Dott.ssa Monica Pagano - Biologa Nutrizionista

Dott.ssa Monica Pagano - Biologa Nutrizionista Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Dott.ssa Monica Pagano - Biologa Nutrizionista, Nutrizionista, BiolabGamma, Via Cadorna, n. 3 Trieste, Trieste.

Posso aiutarti fare pace con il cibo, con la bilancia e con il tuo corpo e a comprendere come meglio ascoltare, accogliere e soddisfare i bisogni dell'organismo entrando in sintonia con esso. 💜 Mi occupo di EDUCAZIONE ALIMENTARE, VALUTAZIONE della COMPOSIZIONE CORPOREA e dello stato nutrizionale, oltre che mediante ESAME ANTROPOMETRICO, anche mediante ESAME BIOIMPEDENZIOMETRICO e ADIPOMETRICO. Inoltre mi occupo dell' elaborazione di PIANI ALIMENTARI PERSONALIZZATI per soggetti con sovrappeso, obesità, diabete, ipertensione, cardiopatie, ipercolesterolemia, dislipidemie, steatosi epatica, sindrome dell'ovaio policistico, calcolosi ...

Elaboro piani alimentari anche per soggetti allergici ed intolleranti, sportivi, donne in gravidanza, allattamento e menopausa. Inoltre mi occupo di nutrizione e alimentazione nell'ambito della PREVENZIONE di malattie, come quelle dell'apparato cardiocircolatorio, parkinson, infezioni dell'apparato urinario, calcolosi ...

Fare educazione alimentare e riabilitazione nutrizionale vuol dire studiare insieme il funzionamento del proprio corpo p...
05/11/2025

Fare educazione alimentare e riabilitazione nutrizionale vuol dire studiare insieme il funzionamento del proprio corpo per comprendere meglio e realmente i suoi bisogni e il suo modo di comunicare con noi.
Il nostro corpo è vivo, ogni giorno, grazie alle nostre azioni di cura nei suoi confronti.
Comprenderne il funzionamento non spetta solo ai professionisti sanitari e agli appassionati, ma è un diritto di ogni persona comune.
A me spetta il compito di rendere semplice questa comprensione ed efficace.

Fare quindi educazione alimentare non può ridursi a: dire cosa mangiare, quanto mangiare e come abbinare gli alimenti.
Io non ce la faccio a limitarmi a questo. So molto di più e so che ha un senso condividerlo con le persone che si affidano a me.
Credo nell'educazione terapeutica e nella responsabilizzazione delle persone. 💜

... molto più ampio di quanto si pensi. È un vero segnale, molto importante che merita di essere compreso. È sicuramente...
04/11/2025

... molto più ampio di quanto si pensi. È un vero segnale, molto importante che merita di essere compreso.

È sicuramente una richiesta comune. Infatti in quasi dieci anni di attività da biologa nutrizionista mi sono resa conto che era il desiderio più frequente, l'obiettivo della gran parte dei percorsi di rieducazione alimentare.

Molto spesso le mie orecchie hanno sentito queste espressioni: "Oggi sono qui perché sento che è arrivato proprio il momento di mettere un punto. Ho raggiunto il mio peso massimo, storico, e non va bene. Devo darmi una regolata e lei, Dottoressa, deve guidarmi e deve dirmi cosa devo e non devo mangiare. In questo modo io mi darò una regolata e l'idea che periodicamente dovrò tornare qui in studio da Lei per controllare il mio peso, mi stimolerà a tenere duro e raggiungere questo obiettivo a cui tengo molto. Solo se riuscirò a perdere peso sarò soddisfatta e fiera di me. Avrò dimostrato a me stessa e agli altri che ce la posso fare, anzi ce l'ho fatta."

Quanti volti rivedo in queste espressioni.❤️
Quante richieste di aiuto. 💜

Riflettiamo insieme.
In queste espressioni ci sono diversi punti critici che meritano attenzione, perché per quanto espressioni comuni, descrivono caratteristiche tipiche di un disturbo / disordine alimentare:

- desiderare di modificare il proprio corpo, considerandolo come se fosse un oggetto modellabile a proprio piacimento (ci immaginiamo ad esempio di voler pretendere di controllare e condizionare il numero di foglie e rami che un albero sviluppa?? o il numero di petali che un fiore emette?)

- mettere in atto dei comportamenti specifici, come la restrizione dietetica (mettersi a dieta), digiuno (salto dei pasti per compensare gli eventuali eccessi di un weekend)

- attribuirsi un valore personale in base alla capacità di controllare il corpo, il peso e le abitudini alimentari.

Dietro una semplice e comune (ancora troppo!) richiesta si nasconde una questione molto delicata e profonda: l'insoddisfazione del proprio corpo e un'idea sbagliata del valore di sè.

Questo desiderio dunque non è un semplice desiderio. Ma un probabile sintomo di un disagio, un problema serio. 💜

Sono molto felice di annunciarvi che sta per partire un bellissimo progetto:**Percorso di accompagnamento alla nascita**...
30/10/2025

Sono molto felice di annunciarvi che sta per partire un bellissimo progetto:
**Percorso di accompagnamento alla nascita** rivolto a tutte le mamme e coppie in attesa, indipendentemente dal periodo di gestazione.
È un percorso strutturato in 10 incontri. Di seguito il programma:

🌸per coppie
Incontro la gravidanza: Come cresce, si nutre e vive il mio bambino nella pancia?cambiamenti fisici, ormonali e emozionali della gravidanza. Alimentazione in gravidanza. (In collaborazione con Monica nutrizionista)
🌸per coppie
Incontro teorico sul travaglio e sul parto: ormoni, doglie, modificazioni del corpo della donna, competenze del neonato in travaglio ed alla nascita.
🌸per coppie
Incontro con esercizi pratici sul travaglio e sul parto: strumenti e risorse da sperimentare e portare nella "valigia" del parto per mamma, papà e bambino, strumenti per affrontare le doglie. (In collaborazione con Laura psicologa)
🌸per coppie
Incontro con esercizi pratici sul travaglio e sul parto: respirazione, vocalizzo, movimento, massaggio, visualizzazioni e buon posizionamento del bambino nella pancia.
🌸per mamme
Incontro teorico pavimento pelvico: cos'è, come funziona, consapevolezza del proprio corpo e di come si modifica per accogliere il vostro bambino. (In collaborazione con Claudia osteopata)
🌸per mamme
Incontro pratico pavimento pelvico: massaggio ed esercizi per preparare il perineo al parto e per il recupero nel dopo parto.
🌸per coppie
Incontro allattamento al seno o artificiale vantaggi e svantaggi, segnali di una buona ed efficace alimentazione del neonato, s.o.s.disturbi e problemi in allattamento.
🌸per coppie
Incontro dalla diade alla triade: variazioni sulla vita di coppia in chiave emotiva, relazionale e sessuale. (In collaborazione con Liliana psicoterapeuta e psicosessuologa)
🌸per coppie
Incontro bisogni e cura del neonato. Cosa serve veramente ad un neonato?
🌸per coppie
Incontro Cura e ripresa del corpo della donna dopo il parto (cambiamenti fisici, emotivi, cicatrici, attività fisica) e quali informazioni possono essere utili se bisogna ricorrere ad un taglio cesareo?e se richiedi l'epidurale?

💜

A cosa dovrebbero servire? A controllare il modo in cui si mangia? A darsi una regolata?Piano alimentare e dieta sono gl...
29/10/2025

A cosa dovrebbero servire? A controllare il modo in cui si mangia? A darsi una regolata?

Piano alimentare e dieta sono gli strumenti dell'ideologia del controllo. Sono strumenti fallimentari sul nascere.
La scienza dice che il 95% delle diete falliscono. Perché? Perché si basano sul concetto del controllo, dando per scontato che la persona debba controllare la propria alimentazione. Laddove c'è controllo, ci sono limiti. Laddove si creano limiti, si alimentano giudizi (ogni qual volta non riesco a stare entro i limiti imposti), senso di colpa (ogni qual volta supero i limiti) e fascino/aumento del desiderio per tutto ciò che è oltre i limiti imposti. Non c'è piano alimentare o dieta, che non definisca/riconosca dei limiti.
La tentazione e il bisogno naturale e fisiologico di superare quei limiti, alimentano un giudizio negativo di sè (non sono stat* brav*) e scarsa fiducia nelle proprie capacità (non sono stat* capac* a "resistere" a quella tentazione, a seguire le regole del piano alimentare, ...).

Anche in condizioni patologiche l'efficacia del piano alimentare/dieta decade.

La persona ha bisogno di comprendere prima il suo funzionamento, il funzionamento della sua patologia e poi di comprendere il senso reale delle raccomandazioni alimentari, che valgono e sono realmente efficaci solo se c'è serenità nel rapporto con il cibo.

Fare educazione alimentare vuol dire educare. Educare deriva dal latino educere, composto da ex ("fuori") e ducere ("condurre", "guidare"). Quindi letteralmente educare vuol dire "tirare fuori". Educazione alimentare vuol portare la persona ad attuare dei nuovi comportamenti, "tirandoli da dentro", "tirandoli fuori" dalla sua consapevolezza, maturata dentro grazie ad un percorso di educazione e riabilitazione nutrizionale e alimentare.

Un piano alimentare/una dieta invece promuovono il percorso inverso: il cambiamento dei comportamenti e delle abitudini deriva da fuori, dalla dieta stessa. Non c'è reale consapevolezza del proprio funzionamento e dei propri bisogni del corpo in quella condizione.

Quindi la risposta è: MAI. Per fortuna mai meritiamo giudizi, sensi di colpa e schemi da seguire come automi. 💜

Penna e colori per dare forma a nuove idee e progetti.Negli ultimi anni mi sto dedicando molto, costantemente, allo stud...
24/10/2025

Penna e colori per dare forma a nuove idee e progetti.

Negli ultimi anni mi sto dedicando molto, costantemente, allo studio e approfondimento di ambiti che mi stanno appassionando sempre più: qquello dell'alimentazione consapevole e quindi anche quello disturbi alimentari.

In quasi 10 anni di attività in cui ho avuto occasione di conoscere approfonditamente centinaia di persone, che da pazienti si sono affidate a me per intraprendere ciascuna il proprio percorso di educazione alimentare, mi sono resa conto di quanto siano silenziosamente presenti segnali di disordini alimentari che vengono scambiati per comportamenti/pensieri "normali".

Faccio riferimento ad esempio:
- all'abitudine di pesarsi tutti i giorni,
- all'abitudine di associare l'attività fisica al "così posso mangiare di più" o al "così non mi sento in colpa"
- al timore di dover "togliere qualcosa" il giorno dopo se la sera prima mangio la pizza
- dalla preoccupazione di dover cercare di mangiare "i cibi che non fanno ingrassare"
- dalla preoccupazione che "si desidera sempre ciò che fa ingrassare"
- .... l'elenco è davvero lungo e potreste aggiungerne voi altri, scrivendo nei commenti..

E così sento il bisogno di comunicare che tutto questo "non è normalità". Tutto questo non dovrebbe accadere. Tutto questo o anche uno solo dei pensieri/comportamenti sopra citati sono segno dell'esistenza di un disordine o disturbo alimentare.

E noi adulti abbiamo necessità di saperlo e di prendercene cura, affinché non passiamo alle future generazioni come "normale" qualcosa che non lo è.
È un atto di responsabilità. Innanzitutto mia, da professionista sanitaria, informarvi e quindi darvi la possibilità di partecipare ad un cambiamento.

Oggi quindi mi trovo nel mio spazio di cura, per creare nuovi progetti. 💜

Desidero mettermi in gioco, sento che può essere utile farlo, per me ma soprattutto per gli altri.

Stay tuned.💫

Questa volta un post non a scopo divulgativo e informativo, ma un vero e proprio annuncio che sarà sempre valido nel tem...
22/10/2025

Questa volta un post non a scopo divulgativo e informativo, ma un vero e proprio annuncio che sarà sempre valido nel tempo.

Da quando ho cominciato ad occuparmi di riabilitazione nutrizionale e di educazione alimentare attraverso un approccio non pesocentrico (non focalizzato sul peso, ma sulla persona nella sua interezza) e quindi non prescrittivo (non più basato sull'elaborazione di schemi, piani e diete alimentari), ho iniziato a sentire sempre più il bisogno di creare rete con altre figure professionali sanitarie.

Credo nell'approccio multidisciplinare e quindi nella collaborazione con altri professionisti della salute, perché è facendo rete intorno alla persona (e con la persona) che la si aiuta meglio e la si rende anche meglio partecipe del suo processo di guarigione.

Per rendere più efficace e forte la rete è necessario che questa sia ben intrecciata e resistente e io vorrei che la mia rete per i miei pazienti sia composta da professionisti sanitari "legati" da un comune denominatore:

1. considerare la persona nella sua totalità e non solo per il suo problema (qualsiasi esso sia) in un determinato distretto corporeo

2. credere nell'importanza dell'ascolto non solo di eventuali sintomi (per un male d'organo), ma anche della persona, cogliendone quindi anche altri

3. credere che lo stato di salute della persona non necessariamente vada di pari passo con il suo peso corporeo (approccio non pesocentrico)

4. che si abbia una conoscenza approfondita dei disturbi alimentari o che si sia disposti ad approfondire quest'ambito.

Chiedo pertanto di essere contattata da chi desidera fare rete con me, sentendosi in linea con la mia modalità di lavoro.
Ai "non professionisti sanitari" chiedo di diffondere questo piccolo ma importantissimo annuncio, per me i miei pazienti attuali e futuri. 💜

Questa è un'espressione che ho sentito tantissime volte in questi 9 anni di attività, e nonostante tutto continua a colp...
21/10/2025

Questa è un'espressione che ho sentito tantissime volte in questi 9 anni di attività, e nonostante tutto continua a colpirmi.
Mi colpisce il fatto che questo comportamento venga messo in atto di frequente e senza la reale consapevolezza del gesto.
Lo si fa per controllarsi e pensando di ingannare la propria mente e il proprio corpo: loro mi chiedono A e gli dò B.
Come se il nostro corpo fosse un mero contenitore da riempire, indifferente di cosa. Decidiamo noi e lui deve accontentarsi.

È come se noi, in risposta allo stimolo biologico del sonno (segno della necessità di riposo e di recupero di energia) rispondessimo andando in bagno ad urinare. Anche sentire il bisogno di urinare e quindi sentire la vescica piena è uno stimolo biologico, ma è completamente diverso dalla stanchezza e dal sonno. Non trovate?
Non vi sembra assurdo ostinarsi a far pipì, anche se non si sente lo stimolo, solo perché si ha sonno? Come se fare pipì rispondesse al bisogno di riposo. Sembra fuori logica. Infatti lo è.

Ma lo è anche consumare una bevanda (anche l'acqua) invece che del cibo quando si avverte la fame.

Fame e sete sono due stimoli biologici diversi e richiedono comportamenti diversi e adeguati alla bisogno/richiesta.

Se sentiamo fame è necessario rispondere con l'atto del mangiare. Se sentiamo sete con l'atto del bere.
Il nostro corpo sa perfettamente quello di cui ha bisogno.
Bere in risposta alla fame vuol dire solo rimandare l'atto del mangiare e aumentare il rischio di impulsività e perdita di controllo. Del resto il corpo a quel punto ha tutto il diritto di far valere quel suo bisogno (della fame) per tante volte inascoltato.

E se si ha paura di perdere il controllo, di mangiare troppo allora vuol dire che può esserci un problema di fondo che merita cura e approfondimento. 💜

Nel modo più bello del mondo: lavoro alla pari con la persona, prendendola per mano e guidandola alla scoperta del suo c...
17/10/2025

Nel modo più bello del mondo: lavoro alla pari con la persona, prendendola per mano e guidandola alla scoperta del suo comportamento alimentare e quindi del suo rapporto con il cibo, con il peso e con il corpo.
È in questa scoperta che io professionista posso identificare eventuali "segnali di anomalia" e indicare alla persona la strada più utile da percorrere insieme per spegnere questi segnali, come se fossero spie sul cruscotto di un'auto.
A seconda della storia, dei bisogni e di tutto ciò che può caratterizzare una persona, si costruisce un percorso personale a tappe, in cui guido la persona a (ri)scoprire il suo senso di fame e quello di sazietà, il piacere del cibo, quindi il piacere di non privarsi di nulla, grazie alla riscoperta della capacità di autoregolarsi (innata, ma troppo spesso dimenticata e sovrastata da pregiudizi, timori, insicurezze).
Si fa anche educazione alimentare, certo. Ma si va ben oltre la conoscenza di come meglio abbinare i cibi. Si acquisisce consapevolezza del funzionamento del proprio corpo e dei suoi bisogni, si impara a scegliere il cibo consapevolmente, finalmente NON perché "è sano e fa bene".
È un lavoro sicuramente complesso a volte, ma incredibilmente, sempre, affascinante. 💜

Perché è una scelta, ponderata e consapevole. È frutto dell'aggiornamento professionale continuo che negli ultimi anni m...
15/10/2025

Perché è una scelta, ponderata e consapevole. È frutto dell'aggiornamento professionale continuo che negli ultimi anni mi ha permesso di conoscere in maniera approfondita e dettagliata il funzionamento e le caratteristiche dei Disturbi del Comportamento Alimentare.

Ho imparato a riconoscerli molto più di prima e da professionista sanitaria, in particolare da Biologa Nutrizionista, occupandomi di prevenzione, ho il dovere etico e professionale di lavorare per prevenire non solo le malattie metaboliche, ma anche i disturbi e i disordini alimentari.
Questi infatti in maniera molto subdola si possono nascondere nella nostra quotidianità, dietro comportamenti apparentemente innocui.

Pensiamo a quando ci si sente insoddisfatt* del proprio corpo e lo si prova a modificare saltando i pasti o mangiando meno.
Pensiamo a quando ci sentiamo in colpa dopo aver mangiato.
Pensiamo a quando dopo aver mangiato una pizza ci preoccupiamo di come meglio dovremmo bilanciare gli altri pasti di quel giorno e di quello dopo.
Pensiamo a quando abbiamo il timore di salire sulla bilancia e di conoscere il nostro peso corporeo.

Stilare un piano alimentare, una dieta vuol dire educare la persona a controllarsi e controllare il proprio corpo, alimentando proprio i comportamenti elencati sopra.

Inoltre una dieta allontana la persona dal (ri)conoscere i propri sensi di fame e sazietà, svalutando il piacere del cibo e il piacere di sentirsi liber* di mangiare fino a sentirsi piacevolmente sazi. Allontana la persona dall'avere fiducia nelle proprie capacità di scegliere cosa e quanto mangiare.

Un piano alimentare, una dieta educa al controllo.

Io ho scelto di educarele persone a vivere nella libertà di scegliere di mangiare ciò che piace con la consapevolezza di ciò di cui il corpo ha bisogno per essere nutrito adeguatamente ed inoltre con la consapevolezza di avere gli stimoli biologici di fame e sazietà che aiutano ad autoregolarsi. Certo, questi spesso vanno riscoperti. Ma si può fare. Sempre.

Ecco, io ogni giorno scelgo di far diventare ogni persona la nutrizionista di sè stessa. 💜

"SEDERMI A TAVOLA E MANGIARE È DIVENTATO UN INCUBO"Questa è una frase che ha riportato una paziente durante il nostro co...
19/09/2025

"SEDERMI A TAVOLA E MANGIARE È DIVENTATO UN INCUBO"

Questa è una frase che ha riportato una paziente durante il nostro colloquio settimanale qualche giorno fa e che mi ha colpita molto.

Purtroppo non è la prima volta che una paziente mi dica una cosa simile.

Infatti è comune che il momento dei pasti diventi tale: un enorme macigno da gestire, per il carico di pensieri e di domande senza risposta relative a cosa è meglio mangiare, in che quantità, quali abbinamenti è meglio fare,...

È capitato almeno una volta anche a te?

E pensare che il pasto dovrebbe essere quel momento di pausa rispetto a tutte le attività della giornata, in cui si incrociano le necessità del corpo (il suo bisogno di apprendere l'energia dai nutrienti) e i desideri di consumare dei determinati cibi.
Dovrebbe essere tutto così spontaneo e semplice: mangio tanto quanto mi va e cosa mi va, compatibilmente con i tempi e gli alimenti disponibili.

Inoltre il pasto in molte culture come la nostra è anche occasione di condivisione del momento e quindi di nutrimento di relazioni, spesso con familiari ad esempio.

Eppure in questa società in cui siamo bombardati da fisici perfetti e prodotti dimagranti in super offerta, sembra che sia sbagliato riempirci il piatto di cibi buoni e sentirci sazi a fine pasto.

E così rischiamo di convincerci che dobbiamo controllare la fame, cercare di mangiare meno possibile per mantenere la pancia piatta, evitare di combinare chissà quali alimenti nello stesso pasto,.. e tutto questo crea una gran confusione nella testa a tal punto da rendere un incubo ogni pasto.

Da professionista sanitaria comprendo e accolgo questa confusione mentale e senso di disorientamento. In questi casi è necessario lavorare insieme prima per comprendere a fondo le radici di tale confusione attraverso un percorso di apprendimento del proprio funzionamento fino a quel momento. La consapevolezza acquisita sarà alla base del lavoro successivo di ristrutturazione del proprio comportamento alimentare e di educazione alimentare.

Un pasto non deve mai essere un incubo. 💜

Hai mai sentito parlare di Educazione Terapeutica?È un modello di cura per le malattie croniche promosso dall'organizzaz...
24/07/2025

Hai mai sentito parlare di Educazione Terapeutica?

È un modello di cura per le malattie croniche promosso dall'organizzazione Mondiale della Sanità.

È un processo di apprendimento, appunto di educazione, strutturato e centrato sulla persona portatrice di una malattia cronica, come diabete, psoriasi, tiroidite di hascimoto, disturbo alimentare, obesità, e tutte quelle condizioni patologiche con cui un paziente che ne ha subito diagnosi dovrà imparare a convivere per molti anni, se non a vita (a livelli di intensità variabili).

Fare educazione terapeutica infatti vuol dire migliorare le conoscenze della persona in riferimento al suo disturbo, attraverso una serie di incontri mirati ad approfondire il significato della patologia e il suo funzionamento. Ciò permette al paziente di sviluppare nel tempo le abilità necessarie per gestire il problema e le situazioni critiche.

Quello che accade nel mio spazio di cura è proprio questo: lavoro con la persona per far aumentare la sua consapevolezza.
In questo modo sarà molto più semplice, chiaro e spontaneo il miglioramento della qualità della vita e il benessere psicofisico.

Il paziente quindi non è più un "caso clinico", ma una persona che ha un ruolo attivo nel suo percorso di cura.

Ci si basa su 3 principi:
1. Siamo tutti in grado di imparare
2. La persona è al centro
3. Rispetto per la persona e per la libertà di scelta (scelta che diventa consapevole ad es degli alimenti da consumare)

Questo modello di cura ovviamente non vuole sostituirsi ai trattamenti medici spesso richiesti e utili per la gestione di una malattia cronica, ma si affianca a questi e li facilita, perché il paziente grazie all'educazione terapeutica ha più consapevolezza e quindi più interesse ad aderire ad eventuali terapie farmacologiche.

La persona al centro, sempre. 💜

Indirizzo

BiolabGamma, Via Cadorna, N. 3 Trieste
Trieste
34100

Orario di apertura

Lunedì 10:30 - 18:30
Mercoledì 10:30 - 18:30
Giovedì 10:30 - 15:00
Venerdì 10:30 - 19:00

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Our Story

Sono la Dott.ssaMonica Pagano, Biologa Nutrizionista.

Mi sono laureata in Biotecnologie Mediche, Veterinarie e Farmaceutiche, nel 2013, con 110 e lode presso l'Università degli Studi di Trieste e nel 2014 ho conseguito l'abilitazione all'esercizio della professione di Biologae successivamente il Master di Specializzazione in Nutrizione Umana, che ho frequentato a Roma.

Dopo aver svolto attività di ricerca nel settore della nutrizione clinica e di informazione e consulenza nutrizionalenell'ambito della Campagna di comunicazione promossa da UNAPROA (Unione Nazionale tra le Organizzazioni dei Produttori Ortofrutticoli, Agrumari e di frutta in guscio) e finanziata con il contributo dell’Unione Europea e del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, sto svolgendo come liberaprofessionista l'attività di Biologa Nutrizionista presso il mio studio di Trieste.

La mia passione verso questo settore mi porta a seguire continui Corsi di Perfezionamento, che mi consentono di restare sempre aggiornata e di approfondire determinate tematiche e aspetti della nutrizione e dell'alimentazione umana.