DìDé - Direzioni Desiderate

DìDé - Direzioni Desiderate Scopri ciò che ti rende unico e prezioso e realizzati felicemente. Benvenuto e benvenuta sulla mia Pagina!

Sono Angela, una career coach con oltre 20 anni di esperienza nel settore della consulenza di carriera e della formazione. Utilizzo tecniche creative ed espressive, oltre a un approccio strategico per aiutare le persone a identificare i propri talenti, a trovare la propria vocazione, e orientarsi verso la direzione desiderata. Quando mente e cuore si armonizzano e si muovono all'unisono, le nostre azioni accrescono il loro impatto e il nostro potenziale si realizza più facilmente. Credo fermamente che tutti siamo nati per uno scopo che ci renda felici, con inclinazioni e attitudini da sviluppare e che ognuno abbia qualcosa di speciale da offrire. La mia missione è aiutare le persone a trovare il loro posto nel mondo e a usare i loro doni per fare la differenza. Cosa possiamo fare insieme?

- Analizzare le tue competenze e punti di forza;
- Scoprire i tuoi talenti e definire cosa ti rende unico e prezioso nel mercato del lavoro;
- Esplorare le emozioni legate alla storia professionale e superare convinzioni limitanti;
- Chiarire quello che vuoi e la direzione che desideri;
- Aumentare la consapevolezza di ciò che è importante per te;
- Definire il tuo progetto professionale;
- Capire cosa non ha funzionato fino ad ora;
- Creare strumenti di comunicazione (cv, lettera motivazionale...) strategici;
- Rendere molto più efficaci le tecniche di ricerca lavorativa, per conseguire i tuoi obiettivi. Sentiti liberə di esplorare, partecipare, commentare, domandare, proporre. Ogni stimolo è il benvenuto e sarò felice di rispondere in uno scambio costruttivo e aperto!

❓ Le domande sono uno strumento fondamentale di crescita personale, perché orientano l'attenzione e si sa che laddove va...
07/03/2023

❓ Le domande sono uno strumento fondamentale di crescita personale, perché orientano l'attenzione e si sa che laddove va l'attenzione, va anche l'energia.

🔵 Da oggi inizia la mia rubrica di Self-Coaching, con la quale intendo aiutarti a focalizzare l'attenzione su qualcosa di importante. Un paio di volte a settimana, la mattina, posterò una domanda. Se vuoi, puoi scriverla su un quaderno e poi scrivere le tue riflessioni.

💙 Quali credi che siano i punti di forza in relazione alle tue attitudini, carattere e personalità? Nella tua vita, dove ti sei sentito più realizzato?
Diventare consapevoli dei propri punti di forza ci aiuta a migliorare la fiducia in noi stessi e l'autostima. Dare un nome ai nostri punti di forza, significa riconoscerli e valorizzarli. Le aree in cui eccelliamo sono quelle in cui tendiamo a focalizzare le nostre energie e dove possiamo tornare a farlo se le abbiamo p***e di vista.

👉🏼 Se vuoi, scrivi nei commenti riflessioni, domande, chiarimenti. Rispondo sempre!

I TRUCCHI DEL LUNEDI'Oggi, ricetta veloce per cucinare a puntino il tuo CV 🤩🟨 SAPEVI...che molte aziende, le agenzie per...
06/03/2023

I TRUCCHI DEL LUNEDI'
Oggi, ricetta veloce per cucinare a puntino il tuo CV 🤩

🟨 SAPEVI...

che molte aziende, le agenzie per il lavoro, le piattaforme di annunci, usano software (ATS, Applicant Tracking System) per aiutarsi a fare un primo screening dei CV che arrivano?

🟧 PER ESSERE CHIARI:

Il loro ruolo è scartare quello che non c'entra con la job offer.

🟥 PROBLEMA:

non ci giurerei, ma sembra che il 70% dei cv vengano scartati. Comunque, tanti. Gli ATS non sono ancora molto bravi a fare il loro lavoro, cioè interpretare quello che è scritto sul CV. Se arrivano poche candidature, il recruiter le legge anche tutte, ma se ne arrivano molte?.

🟩 SOLUZIONE:

✔️ Mantieni un format semplice, redatto con Word. Ti sconsiglio vivamente di utilizzare format grafici come quelli di Canva o altri per redigere il tuo CV.

✔️ Usa caratteri semplici, senza "grazie", come Calibri o Verdana.

✔️ No a tabelle, grafici e altre complicazioni. C'è il modo di inserire le stesse informazioni efficacemente, usando altre strategie.

✔️ Questo è fondamentale: usa le parole-chiave dell'annuncio. Quando ritieni di possedere le competenze indicate nell'offerta di lavoro, scrivile ESATTAMENTE come sono descritte nella job offer. Usa le stesse parole, le stesse frasi. Per esempio, se si parla di "Customer Service" e tu hai scritto "Assistenza Clienti", scrivi "Customer Service".

✔️ Occhio agli errori di ortografia!

🟪 Oggi, essere chiamati a colloquio è sempre più anche una questione semantica. Io lavoro sul linguaggio nella costruzione dei CV da almeno 18 anni, perché sono appassionata a questo tema e sperimentavo fin da allora l'importanza delle keywords nella costruzione di un cv.

🟦 Se hai domande, commenta questo post!

🍰 Se hai trovato utile questo "trucco", seguimi per altre ricette! 😉🙃

👉🏼 E se vuoi usufruire del mio servizio di revisione o progettazione professionale del tuo Curriculum Vitae, contattami! Trovi i recapiti qui, nel profilo.

I MODI SORPRENDENTI IN CUI I TUOI VALORI POTREBBERO SABOTARE O FAVORIRE IL TUO SUCCESSO (QUALUNQUE COSA SIGNIFICHI PER T...
04/03/2023

I MODI SORPRENDENTI IN CUI I TUOI VALORI POTREBBERO SABOTARE O FAVORIRE IL TUO SUCCESSO (QUALUNQUE COSA SIGNIFICHI PER TE).



Cosa guida le tue decisioni e azioni in campo professionale? Il guadagno, il prestigio, la creatività, le relazioni, oppure qualcosa di più rilevante ancora? Oggi voglio parlarti di valori e di come plasmano le nostre scelte, in modo profondo.

Cosa intendo per valori? Ora, ti chiederai cosa ci sia da chiarire su un termine che utilizziamo così spesso e di cui si parla comunemente: “E’ una persona dai valori solidi”, “Nella società di oggi, non ci sono più i valori di una volta”. Nel linguaggio comune i valori indicano, infatti, gli ideali a cui gli individui si ispirano nella vita. Qualcosa di universale, o di culturale, morale, che spesso implica norme di comportamento etico. Certamente, il punto di vista sociale esiste e si tratta anche di questo, ma il modo in cui voglio parlartene oggi forse ti sorprenderà: la loro dimensione personale e l’impatto definitivo che hanno sulla vita lavorativa.

Noi diamo valore a quello che è importante per noi, quello che abbiamo di più caro e che coinvolge in modo intenso le nostre emozioni. Sui valori ci possiamo “scannare” con gli altri, in ogni aspetto della vita, soprattutto quando sentiamo lesi quelli che riteniamo più intimamente vicini al nostro cuore. I valori sono organizzati in un “sistema” gerarchico, strutturato in una scala (per semplificare) in cui ci sono quelli più rilevanti di altri e che, di conseguenza, agiscono in maniera più profonda in noi.

Ma, cosa è davvero importante per noi, tanto da influenzare la nostra realtà quotidiana? Ecco un esempio: chi di noi non direbbe che “la salute è la cosa più importante”? Eppure, quanti tra coloro che lo affermano agiscono convintamente in base a questo principio? Quanti di noi si muovono allineati a una catena di valore, in cui partendo dal principio sviluppiamo capacità e comportamenti congruenti, fino a creare un ambiente in cui vivere a misura di “salute”? La nostra salute è davvero nella nostra agenda quotidiana, al di là degli “ideali”?

I valori definiscono i nostri limiti, quelle linee invisibili che non attraverseremmo mai senza sentirci profondamente a disagio o, addirittura, male. Quindi, se anche riteniamo idealmente che la salute sia importante, ma poi ci comportiamo in modo da danneggiarla, quello non è effettivamente un valore per noi. Punto.

Ecco un altro caso concreto: immagina di fare un’esperienza professionale che ti farebbe sentire a disagio o anche arrabbiato. Come sarebbe? Per esempio, immagina di lavorare in un’azienda molto disorganizzata, in cui sei costretto a fare più volte le stesse cose, non si trovano i documenti, si perde un sacco di tempo e si procede spesso per tentativi senza procedure efficaci. Se quello che provi è un sentimento di riprovazione, o se ti lamenti spesso di quanto sia difficile lavorare in quelle condizioni, tanto da iniziare a fare fatica ad alzarti la mattina per andare a lavorare, ebbene, “organizzazione” (o un altro termine più giusto per te) è molto probabilmente uno dei valori più rilevanti nella tua scala gerarchica.

Puoi anche fare la prova contraria: immagina, ora, una situazione lavorativa in cui ti sei sentito profondamente appagato: cosa c’era di così rilevante per te in quello che vivevi, che ti gratificava pienamente? Ecco, inizi ad avere un’idea. Nel lavoro “ideale” tutta la nostra scala di valori sarebbe soddisfatta. Il paradiso. Naturalmente, questo vale anche nella vita sentimentale per il nostro partner 😉

La parola del valore è il sostantivo: relazioni, comunicazione, creatività, stabilità, arte, guadagno, libertà, autonomia, competenza, servizio alla comunità, collaborazione, prestigio, conoscenza, etica, varietà, accessibilità del luogo di lavoro e così via. Sono parole “vuote”, non specifiche, che prese così in astratto non hanno molto senso, ma se per noi sono importanti, lo SENTIAMO. Siamo noi a riempirle con i nostri significati.

Persone diverse danno valore a cose diverse. Non solo: persone che condividono lo stesso valore, hanno criteri diversi per soddisfarlo. Come fai a sapere che il tuo valore “organizzazione” viene soddisfatto? Cosa deve accadere affinché tu lo senta? Cosa vedi e ascolti che ti permette di affermarlo? Per esempio: l’apprendimento di nuove cose mi accende la MOTIVAZIONE e mi rende felice, ma come faccio a sapere e sentire che sto apprendendo? Cosa rende bravo, ai tuoi occhi, un architetto o un addetto alla produzione? Cosa rende eccellente un’azienda? E un lavoro “buono”, com’è?

I nostri valori stanno alla base delle nostre decisioni. Sono qualità che riteniamo importanti, o addirittura fondamentali, nel nostro percorso di carriera. Quando vengono soddisfatti ci sentiamo motivati, appagati, realizzati, mentre se non lo sono, proviamo livelli diversi di sentimenti stressanti fino a perdere completamente la motivazione e andarcene.

Non esiste giudizio per dire che un valore sia migliore di un altro. “Guadagno” non è peggio di “Relazioni”. La tua scala di priorità non è e non può essere più o meno rilevante rispetto a quella di un’altra persona. E’ un sistema personale, che vale esclusivamente per l’individuo e agisce concretamente nella vita. E’ chiaro che sulla base della condivisione di valori e loro criteri di soddisfazione, possiamo formare relazioni forti e solidi progetti in collaborazione con gli altri, mentre quando questa condivisione non c’è le relazioni si possono anche rompere e malamente. Tutto dipende dal nostro grado di consapevolezza.

Ovviamente, sto facendo esempi drastici per comprendere bene di cosa stiamo parlando. In generale, quando ci sentiamo di "sopportare” una situazione difficile al lavoro, anche per anni, è perché contemporaneamente ci sono altri valori che sentiamo almeno in parte appagati.

Quando abbiamo difficoltà a scegliere fra una strada e l’altra è perché in noi, probabilmente, si è generato un conflitto di valori che hanno lo stesso peso nel nostro sistema: entrambe le situazioni presentano la soddisfazione di qualcosa di rilevante per noi. Quando decidiamo, lo facciamo sempre sulla base del nostro sistema valoriale. Se sacrifichiamo la carriera per la famiglia è perché “famiglia” è più importante di tutto. Almeno in quel momento.

Sì, perché la scala di valori può cambiare nel tempo, in diversi modi. Ci sono cose che diventano importanti nel tempo e altre che lo diventano all’improvviso. Quest’ultima cosa, può accadere in presenza di eventi traumatici che stravolgono ogni nostra priorità.

Di solito, facciamo attenzione ai comportamenti delle persone, a quello che diciamo e facciamo, ma sotto la superficie ci sono correnti più inconsapevoli che hanno una relazione diretta con quello che per noi è importante, il nostro senso di identità, le credenze su noi stessi, gli altri, il mondo, e il loro impatto sulla nostra capacità di gestire le situazioni.

Avere chiarezza della nostra scala di valori professionale è un elemento fondamentale per conseguire realizzazione, senso di scopo e motivazione. Quando abbiamo piena consapevolezza di quello che è importante per noi e agiamo di conseguenza, azioni e obiettivi si allineano in modo coerente con il nostro senso di missione e visione del mondo, con la cultura di riferimento su cui fondiamo la nostra vita in modo effettivo. Non ideale. I valori non riguardano i “dovrei” o i "vorrei" mentre si alzano gli occhi al cielo, ma agiscono in modo concreto, coinvolgente, e guidano le nostre azioni e decisioni, in un sistema efficace. Rispondono alla domanda: perché faccio quello che faccio?

Siamo sempre allineati ai nostri valori? No, ed è normale, ma quando lo siamo è molto più facile raggiungere i nostri obiettivi e agire in modo incisivo, energico, focalizzato. E il senso di chi siamo si alimenta in modo virtuoso. Anche le aziende dichiarano i loro valori, ma non sempre sono allineate in modo congruente ad essi e questo è fonte di ostacoli e stress per tutti nella pratica quotidiana. La situazione più felice avviene quando i lavoratori si sentono pienamente in sintonia con quello che è importante anche per l’impresa.

Ignorare le proprie priorità nel lungo termine o averne scarsa consapevolezza ha delle conseguenze nel nostro percorso lavorativo e anche nella qualità di vita in generale. Il sentimento che proviamo progressivamente è demotivazione, fino anche a sentirsi prigionieri di qualcosa che non si sa come gestire. La gamma di emozioni è ampia: dalla rabbia all’ansia, dalla frustrazione alla tristezza. Si perde energia e, talvolta, anche il senso di sé.

Se ti senti anche vagamente così, puoi chiederti: cosa conta davvero per me in questo momento? Quali sono le risposte emotive che ho nel mio contesto lavorativo? Cosa sarebbe invece prezioso o desiderabile in questa situazione? Quali ostacoli e aiuti sono presenti? Come riorganizzare le mie valutazioni, scelte, azioni in modo da sentirmi soddisfatto?

Bene, oggi abbiamo chiarito l’importanza dei valori nella nostra vita professionale. La prossima volta pubblicherò un post con un piccolo esercizio che ti permetterà di esplorare in modo pratico questo tema.

Se questo post (lungo, come sempre) ti ha generato pensieri, domande, sentiti libero di condividerli nei commenti. Sarò felice di risponderti.



Image: Angela Presciuttini

 Image: Angela Presciuttini
03/03/2023



Image: Angela Presciuttini

IL POTERE DELLA SCINTILLA INTERIORE: MANIFESTARE CHI SIAMO.LA MIA STORIA E FILOSOFIA DI CAREER COACHING.(Leggi se vuoi c...
02/03/2023

IL POTERE DELLA SCINTILLA INTERIORE: MANIFESTARE CHI SIAMO.

LA MIA STORIA E FILOSOFIA DI CAREER COACHING.

(Leggi se vuoi conoscermi un po’. Anche a puntate. Capisco benissimo 😊. E’ da pazzi fare un post così lungo, lo so, ma raccontare apertamente il mio percorso era quello che volevo e tu sei libero/a di leggere o no. Conto sulla bellezza di questo fatto. Siamo liberi.)

Vi siete mai sentiti disorientati, ingabbiati, come se non viveste appieno il vostro potenziale? Come se ci fosse un sogno dentro di voi che aspetta solo di essere liberato e concretizzato?

Vi è mai capitato di sentire qualcosa di indefinito che però vi spinge costantemente verso la ricerca di senso, non solo nella vita, ma anche nel lavoro?

Se è così, non siete soli. Mi chiamo Angela e sono una Career Coach con la passione per aiutare le persone a scoprire e liberare i loro talenti nascosti, risorse, abilità e la direzione che vogliono intraprendere nella vita professionale. E’ qualcosa che mi dà molta gioia.

Una cara amica mi ha detto una volta che, come una levatrice, aiuto le persone a partorire se stesse. Ho adorato questa definizione, perché rinascere è qualcosa che molti di noi desiderano ogni giorno e se posso diventare un piccolo strumento per “darsi alla luce”, mi ritengo molto onorata e fortunata.

Oggi ho piena consapevolezza di quello che mi accende, di quali siano i miei punti di forza e anche le aree da migliorare, così come le mie inclinazioni più spiccate e, soprattutto, so qual è il mio posto nel mondo e cosa rende più ricca e bella la mia esistenza. Eppure, non è sempre stato così.

Questo è il mio lavoro e la mia passione da oltre 20 anni, ma ho attraversato diverse fasi di transizione nella mia vita lavorativa, e molte cose sono accadute nel mio percorso, che non è stato lineare, né pianificato. Il mio desiderio più profondo, la direzione del cuore, si sono rivelati nel tempo, vivendo esperienze che hanno portato chiarezza e confusione, crisi e opportunità.

IL MONDO ORDINARIO.
Sono sempre stata una bambina e, in seguito, una ragazza a contatto con il proprio mondo interiore e tanti sogni, come molti d’altra parte. Giocavo all’aperto ed ero attiva, ma quando ero nella mia cameretta, adoravo tuffarmi nei libri e vivere realtà diverse. Ero timida e introversa, anche se forse non molti lo avrebbero detto (credo nemmeno ora).

Non penso di avere mai pronunciato la frase “Da grande farò…”, perché semplicemente non lo sapevo: un giorno ero una detective, il giorno successivo una scrittrice, poi una volontaria da qualche parte nel mondo. L’unica cosa che ricordo davvero è di avere desiderato fare l’Esploratrice e, in fondo, è quello che mi sono risolta a fare: esplorare quello che motiva profondamente me e gli altri, e come realizzare il proprio potenziale. Siamo mondi unici ed esaltanti da percorrere.

Nel frattempo, mi piaceva imparare molte cose. Ho sempre avuto degli hobby, molti interessi. Leggere e poi applicare per materializzare quello che avevo appreso era qualcosa che mi divertiva molto. Avevo chiarezza di quello che mi piaceva fare, ma non avevo idea di come avrei potuto metterlo in pratica.

Molte cose ho iniziato e abbandonato, ma altre sono rimaste con me fino ad ora: scrivere, esprimermi in modo creativo, imparare le lingue, le scienze umane, ascoltare storie di vita, incoraggiare e sostenere, ridere e fare ridere, osservare con curiosità e approfondire la realtà che mi circonda sono inclinazioni che mi accompagnano da sempre. Sono solo maturate nel tempo come i frutti migliori dell’albero che all’inizio sono solo piccolissimi getti, infiorescenze. A saperlo allora!

Volevo fare l’Istituto d’Arte, i miei genitori dissero no. Ok. Allora, ho studiato Lingue. Mi piacevano e così pensai che lavorare nel turismo poteva essere una strada. Ho iniziato a 16 anni, d’estate, come receptionist d’albergo (figuriamoci, a Rimini!).

Non mi chiedevo più di tanto se mi piacesse lavorare in hotel o in agenzia viaggi, ma comunicare, sentirmi utile e apprezzata, fare cose pratiche in modo efficiente e responsabile, mi appagava. Ero brava. Sentivo che crescevo, anche se iniziare esperienze nuove era sempre piuttosto difficile interiormente. La mia tendenza naturale sarebbe stata quella di rimanere nel mio mondo.

SLIDING DOORS.
Poi, come una saetta, accadde che mi sposai molto giovane e questo portò un’interruzione nel mio percorso per un paio di anni. Quello lo ricordo come un momento “sliding doors”: mi chiamarono da un ente importante con cui avevo collaborato fino a pochi mesi prima per essere assunta a tempo indeterminato e io dissi no. Mi ero appena trasferita in un altro comune, la mia prima figlia aveva quindici mesi ed ero incinta del secondo. Sentivo tutto molto lontano. Quella porta che si era aperta, lasciai che si chiudesse e non ci pensai più. Mai più cercato lavoro in quel settore. Finito. Percorso svanito. Incredibile. Chissà chi sarei diventata, se avessi accettato.

Non avevo la sensazione di scegliere le mie esperienze, ma era come se il lavoro scegliesse me. In realtà, guardando indietro, quello che mancava era la consapevolezza di avere scelto, quando invece lo avevo fatto eccome, ascoltando quella voce che mi diceva “Sì” o “No”.

TUTTO DIVENTA DIFFICILE.
Per due anni rimasi a casa. Poi, un giorno, mi proposero di fare il promotore finanziario ed io dissi: “Ok, proviamo”. Avevo 24 anni ed ero madre di due bambini piccoli. Sapevo chi ero stata fino a quel momento sul lavoro, ma non mi proiettavo nel futuro se non in modo vago. Eppure, c’era qualcosa che mi attraeva in quell’esperienza, anche se non sapevo cosa. Con la chiarezza di oggi lo so spiegare benissimo.

Furono cinque anni difficili. Anche a casa. Molto. Non mi piaceva “vendere”, facevo molta fatica con un’indole come la mia, ma scoprii che amavo molto la consulenza uno-uno e le sfide professionali, che per me significava sempre imparare molto bene a fare qualcosa. Cercare la perla nell’ostrica. Ascoltare le persone, molto diverse fra loro, e aiutarle a raggiungere i loro obiettivi mi rendeva felice.

Trattare il loro denaro non era per me motivante, anche se la materia finanziaria la trovavo interessante. Stimolava la mia mente a pensare in modo strategico e la gratificava nel suo orientarsi al mondo in modo logico e investigativo.

Ricordo un'esperienza incredibile che mi insegnò quanto le nostre convinzioni abbiano impatto su di noi, sulle risposte che otteniamo dal mondo e nella costruzione del nostro benessere. Quel giorno lo ricordo come illuminante.

Spostarmi sul territorio e avere impegni professionali mi energizzava. Mi resi anche conto che avevo una spiccata attitudine per riconoscere pattern, schemi, e metterli in relazione. Imparai il potere di fare domande efficaci, che fanno la differenza. Le tecniche di comunicazione catturavano tutta la mia attenzione e così le approfondivo.

SQUILLANO LE TROMBE.
Un giorno, durante un corso di formazione sul Time Management, incontrai Enrico Bertolino (sapete? Il comico). Era un formatore eccezionale e io, per due giorni, risi e imparai moltissimo, su di me soprattutto. Lo guardavo affascinata ed ecco arrivare “quella” voce: “Ma quanto sarebbe bello fare questo lavoro?”. Sorridevo. Qualcosa in me si era acceso. Ricordo ancora quel momento e la forza di quel desiderio, che volò subito via leggero.

Alla fine di quelle due giornate mi avvicinai a lui e lo ringraziai perché sentivo di avere imparato qualcosa di importante. Mi sentivo davvero grata dal profondo del mio cuore anche se, di nuovo, non tutto mi era chiaro. Sentivo solo che era accaduto qualcosa che mi aveva fatto stare bene. Comunque, giusto per dire, anche lui cambiò strada per seguire qualcosa che, evidentemente, gli permetteva di dare forma a se stesso in modo più autentico.

Poi, a casa tutto si disgregò e io persi definitivamente la motivazione a fare quel lavoro, che già trascinavo da un po’. La mia attenzione andava a cose vicine, più importanti, vitali.
Nel giro di un anno lasciai tutto (professionalmente) e cercai di raccogliere le forze. Se mai avete provato disperazione, profonda tristezza e senso di vuoto, allora sapete. Tutto era buio e non vedevo come avrei potuto andare avanti nella mia vita.

IL MENTORE HA UN OROLOGIO SVIZZERO.
Un giorno, un’amica di famiglia mi chiamò e mi disse: “Angela, ho qualcosa da proporti. Che ne diresti di insegnare per 20 ore Tecniche di Vendita in un corso di formazione? Mi serve una persona che abbia questo tipo di esperienza e ho pensato a te. Sono certa che farai un ottimo lavoro.”

Gli aiuti arrivano sempre. Sempre. E i mentori appaiono quando è il momento giusto. E quel desiderio, che avevo manifestato solo qualche anno prima, ora era lì, alla mia portata. Il più bel dono e, allo stesso tempo, la più grande paura. Che faccio? Sarò in grado? Per me la professionalità e la competenza sono molto importanti e io non ero mai entrata in aula dalla parte del docente in vita mia. Fu come essere di fronte al vuoto e dover decidere di saltare a occhi aperti. Ebbene, anche allora, pur con una fifa blu, quella voce disse “Sì”.

Non sapevo come, ma sentivo fortemente che c’era qualcosa di importante per me in quell’esperienza. Mi affidai al mio sentire, saltai, e non me ne sono mai pentita, perché ebbe inizio la più bella ed entusiasmante avventura professionale, durata 22 anni. Io avevo 29 anni e la mia chiamata si era manifestata.

IL DADO E’ TRATTO.
Mi preparai come una pazza e fu un’esperienza bellissima. Ricordo ancora il gruppo con cui lavorai e il primo giorno in cui entrai in aula. Era novembre, e l’anno seguente lavoravo già a pieno ritmo nel settore della formazione professionale, per varie agenzie formative. A marzo, iniziai a studiare comunicazione e da allora non mi sono più fermata. Seguivo quello che per me era rilevante, che mi accendeva e che ritenevo fondamentale per offrire alle persone che incontravo la migliore esperienza di crescita personale che potevo. E volevo, oh, se volevo!

Ho studiato PNL per cinque anni, apprendimento mediato con il Metodo Feuerstein, potenziamento delle facoltà cognitive ed emotive con l’arte, strategie per la didattica in contesti difficili, orientamento scolastico e professionale, progettazione formativa, il mercato del lavoro, la selezione, il coaching, le tecniche di ricerca attiva del lavoro, arteterapia e tecniche espressive. Ora non voglio annoiarti, ma se mi cerchi su Linkedin, trovi tutto il mio percorso formativo e professionale.

ALLEATI, PROVE E AVVERSARI.
Mi sono specializzata come orientatrice professionale e ho incontrato migliaia di persone, sia in colloqui individuali, che in aula: adulti, giovani, adolescenti, imprenditori, profili altamente qualificati e poco qualificati, persone in cerca di un lavoro “qualunque” e molte altre in cerca di un lavoro significativo, che le rendesse appagate. Persone che avevano un timido desiderio nel cuore e che lo hanno realizzato.

Il mio percorso è solido e so che ognuno ha l’opportunità di sviluppare quello per cui sente di essere nato. Fin dove e come desidera, nel tempo che serve. Anche io ho partorito me stessa.

Devo tutto quello che sono alle persone con cui ho avuto il privilegio di lavorare: candidati e colleghi. Anche quelli che mi hanno messo duramente alla prova. Sarò per sempre grata a ogni persona che ho incontrato, perché attraverso tutte queste differenze io ho imparato sempre di più a vedere la ricchezza del genere umano.

HO TROVATO IL MIO TESORO.
Questo lavoro mi ha messo a contatto con le mie paure, le mie migliori qualità e mi ha insegnato a riconoscere quanto fragili e allo stesso tempo solidi possiamo essere. Non mi sentirete mai dire che meritiamo l’estinzione (affermazione in voga di questi tempi), perché io credo fortemente in quella scintilla interiore che ci anima e che ci guida, se solo la sappiamo ascoltare. Ho migliaia di prove concrete.

IL MIO APPROCCIO.
Dal 2018 ho fatto la scelta di lavorare solo con chi vuole imparare a riconoscere e coltivare quel movimento interiore che parte spesso da insoddisfazione, frustrazione e senso di ingabbiamento e che fa desiderare profondamente di cercare la “propria strada”. Il mio modo di guardare è illuminato dalla piena fiducia che siamo unici e presenti qui per realizzare uno scopo, che è vivere con pieno appagamento dando forma concreta al nostro potenziale. Ognuno, poi, sceglie per sé cosa questo significhi.

Vivere la propria missione non necessariamente è legato al lavoro, ma per molti di noi c’è il bisogno di farli combaciare, amare quello che si fa e sentire che facciamo la differenza nella vita di qualcuno. Qualunque lavoro si scelga di fare. Inoltre, le direzioni si possono cambiare perché ogni tempo ci permette di espandere la consapevolezza di chi siamo e cosa vogliamo.

Il mio metodo si fonda sulla sintesi di diversi linguaggi, che aiutano ad allineare pensiero ed emozioni. Sono una coach professionista e questo significa aderire a degli standard etici e professionali e, al contempo, amo lavorare in modo creativo, utilizzando sia strumenti di analisi, che narrativi ed espressivi (scrittura, disegno, fotografia…), in base anche alle predisposizioni e preferenze delle persone.

SONO TORNATA A CASA.
Ho piena fiducia e rispetto di chi siamo. Ho piena fiducia in te e nei tuoi talenti e rispetto del tuo sentire. Se tu non credi in te, nessuno potrà fare nulla, ma il mio compito è anche quello di aiutarti a vedere e credere e farne un progetto sostenibile. Lasciare cadere dubbi e resistenze. Abbiamo dei doni da nutrire, e il mio talento speciale è quello di vedere il tesoro presente in ognuno di noi, quel giardino che è da curare e fare fiorire, secondo natura.

E se siete stati così coraggiosi e pazienti da arrivare fin qui, io vi ringrazio e vi invito a commentare liberamente qualunque post. Mi piace rispondere e interagire con voi. A presto!

"CIAO! CHE FAI NELLA VITA?"Quando incontriamo delle persone nuove e ci troviamo a fare conversazione, una delle domande ...
30/01/2023

"CIAO! CHE FAI NELLA VITA?"

Quando incontriamo delle persone nuove e ci troviamo a fare conversazione, una delle domande più gettonate per rompere il ghiaccio, di solito, è questa: "E tu, che fai nella vita?".

E qui, si apre un mondo. Premesso che questo può essere un tema delicato per molti, nella mente dell'interlocutore - prima di aprire bocca - possono manifestarsi questi pensieri, insieme a un sorriso o una smorfia:

🔸 Lavoro per vivere;
🔸 Mantengo la mia famiglia;
🔸 Mi diverto facendo...;
🔸 Mi sento realizzato esprimendo me stesso;
🔸 Contribuisco insieme agli altri al successo della mia azienda;
🔸 Mi sento utile alla società occupandomi di...

Quello che voglio dire è che facilmente, quando pensiamo al lavoro, anche se si tratta di qualcuno che ci chiede banalmente "Cosa fai?", proviamo molte emozioni, che possono anche essere conflittuali o contrastanti fra loro. Il lavoro è un'area talmente fondamentale nella nostra vita da investire molte dimensioni, dagli aspetti più materiali, alla ricerca di senso.

E' chiaro che i "perché" noi lavoriamo possono essere molteplici e che ognuno ha una sua scala di valori e priorità che, quando soddisfatta, lo renderanno appagato. Ricordo un signore, molti anni fa, che mi disse che cercava un lavoro semplice, ripetitivo, come quello che aveva sempre svolto, perché gli serviva per vivere e rimanere focalizzato sulle cose concrete, perché poi tutti i suoi interessi, dalla filosofia all'arte, li avrebbe coltivati al di fuori di quello. Mi è rimasto sempre impresso. E comunque, come dice chi ci vuole bene, "L'importante è che ti senti felice". Mi piace usare la parola "felice", anche se è diventata quasi un tabù, anche se tanti dicono "Mi basta sentirmi serena/o".

Detto questo, il mio desiderio era comunque condividere con voi una riflessione sul perché il lavoro è importante. Queste motivazioni sono riassumibili in 3 aree, naturalmente con un certo grado di sovrapposizione fra loro. Si tratta di una semplificazione, e come tutte le semplificazioni ha i suoi limiti, ma può aiutarci a inquadrare il senso che diamo al lavoro e se questo ci fa stare bene oppure viviamo uno squilibrio in una di queste direzioni.

Principalmente, noi lavoriamo per:

🔹 MOTIVI MATERIALI: si lavora per vivere, per necessità, per sentirsi al sicuro, per pagare la casa e le bollette, per potersi permettere quello che è anche un piacere del corpo e gratificazione immediata nella vita (vacanze, abbigliamento, delle belle cose da apprezzare), mantenere uno standard di vita.

🔹 LA RELAZIONE CON NOI STESSI: questo riguarda l'espressione dei propri talenti, la realizzazione in concreto delle nostre qualità e inclinazioni, sentirci creativi, costruire, fare progetti e volere manifestare nel mondo qualcosa di sé, sentirsi produttivi e vitali, costruire e rafforzare un senso di identità personale.

🔹 SERVIRE LA COMUNITA': siamo esseri sociali e attraverso gli altri noi impariamo molto su noi stessi. Senza le altre persone non arriveremmo a conoscere le nostre qualità, insieme ai limiti, e svilupparle anche attraverso il conflitto. Qui, però, mi riferisco in particolare al desiderio di sentirsi utili, di portare i nostri doni al mondo e svolgere un lavoro che sentiamo come un servizio per le altre persone. Non si tratta, necessariamente, di fare volontariato o svolgere un lavoro il cui "contenuto" abbia a che fare con il servizio. È invece forte il desiderio di portare attraverso quello che facciamo il nostro contributo alla crescita e al miglioramento della società, e di sentire che ciò si realizza.

Ci sono persone che si sentono perfettamente appagate lavorando per guadagnare, perché poi investono il resto di sé nella vita personale, familiare, sociale, incluse le proprie passioni. Altri, non potrebbero mai prendere in considerazione un lavoro che non fosse significativo, perché si sentono profondamente realizzati solo quando possono percepire un senso di missione, esprimendosi radicalmente in base a qualcosa che è molto importante per sé.

E voi, cosa ne pensate? Perché lavorate? Dove e come sentite che si realizza il vostro scopo? Vorreste qualcosa di diverso?

Indirizzo

Via Del Platano, 6
Rimini
47923

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 18:00
Martedì 09:00 - 18:00
Mercoledì 09:00 - 18:00
Giovedì 09:00 - 18:00
Venerdì 09:00 - 18:00
Sabato 09:00 - 00:00

Telefono

+393283380913

Sito Web

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