Disostruzione Pediatrica Torino Salviamo

Disostruzione Pediatrica Torino Salviamo Formazione e consulenza psicologiaca. Percorsi di sostegno alla persona e genitorialità

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C’è un momento, nella vita di ogni adolescente, in cui sembra non succedere niente.Non entusiasmo, non tragedia. Solo un...
30/10/2025

C’è un momento, nella vita di ogni adolescente, in cui sembra non succedere niente.Non entusiasmo, non tragedia. Solo una specie di sospensione, un “boh” difficile da raccontare. Noia e vuoto: due esperienze che mandano in crisi i ragazzi e — soprattutto — gli adulti che li accompagnano.Perché quando un figlio o uno studente si ferma, sembra che tutto il nostro sistema educativo e relazionale vada in tilt. Siamo cresciuti nell’idea che “stare bene” significhi essere attivi, pieni, motivati.E quindi quando arriva il vuoto, ci spaventiamo.Eppure, il vuoto non è assenza: è spazio....

C’è un momento, nella vita di ogni adolescente, in cui sembra non succedere niente.Non entusiasmo, non tragedia. Solo una specie di sospensione, un “boh” difficile da raccontare. Noia e vuoto: due …

Negli ultimi decenni l’autonomia dei bambini è drasticamente diminuita, insieme al loro benessere emotivo. Cosa possiamo...
29/10/2025

Negli ultimi decenni l’autonomia dei bambini è drasticamente diminuita, insieme al loro benessere emotivo. Cosa possiamo fare, come genitori e insegnanti, per restituire loro fiducia, libertà e salute psicologica? C’è stato un tempo — e non è passato poi così tanto — in cui i bambini uscivano di casa da soli, si sporcavano le mani, si inventavano giochi per strada e tornavano solo quando il sole calava. Non era incoscienza. Era fiducia. Oggi quella libertà è scomparsa. Le nostre città sono piene di bambini accompagnati, controllati, tracciati. Crescono circondati da adulti amorevoli ma costantemente presenti, e — paradossalmente — mai così ansiosi e insicuri....

Negli ultimi decenni l’autonomia dei bambini è drasticamente diminuita, insieme al loro benessere emotivo. Cosa possiamo fare, come genitori e insegnanti, per restituire loro fiducia, libertà e sal…

Il dolore che insegna: crescere figli in una società che fugge la sofferenza Viviamo in un tempo in cui il dolore è dive...
26/10/2025

Il dolore che insegna: crescere figli in una società che fugge la sofferenza Viviamo in un tempo in cui il dolore è diventato un errore da correggere. Un’influenza da curare, una tristezza da distrarre, una fatica da ottimizzare. Byung-Chul Han lo chiama società palliativa: un mondo che ha bandito la sofferenza, trasformando il benessere in un dovere e la felicità in una prestazione. Eppure, il dolore è ciò che ci ricorda di essere vivi. È ciò che ci mette in contatto con i nostri limiti, con la perdita, con l’amore. È il segno che qualcosa — o qualcuno — conta davvero....

Il dolore che insegna: crescere figli in una società che fugge la sofferenza Viviamo in un tempo in cui il dolore è diventato un errore da correggere. Un’influenza da curare, una tristezza da distr…

La Teoria Polivagale di Stephen Porges esplora il legame tra fisiologia, emozioni e relazioni. Aggiornata nel suo ultimo...
25/10/2025

La Teoria Polivagale di Stephen Porges esplora il legame tra fisiologia, emozioni e relazioni. Aggiornata nel suo ultimo articolo, la teoria evidenzia l'importanza della neurocezione e della flessibilità del sistema nervoso autonomo per la salute mentale e relazionale. La connessione e la sicurezza sociale sono fondamentali per il benessere....

La Teoria Polivagale di Stephen Porges esplora il legame tra fisiologia, emozioni e relazioni. Aggiornata nel suo ultimo articolo, la teoria evidenzia l’importanza della neurocezione e della …

(Ancora suggestioni dal Convegno di Suicidologia, ottobre 2025) Ancora un articolo sulle suggestioni del Convegno di Sui...
21/10/2025

(Ancora suggestioni dal Convegno di Suicidologia, ottobre 2025) Ancora un articolo sulle suggestioni del Convegno di Suicidologia a cui ho partecipato ad inizio ottobre. La prof.ssa Daniela Lucangeli, come sempre, mi ha emozionata ed è riuscita a portare tutto il pubblico ad un livello di coinvolgimento raro: un silenzio denso, vibrante, quasi palpabile… come se, per un istante, tutti i battiti cardiaci in sala avessero trovato lo stesso ritmo. Da quella voce così limpida e piena di vita, è arrivato un pensiero che continua a risuonare: se il corpo cambia continuamente, come mai noi restiamo “noi”?...

(Ancora suggestioni dal Convegno di Suicidologia, ottobre 2025) Ancora un articolo sulle suggestioni del Convegno di Suicidologia a cui ho partecipato ad inizio ottobre. La prof.ssa Daniela Lucange…

Il cervello umano è sociale: ha bisogno di sguardi, contatto e connessione per esistere. Non è psicologia da manuale, ma...
17/10/2025

Il cervello umano è sociale: ha bisogno di sguardi, contatto e connessione per esistere. Non è psicologia da manuale, ma biologia. Essere visti è un bisogno vitale: senza relazione, il dolore cresce.

Ci sono frasi che non invecchiano mai. Una di queste è: “Io senza te non esisto”. Non è poesia, è neuroscienza. Il cervello umano è progettato per funzionare in connessione: ciò che ci rende vivi n…

Il dolore dei ragazzi non è un nemico: è un segnale di vita che chiede connessione. Ascoltarlo senza moralismi, restare ...
16/10/2025

Il dolore dei ragazzi non è un nemico: è un segnale di vita che chiede connessione. Ascoltarlo senza moralismi, restare presenti, costruire contesti affidabili: così si prevengono crisi e autolesionismo e si restituisce senso alla sofferenza....

Il dolore dei ragazzi non è un nemico: è un segnale di vita che chiede connessione. Ascoltarlo senza moralismi, restare presenti, costruire contesti affidabili: così si prevengono crisi e autolesio…

C’è un modo in cui il corpo ricorda anche quando la mente dimentica. Alcune persone non riescono mai a rilassarsi del tu...
07/10/2025

C’è un modo in cui il corpo ricorda anche quando la mente dimentica. Alcune persone non riescono mai a rilassarsi del tutto: vivono con un allarme costante, un’irrequietezza sottile che non si spegne nemmeno quando apparentemente “va tutto bene”. Il corpo sembra non fidarsi della quiete, come se la tranquillità fosse una trappola. Questa condizione non nasce da un carattere ansioso o da una predisposizione. È la traccia fisiologica di un vissuto precoce in cui la sicurezza relazionale non è stata garantita. Il prof. Benedetto Farina, durante la formazione che ho seguito di recente, lo ha espresso con grande chiarezza: il trauma dell’attaccamento è prima di tutto un fallimento biologico di regolazione....

C’è un modo in cui il corpo ricorda anche quando la mente dimentica. Alcune persone non riescono mai a rilassarsi del tutto: vivono con un allarme costante, un’irrequietezza sottile che non si speg…

Ci sono ferite che non nascono da un singolo evento, ma da un’assenza.Un’assenza di sguardo, di ascolto, di sintonia.Il ...
06/10/2025

Ci sono ferite che non nascono da un singolo evento, ma da un’assenza.
Un’assenza di sguardo, di ascolto, di sintonia.
Il trauma, quello più profondo, non è sempre legato a un abuso o a una violenza, ma a un fallimento ripetuto delle relazioni di cura.
Succede quando chi avrebbe dovuto proteggerci non ha potuto o saputo farlo, quando la presenza c’era ma non scaldava, quando le emozioni erano ignorate o giudicate.

In psicologia si parla di attaccamento traumatico: non un trauma “grande”, ma una ferita che nasce nella quotidianità di un legame non sicuro.
Il bambino si adatta, smette di chiedere, impara che per essere amato deve essere facile, silenzioso, prevedibile.
Cresce con l’idea che sentire troppo sia pericoloso, che la vulnerabilità sia una colpa.
E così, da adulti, ci ritroviamo a vivere relazioni in cui la vicinanza spaventa e la distanza fa male.

Non è colpa di nessuno: spesso quei genitori hanno fatto del loro meglio, ma senza aver mai sperimentato, a loro volta, un attaccamento sicuro.
È la trasmissione invisibile di un modo di stare al mondo: non disturbare, non chiedere, non contare troppo su nessuno.

Il trauma relazionale non si vede, si deduce.
Come quando, camminando in un bosco, trovi i resti di un fuoco: legna annerita, cenere, tizzoni spenti.
Non hai visto le fiamme, ma sai che lì qualcuno ha acceso un fuoco.
Allo stesso modo, anche se non ricordiamo episodi traumatici, possiamo riconoscerne gli effetti: ansia, bisogno di controllo, paura dell’abbandono, difficoltà a fidarsi.

La buona notizia è che si può ricominciare.
Perché le esperienze che feriscono nascono nelle relazioni, ma anche quelle che curano.
E quando qualcuno ci vede davvero — senza giudicare, senza scappare — quella ferita antica smette di bruciare e comincia, lentamente, a cicatrizzare.

🕯 Dal nuovo articolo su www.basisicure.compsy


http://basisicure.com/2025/10/06/attaccamento-traumatico-trauma-relazionale-trauma-dellattaccamento-trauma-infantile-trascuratezza-emotiva-neglect-psicologia-del-trauma-sviluppo-traumatico-ferite-emotive-infantili-attaccamen/

Non serve un evento drammatico per lasciare ferite profonde. Esistono traumi che non si vedono ma che si respirano dentro le relazioni: quelli che nascono quando chi dovrebbe proteggerci non riesce…

Chi guarda un bambino che costruisce torri di mattoncini o che parla con le bambole potrebbe pensare che stia solo “face...
02/10/2025

Chi guarda un bambino che costruisce torri di mattoncini o che parla con le bambole potrebbe pensare che stia solo “facendo passare il tempo”. Eppure, nel gioco, i bambini fanno molto di più: sperimentano emozioni, costruiscono significati, rielaborano esperienze. Il gioco è la palestra naturale della crescita. Giocare è una questione di attaccamento Il modo in cui un bambino gioca dipende anche dal senso di sicurezza che prova nella relazione con chi si prende cura di lui. Quando il legame è solido, il bambino ha il coraggio di esplorare, inventare storie, rischiare nuove sfide....

Chi guarda un bambino che costruisce torri di mattoncini o che parla con le bambole potrebbe pensare che stia solo “facendo passare il tempo”. Eppure, nel gioco, i bambini fanno molto di più: speri…

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