Giulia Di Terlizzi psicologa, tutor DSAp, BES e ADHD

Giulia Di Terlizzi psicologa, tutor DSAp, BES e ADHD Psicologa iscritta all’Ordine degli Psicologi della Toscana n.9673, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale in formazione.

Mi occupo di sostegno psicologico per bambini, adolescenti ed adulti.

03/07/2025

"Teoria e clinica dell'alleanza terapeutica"- Giovanni Liotti e Fabio Monticelli
02/07/2025

"Teoria e clinica dell'alleanza terapeutica"- Giovanni Liotti e Fabio Monticelli

30/05/2025

Le nostre emozioni possono essere a tono positivo o negativo, e queste ultime alcune volte vorremmo proprio non provarle. Infatti sentire rabbia, tristezza o disgusto non è certo piacevole. Ma in realtà svolgono tutte delle funzioni importanti!
Scopri di più nella nostra infografica! Il testo è a cura della dott.ssa Sara Bui (https://centriclinicitages.it/professionisti/sara-bui)

30/05/2025

Per essere davvero assertivi nelle nostre comunicazioni e nei nostri atteggiamenti, dobbiamo partire per prima cosa da dei "diritti" - che valgono sia per noi che per gli altri. Scopri di più nell'infografica a cura della dott.ssa Sara Martinelli (psicologa psicoterapeuta).

www.centriclinicitages.it

Il buffo decalogo del serio lavoro dello psicoterapeuta- Roberto Lorenzini1.Ascoltate il paziente, mettetevi nei suoi pa...
24/04/2025

Il buffo decalogo del serio lavoro dello psicoterapeuta- Roberto Lorenzini

1.Ascoltate il paziente, mettetevi nei suoi panni, sentite quello che lui sente.
2.Esprimetegli solidarietà sulla sua sofferenza, va presa sul serio; anche se per voi è una sciocchezza lui ci soffre.
3.Dimenticatevi di voi, non state a osservare se state facendo bene o male, pensate a lui, al suo modo di causarsi sofferenza.
4.Cercate di capire non solo quello che dice ma soprattutto il punto di vista dal quale lo dice: è questo che lui spesso ignora.
5.Cercate di capire qual è il suo progetto esistenziale, gli scopi terminali, le cose per lui irrinunciabili e poi ditegli quanto avete capito, pronti a cambiare idea, a raddrizzarla o buttarla nel cestino se lui non è d’accordo. E allora cercatene insieme un’altra: lui ne sa di sé stesso più di voi e occorre essere d’accordo.
6.Dategli la mano per esplorare scenari diversi con il vostro aiuto, spiegandogli che non necessariamente quello che ha creduto fino a quel momento è vero o utile per lui. Criticate il modo in cui se lo è messo in testa e fategli sperimentare alternative.
7.Vogliategli bene, nel senso più pieno del termine. Si può aiutare solo se vogliamo il bene della persona che abbiamo di fronte e se crediamo che possa farcela. Se non adottiamo i suoi scopi o se pensiamo che non ce la farà diventiamo iatrogeni. Non è una colpa ma bisogna passare la mano.
8.Non vi preoccupate di voi, male non potete farne. Siamo molto più ininfluenti di quanto pensiamo. Fra qualche anno le nostre colpe minute, i nostri minuscoli successi, i libri scritti, le cattedre conquistate, i soldi fatti saranno del tutto cancellati. Se qualcosa resterà sarà solo nella memoria delle persone che abbiamo amato, e anche questa per poco.
9.Non vi preoccupate delle diagnosi delle persone che avete di fronte, guardate alla loro originalità e ricchezza e non solo a quello che non funziona.
10.Fatevi curare dai vostri pazienti, (senza pagarli naturalmente) perché le emozioni che vi suscitano vi danno continuamente degli stimoli per la riflessione su di voi e una spinta verso il cambiamento.

24/04/2025

Il buffo decalogo del serio lavoro dello psicoterapeuta di Roberto Lorenzini

1.Ascoltate il paziente, mettetevi nei suoi panni, sentite quello che lui sente.
2.Esprimetegli solidarietà sulla sua sofferenza, va presa sul serio; anche se per voi è una sciocchezza lui ci soffre.
3.Dimenticatevi di voi, non state a osservare se state facendo bene o male (lo farete semmai dopo), pensate a lui, al suo modo di causarsi sofferenza.
4.Cercate di capire non solo quello che dice ma soprattutto il punto di vista dal quale lo dice: è questo che lui spesso ignora.
5.Cercate di capire qual è il suo progetto esistenziale, gli scopi terminali, le cose per lui irrinunciabili e poi ditegli quanto avete capito, pronti a cambiare idea, a raddrizzarla o buttarla nel cestino se lui non è d’accordo. E allora cercatene insieme un’altra: lui ne sa di sé stesso più di voi e occorre essere d’accordo.
6.Dategli la mano per esplorare scenari diversi con il vostro aiuto, spiegandogli che non necessariamente quello che ha creduto fino a quel momento è vero o utile per lui. Criticate il modo in cui se lo è messo in testa e fategli sperimentare alternative.
7.Vogliategli bene, nel senso più pieno del termine. Si può aiutare solo se vogliamo il bene della persona che abbiamo di fronte e se crediamo che possa farcela. Se non adottiamo i suoi scopi o se pensiamo che non ce la farà diventiamo iatrogeni. Non è una colpa ma bisogna passare la mano.
8.Non vi preoccupate di voi (se il punto 7 è rispettato), male non potete farne. Siamo molto più ininfluenti di quanto pensiamo. Fra qualche anno (lo dico per i più giovani tra voi) le nostre colpe minute, i nostri minuscoli successi, i libri scritti, le cattedre conquistate, i soldi fatti saranno del tutto cancellati. Se qualcosa resterà sarà solo nella memoria delle persone che abbiamo amato, e anche questa per poco. Non prendiamoci troppo sul serio!
9.Non vi preoccupate delle diagnosi ma delle persone che avete di fronte, guardate alla loro originalità e ricchezza e non solo a quello che non funziona. Pensate che il loro modo di essere è la soluzione più creativa che hanno trovato per sopravvivere: andrebbe protetta e valorizzata come espressione dell’adattabilità genetica e culturale dell’essere umano.
10.Fatevi curare dai vostri pazienti (senza pagarli naturalmente) perché le emozioni che vi suscitano vi danno continuamente degli stimoli per la riflessione su di voi e una spinta verso il cambiamento.

20/04/2025

Buona Pasqua dal Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi.

11/04/2025
Primavera 🌼 🌼 🌼
10/04/2025

Primavera 🌼 🌼 🌼

Nuovi arrivi
20/03/2025

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10/01/2025

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