26/11/2025
La neuroplasticità della gravidanza: come cambia davvero il cervello
Durante la gestazione si osserva una significativa riduzione del volume della sostanza grigia corticale, accompagnata da un incremento dell’integrità microstrutturale della sostanza bianca. Detta così sembra una diagnosi complessa, vero? In realtà, ciò che abbiamo appena descritto è uno dei processi di adattamento biologico più affascinanti della natura. Vediamo cosa dicono le neuroscienze sulla trasformazione del “cervello materno”.
Si sente spesso parlare di “baby brain”, quella sorta di nebbia cognitiva che porta a piccoli vuoti di memoria durante la gravidanza. È un fenomeno reale, confermato dai dati: la memoria verbale e l’attenzione possono calare leggermente, soprattutto nel terzo trimestre. Ma la vera notizia è un’altra.
Sotto la spinta degli ormoni steroidei — come estrogeni e progesterone, veri e propri “architetti” del sistema nervoso — il cervello non sta “perdendo colpi”: si sta ristrutturando.
La riduzione della sostanza grigia non è un deficit, ma un pruning (una “potatura”). Immaginate un computer che disinstalla le app inutili per liberare potenza di calcolo.
Le aree rimodellate coincidono spesso con i circuiti della Teoria della Mente. A cosa serve? A “leggere” le intenzioni degli altri. Questa specializzazione permette alla madre di sintonizzarsi sui bisogni del neonato, comprendendo le sue necessità anche se non può parlare. In pratica, il cervello sacrifica alcune funzioni non essenziali per potenziare empatia e capacità di cura.
C’è un altro dato sorprendente che emerge dagli studi. Subito dopo il parto, la tendenza si inverte: il volume cerebrale recupera e alcune aree — come l’ippocampo — possono mostrare una crescita tale da far apparire il cervello “più giovane” di alcune settimane.
Ma non finisce qui: questa “ginnastica neuronale” lascia un’eredità positiva a lungo termine. Sembra infatti che la maternità possa agire come fattore neuroprotettivo, rallentando l’invecchiamento cerebrale anche decenni dopo.
È incredibile pensare a quanto la biologia sia programmata non solo per dare la vita, ma per equipaggiarci al meglio per proteggerla.