D.ssa Federica Ligas

D.ssa Federica Ligas Psicologa - Psicoterapeuta

13/11/2025

Inadeguatezza o Solitudine?

Come terapeuta familiare, nei colloqui con i neogenitori, ascolto spesso testimonianze di una solitudine che troppo spesso confondono con la sensazione di non essere in grado, non essere all’altezza. La “diagnosi” che consegno loro in questi casi è:
“Non siete inadeguati, siete soli!”!

Essere genitori oggi significa confrontarsi con una realtà complessa, fatta di grandi aspettative e di pochi sostegni concreti.
La famiglia nucleare ha sostituito quella allargata, e la rete di aiuti, che un tempo proveniva dai nonni, dai parenti o dalla comunità, è spesso fragile o assente.
Molte coppie affrontano, così, la nascita di un figlio in un contesto di isolamento relazionale e di crescente pressione individuale di cui spesso non si rendono contro.
In questa cornice, il rientro al lavoro dei genitori rappresenta uno dei paradossi più evidenti della genitorialità contemporanea.
Le politiche sociali e le pressioni culturali, ad esempio, spingono la madre ad un ritorno all’efficienza lavorativa entro 5 mesi dal parto, ma ciò si scontra con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che suggerisce un allattamento al seno esclusivo per almeno sei mesi.
Come rispondere a una richiesta così contraddittoria?
Spesso con un conflitto interiore che genera senso di colpa, inadeguatezza e stress — emozioni che iniziano già nei mesi che precedono il rientro a lavoro e che incidono sul benessere psicologico della donna.
Anche il ruolo paterno resta imprigionato in un nuovo paradosso, ai padri di oggi si chiede di essere empatici, attenti e presenti, ma non viene offerto loro il tempo reale per esserlo davvero. I congedi restano brevi, quasi simbolici, e questo impedisce una vera condivisione della cura — in tutte le sue dimensioni, pratiche ed emotive.
Il risultato è una coppia genitoriale spesso strozzata dal senso di inadeguatezza, generato dallo scontro tra aspettative e realtà, che finisce per riversare la frustrazione nel solo contenitore rimasto: la relazione di coppia.

COSA FARE?
Per prima cosa apriamo una riflessione critica sulle richieste ambientali e mettiamoci in ascolto dei bisogni nostri e del nostro bambino per poter fare, dove possibile, una scelta più serena e consapevole.
Cerchiamo nel nostro contesto di vita, tutte le risorse emotive e strutturali per affrontare le sfide quotidiane con maggiore fiducia e serenità consapevoli che, crescere un bambino non è un compito individuale, ma una responsabilità comune che richiede il supporto della collettività.

08/11/2025

Il registro elettronico: A Family Affair

Il registro elettronico è ormai parte integrante della vita scolastica di tutti.
Comodo, veloce, trasparente. Ma, come spesso accade, anche ciò che nasce con buone intenzioni può avere qualche effetto collaterale.
Sempre più spesso ascolto le preoccupazioni di genitori iperinvestiti nella vita scolastica dei figli: controllano quotidianamente voti, note, compiti assegnati, contenuti delle lezioni… un’attenzione che, a volte, rischia di trasformarsi in ipercontrollo.
Questa finestra costantemente spalancata, invece di favorire la necessaria autonomia e la chiara demarcazione dei confini tra il sistema Familiare e quello Scolastico, rischia di diventare una lente d’ingrandimento dell’Ansia: basta un decimale in più o in meno su quel numero per modificare umori familiari e autostima personale.
Non c’è più spazio privato, non c’è tempo per l’attesa: tutto è condiviso in tempo reale.
Ogni voto, ogni insuccesso perde la sua connotazione personale per diventare fatto pubblico.
Così, i ragazzi vengono privati di quel tempo e di quello spazio interiore necessari per far maturare le emozioni, trasformare la colpa in responsabilità e sviluppare strategie di autocorrezione, fondamentali per la crescita e l’autonomia.

Un altro punto che mette a dura prova i pomeriggi delle famiglie, riguarda la gestione dei compiti caricati sul registro elettronico.
Da un lato, le linee guida sanitarie sconsigliano l’uso dei dispositivi elettronici in età evolutiva, evidenziandone l’impatto su attenzione e sviluppo cognitivo.
Dall’altro, fin dalla scuola primaria, compiti, materiale didattico e comunicazioni sono accessibili solo tramite registro, quindi da tablet o cellulare.
E allora?
Cosa deve fare il "Bravo Genitore"?
Dare il telefono al bambino, favorendo l’autonomia ma esponendolo a distrazioni?
O negarglielo, proteggendolo ma limitandone la possibilità di gestirsi da solo?
Ecco il paradosso educativo di questo tempo:

“Devi essere autonomo, ma non puoi farlo da solo.”

Il registro elettronico è solo la punta di un iceberg su cui è sempre più necessario aprire una riflessione per ripensare agli strumenti e alle funzioni del contesto scolastico, per ridare centralità alla relazione educativa docente-alunno.
La scuola non può diventare solo un flusso di dati e notifiche: ha bisogno di spazi di fiducia, di attese, di silenzi, di sguardi...perché ogni ragazzo cresce davvero quando incontra occhi che lo Vedono, non che lo Invadono.

Indirizzo

Viale Jonio 389
Rome
00141

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00

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