30/10/2020
In quanto enzima proteolitico, la bromelina è utilizzata nelle dispepsie, spesso in associazione con estratti pancreatici, ma il suo utilizzo principale è come antinfiammatorio e antiedematoso principalmente in ambito erboristico. È particolarmente utilizzato nel trattamento degli stati infiammatori dei tessuti molli associati a trauma, nelle infiammazioni localizzate, specialmente in presenza di edema, e nelle reazioni tissutali postoperatorie. Come anti infiammatorio trova impiego anche ad alti dosaggi. La sicurezza dell'impiego della bromelina rispetto ad altri preparati ayurvedici (medicina orientale basata sull'uso delle erbe) antinfiammatori deriva dalla differenza nel suo meccanismo di azione: infatti laddove i FANS inibiscono la cicloossigenasi, bloccando la sintesi di prostaglandine, la bromelina "dirotta" questa sintesi, incrementando la produzione di prostaglandine ad attività antinfiammatoria a discapito di quelle ad attività pro-infiammatoria, in tal modo evitando il danno gastrointestinale tipico dei FANS[1]. Altre attività naturali della bromelina includono un'azione antitrombotica, un'attività ipotensiva e la capacità di solubilizzare le placche arterosclerotiche. È nota la sua capacità sinergica nelle terapie antibiotica e antitumorale. Per uso topico si sfrutta l'azione cheratolitica e di "pulizia" dei lembi di pelle morta in prossimità di ulcere e ustioni; da poco[utilizzare riferimenti temporali assoluti] in Italia sono stati messi in commercio preparati erboristici a base di bromelina per uso topico. Un utilizzo collaterale della bromelina sfrutta la sua proprietà antidiarroica, tramite inattivazione temporanea dei recettori intestinali delle tossine batteriche. Il settore erboristico, date le succitate funzioni svolte dalla bromelina, risulta quello di maggior impiego del citato estratto.