Dott.ssa Busiello Gabriella Psicologa_Psicoterapeuta

Dott.ssa Busiello Gabriella Psicologa_Psicoterapeuta Psicologa , psicoterapeuta cognitivo - comportamentale, esperta in neuropsicologia clinica

Immenso ❣️Sii come il mare …Buon week!!         #
23/08/2025

Immenso ❣️
Sii come il mare …
Buon week!!
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22/08/2025

Il ritorno alla routine quotidiana dopo le ferie può diventare un’occasione per conservare a lungo i benefici psicologici del riposo, purché avvenga con gradualità.

Alessandra Ruberto, Presidente dell'Ordine degli Psicologi del Molise e Tesoriere del CNOP, sottolinea l'importanza di non farsi travolgere subito dagli impegni. “Per prolungare i benefici delle vacanze, è fondamentale evitare il passaggio brusco dal ‘vuoto’ delle ferie al ‘pieno’ della quotidianità lavorativa. Dedicare tempo a sé stessi, fare attività fisica e coltivare le relazioni sociali sono tutte azioni chiave", spiega Ruberto.

In particolare, le persone più vulnerabili dal punto di vista psicologico o chi fatica a separare il lavoro dalla vita privata sono più a rischio di compromettere il proprio benessere.

Per questo, trovare un giusto equilibrio tra lavoro e vita personale è essenziale, così da non vanificare i benefici psicologici del riposo e favorire una transizione più serena verso la routine.

Leggi l'articolo 👉🏼 https://www.adnkronos.com/salute/benefici-delle-vacanze-la-psicologa-mantenerli-si-puo-con-sport-e-vita-sociale_32w5mwjskCOvAX0Gb2r9pS

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22/08/2025

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20/08/2025

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STORIE DI PSICOTERAPIA #36

“Il narcisismo silenzioso”
(“L’ego che si nasconde”)

Quando sentiamo parlare di narcisismo, ci viene subito in mente l’immagine di qualcuno vanitoso, arrogante, che vuole sempre stare al centro dell’attenzione. Ma quello è solo il lato più rumoroso del disturbo. Esiste un narcisismo che non alza mai la voce, che non si mette in mostra, ma che ferisce con la stessa precisione: il narcisismo covert.

Andrea lo incarnava perfettamente.
A vederlo, non avresti mai detto che fosse narcisista. Niente sorrisi plastificati, nessun selfie a petto n**o davanti allo specchio. Al contrario: era timido, riservato, apparentemente fragile. Con gli amici si dipingeva come “l’incompreso”, con la compagna come “il sensibile che soffre troppo”.

Quando venne in terapia, la sua frase d’apertura fu:
— Non capisco perché tutti mi deludono sempre. Io do tanto, ma alla fine mi ritrovo sempre solo.

Sembrava la vittima perfetta. Ma seduta dopo seduta, iniziò a emergere un meccanismo sottile: Andrea non parlava mai davvero di sé, non metteva mai in discussione i propri comportamenti. Aveva un talento incredibile nel farsi compatire, e nello stesso tempo nel far sentire gli altri colpevoli di non dargli mai abbastanza.

Il narcisista covert non ha bisogno di dominare con la forza. Manipola con la fragilità.
Ti dice: “Io non valgo nulla”, ma intanto ti chiede di dimostrargli continuamente che non è vero.
Si mette in disparte, ma si aspetta che tu lo venga a cercare.
Non urla mai, ma ti punisce con il silenzio.

Con la compagna, Andrea giocava questa partita quotidianamente. Se lei usciva con le amiche, lui si chiudeva in camera e spariva per ore. Se lei non gli scriveva messaggi durante il giorno, lui rispondeva freddo, lasciandola in ansia. Non diceva mai: “Ho bisogno di attenzioni”. Diceva: “Sei tu che non tieni abbastanza a me.”

Il lavoro in terapia non fu facile, perché Andrea era convinto di essere sempre dalla parte della ragione. La svolta arrivò quando lo invitai a riflettere:
— Andrea, se davvero sei sempre quello che soffre, e se tutti quelli che ti circondano finiscono per sentirsi sbagliati… sei sicuro che la parte fragile non sia, in realtà, la più potente delle tue armi?

Fu la prima volta che lo vidi spiazzato. Perché sì, era proprio così. Dietro la maschera della vulnerabilità, c’era un bisogno di controllo gigantesco. Non di apparire il migliore, ma di non sentirsi mai inferiore.

Il passo successivo fu insegnargli che il vero antidoto non era “convincere gli altri a restargli accanto”, ma imparare a reggere il vuoto, a non chiedere continuamente conferme. A restare in piedi senza dover manipolare la compassione altrui.

Oggi Andrea non è “guarito” nel senso magico del termine. Ma ha imparato a riconoscere quando quel lato covert si attiva. Sa che ogni volta che si chiude a riccio per punire, in realtà è la sua paura di non valere che gli sta parlando.

La lezione?
Il narcisismo non è solo l’urlo di chi vuole primeggiare. A volte è il sussurro di chi vuole sembrare più piccolo per costringerti a ingrandirlo.
La vera forza non è farsi compatire, ma imparare a stare in piedi senza chiedere agli altri di reggerti lo specchio.

Enrico Chelini

19/08/2025

«Fare psicoterapia è una cosa seria. Vuol dire affidare i propri dubbi e bisogni a un’altra persona competente, formata a questo scopo e che ha a cuore la tutela del paziente».

In un’intervista a La Stampa, la Presidente del CNOP, Maria Antonietta Gulino, avverte che i chatbot terapeutici non possono sostituire l’incontro umano tra psicologo e paziente. «L’Intelligenza artificiale non ha i requisiti. Per cui non solo è inutile, ma può addirittura causare un peggioramento del disagio».

Il fascino della disponibilità 24 ore su 24, osserva Gulino, è solo apparente: «Quando si fa psicoterapia anche l’attesa è importante nella ricerca della risposta a un bisogno. La richiesta immediata di un riscontro non è sempre positiva. Spesso lo psicoterapeuta non dà risposte, ma accompagna a rimanere nel dubbio».

A preoccupare è soprattutto il rischio di banalizzare i vissuti dei più giovani: «Le frasi fatte, ripetute e un po’ consolatorie, quasi come fossero pacche sulla spalla, non servono a risolvere un disagio.»

L’intelligenza artificiale, sottolinea la Presidente, non va demonizzata: «Abbiamo un gruppo di lavoro che si occupa di IA e nuove tecnologie per studiare come possiamo utilizzarla e integrarla nei percorsi terapeutici».

Per il CNOP la priorità rimane una: aumentare la presenza di psicologi e psicoterapeuti nel servizio pubblico, evitando che la diffusione dei chatbot crei un nuovo digital divide tra chi deve accontentarsi di servizi digitali insoddisfacenti e chi può permettersi un percorso privato.

Per leggere l'intervista 👉🏻 https://www.lastampa.it/cronaca/2025/08/19/news/psicoterapia_intelligenza_artificiale_psicologa_gulino-15274875/amp/

Mamma e Antonio …Un unico respiro!      #
16/08/2025

Mamma e Antonio …
Un unico respiro!
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16/08/2025

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Scegli con cura dove investire la tua energia e il tuo tempo!

C’è un’immagine che mi ronza in testa da tempo, un detto che colpisce come un pugno ben assestato: discutere con certe persone è come giocare a scacchi con un piccione. Puoi essere un grande maestro, con una strategia affinata da anni di studio, mosse calcolate al millimetro e una pazienza che farebbe invidia a un monaco zen. Ma il piccione? Lui non segue le regole. Salta sul tavolo, fa volare i pezzi, ti fissa con uno sguardo di sfida che sembra dire “ho vinto io” e poi se ne va, pavoneggiandosi come se avesse conquistato un regno. E tu resti lì, con la scacchiera in disordine e un senso di impotenza che brucia.
Di questi “piccioni” ne incontri ovunque: al lavoro, sui social, persino tra le persone che ami. Alcuni non riescono a seguire un ragionamento logico, persi in un groviglio di pensieri confusi. Altri brandiscono l’arroganza come un’arma, convinti che alzare la voce equivalga ad avere ragione. Poi ci sono quelli che hanno già deciso, ancor prima di aprire bocca, che non ascolteranno mai. E sai qual è la verità più scomoda? Non è tuo compito, né mio, convincerli. È come provare a insegnare a un sasso a galleggiare: puoi sprecare tutto il fiato che hai, ma alla fine resterà fermo, inamovibile, sul fondo del fiume.
Con gli anni ho imparato una lezione che pesa come un macigno, ma che libera l’anima: con certe persone, semplicemente, non si vince. Non importa se hai un arsenale di fatti, dati, prove inconfutabili. Non importa se le tue intenzioni sono limpide come l’acqua di sorgente o se la verità è così evidente da sembrare scolpita nella pietra. Troveranno sempre un modo per distorcere le tue parole, ribaltare la realtà, trasformare una discussione in un circo. È come giocare a carte con un baro incallito: puoi essere il migliore del tavolo, ma la partita è truccata fin dalla prima mano.
Allora, cosa fai quando ti trovi davanti a un “piccione da scacchiera”? La tentazione è quella di insistere, di alzare la voce, di combattere per dimostrare che hai ragione. Ma la vera saggezza non sta nel vincere una battaglia già persa: sta nel riconoscere quando è il momento di smettere di giocare. Fai un passo indietro, magari con un sorriso ironico, saluta con garbo e vai per la tua strada. Non è una resa, ma una scelta consapevole. È la decisione di proteggere la tua energia, la tua serenità, la tua lucidità mentale da chi le succhia via senza scrupoli.
Scegliere le proprie battaglie non significa abbassare la testa o rinunciare ai propri principi. Significa avere la maturità di capire che la tua pace interiore è un tesoro troppo prezioso per essere dilapidato in discussioni sterili. La vera forza non si misura nel numero di avversari che riesci a zittire, ma nella capacità di non lasciarti trascinare nel loro caos. È un’arte sottile, quella di sapere quando vale la pena combattere e quando, invece, è meglio lasciar correre.
Impara a custodire ciò che ti fa stare bene: il tuo tempo, le tue emozioni, la tua chiarezza mentale. Non devi dimostrare nulla a chi ha già chiuso le orecchie e il cuore. Non sei obbligato a vincere ogni scontro per provare il tuo valore. A volte, il gesto più potente è voltare le spalle al tavolo da gioco, lasciando il piccione a crogiolarsi nella sua illusoria vittoria. Perché, alla fine, il vero trionfo è vivere con leggerezza, senza lasciarti appesantire da chi non sa e non vuole capire.

Enrico Chelini

15/08/2025

Nel tempo della pausa, riscopriamo il valore della libertà interiore: scegliere il silenzio, rallentare, prenderci cura di ciò che sentiamo.

Ferragosto non è solo un giorno di festa, ma anche un’occasione per riconnettersi con se stessi.
Il benessere psicologico passa anche da qui: dal diritto al proprio tempo.

13/08/2025

Lascia che il vento ti spettini i capelli… lascia il tuo porto sicuro , spiega le vele e punta a nuovi orizzonti !!! #

13/08/2025

«Vicende come quella di Gemona hanno un’origine e una storia troppo complesse per essere racchiuse in una relazione lineare di causa-effetto». Con queste parole la Dottoressa Eva Pascoli, Presidente dell’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia e Referente del Gruppo di Lavoro Sanità del CNOP, ha richiamato l’attenzione sulla necessità di uno sguardo più ampio e integrato davanti a episodi di violenza che colpiscono profondamente le comunità.

La riflessione nasce nel contesto del nuovo Piano Salute Mentale 2025-2030, al quale il CNOP ha contribuito con osservazioni e proposte di modifica su alcuni punti critici, frutto di un lavoro condiviso e approfondito. L’obiettivo è rafforzare la dimensione della salute psicologica, dando centralità a interventi preventivi, promozionali e psicosociali, affinché le persone possano contare su una rete di servizi accessibile, integrata e capace di intercettare bisogni emergenti.

«Luoghi aperti, accessibili, di accoglienza senza giudizio. Luoghi di possibilità, per la cittadinanza e per gli operatori stessi che ci lavorano. Prevenzione è anche avere cura dei Servizi: lo psicologo, per la sua capacità di creare modelli funzionali di interazione, promuovere comunicazioni più efficaci e relazioni più sane, ha un ruolo essenziale», conclude la Dottoressa Pascoli.

In questo spazio, sospeso tra l’inconcepibile e il piano di realtà, si colloca l’impegno per un approccio circolare, che riconosce come ciascuno sia parte di un processo condiviso. Un invito a “esserci” attivamente, come individui e come sistema, per costruire comunità più sicure, consapevoli e resilienti.

Per saperne di più 👉🏻 https://www.ansa.it/amp/canale_saluteebenessere/notizie/medicina/2025/08/13/psicologi-fvg-vicende-come-gemona-hanno-origine-complessa_59f8a149-d81b-4d09-86a5-ca9ee9e34dde.html

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