14/12/2020
Infodemia.
Caro ........, verrebbe voglia di non risponderti, tanto è inutile. Ma io ti voglio bene e non smetterò di parlarti solo perchè sostieni che la terra è piatta. E' difficile farsi una idea abbastanza obiettiva di tutta questa vicenda Covid. Ci sono tante interferenze e te ne elenco qualcuna. Prima di tutto il narcisismo. Ad un occhio esercitato non sfugge il bisogno di tanti "esperti" di gratificare il proprio narcisismo, con affermazioni che danno risalto, anche se non sono "scientificamente" accurate. E questo è il primo filtro da applicare ascoltando dichiarazioni per cercare di avere una idea più veritiera della situazione. Secondo: i bisogni personali. Il nostro cervello è costruito per credere quello che desidera credere, e conseguentemente filtra le informazioni in ingresso scegliendo quelle che sostengono le nostre credenze, non importa se "vere" o no. Questo è il meccanismo che consente alle fake news, anche più "sfacciate", di essere credute. Terzo filtro, i nostri bisogni. Sono funzione della nostra storia, nel bene e nel male e quindi, per esempio, se nella mia storia personale ci sono ragioni che mi fanno sospettare dell'autorità in generale, qualunque essa sia, tenderò a vedere sempre e comunque un secondo fine nelle affermazioni di chi ha un ruolo di potere. Quarto filtro: il tifo. Questo riguarda il nostro bisogno di appartenere, iscritto nel nostro DNA sotto forma di un processo di sopravvivenza che si chiama attaccamento. Essere tifosi è un serio problema per la ricerca della "verità", ci sarà sempre un fuorigioco o un rigore regalato se tifiamo per una squadra, e questa "verità" la condivideremo e la rafforzeremo con i nostri amici di club, non importa se vera o no. Vabbè, a parte la Juventus che è sfacciata!!! 😏. Questo solo per darti una idea di come sia difficile orientarsi verso l'oggettività, specie in un mondo che grazie alla tecnologia permette a chiunque di divulgare il proprio pensiero, non importa se ignorante, rabbioso, sinceramente creduto, o dolosamente "mentito". E così ci sono milioni di allenatori della nazionale, milioni di presidenti del Consiglio, milioni di virologi, milioni di analisti dati. Solo per ragionare sull'ultima affermazione: i dati. Altra credenza comune e che risente della tendenza del cervello di cui ti ho scritto sopra. I dati di per sè non sono oggettivi, ma vanno interpretati. E per saperli interpretare, eliminando i filtri personali e cioè quello che abbiamo bisogno di credere, bisogna studiare 5 anni all'università di statistica, e non basta. Ecco che ci sono anche altri milioni di interpreti dei dati. C'è un solo modo per avvicinarsi all'obiettività, bada bene, avvicinarsi non arrivarci: studiare, studiare, studiare. E' la cultura, intesa non solo come quantità di conoscenze/competenze, ma come digestione profonda di ciò che si impara. Così, ad esempio, è molto più facile di fronte ad una fake news, non riconoscere se è vera o no (a meno che non sia "sfacciata"), ma resistere al bisogno di crederla vera anche se in linea con i nostri bisogni, ed attivare un processo di ragionamento, e se necessario di ricerca, per verificarne la veridicità. Quanti milioni di esperti fanno questa "faticosa" operazione? A giudicare dall'orrore che vedo su Facebook (ma non ci vedo solo l'orrore per fortuna) mi sa che questa tesi non ha molti seguaci.