Dott.ssa Lara De Mizio - Psicologa

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29/11/2022

È il 1990 a Baltimora, Maryland. Un giorno la maestra d'asilo convoca d'urgenza mamma Deborah, per tutti Debbie.
"Michael non riesce a stare seduto, non sta mai tranquillo, non riesce a focalizzare" dice la maestra.
"Forse è solo annoiato" risponde Debbie.
"Impossibile. Si rassegni, semplicemente suo figlio non è dotato, non sarà mai in grado di focalizzarsi su nulla" sentenzia la donna senz'appello.

Il bambino in questione, quel Michael, di cognome fa Phelps, ha 5 anni, è cresciuto senza padre in una famiglia interamente femminile, insieme alla madre e alle due sorelle, e fino a quel momento non ha quasi mai messo piede in una piscina. Quando lo fa per la prima volta, è talmente terrorizzato all'idea di ba****si la faccia, che l'istruttore è costretto a insegnargli il dorso. Michael ha un talento innato, ma discontinuo. A scuola non va meglio. Tutte le sue insegnanti ripetono a Debbie sempre le stesse cose: "Non riesce a concentrarsi in nessun compito", "non è portato per questa o quella materia", "infastidisce il compagno di banco". Debbie allora decide di sottoporlo a una visita specialistica. La diagnosi è chiara: ADHD o DDAI, meglio noto come Disturbo da deficit di attenzione/iperattività.

Ma Debbie, oltre ad essere una mamma, è anche insegnante e preside. E si mette in testa di dimostrare a tutti che sbagliano. "Sapevo che, se avessi lavorato duro con Micheal, lui avrebbe potuto raggiungere tutti gli obiettivi che si fosse prefissato.” Lavora a stretto contatto con le insegnanti di Michael e, ogni volta che una di loro le dice "non riesce a fare questo", lei risponde: "Bene, cosa possiamo fare per aiutarlo?" Di fronte alle sue difficoltà con la matematica, gli trova un tutor e un metodo che susciti l'interesse di Michael, con problemi di questo tipo: “Quanto tempo impieghi a nuotare per 500 metri se nuoti ad una velocità di 3 metri al secondo?”.

Trasforma i limiti di suo figlio in opportunità. Ogni volta che lui ha uno scatto di rabbia o di frustrazione in piscina, lei dagli spalti gli fa un segnale convenzionale a forma di C che, nel loro linguaggio privato, significa "Ricomponiti".

Michael migliora a scuola, mentre in vasca è già un piccolo squalo: a 11 anni, è più forte e veloce di qualsiasi altro suo coetaneo che abbia mai nuotato negli Stati Uniti. Debbie viene, allora, convocata per il secondo colloquio più importante della vita di Michael. Questa volta non è una maestra d'asilo ma il suo allenatore, Bob Bowman. È il maggio del 1996.

"Signora, ora le dico cosa succederà" esordì. "Nel 2000 Michael parteciperà ai Trials olimpici. Non so se conquisterà la convocazione, ma sicuramente farà parlare di sé. E nel 2004 sarà senza dubbio un atleta che vincerà delle medaglie olimpiche. E saremo solo all’inizio”.

Bob sbagliava. Nel 2000, a Sydney, non solo Michael si qualificherà nei 200 metri farfalla, ma raggiungerà la finale, classificandosi al quinto posto, sfiorando il podio e una medaglia. Aveva 15 anni appena compiuti. Da quel giorno, per i successivi 16 anni, Phelps conquisterà 83 medaglie, di cui 66 d'oro, 28 olimpiche, 33 iridate, in otto diverse discipline, diventando, nel 2008 a Pechino, l'atleta con più ori (otto) in una sola edizione della storia dei Giochi e, per distacco, il nuotatore più vincente di ogni tempo, oltre a uno degli sportivi più forti di ogni sport o epoca.

Quel campione inarrivabile e icona planetaria è stato un bambino con deficit dell'attenzione diagnosticato, come decine di milioni di altri bambini come lui in tutto il mondo. Con la sola fortuna di avere avuto al suo fianco una donna e una professionista che non lo ha mai giudicato, né giustificato, ma lo ha spinto a ti**re fuori il proprio talento dove altri vedevano solo disturbi, disattenzione e iperattività. Avrebbe potuto rassegnarsi, come le aveva consigliato la sua prima maestra d'asilo. Invece Debbie ha deciso di fare qualcosa di molto più lungo e faticoso: credere in suo figlio.

Forse nessuno di quei milioni di bambini diventerà mai Michael Phelps - che importa? - ma dietro lo stigma di una diagnosi e di un giudizio senz'appello, ci sono persone con talenti e capacità fuori dal comune in qualunque ambito o professione. A volte quello che manca è solo qualcuno disposto a vederli e a riconoscerli. Una come Debbie Phelps, per esempio.

Come promesso una panoramica di ospiti nazionali e internazionali!
19/03/2022

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Sabato mattina. Formazione in psicoanalisi della relazione. Durante la giornata potrei fare altri post su chi saranno gl...
19/03/2022

Sabato mattina. Formazione in psicoanalisi della relazione. Durante la giornata potrei fare altri post su chi saranno gli ospiti, vi ho incuriositi?

11/12/2021

Abbiamo perso una grande occasione.
30/10/2021

Abbiamo perso una grande occasione.

Decenni di ricerche in campo psicosociale sottolineano chiaramente quanto l’assenza di una adeguata tutela da parte dello Stato nei confronti delle persone o...

09/04/2021

Condivido totalmente il contenuto del testo della Collega. Il Grave errore che il nostro Paese continua a portare avanti è che la salute psicologica abbia un valore inferiore rispetto a quella fisica. Il dolore ha tanti aspetti e sfaccettature che dovrebbero essere presi in carico così come le patologie fisiche.
Un paese civile che ancora non integra salute corporea e salute mentale, sarà un paese che avrà delle cicatrici invisibili, ma molto più profonde con possibili danni che avranno strascichi molto lunghi. Il nostro sistema sanitario sottovaluta e ignora la figura professionale degli psicologi, riducendo, spesso, a pseudoscienza le nostre teorie e i nostri orientamenti, non garantendo in tutte le strutture l’accesso al colloquio psicologico e la continuità con lo stesso professionista, come, invece, garantiamo nella nostra libera professione.
Io sono a metà del viaggio della vaccinazione e non penso di aver tolto una fiala ai nonnini perché lavorando con categorie fragili, penso, invece, di aver tutelato i miei clienti/pazienti.

Io ci rifletterei.
L. De Mizio

02/04/2021

Oggi è la giornata a ricordo che i   sono un   reale e spesso sottovalutato. I   non colpiscono solo     ma anche  . Par...
15/03/2021

Oggi è la giornata a ricordo che i sono un reale e spesso sottovalutato. I non colpiscono solo ma anche . Parlarne con della può aiutare a non trasformare in un questa problematica. #2021

La competenza femminile nel mondo del lavoro può e deve essere fonte di ricchezza e una visione diversa, in modo partico...
11/02/2021

La competenza femminile nel mondo del lavoro può e deve essere fonte di ricchezza e una visione diversa, in modo particolare, nel mondo , settore che da poco si sta veramente aprendo al !

La diversità è fonte di ricchezza e bellezza.
05/02/2021

La diversità è fonte di ricchezza e bellezza.

In occasione della settima dell’allattamento naturale vorrei condividere alcune righe per affrontare una tematica ad ogg...
02/10/2020

In occasione della settima dell’allattamento naturale vorrei condividere alcune righe per affrontare una tematica ad oggi molto calda dove spesso sono elargiti consigli derivati solo da esperienza personale e poca scientificità.

Il bambino nasce naturalmente predisposto alla suzione, infatti, già da sesto mese di gestazione si può osservare la messa in atto di questo comportamento. La suzione in questo particolare periodo di vita, non ha scopo nutritivo poiché il bambino non ha bisogno di nutrirsi per via orale, ha però una funzione di “allenamento” muscolare.

Lo studio della funzione dell’allattamento è stata al centro della ricerca medica e psicologica per molto tempo, in particolare, è stata studiata la relazione madre-bambino. Prima degli studi sistematici si è sempre preferita una visione più naturalistica dell’allattamento privilegiando il soddisfacimento del bisogno nutritivo, ma studi degli anni 50 hanno sottolineato anche l’importanza della funzione relazionale tra genitore e figlio.

Il periodo dell’allattamento è un momento privilegiato tra madre-bambino dove si ha un forte contatto pelle a pelle e dove il bambino può soddisfare diversi bisogni: il principale obiettivo è il soddisfacimento del bisogno nutritivo, così come sostengono le teorie naïf, ma ulteriori e più moderni studi affermano che durante l’allattamento si ha una prolificazione neurale.

Le nuove tecniche di neuroimaging hanno evidenziato questo fenomeno che è correlato al tipo di relazione strettamente diadica tra bambino e genitore allattante. Gli stessi effetti sono stati riscontrati con l’uso del biberon. Ovvero, la prolificazione neurale è maggiormente attiva quando il bambino è accudito e l’attenzione è focalizzata direttamente a lui.

  Lo   nelle realtà scolastiche può essere una figura positiva che può favorire aspetti cruciali nella   dei ragazzi e d...
07/08/2020


Lo nelle realtà scolastiche può essere una figura positiva che può favorire aspetti cruciali nella dei ragazzi e delle ragazze, ma anche degli insegnanti e del personale scolastico per e riconoscere segnali di burn out.
Inoltre, in questa fase storica in cui siamo sottoposti ad un forte dovuto anche all’incertezza e alla poca chiarezza di informazioni fornite, avere la possibilità di una figura professionale dedita all’ascolto e alla comprensione degli stati , può essere utile per aiutare nell’adattamento/riadattamento del rientro o di un eventuale nuovo lockdown cercando di mantenere un elevato livello di della comunità scolastica.

Mentre ogni crisi è diversa, esiste una realtà comune che modella la ripresa: le crisi rivelano sempre sia i punti di forza che le vulnerabilità negli individui e nei sistemi. La rapidità con cui rispondiamo per rafforzare questi punti di forza e mitigare tali vulnerabilità è fondamentale. Men...

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