche se non sapevo cosa. Con la chiarezza di oggi lo so spiegare benissimo.
Furono cinque anni difficili. Anche a casa. Molto. Non mi piaceva “vendere”, facevo molta fatica con un’indole come la mia, ma scoprii che amavo molto la consulenza uno-uno e le sfide professionali, che per me significava sempre imparare molto bene a fare qualcosa. Cercare la perla nell’ostrica. Ascoltare le persone, molto diverse fra loro, e aiutarle a raggiungere i loro obiettivi mi rendeva felice.
Trattare il loro denaro non era per me motivante, anche se la materia finanziaria la trovavo interessante. Stimolava la mia mente a pensare in modo strategico e la gratificava nel suo orientarsi al mondo in modo logico e investigativo.
Ricordo un'esperienza incredibile che mi insegnò quanto le nostre convinzioni abbiano impatto su di noi, sulle risposte che otteniamo dal mondo e nella costruzione del nostro benessere. Quel giorno lo ricordo come illuminante.
Spostarmi sul territorio e avere impegni professionali mi energizzava. Mi resi anche conto che avevo una spiccata attitudine per riconoscere pattern, schemi, e metterli in relazione. Imparai il potere di fare domande efficaci, che fanno la differenza. Le tecniche di comunicazione catturavano tutta la mia attenzione e così le approfondivo.
SQUILLANO LE TROMBE.
Un giorno, durante un corso di formazione sul Time Management, incontrai Enrico Bertolino (sapete? Il comico). Era un formatore eccezionale e io, per due giorni, risi e imparai moltissimo, su di me soprattutto. Lo guardavo affascinata ed ecco arrivare “quella” voce: “Ma quanto sarebbe bello fare questo lavoro?”. Sorridevo. Qualcosa in me si era acceso. Ricordo ancora quel momento e la forza di quel desiderio, che volò subito via leggero.
Alla fine di quelle due giornate mi avvicinai a lui e lo ringraziai perché sentivo di avere imparato qualcosa di importante. Mi sentivo davvero grata dal profondo del mio cuore anche se, di nuovo, non tutto mi era chiaro. Sentivo solo che era accaduto qualcosa che mi aveva fatto stare bene. Comunque, giusto per dire, anche lui cambiò strada per seguire qualcosa che, evidentemente, gli permetteva di dare forma a se stesso in modo più autentico.
Poi, a casa tutto si disgregò e io persi definitivamente la motivazione a fare quel lavoro, che già trascinavo da un po’. La mia attenzione andava a cose vicine, più importanti, vitali.
Nel giro di un anno lasciai tutto (professionalmente) e cercai di raccogliere le forze. Se mai avete provato disperazione, profonda tristezza e senso di vuoto, allora sapete. Tutto era buio e non vedevo come avrei potuto andare avanti nella mia vita.
IL MENTORE HA UN OROLOGIO SVIZZERO.
Un giorno, un’amica di famiglia mi chiamò e mi disse: “Angela, ho qualcosa da proporti. Che ne diresti di insegnare per 20 ore Tecniche di Vendita in un corso di formazione? Mi serve una persona che abbia questo tipo di esperienza e ho pensato a te. Sono certa che farai un ottimo lavoro.”
Gli aiuti arrivano sempre. Sempre. E i mentori appaiono quando è il momento giusto. E quel desiderio, che avevo manifestato solo qualche anno prima, ora era lì, alla mia portata. Il più bel dono e, allo stesso tempo, la più grande paura. Che faccio? Sarò in grado? Per me la professionalità e la competenza sono molto importanti e io non ero mai entrata in aula dalla parte del docente in vita mia. Fu come essere di fronte al vuoto e dover decidere di saltare a occhi aperti. Ebbene, anche allora, pur con una fifa blu, quella voce disse “Sì”.
Non sapevo come, ma sentivo fortemente che c’era qualcosa di importante per me in quell’esperienza. Mi affidai al mio sentire, saltai, e non me ne sono mai pentita, perché ebbe inizio la più bella ed entusiasmante avventura professionale, durata 22 anni. Io avevo 29 anni e la mia chiamata si era manifestata.
IL DADO E’ TRATTO.
Mi preparai come una pazza e fu un’esperienza bellissima. Ricordo ancora il gruppo con cui lavorai e il primo giorno in cui entrai in aula. Era novembre, e l’anno seguente lavoravo già a pieno ritmo nel settore della formazione professionale, per varie agenzie formative. A marzo, iniziai a studiare comunicazione e da allora non mi sono più fermata. Seguivo quello che per me era rilevante, che mi accendeva e che ritenevo fondamentale per offrire alle persone che incontravo la migliore esperienza di crescita personale che potevo. E volevo, oh, se volevo!
Ho studiato PNL per cinque anni, apprendimento mediato con il Metodo Feuerstein, potenziamento delle facoltà cognitive ed emotive con l’arte, strategie per la didattica in contesti difficili, orientamento scolastico e professionale, progettazione formativa, il mercato del lavoro, la selezione, il coaching, le tecniche di ricerca attiva del lavoro, arteterapia e tecniche espressive. Ora non voglio annoiarti, ma se mi cerchi su Linkedin, trovi tutto il mio percorso formativo e professionale.
ALLEATI, PROVE E AVVERSARI.
Mi sono specializzata come orientatrice professionale e ho incontrato migliaia di persone, sia in colloqui individuali, che in aula: adulti, giovani, adolescenti, imprenditori, profili altamente qualificati e poco qualificati, persone in cerca di un lavoro “qualunque” e molte altre in cerca di un lavoro significativo, che le rendesse appagate. Persone che avevano un timido desiderio nel cuore e che lo hanno realizzato.
Il mio percorso è solido e so che ognuno ha l’opportunità di sviluppare quello per cui sente di essere nato. Fin dove e come desidera, nel tempo che serve. Anche io ho partorito me stessa.
Devo tutto quello che sono alle persone con cui ho avuto il privilegio di lavorare: candidati e colleghi. Anche quelli che mi hanno messo duramente alla prova. Sarò per sempre grata a ogni persona che ho incontrato, perché attraverso tutte queste differenze io ho imparato sempre di più a vedere la ricchezza del genere umano.
HO TROVATO IL MIO TESORO.
Questo lavoro mi ha messo a contatto con le mie paure, le mie migliori qualità e mi ha insegnato a riconoscere quanto fragili e allo stesso tempo solidi possiamo essere. Non mi sentirete mai dire che meritiamo l’estinzione (affermazione in voga di questi tempi), perché io credo fortemente in quella scintilla interiore che ci anima e che ci guida, se solo la sappiamo ascoltare. Ho migliaia di prove concrete.
IL MIO APPROCCIO.
Dal 2018 ho fatto la scelta di lavorare solo con chi vuole imparare a riconoscere e coltivare quel movimento interiore che parte spesso da insoddisfazione, frustrazione e senso di ingabbiamento e che fa desiderare profondamente di cercare la “propria strada”. Il mio modo di guardare è illuminato dalla piena fiducia che siamo unici e presenti qui per realizzare uno scopo, che è vivere con pieno appagamento dando forma concreta al nostro potenziale. Ognuno, poi, sceglie per sé cosa questo significhi.
Vivere la propria missione non necessariamente è legato al lavoro, ma per molti di noi c’è il bisogno di farli combaciare, amare quello che si fa e sentire che facciamo la differenza nella vita di qualcuno. Qualunque lavoro si scelga di fare. Inoltre, le direzioni si possono cambiare perché ogni tempo ci permette di espandere la consapevolezza di chi siamo e cosa vogliamo.
Il mio metodo si fonda sulla sintesi di diversi linguaggi, che aiutano ad allineare pensiero ed emozioni. Sono una coach professionista e questo significa aderire a degli standard etici e professionali e, al contempo, amo lavorare in modo creativo, utilizzando sia strumenti di analisi, che narrativi ed espressivi (scrittura, disegno, fotografia…), in base anche alle predisposizioni e preferenze delle persone.
SONO TORNATA A CASA.
Ho piena fiducia e rispetto di chi siamo. Ho piena fiducia in te e nei tuoi talenti e rispetto del tuo sentire. Se tu non credi in te, nessuno potrà fare nulla, ma il mio compito è anche quello di aiutarti a vedere e credere e farne un progetto sostenibile. Lasciare cadere dubbi e resistenze. Abbiamo dei doni da nutrire, e il mio talento speciale è quello di vedere il tesoro presente in ognuno di noi, quel giardino che è da curare e fare fiorire, secondo natura.
E se siete stati così coraggiosi e pazienti da arrivare fin qui, io vi ringrazio e vi invito a commentare liberamente qualunque post. Mi piace rispondere e interagire con voi. A presto!