23/10/2025
Ecco a voi un articolo super interessante 🧐😍 Buona lettura ☺️
𝐅𝐢𝐬𝐢𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐚 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐠𝐫𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐚𝐦𝐞: 𝐭𝐫𝐞 𝐜𝐢𝐫𝐜𝐮𝐢𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐢 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚𝐧𝐨
𝐋𝐚 𝐟𝐚𝐦𝐞 𝐨𝐦𝐞𝐨𝐬𝐭𝐚𝐭𝐢𝐜𝐚 è un riflesso di sopravvivenza che si attiva per ripristinare l’equilibrio energetico. Segnali 𝐚𝐟𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐭𝐢 dallo stomaco vuoto (distensione, vagale) e l’ormone 𝐠𝐡𝐫𝐞𝐥𝐢𝐧𝐚 stimolano neuroni ipotalamici GABAergici/AgRP; la vista/olfatto/calore del cibo inibiscono rapidamente AgRP (“sensory override”). 𝐋𝐚 𝐬𝐚𝐳𝐢𝐞𝐭𝐚̀ procede per stadi: precoce (meccanocettori gastrici), intermedia (𝐂𝐂𝐊, 𝐆𝐋𝐏-𝟏, 𝐏𝐘𝐘), tardiva (aumento di amminoacidi, 𝐠𝐥𝐮𝐜𝐨𝐬𝐢𝐨 𝐞 𝐢𝐧𝐬𝐮𝐥𝐢𝐧𝐚).
𝐋𝐚 𝐟𝐚𝐦𝐞 𝐞𝐝𝐨𝐧𝐢𝐜𝐚 prescinde dal bisogno calorico: i circuiti di 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐦𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚 cortico-limbici (dopamina, oppioidi endogeni, orexina) possono 𝐬𝐜𝐚𝐯𝐚𝐥𝐜𝐚𝐫𝐞 l’omeostasi, specie in ambienti “obesogenici” (alta disponibilità, marketing, basso costo di cibi iper-palatabili). Lo strumento 𝐏𝐨𝐰𝐞𝐫 𝐨𝐟 𝐅𝐨𝐨𝐝 𝐒𝐜𝐚𝐥𝐞 (𝐏𝐅𝐒) quantifica il “potere” dello stimolo edonico: predice attenzione verso cibi palatabili e impulsi di discontrollo, ma non sempre l’assunzione effettiva o il BMI.
𝐋𝐚 𝐟𝐚𝐦𝐞 𝐦𝐢𝐜𝐫𝐨𝐛𝐢𝐨𝐭𝐚-𝐠𝐮𝐢𝐝𝐚𝐭𝐚 suggerisce che metaboliti e peptidomimetici microbici modulino fame/sazietà: 𝐒𝐂𝐅𝐀 (acetato, propionato, butirrato) possono sia stimolare segnali omeostatici (via FFAR3/GPCR41) sia 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐫𝐞 la sazietà (via FFAR2/GPCR43 → GLP-1, PYY, insulina, leptina); 𝐢𝐧𝐝𝐨𝐥𝐨 facilita GLP-1; 𝐆𝐀𝐁𝐀 𝐦𝐢𝐜𝐫𝐨𝐛𝐢𝐜𝐨 𝐞 𝐂𝐥𝐩𝐁 (mimetico α-MSH) interagiscono con i circuiti ipotalamici. Evidenza clinica ancora eterogenea.
𝐍𝐨𝐭𝐚 𝐬𝐮 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐮𝐥𝐭𝐢𝐦𝐨 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐨: molte prove derivano da modelli animali. Gli studi studi trasversali piccoli e trial con risultati contraddittori. Extrapolazioni all’uomo devono ancora essere caute.
𝐈𝐦𝐩𝐥𝐢𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐜𝐥𝐢𝐧𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐞 𝐭𝐞𝐫𝐚𝐩𝐞𝐮𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞
- La distinzione tra fame (omeostatica) e appetito/food wanting (edonica) è cruciale nella pratica ambulatoriale per impostare interventi nutrizionali e comportamentali personalizzati.
- I GLP-1 RA riducono la fame e favoriscono calo ponderale e benefici cardiometabolici; tuttavia l’uso cosmetico/adolescenziale senza indicazione medica comporta rischi (squilibri energetici, impatto su crescita/affaticabilità). Serve selezione clinica, monitoraggio e integrazione con cambiamento dello stile di vita.
- Sul fronte microbiota, interventi con pre/pro/sinbiotici mostrano segnali contrastanti: alcuni trial indicano aumento di PYY/GLP-1 e riduzione dell’intake con inulina/oligofruttosio negli adulti, mentre in età pediatrica gli esiti ormonali divergono. Nessuna “pillola” microbiotica può oggi sostituire dieta e comportamento.
𝐃𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐢𝐬𝐢𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐥𝐢𝐧𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐝𝐢𝐬𝐭𝐮𝐫𝐛𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐚𝐫𝐞
La disregolazione dei circuiti si manifesta lungo uno spettro che va dall’anoressia nervosa (iper-adattamento alla restrizione con paradosso di ghrelina elevata e possibile insensibilità recettoriale) all’iperfagia/obesità (iper-attivazione edonica in un ambiente permissivo). Anche qui, segnali di disfunzione del microbiota e della barriera intestinale sono plausibili contributori, ma non causali univoci.
𝐏𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐟𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢𝐬𝐭𝐚
1) 𝐌𝐚𝐩𝐩𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐭𝐢𝐩𝐨/𝐢 𝐝𝐢 𝐟𝐚𝐦𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐯𝐚𝐥𝐞𝐧𝐭𝐞 (omeostatica, edonica, microbiota-modulata) guida la strategia: timing/capienza del pasto, gestione degli stimoli, igiene del sonno/stress, qualità della dieta (fibra fermentescibile, proteine di qualità).
2) 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐞𝐭 𝐟𝐚𝐫𝐦𝐚𝐜𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐜𝐢: incretino-mimetici (GLP-1 RA) hanno un ruolo forte; altre vie (motilina, bitter tastants) sono promettenti ma meno consolidate.
3) 𝐌𝐢𝐜𝐫𝐨𝐛𝐢𝐨𝐭𝐚: puntare su modulazione dietetica (fibre, legumi, varietà vegetale) prima di integrare; interpretare con prudenza claim su “ceppi anti-fame”.
𝐏𝐞𝐫 𝐢 𝐩𝐚𝐳𝐢𝐞𝐧𝐭𝐢 : “𝐓𝐫𝐞 𝐭𝐢𝐩𝐢 𝐝𝐢 𝐟𝐚𝐦𝐞, 𝐭𝐫𝐞 𝐦𝐨𝐬𝐬𝐞 𝐩𝐫𝐚𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞”
1) 𝐅𝐚𝐦𝐞 𝐝𝐚 𝐛𝐢𝐬𝐨𝐠𝐧𝐨 (𝐨𝐦𝐞𝐨𝐬𝐭𝐚𝐭𝐢𝐜𝐚): se lo stomaco brontola, rispondi con struttura: un pasto regolare con proteine (uova, pesce, legumi), fibra e volumi (verdure, zuppe) fa arrivare prima la sazietà e la rende più duratura. Aspetta 10–15 minuti prima del bis: la testa raggiunge lo stomaco.
2) 𝐅𝐚𝐦𝐞 𝐝𝐢 𝐭𝐞𝐬𝐭𝐚 (𝐞𝐝𝐨𝐧𝐢𝐜𝐚): se “ti chiama” il dolce dopo aver già mangiato, cambia contesto (esci, lava i denti, fai due rampe di scale), riduci l’esposizione a snack in vista e usa la regola “porzione piccola, gusto pieno”: assaggia consapevolmente, non sgranocchiare distratto.
3) 𝐅𝐚𝐦𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐦𝐢𝐜𝐫𝐨𝐛𝐢𝐨𝐭𝐚: nutri i batteri “buoni” con dieta mediterranea ricca di fibre (verdure, frutta, legumi, cereali integrali) e aggiungi fermentati (yogurt, kefir) se tollerati; limita ultra-processati e zuccheri.
𝐿𝑒 𝑝𝑖𝑙𝑙𝑜𝑙𝑒 “𝑚𝑖𝑟𝑎𝑐𝑜𝑙𝑜𝑠𝑒” 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑜𝑠𝑡𝑖𝑡𝑢𝑖𝑠𝑐𝑜𝑛𝑜 𝑢𝑛𝑜 𝑠𝑡𝑖𝑙𝑒 𝑑𝑖 𝑣𝑖𝑡𝑎 𝑟𝑒𝑔𝑜𝑙𝑎𝑟𝑒 (𝑠𝑜𝑛𝑛𝑜, 𝑚𝑜𝑣𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜).
𝑳𝒂 𝒇𝒂𝒎𝒆 𝒆̀ 𝒖𝒏 𝒇𝒆𝒏𝒐𝒕𝒊𝒑𝒐 𝒆𝒎𝒆𝒓𝒈𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒅𝒊 𝒕𝒓𝒆 𝒄𝒊𝒓𝒄𝒖𝒊𝒕𝒊 𝒊𝒏𝒕𝒆𝒓𝒄𝒐𝒏𝒏𝒆𝒔𝒔𝒊: 𝒐𝒎𝒆𝒐𝒔𝒕𝒂𝒕𝒊𝒄𝒐 (𝒏𝒆𝒄𝒆𝒔𝒔𝒊𝒕𝒂̀), 𝒆𝒅𝒐𝒏𝒊𝒄𝒐 (𝒑𝒊𝒂𝒄𝒆𝒓𝒆/𝒄𝒐𝒏𝒕𝒆𝒔𝒕𝒐), 𝒎𝒊𝒄𝒓𝒐𝒃𝒊𝒐𝒕𝒂-𝒈𝒖𝒊𝒅𝒂𝒕𝒐 (𝒎𝒆𝒕𝒂𝒃𝒐𝒍𝒊𝒕𝒊/𝒔𝒆𝒈𝒏𝒂𝒍𝒊). 𝑪𝒂𝒑𝒊𝒓𝒆 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒆 𝒄𝒊𝒓𝒄𝒖𝒊𝒕𝒐 𝒅𝒐𝒎𝒊𝒏𝒂 𝒏𝒆𝒍 𝒔𝒊𝒏𝒈𝒐𝒍𝒐 𝒑𝒂𝒛𝒊𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒑𝒆𝒓𝒎𝒆𝒕𝒕𝒆 𝒊𝒏𝒕𝒆𝒓𝒗𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒎𝒊𝒓𝒂𝒕𝒊—𝒏𝒖𝒕𝒓𝒊𝒛𝒊𝒐𝒏𝒂𝒍𝒊, 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒂𝒍𝒊 𝒆, 𝒒𝒖𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒊𝒏𝒅𝒊𝒄𝒂𝒕𝒐, 𝒇𝒂𝒓𝒎𝒂𝒄𝒐𝒍𝒐𝒈𝒊𝒄𝒊 (𝒎𝒆𝒅𝒊𝒄𝒐) 𝒆𝒗𝒊𝒕𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒂𝒑𝒑𝒓𝒐𝒄𝒄𝒊 “𝒕𝒂𝒈𝒍𝒊𝒂 𝒖𝒏𝒊𝒄𝒂”.
𝐁𝐢𝐛𝐥𝐢𝐨𝐠𝐫𝐚𝐟𝐢𝐚
1) 𝑩𝒆𝒓𝒕𝒉𝒐𝒖𝒅 𝑯𝑹, 𝑴𝒖̈𝒏𝒛𝒃𝒆𝒓𝒈 𝑯. 𝑻𝒉𝒆 𝑷𝒉𝒚𝒔𝒊𝒐𝒍𝒐𝒈𝒚 𝒐𝒇 𝑯𝒖𝒏𝒈𝒆𝒓. 𝑵 𝑬𝒏𝒈𝒍 𝑱 𝑴𝒆𝒅. 2025;392(6):501-514. 𝒅𝒐𝒊:10.1056/𝑵𝑬𝑱𝑴𝒓𝒂2401001
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