29/12/2022
Il periodo di Natale è vissuto da molti con estrema fatica perché ci porta a fare i conti con i nostri legami più stretti. C’è chi a tavola trova quiete, conforto e amore ma c’è anche chi fa di tutto per nascondere ferite che sono rimaste congelate. In questi giorni, tornano a trovarci le aspettative che sentiamo porre su di noi, la paura di non essere in grado di soddisfarle o la rabbia per non riuscire a disfarsene. Tornano le sedie vuote di qualcuno che non c’è più e torna quel sottofondo di mancanza che spesso tendiamo a zittire perché indaffarati. Tornano i giudizi e i commenti sul corpo e sulle scelte di vita. Tornano i figli che sono andati via di casa e che hanno lasciato la coppia, per la prima volta sola dopo tanto tempo, a chiedersi “chi siamo diventati nel frattempo?”. Tornano i figli che non si riescono ad avere e i sentimenti di perdita.
Natale è quel periodo in cui si sentono di più le tristezze, quel periodo in cui è più complicato metterle fuori la porta a tacere, quel periodo che mette in contatto, quasi forzato, con sé stessi e mette in guardia da quello che è emotivamente irrisolto, come a dire “è da qui che bisogna ripartire”.
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