Il suono del cuore 意 - Qigong Taijiquan e Tuina

Il suono del cuore 意 - Qigong Taijiquan e Tuina Pagina di promozione della mia attività di insegnante di Qigong e Taijiquan e operatrice di Tuina e tecniche integrate della Medicina cinese.

L’unità molteplice in tutti i suoi aspetti, nel suo percorso infinito. “Sei l’ospite d’onore del ballo che per te suonia...
04/12/2025

L’unità molteplice in tutti i suoi aspetti, nel suo percorso infinito.

“Sei l’ospite d’onore del ballo che per te suoniamo, posa la falce e danza tondo a tondo: il giro di una danza e poi un altro ancora…e tu del tempo non sei più signora.”

Il numero 108, un mistero condiviso da civiltà che non si conobbero mai

Ci sono numeri che sembrano vivere una vita propria. Appaiono in culture diverse, attraversano secoli, assumono significati profondi senza che queste civiltà si siano mai incontrate. Il 108 è uno di quei numeri che sembrano seguire un filo misterioso, come se custodisse un significato nascosto che l’umanità, in modi differenti, ha cercato di interpretare. Non è un semplice valore matematico, ma un simbolo che si è ripresentato ovunque: nelle religioni, nell’astronomia, nella filosofia, nelle arti marziali. Un enigma che affiora in mondi lontani tra loro come se un ponte invisibile li tenesse uniti.

Il numero 108 è considerato “sacro” in molte tradizioni, anche in culture che non ebbero alcun contatto tra loro. Questo dato, già da solo, lo rende intrigante.

Nell’induismo
Le divinità principali hanno 108 nomi, ciascuno con un significato preciso.
Il “mala”, la collana usata per la meditazione, ha 108 grani.
I testi vedici contengono formule e strutture basate su questo numero.

Nel buddhismo
Si parla di 108 desideri, 108 impurità, 108 virtù.
Il rosario buddhista (japa mala) ha anch’esso 108 grani, e scandisce la recitazione dei mantra.

Nel jainismo
Le figure di maggiore purezza spirituale, chiamate “paramesthin”, sono organizzate in gruppi che portano simbolicamente al numero 108.

In Giappone
A Capodanno i templi buddisti suonano la campana 108 volte, un rito che serve a purificare l’anno nuovo.

Nelle arti marziali
Molte scuole di karate, kung-fu e silat hanno 108 tecniche, 108 forme, o 108 passaggi nei loro kata tradizionali.

La varietà di contesti è così ampia da far sorgere spontanea una domanda:
com’è possibile che lo stesso numero sia diventato simbolico in mondi tanto diversi?

Un enigma anche matematico
Il 108 non è un numero qualunque nemmeno dal punto di vista matematico. È la somma dei primi 18 numeri multipla in modo particolare.
È il prodotto di 1×2×2×3×3×3, una struttura molto simmetrica.
È legato al quadrato della sezione aurea (φ² ≈ 2,618 → 2,618×41≈108 circa), un rapporto presente in natura e in molte opere artistiche.
È uno dei pochi numeri a comparire in equazioni geometriche legate ai poligoni regolari, in particolare agli angoli dei decagoni. Questi legami hanno affascinato matematici antichi e moderni, che lo considerarono un numero “armonico”.

Le sorprendenti coincidenze astronomiche
Oltre al simbolismo religioso, il 108 appare anche nei rapporti tra la Terra e gli astri principali.

I due rapporti più citati:

La distanza Terra–Sole è circa 108 volte il diametro del Sole.

La distanza Terra–Luna è circa 108 volte il diametro della Luna.

Questi valori non sono numeri perfettamente esatti, ma le proporzioni sono così vicine da aver colpito gli astronomi dell’antichità, che videro nel 108 una chiave d’interpretazione del cielo. Per molte culture, questo rapporto diede al 108 un’aura di “numero cosmico”.

Perché 108 affiora così spesso? Le teorie più accreditate
Gli studiosi hanno proposto tre spiegazioni principali:
1. Ragioni astronomiche e calendario.
Molti popoli antichi usavano osservazioni astronomiche per costruire riti e calendari.
Il 108, ricorrente nelle proporzioni celesti, divenne un numero utile e simbolico.

2. La struttura matematica regolare.
La scomposizione armonica del 108 lo rendeva ideale per strutturare testi sacri, rituali e sequenze numeriche.

3. Una serie di coincidenze culturali
Quando un numero acquista significato in un contesto religioso o filosofico tende a riproporsi, perché viene reinterpretato dalle generazioni successive. Nessuna teoria però spiega fino in fondo perché culture totalmente indipendenti abbiano attribuito valore a proprio quel numero.

Il 108 è un esempio perfetto di come un numero possa superare il proprio ruolo aritmetico e sconfinare nella simbologia e nel mistero ed é proprio questa ambiguità a renderlo così seducente. Che lo si incontri in un tempio, in un monastero zen, in una formula matematica o in una scuola di arti marziali, il 108 continua a suggerire che tra i numeri e la storia dell’uomo esiste un legame più profondo di quanto immaginiamo.

28/11/2025

Significato e Simbologia del Cerchio
La Magia del Cerchio

Il Cerchio rappresenta la perfezione, la compiutezza, L'unione, ciò che non ha rottura e cesura. Emblema tradizionale di ciò che non ha inizio né fine, formato da una linea unica le cui estremità si ricongiungono per annullarsi l’una nell'altra.

Il Cerchio: la sostanza primordiale
Questa figura geometrica rappresenta lo stato della sostanza primordiale, impalpabile e trasparente, uniforme e indifferenziata. Infatti il Cerchio sprovvisto di angoli e di spigoli simboleggia l’armonia, che grazie all'assenza di opposizioni, come l’alto e il basso, ecc., traduce l’indifferenziato in un’uguaglianza di principi. È il simbolo dello spirito e dell’immaterialità dell’anima. Il simbolismo del Cerchio è duplice, sia magico sia celeste. Questa figura come cielo rappresenta la dimensione intellettuale e spirituale.

Infatti nella sua opposizione al Quadrato, questa figura geometrica incarna il cielo in rapporto alla terra, a tutto ciò che è materiale. Il Cerchio come cielo è collegato al il ciclo perenne della vita.
Questo concetto è ben espresso dalla circonferenza, figura geometrica nella quale non è dato distinguere il principio dalla fine, simbolo dell’eternità e quindi di perfezione. Il movimento circolare, che è anche quello del cielo, è perfetto, immutabile, senza inizio né fine, né variazione; questo fa si che esso possa rappresentare il tempo, il quale, a sua volta, può essere definito come una successione continua e invariabile di istanti tutti identici gli uni agli altri, e da qui il concetto di ciclicità. La circonferenza determina anche un limite separatore tra la superficie interna definita e quella esterna infinita.
Il Cerchio e il Centro
Il simbolismo del Cerchio è strettamente legato a quello del centro, in relazione all'unità primordiale. È il luogo sacro dove si concentrano tutte le energie materiali e spirituali.
Di questa circonferenza, i quattro elementi sono i raggi. Il centro, che è anche punto centrale della croce, è il punto dal quale i raggi si dipartono ma al qual peraltro convergono. È simbolo quindi del Principio da cui tutto trae origine e cui tutto ritorna.
Presso i popoli primitivi la circonferenza con il punto centrale è ancora la raffigurazione del Sole, il cui calore è associato all'amore, e la luce alla bellezza e alla verità.
Il Cerchio, come cerchio magico o sfera, è un tempio ben definito, pur non essendo uno spazio fisico. Il Cerchio magico ha origini antiche. Alcune sue forme erano utilizzate nell'antica magia babilonese.

I cerchi magici
Anche i maghi cerimoniali del medioevo e del rinascimento li utilizzavano. I Cerchi magici venivano usati dai maghi nelle cerimonie per proteggersi dalle forze evocate.

Nel mondo celtico, il Cerchio ha una funzione e un valore magico. Questa figura geometrica simboleggia dunque un limite magico invalicabile. Per i popoli nomadi il Santuario per la divinità era concepito circolare, come la loro tenda.
Per delimitare il Santuario essi fissavano un bastone nel terreno. Concepivano poi il bastone come asse del mondo.
Ogni punto della superficie terrestre era concepito, quindi, corrispondente a tale asse. Con un filo legato al bastone ruotando formavano il Cerchio, trasfigurazione del cielo e del cosmo.

FONTE
la magia del cerchio

27/11/2025

🎉 È di nuovo giovedì! Benvenuti ad un nuovo episodio di “Muscolandia: esplorando la mappa dei muscoli!” 🎉

Oggi parliamo di un muscolo piccolo, snello e.. quasi dimenticato, ma che ha molto da dire: il muscolo plantare gracile!

Dettagli anatomici

Il plantare gracile (o semplicemente plantare) è un muscolo accessorio e vestigiale, che varia molto da persona a persona. In alcuni è assente, in altri è ben sviluppato.

Origina dalla parte posteriore del condilo laterale del femore (vicino al gastrocnemio laterale) e si inserisce nella fascia plantare del piede o sulla tuberosità posteriore del calcagno (spesso vicino al tendine d’Achille)

Innervazione: nervo tibiale (S1–S2)

Funzioni principali

Leggero contributo alla flessione plantare del piede, assiste la flessione del ginocchio con probabile ruolo propriocettivo e di supporto alla funzione tendinea.

Tipi di dolore

Anche se piccolo, il plantare può essere coinvolto in alcune condizioni cliniche come la tendinopatia del tendine plantare (può mimare una tendinopatia achillea), dolore posterolaterale di ginocchio o gamba, specialmente negli sportivi e rottura del tendine del plantare, a volte scambiata per rottura del gemello mediale.

Coinvolgimento nel compartimento posteriore profondo, come struttura che può irritare i tessuti vicini.

Funzione quotidiana

Anche se ha funzione motoria minima, il plantare entra in gioco in movimenti che coinvolgono il salto o la spinta in estensione del piede, lo stacco da terra nella corsa, la coordinazione fine tra ginocchio e caviglia, e il sostegno posturale durante la flessione di ginocchio.

È anche molto usato in chirurgia ortopedica come innesto tendineo.

🧘 Esercizio di allungamento (Stretching del compartimento posteriore superficiale)

1. In piedi davanti a una parete, metti un piede dietro con ginocchio disteso e tallone a terra.
2. Piega il ginocchio anteriore e porta il bacino in avanti, senza sollevare il tallone posteriore.
3. Dovresti sentire un allungamento dal polpaccio al tallone.
4. Mantieni per 30 secondi e cambia gamba.

Aiuta ad allungare gastrocnemio, soleo e plantare insieme.

🏋️ Esercizio di rinforzo (Heel raise su cuscinetto instabile)

1. In piedi su un cuscino propriocettivo o tappetino, a piedi nudi.
2. Sollevati lentamente sulle punte, poi scendi in modo controllato.
3. Puoi tenerti a una parete per equilibrio.
4. Ripeti 12–15 volte per gamba.

Stimola il lavoro del plantare come muscolo propriocettivo accessorio, insieme a gastrocnemio e soleo.

Curiosità scientifica

Uno studio su cadaveri ha evidenziato che il plantare è assente nel 7–10% della popolazione, e in alcuni casi può avere origini o inserzioni anomale. Nonostante la sua scarsa forza, è ricco di fusi neuromuscolari, suggerendo un ruolo più propriocettivo che motorio.

Conclusione

Il plantare gracile è come un vecchio strumento dimenticato in una cassetta degli attrezzi: non sempre lo usi, ma può essere utile nei momenti critici.

Riconoscerlo e considerarlo è importante, soprattutto nel differenziale del dolore posteriore di gamba o nella chirurgia tendinea.

Ci vediamo giovedì prossimo per un nuovo episodio di Muscolandia.. dove anche i muscoli più piccoli hanno grandi storie da raccontare! 😄

25/11/2025
Il nervo frenico :)
25/11/2025

Il nervo frenico :)

Finalmente è martedì! Benvenuti a un nuovo episodio di “Neurolandia: il sistema nervoso come non lo avete mai visto!”

Oggi parliamo di un nervo che.. ti tiene letteralmente in vita. È lui che ti fa respirare, sbadigliare, sospirare e, quando serve, singhiozzare: il nervo frenico!

Un nervo tanto sottovalutato quanto essenziale, perché ogni suo impulso accende il ritmo più vitale di tutti: il respiro.

Dove sta?

Il nervo frenico nasce nel plesso cervicale, precisamente dalle radici C3, C4 e C5, il famoso mantra degli studenti di anatomia:

“C3, 4, 5 keep the diaphragm alive!”

Il suo percorso è tanto elegante quanto funzionale: origina nel collo, anteriormente al muscolo scaleno anteriore. Scende nel torace, davanti all’ilo polmonare, accanto al pericardio e ai grandi vasi. Raggiunge il diaframma, dove si divide in rami terminali che ne innervano la porzione centrale.

Ne abbiamo due, destro e sinistro, e ciascuno segue un tragitto leggermente diverso per adattarsi alla posizione del cuore e del fegato.
Un vero esempio di biomeccanica personalizzata!

Che cosa fa?

Il nervo frenico è principalmente motorio, ma anche sensitivo in alcune sue ramificazioni.

Funzione motoria: è il comandante in capo del diaframma, il principale muscolo respiratorio. Coordina ogni inspirazione, ogni sbadiglio, ogni respiro profondo.

Funzione sensitiva: innerva pleura, pericardio, peritoneo e capsula epatica, fornendo la sensibilità viscerale di queste strutture.

In pratica, ogni respiro che fai parte da un suo impulso. E quando lui tace.. l’aria non arriva.

Come si lamenta?

Quando il nervo frenico si irrita o viene compresso, può causare dolore riferito alla spalla o al collo (per la sua origine cervicale), difficoltà respiratoria o sensazione di “respiro corto”, singhiozzo persistente (scariche anomale del nervo), paralisi diaframmatica, monolaterale o bilaterale, con affanno soprattutto da sdraiati.

E se il dolore “al diaframma” si irradia alla spalla.. non è magia: è neuroanatomia pura.

Ruolo nella vita quotidiana

Il nervo frenico lavora senza sosta, giorno e notte. Ogni volta che respiri, tossisci, ridi, sbadigli o fai uno sforzo, lui è al tuo fianco.
E quando ti emozioni, cambia ritmo con te, perché respiro e stato emotivo sono inseparabili.

È il simbolo perfetto della connessione tra postura, respiro ed emozione. Un nervo “ponte” tra fisiologia e percezione.

Patologie e disfunzioni

Paralisi del diaframma (post-traumatica, chirurgica, tumorale), irritazioni da infiammazioni toraciche (pleurite, pericardite), lesioni cervicali alte (traumi C3–C5), singhiozzo cronico da irritazione riflessa o disfunzione vagale, dolore riflesso da patologie epatiche o diaframmatiche.

Curiosità neurologica

Il singhiozzo nasce proprio da una scarica involontaria del nervo frenico, seguita dalla chiusura improvvisa della glottide. È un riflesso arcaico, un piccolo “errore evolutivo”, ma anche un esempio perfetto di come cervello e respiro siano intrecciati.

E in fisioterapia respiratoria, stimolare il frenico indirettamente attraverso il diaframma può migliorare la ventilazione e ridurre lo stress. Un esempio di come la neurologia possa diventare.. terapeutica.

Approccio fisioterapico

Il fisioterapista può agire sul nervo frenico in modo mirato e globale: educazione alla respirazione diaframmatica, tecniche manuali per liberare il torace e migliorare la mobilità del diaframma, mobilizzazione cervicale dolce (zona di origine del nervo), trattamento fasciale del torace, diaframma e pavimento pelvico, esercizi posturali integrati per armonizzare respirazione e allineamento.

E, come diciamo sempre ai pazienti: “non serve solo respirare, serve respirare bene.”

Conclusione

Il nervo frenico è il direttore d’orchestra del respiro. Lavora in silenzio, ma dirige ogni nota del tuo ritmo vitale.

Quando ti fermi un attimo, inspira e senti come tutto il corpo si muove insieme. Dietro quel gesto automatico, c’è lui, il nervo che ti tiene in vita.

Ci vediamo martedì prossimo su Neurolandia.. perché quando i nervi parlano, noi impariamo ad ascoltarli. 🤗

Nota bene

Anche se a Neurolandia i nervi parlano.. la diagnosi medica la fa il medico. Quindi, se i sintomi ti fanno compagnia da troppo tempo, ascolta i segnali e confrontati con un neurologo o uno specialista medico. Noi siamo qui per spiegarti come funzionano le cose, ma la cura parte sempre da una valutazione sanitaria. E spesso, il fisioterapista è proprio il primo professionista sanitario a intercettare quei segnali e indirizzare nel modo giusto. 👏

24/11/2025

Studio e pratico la disciplina oggi conosciuta come Qigong dal 1989, e il Taijiquan dal 1995, e dal 2001 ho iniziato a muovere i primi passi nell’insegnamento.
Non mi sento “arrivata”, mi piace molto conoscere altre discipline alla ricerca di radici comuni, di quel “fiume sotterraneo” che ha permesso e permette alla Tradizione di diffondersi e restare viva.
Per questo, se vi sentite “Maestri”, depositari di verità assolute e inconfutabili, e ammantati di un’aura di inarrivabile sapienza, per quanto mi riguarda, potete pure tornarvene da dove siete venuti.

23/11/2025

Ed ecco qui il pavimento pelvico!
:)

Dal post“La schiena funziona così.Non è un muro. È un ponte.Decine di muscoli, multifido, lunghissimo, ileocostale, rota...
21/11/2025

Dal post
“La schiena funziona così.
Non è un muro. È un ponte.
Decine di muscoli, multifido, lunghissimo, ileocostale, rotatori, lavorano in silenzio per bilanciare ogni respiro, ogni passo, ogni pensiero.
Sono minuscoli fili di sicurezza che tengono la colonna viva e mobile, non rigida.
Eppure, quando la paura entra, smettiamo di fidarci del movimento. Ci irrigidiamo. E quei fili, tesi troppo a lungo, iniziano a far male.
Per chi non è del mestiere, il dolore alla schiena non viene solo dallo “stare storti”.
Spesso nasce dal tentativo di restare troppo fermi. La schiena non vuole forza: vuole libertà controllata.
E quindi?
Non “rinforzare la schiena”.
Rieduca il corpo a fidarsi di lei.
Perché un ponte rigido crolla, ma uno che oscilla.. regge tutto.
La schiena è fatta per danzare con la gravità.”

Hai mai visto un ponte sospeso oscillare nel vento? Da lontano sembra fragile, ma se lo attraversi capisci che è fatto per muoversi.
È proprio quel movimento che lo rende stabile.

La schiena funziona così.
Non è un muro. È un ponte.
Decine di muscoli, multifido, lunghissimo, ileocostale, rotatori, lavorano in silenzio per bilanciare ogni respiro, ogni passo, ogni pensiero.

Sono minuscoli fili di sicurezza che tengono la colonna viva e mobile, non rigida.

Eppure, quando la paura entra, smettiamo di fidarci del movimento. Ci irrigidiamo. E quei fili, tesi troppo a lungo, iniziano a far male.

Per chi non è del mestiere, il dolore alla schiena non viene solo dallo “stare storti”.
Spesso nasce dal tentativo di restare troppo fermi. La schiena non vuole forza: vuole libertà controllata.

Ogni piccolo muscolo in profondità, come il multifido, si accende a ogni respiro, a ogni sguardo, a ogni pensiero di difesa. Quando si spegne, la colonna perde il suo equilibrio naturale.

Per i colleghi: sistema dei muscoli erettori spinali e trasversospinali. Ruolo primario nel controllo fine segmentale e nella stabilità intervertebrale. Pattern comune: inibizione multifidale post-dolore lombare, aumento del tono paraspinale superficiale e rigidità compensatoria.

Obiettivo: riattivazione profonda, de-coattivazione superficiale, respirazione integrata.

E quindi?

Non “rinforzare la schiena”.
Rieduca il corpo a fidarsi di lei.
Perché un ponte rigido crolla, ma uno che oscilla.. regge tutto.

La schiena non è fatta per sopportare.
È fatta per danzare con la gravità.

Prova questo: stai in piedi, chiudi gli occhi e inspira lentamente. Senti la schiena che si muove? Se no, è solo spaventata.

Il mal di schiena non è un difetto di costruzione. È solo un ponte che ha dimenticato quanto è forte anche quando oscilla.

Post divulgativo a scopo educativo.
Non sostituisce la valutazione fisioterapica personalizzata.

20/11/2025

Indirizzo

Rome

Telefono

+393476590306

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