24/08/2025
IA o psicoterapia? Sta girando sul web la storia di Sophie, una ragazza americana di 29 anni, che, in un momento di fragilità emotiva, ha cercato qualcuno che l'ascoltasse, sempre disponibile e accessibile, decidendo di confidarsi con un chatbot. L'IA conosce il mestiere, dopotutto ha accesso a tutta la letteratura presente in rete, e conosce come essere accattivante e gentile, sa sempre la risposta giusta. Ma è sufficiente? Nell'articolo de "La stampa" si legge: "non ha ucciso Sophie, ma l'intelligenza artificiale ha assecondato l'impulso di Sophie a nascondere il peggio, fingere di stare meglio e proteggere tutti dalla sua agonia" fino ad aiutare la ragazza a a scrivere la lettera d'addio. Manca il legame umano, l'empatia che può modulare le parole in base al ritmo della voce, al silenzio, al tentennamento, manca la relazione, quella relazione che può cogliere segnali che l'IA non è in grado di captare. Chiedere aiuto ad un professionista non è una forma di debolezza, ma di cura e ascolto verso se stessi.
Immagine dal web
https://www.lastampa.it/esteri/2025/08/22/news/suicidio_terapia_chatgpt-15279141/