Lucrezia Stampi Dietista

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Lucrezia Stampi Dietista Dietista specializzata in approcci non prescrittivi, intuitive eating, disturbi del comportamento alimentare, alimentazione vegetale. Online 🌐

Quelli descritti nelle slides sono tutti bisogni fisiologici primari. Bere, respirare, dormire, eliminazione delle scori...
11/11/2025

Quelli descritti nelle slides sono tutti bisogni fisiologici primari. Bere, respirare, dormire, eliminazione delle scorie corporee, sesso.
C’è solo un bisogno primario però che ci insegnano a combattere, perchè considerato virtuoso non arrendervisi: quello di mangiare.
Perchè nessuno ci consiglia di aspettare ad andare a letto se si ha sonno, ma a bere una tisana per capire se si ha davvero fame?
E’ un caso che sia socialmente accettato controllare proprio quel bisogno associato al controllo del corpo?
Una persona che asseconda il proprio bisogno di nutrimento è considerata o una persona dalle idee innovative o una persona dalla poca forza di volontà (a seconda dal corpo che abita), difficilmente una persona libera.
Mangiare quando si ha fame è diventato un atto di ribellione alla cultura dominante, quella della bellezza che poi si spaccia per salute e che ci fa sentire sempre più insicurə e quindi sempre alla ricerca del raggiungimento di un ideale che non si soddisferà mai, perchè muterà solo forma.
E allora finché è ribellione ribelliamoci, nella speranza che mangiare prima o poi torni ad essere semplicemente… il soddisfacimento di una necessità biologica.

21/10/2025

Ci sarebbero davvero tante cose da dire, all’inizio vi dirò che pensavo fosse un video provocatorio, poi ho avuto la br**ta idea di guardare il profilo di questa persona che è letteralmente un elogio alla magrezza vista come qualità morale quando altro non è che un modo come un altro in cui i corpi possono presentarsi e esistere.
Mi fa paura che ci siano persone che davvero pensano queste cose, ma ancor di più che questi pensieri li diffondano, facendo dei danni che neanche lontanamente possono immaginare.

Essere vegani non è né facile né difficile in senso assoluto.(E non parlo del classico “ah io non potrei mai, mi piace t...
07/10/2025

Essere vegani non è né facile né difficile in senso assoluto.
(E non parlo del classico “ah io non potrei mai, mi piace troppo la carne/il formaggio”: io, personalmente, non ho ancora conosciuto una persona vegana che mi abbia detto che non gli è mai piaciuto NESSUN alimento di origine animale)

Quello che intendo è che può essere incredibilmente facile se si hanno una serie di privilegi: autonomia rispetto alla propria alimentazione, la stabilità mentale di esistere in un modo che ricorre allo sfruttamento animale per tantissime ragioni e convivere con il senso di impotenza e di essere tu quell* sbagliat* e quell* denigrat*, il tempo materiale di preparare pasti bilanciati, una buona varietà di prodotti vegetali a disposizione (per quanto sia vero che la maggior parte dei paesi del mondo abbiano almeno un piatto vegano all’interno della propria tradizione culinaria, non si può pensare che una persona possa vivere di quello).

Può essere anche molto facile quando si convive con un disturbo del comportamento alimentare, in cui i meccanismi di restrizione tipici del DAN rendono sicuramente più facile l’eliminazione di alcune categorie di alimenti, anche quando la spinta ad adottarla è di natura etica.

Allo stesso tempo, anche se può sembrare in contraddizione, perseguire un’alimentazione vegana può essere difficile anche se… si ha un disturbo alimentare.
Alcune volte può essere il timore di eliminare alcuni alimenti considerati “safe” a rendere ardua l’eliminazione di un gruppo alimentare.
Altre volte, soprattutto se si è intrapreso un percorso di guarigione, le persone che stanno cercando di uscire da un DAN o che hanno un disordine alimentare sono molto consapevoli del proprio funzionamento e dei propri schemi e possono essere ben consce che l’eliminazione di alcuni cibi potrebbe fungere da rinforzo dei meccanismi di restrizione, generando una collisione tra quelli che sono i propri valori e il senso di impotenza dovuto al non poter del tutto seguire quello che è il proprio motore interno.

(👇🏻)

Quando si parla di intuitive eating si sottolinea sempre l’importanza di tornare in ascolto dei propri segnali biologici...
11/08/2025

Quando si parla di intuitive eating si sottolinea sempre l’importanza di tornare in ascolto dei propri segnali biologici di fame e sazietà, minati da anni di diete, da interferenze della cultura della dieta o del giudice interno. È importantissimo ripristinarli, ma non vuol dire che si debba mangiare solo seguendo lo stimolo della fame, ci sono infatti situazioni dove si possono consapevolmente prediligere altri aspetti: il piacere, la regolazione di un’emozione, il soddisfacimento della curiosità, la lungimiranza. In particolare mangiare per soddisfare un bisogno di piacere o per modulare un’emozione sono considerati superflui o sbagliati dalla diet culture, ed è altrettanto importante (tornare a) legittimarsi anche nel rispondere a questo tipo di necessità tanto quanto lo è recuperare l’ascolto del segnale di fame.
Non esistono pasti sprecati nell’intuitive eating, esistono tanti pasti per tanti bisogni diversi, che cambiano anche all’interno della stessa giornata.

Questo approccio ti incuriosisce? Puoi scrivermi in DM o per mail se ti piacerebbe approfondirlo 🍓

Questo è il motivo per cui, a 27 anni, ho deciso di iscrivermi di nuovo all'Università e diventare una dietista.Avevo co...
04/06/2025

Questo è il motivo per cui, a 27 anni, ho deciso di iscrivermi di nuovo all'Università e diventare una dietista.
Avevo conosciuto l'Intuitive Eating qualche anno prima e per me si era rivelato salvifico, senza esagerazioni. Tante persone, soprattutto quelle socializzate come donne, si ritroveranno nel racconto di chi, dopo anni di restrizioni, calcoli, schemi inflessibili, allenamenti col solo scopo di ottenere un determinato tipo di corpo, a un certo punto dice basta e decide di onorare la propria salute cominciando a rispettare il corpo che abita, semplicemente re-imparando a connettersi coi suoi bisogni, re-imparando a fidarsi dei suoi segnali, perchè davvero, per quale assurdo motivo qualcuno che mi ha visto una sola volta, mi ha pesato e mi ha preso due misure, dovrebbe essere più in grado di me di sapere come mi devo alimentare?
Ho deciso di diventare una dietista per lavorare con gli approcci inclusivi al peso, perchè ogni corpo merita lo stesso accesso alle cure e dal solo corpo è impossibile inferirne lo stato di salute. Perchè la salute è sfaccettata e ogni determinante merita la stessa attenzione di quella che riserviamo al peso corporeo e alla sua modifica, che altro non è che temporanea (è ormai altamente dimostrato: le diete falliscono nel 95%). Perchè non cominciare a prendersi cura di sé attenzionando ciò su cui abbiamo davvero un margine di intervento? Perchè non tornare a fidarci del fatto che noi siamo ə massimə espertə del nostro corpo?
Anni di diete, l'intrusività della cultura della dieta, disordini o disturbi alimentari, discriminazioni sistemiche possono minare questa armonia e questa comunicazione.
Il mio compito è quello di aiutarti a ridurre il rumore di tutte queste interferenze e ricominciare ad ascoltare la tua voce.

Una delle false convinzioni (e preoccupazioni) sull’intuitive eating più diffuse, che va un po’ a braccetto con  “se mi ...
19/05/2025

Una delle false convinzioni (e preoccupazioni) sull’intuitive eating più diffuse, che va un po’ a braccetto con “se mi concedo il permesso incondizionato di mangiare mangerò pizza tutti i giorni” è la credenza che il mangiare intuitivo e quindi senza delle regole prescritte da unə nutrizionista porti a mangiare in maniera poco sana, senza rispetto delle indicazioni per la prevenzione, ripetitiva, scarsamente nutriente.
In realtà ci sono diversi studi che non solo non mostrano alcuna associazione tra alimentazione intuitiva e quantità di cibi poco salutari introdotti nella dieta, ma anzi l’alimentazione intuitiva è stata associata a una migliore assunzione di nutrienti, oltre a risultare benefica per il benessere psicologico, autostima e persino alcuni parametri biochimici.
Questo perchè quando si fanno scelte alimentari informate per onorare la propria salute si tendono a valutare tutti gli aspetti di un alimento o di un piatto e a decidere quale o quali bisogni soddisfare in quel momento: qualsiasi sarà la scelta sarà prioritizzato uno o più tra il benessere fisico, psicologico, emotivo, sociale (e non c’è alcuna scala di valore).
Se il comportamento è imposto dall’esterno lo si potrà adottare per un po’, ma se non ne traiamo reale benessere o lo perpetuiamo per compiacere qualcun altro non è difficile immaginare che nel migliore dei casi verrà abbandonato, se non farà emergere il ribelle antidieta interiore che tenderà ad adottare comportamenti in completo contrasto.
Quindi sì, si può lavorare sulla prevenzione con l’Intuitive Eating e integrare la terapia nutrizionale, sempre tenendo a mente che la salute è solo parzialmente determinata e influenzata da quello che mangiamo, e che possiamo anche essere dei mangiatori ineccepibili, ma se non curiamo altri aspetti della nostra vita (quelli che sono, ovviamente, modificabili) la nostra salute sarà comunque a rischio.

DOI: 10.1017/S1368980013002139
DOI:10.1037/a0030893

Mi sono ripalesata così un po' de botto (ma almeno non senza senso), senza troppe spiegazioni, dopo un sacco di tempo, i...
09/05/2025

Mi sono ripalesata così un po' de botto (ma almeno non senza senso), senza troppe spiegazioni, dopo un sacco di tempo, in una veste sicuramente nuova e per qualcuno magari inaspettata. Dall'apertura del blog, ormai ben 14 anni, siete statə abituatə a essere informati su ogni singola cosa avvenisse, finché qualche anno fa non mi sono fermata dopo aver lasciato intendere -forse neanche troppo a chiare lettere- di aver iniziato un nuovo percorso universitario.
Per chi non sapesse neanche questo, nel 2020, dopo il superamento del test d'ingresso mi sono iscritta a Dietistica.
Per chi sapeva che stessi di nuovo frequentando l'Università, ho concluso il percorso laureandomi a Novembre 2023.
Per chi sapeva che mi fossi laureata, dopo un'esperienza nella ristorazione collettiva, ho avviato la libera professione ad Aprile 2025.
Nel frattempo ho continuato la mia formazione seguendo un master nel Trattamento Terapeutico e Riabilitativo Integrato nei Disturbi dell’Alimentazione e Nutrizione e un corso sull'Intuitive Eating, a seguito del quale mi sono certificata come professionista AIPS® (ovvero Approcci Inclusivi al Peso).
Questo significa, in breve, che i percorsi nutrizionali non avranno come focus la modifica del peso corporeo ma il raggiungimento di un rapporto sereno con il cibo, in cui tornare a fidarsi del proprio corpo e dei propri segnali, spesso disregolati dopo tentativi di diete ripetuti.
Vi lascio qui di seguito il link al mio sito dove spiego in maniera più dettagliata la tipologia di percorsi, nel caso a qualcuno questo discorso abbia risuonato.
Grazie per aver letto fino a qui!

L’Intuitive Eating è un modello di alimentazione non prescrittivo fondato su 10 principi che si basa sull’autodeterminazione della persona nel compiere scelte alimentari che siano allineate con i propri bisogni fisiologici, biologici e psicologici. L’IE non prevede il rilascio di schemi diete...

Spammo un po’ la mia pizzetta perché mi è piaciuto molto sia inventarla che mangiarla 🌝
12/03/2024

Spammo un po’ la mia pizzetta perché mi è piaciuto molto sia inventarla che mangiarla 🌝

Amicy di Torino correte a provare la pizza limited edition di Marzo 🥹💚
07/03/2024

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Amici della Noccio, come state?Anche se non riesco più ad essere costate e presente (un social mi basta e avanza), ogni ...
06/12/2020

Amici della Noccio, come state?
Anche se non riesco più ad essere costate e presente (un social mi basta e avanza), ogni tanto rispunto anche qua per non rischiare che vi dimentichiate (:
Comparsata veloce giusto per dirvi che da qualche tempo a questa parte ho preso a condividere anche sul blog le ricette postate su instagram!
Vi lascio con l'ultima, le altre a seguire!
Baci, statemi bene!

Durante una noiosissima lezione di fisica che non avevo le forze di seguire ho sdrammatizzato dicendo che ero insofferente alla materia quasi quanto al gallomisù (per chi fortunatamente non sa di cosa parlo, trattasi di gallette mosce impilate alternate con della “crema” di yogurt, il più dell...

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