Irene Musolino - NaturopaticaMente

Irene Musolino - NaturopaticaMente Naturopatia è educazione al benessere mente/corpo. Stile di vita funzionale ai ritmi personali

Prevenzione, alimentazione naturale, puericultura psicosomatica, fitoterapia, integrazione nutraceutica, gestione di ansia e stress, qualità della vita, autostima, consapevolezza, presenza nell'istante.

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11/11/2025

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10/11/2025

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Il grasso viscerale è uno dei nemici numero uno della nostra salute. Il vero nemico non è quello che pizzichiamo con le ...
02/11/2025

Il grasso viscerale è uno dei nemici numero uno della nostra salute. Il vero nemico non è quello che pizzichiamo con le dita davanti allo specchio (grasso sottocutaneo), ma quello che silenziosamente avvolge i nostri visceri.

Lo studio rivela che la presenza di grasso viscerale mostra un'associazione DIRETTA e INDIPENDENTE con l'ispessimento e l'irrigidimento delle arterie carotidee.

Questa relazione persiste anche dopo aver tenuto conto di tutti i fattori di rischio cardiovascolare tradizionali: età, sesso, fumo, pressione arteriosa, colesterolo, diabete.

In pratica, più grasso viscerale si accumula, maggiore è il danno alle pareti arteriose, indipendentemente dagli altri parametri che i medici controllano abitualmente.

Permettetemi di spiegarvi perché questo è così importante.

Il grasso viscerale non è semplicemente un deposito inerte di energia che ci appesantisce quando facciamo le scale. È un tessuto metabolicamente attivo, un vero e proprio organo endocrino che produce continuamente sostanze chiamate citochine infiammatorie. Queste molecole sono come piccoli messaggeri chimici che diffondono l'infiammazione in tutto l'organismo, raggiungendo le pareti dei vasi sanguigni, il cuore, il fegato, il pancreas.

Prendiamo le arterie coronarie, quelle che portano sangue ossigenato al muscolo cardiaco. Scorrono sulla superficie esterna del cuore, non al suo interno – un dettaglio anatomico fondamentale. Quando siamo in sovrappeso, il grasso viscerale comincia ad accumularsi proprio lì, avvolgendo progressivamente il cuore come in un abbraccio soffocante. Quel grasso, producendo citochine infiammatorie, entra in contatto diretto con le cellule che rivestono l'interno delle coronarie, l'endotelio vascolare. Non è un processo immediato, ma graduale: le cellule infiammate smettono di funzionare correttamente, il sangue scorre meno bene, e nel corso degli anni si formano quelle placche che possono portare all'infarto.

Lo studio conferma con dati solidi e robusti ciò che chi mi conosce mi sente ripetere da tempo: il grasso viscerale rappresenta un predittore indipendente di aterosclerosi. Anche quando si correggono statisticamente tutti gli altri fattori di rischio conosciuti, la sua presenza continua ad associarsi con un maggior danno vascolare. Il grasso sottocutaneo, quello visibile e palpabile che tanto ci preoccupa esteticamente, ha invece un ruolo molto meno pericoloso dal punto di vista metabolico.

E qui arriva un'altra verità scomoda che non possiamo ignorare: non serve avere un aspetto palesemente "in sovrappeso" per essere a rischio. Già nel 2012 i ricercatori dell'Imperial College di Londra avevano coniato l'espressione TOFI – Thin Outside, Fat Inside, "magri fuori, grassi dentro" – per descrivere persone apparentemente magre che mostravano alla risonanza magnetica significativi depositi di grasso viscerale. Non parliamo di casi isolati: stimarono che tra il 13 e il 18% delle persone di peso "normale" fossero metabolicamente obese.

Questo nuovo studio ribadisce lo stesso concetto: l'aspetto esteriore non è un indicatore affidabile dello stato metabolico. Si può avere una quantità pericolosa di grasso viscerale senza saperlo, senza vederlo allo specchio.

La pancetta, anche se appena accennata, è un messaggio che il corpo sta mandando. È il segnale visibile di un problema invisibile: se notate una piccola sporgenza addominale, il grasso viscerale ha già avvolto i vostri organi interni, compreso il cuore. È l'infiammazione silente che prepara il terreno per l'ipertensione, il diabete, l'infarto, la steatosi epatica.

Ma come si arriva a questo punto?

Il nostro corpo possiede una saggezza antica. Per millenni, il tessuto adiposo è stato un prezioso alleato nella sopravvivenza: nelle epoche caratterizzate da alternanza tra abbondanza e carestia, i nostri antenati dipendevano dall'accumulo di grasso come riserva energetica per affrontare i lunghi inverni. Per questo motivo, il nostro organismo non è progettato per avere meccanismi di allarme specifici contro l'eccesso di grasso viscerale e può immagazzinare quantità virtualmente illimitate di trigliceridi.

L'unico segnale naturale di controllo è la sazietà, regolata da un complesso intreccio di ormoni, segnali nervosi e stimoli digestivi. Tuttavia, questo equilibrio può essere facilmente alterato: i cibi ricchi di carboidrati stimolano il rilascio di dopamina, lo stesso neurotrasmettitore coinvolto nei circuiti di gratificazione attivati da alcune droghe. Il risultato è un ciclo di piacere e desiderio che può sfociare in una vera dipendenza.

Mangiare continuamente cibi iperinsulinogenici – amidi, zuccheri, carboidrati – innesca un circolo vizioso. Il glucosio che non viene immediatamente utilizzato a scopo energetico (cosa che accade raramente nella vita sedentaria moderna) stimola un'eccessiva secrezione di insulina. L'eccesso di insulina prodotta dal pancreas trasforma tutto il glucosio che il fegato non riesce a immagazzinare in grasso viscerale, che si accumula nella pancia negli uomini, nella pancia e nelle cosce nelle donne.

Anche il fegato diventa grasso: all'ecografia appare come "fegato steatosico". E qui devo sottolinearlo con forza: in questi casi NON dovete diminuire i grassi buoni della dieta, ma gli zuccheri, i carboidrati! Non a caso, per far ingrassare il fegato delle oche negli allevamenti destinati al foie gras, gli animali vengono ingozzati di zucchero fin da piccoli – una crudeltà che la legge dovrebbe vietare, ma che ci insegna molto sulla fisiologia.

Questo studio conferma anche l'associazione tra grasso epatico e aterosclerosi. Il messaggio è chiaro: entrambi questi accumuli di grasso sono dannosi, anche se agiscono attraverso meccanismi diversi.

La buona notizia – e voglio che questo sia chiaro – è che tutto questo è reversibile.

Il grasso viscerale e il grasso epatico possono diminuire con le scelte giuste. Non serve contare ossessivamente le calorie o eliminare i grassi dalla dieta. Serve mangiare meglio: ridurre drasticamente i cibi che stimolano eccessive risposte insuliniche, scegliere grassi di qualità, proteine adeguate, carboidrati intelligenti come quelli da vegetali. E serve muoversi, con costanza e regolarità.

Non sto parlando di canoni estetici o di apparenze. Non sto giudicando la corporatura di nessuno – pratiche stupide e deplorevoli come il body shaming non hanno posto in una discussione seria sulla salute. Il mio interesse nasce da una preoccupazione sincera per il benessere di tutti.

È sorprendente come, nonostante anni di informazione sulle abitudini alimentari di colleghi che vanno a raccontare che "gli italiani sono il popolo che mangia meglio", l'accumulo di grasso corporeo continui ad aumentare. Ma forse è proprio qui il problema: ci hanno parlato per decenni dei grassi alimentari come nemici, quando invece dovevamo guardare agli zuccheri e ai carboidrati in eccesso. Ci hanno detto di mangiare "meno grassi", quando dovevamo imparare a distinguere tra grassi buoni e cattivi, tra cibi veri e prodotti ultraprocessati industriali.

Questa nuova ricerca ci ricorda che la Scienza seria, quella fatta con metodi rigorosi e numeri importanti, continua a darci ragione. Il grasso viscerale non è un problema estetico, è un problema di salute pubblica. È un mediatore dell'infiammazione che contribuisce a innescare conseguenze devastanti per la salute cardiovascolare.

Quel piccolo strato addominale che vedete davanti allo specchio, anche se apparentemente innocuo, è una spia metabolica. Il corpo parla sempre, attraverso segnali precisi. Basta imparare ad ascoltarlo.

E ora che abbiamo conferme scientifiche sempre più solide, non possiamo più ignorare il messaggio: prendiamo sul serio di doversi occupare del nostro grasso invisibile prima che diventi un problema visibile nelle nostre arterie.

Il grasso che non si vede è causa diretta di aterosclerosi (altro che i numerini del colesterolo)

Un ampio studio pubblicato pochi giorni fa su Communications Medicine, rivista del gruppo Nature Portfolio, ha esaminato oltre 33.000 persone tra Canada e Regno Unito utilizzando tecniche di imaging avanzate come la risonanza magnetica. I ricercatori hanno misurato con precisione il grasso viscerale – quello che si accumula nella cavità addominale attorno agli organi – e il grasso epatico, valutandone poi l'associazione con l'aterosclerosi delle carotidi.

I risultati sono inequivocabili e meritano di essere compresi a fondo.

Il grasso viscerale è uno dei nemici numero uno della nostra salute. Il vero nemico non è quello che pizzichiamo con le dita davanti allo specchio (grasso sottocutaneo), ma quello che silenziosamente avvolge i nostri visceri.

Lo studio rivela che la presenza di grasso viscerale mostra un'associazione DIRETTA e INDIPENDENTE con l'ispessimento e l'irrigidimento delle arterie carotidee.

Questa relazione persiste anche dopo aver tenuto conto di tutti i fattori di rischio cardiovascolare tradizionali: età, sesso, fumo, pressione arteriosa, colesterolo, diabete.

In pratica, più grasso viscerale si accumula, maggiore è il danno alle pareti arteriose, indipendentemente dagli altri parametri che i medici controllano abitualmente.

Permettetemi di spiegarvi perché questo è così importante.

Il grasso viscerale non è semplicemente un deposito inerte di energia che ci appesantisce quando facciamo le scale. È un tessuto metabolicamente attivo, un vero e proprio organo endocrino che produce continuamente sostanze chiamate citochine infiammatorie. Queste molecole sono come piccoli messaggeri chimici che diffondono l'infiammazione in tutto l'organismo, raggiungendo le pareti dei vasi sanguigni, il cuore, il fegato, il pancreas.

Prendiamo le arterie coronarie, quelle che portano sangue ossigenato al muscolo cardiaco. Scorrono sulla superficie esterna del cuore, non al suo interno – un dettaglio anatomico fondamentale. Quando siamo in sovrappeso, il grasso viscerale comincia ad accumularsi proprio lì, avvolgendo progressivamente il cuore come in un abbraccio soffocante. Quel grasso, producendo citochine infiammatorie, entra in contatto diretto con le cellule che rivestono l'interno delle coronarie, l'endotelio vascolare. Non è un processo immediato, ma graduale: le cellule infiammate smettono di funzionare correttamente, il sangue scorre meno bene, e nel corso degli anni si formano quelle placche che possono portare all'infarto.

Lo studio conferma con dati solidi e robusti ciò che chi mi conosce mi sente ripetere da tempo: il grasso viscerale rappresenta un predittore indipendente di aterosclerosi. Anche quando si correggono statisticamente tutti gli altri fattori di rischio conosciuti, la sua presenza continua ad associarsi con un maggior danno vascolare. Il grasso sottocutaneo, quello visibile e palpabile che tanto ci preoccupa esteticamente, ha invece un ruolo molto meno pericoloso dal punto di vista metabolico.

E qui arriva un'altra verità scomoda che non possiamo ignorare: non serve avere un aspetto palesemente "in sovrappeso" per essere a rischio. Già nel 2012 i ricercatori dell'Imperial College di Londra avevano coniato l'espressione TOFI – Thin Outside, Fat Inside, "magri fuori, grassi dentro" – per descrivere persone apparentemente magre che mostravano alla risonanza magnetica significativi depositi di grasso viscerale. Non parliamo di casi isolati: stimarono che tra il 13 e il 18% delle persone di peso "normale" fossero metabolicamente obese.

Questo nuovo studio ribadisce lo stesso concetto: l'aspetto esteriore non è un indicatore affidabile dello stato metabolico. Si può avere una quantità pericolosa di grasso viscerale senza saperlo, senza vederlo allo specchio.

La pancetta, anche se appena accennata, è un messaggio che il corpo sta mandando. È il segnale visibile di un problema invisibile: se notate una piccola sporgenza addominale, il grasso viscerale ha già avvolto i vostri organi interni, compreso il cuore. È l'infiammazione silente che prepara il terreno per l'ipertensione, il diabete, l'infarto, la steatosi epatica.

Ma come si arriva a questo punto?

Il nostro corpo possiede una saggezza antica. Per millenni, il tessuto adiposo è stato un prezioso alleato nella sopravvivenza: nelle epoche caratterizzate da alternanza tra abbondanza e carestia, i nostri antenati dipendevano dall'accumulo di grasso come riserva energetica per affrontare i lunghi inverni. Per questo motivo, il nostro organismo non è progettato per avere meccanismi di allarme specifici contro l'eccesso di grasso viscerale e può immagazzinare quantità virtualmente illimitate di trigliceridi.

L'unico segnale naturale di controllo è la sazietà, regolata da un complesso intreccio di ormoni, segnali nervosi e stimoli digestivi. Tuttavia, questo equilibrio può essere facilmente alterato: i cibi ricchi di carboidrati stimolano il rilascio di dopamina, lo stesso neurotrasmettitore coinvolto nei circuiti di gratificazione attivati da alcune droghe. Il risultato è un ciclo di piacere e desiderio che può sfociare in una vera dipendenza.

Mangiare continuamente cibi iperinsulinogenici – amidi, zuccheri, carboidrati – innesca un circolo vizioso. Il glucosio che non viene immediatamente utilizzato a scopo energetico (cosa che accade raramente nella vita sedentaria moderna) stimola un'eccessiva secrezione di insulina. L'eccesso di insulina prodotta dal pancreas trasforma tutto il glucosio che il fegato non riesce a immagazzinare in grasso viscerale, che si accumula nella pancia negli uomini, nella pancia e nelle cosce nelle donne.

Anche il fegato diventa grasso: all'ecografia appare come "fegato steatosico". E qui devo sottolinearlo con forza: in questi casi NON dovete diminuire i grassi buoni della dieta, ma gli zuccheri, i carboidrati! Non a caso, per far ingrassare il fegato delle oche negli allevamenti destinati al foie gras, gli animali vengono ingozzati di zucchero fin da piccoli – una crudeltà che la legge dovrebbe vietare, ma che ci insegna molto sulla fisiologia.

Questo studio conferma anche l'associazione tra grasso epatico e aterosclerosi. Il messaggio è chiaro: entrambi questi accumuli di grasso sono dannosi, anche se agiscono attraverso meccanismi diversi.

La buona notizia – e voglio che questo sia chiaro – è che tutto questo è reversibile.

Il grasso viscerale e il grasso epatico possono diminuire con le scelte giuste. Non serve contare ossessivamente le calorie o eliminare i grassi dalla dieta. Serve mangiare meglio: ridurre drasticamente i cibi che stimolano eccessive risposte insuliniche, scegliere grassi di qualità, proteine adeguate, carboidrati intelligenti come quelli da vegetali. E serve muoversi, con costanza e regolarità.

Non sto parlando di canoni estetici o di apparenze. Non sto giudicando la corporatura di nessuno – pratiche stupide e deplorevoli come il body shaming non hanno posto in una discussione seria sulla salute. Il mio interesse nasce da una preoccupazione sincera per il benessere di tutti.

È sorprendente come, nonostante anni di informazione sulle abitudini alimentari di colleghi che vanno a raccontare che "gli italiani sono il popolo che mangia meglio", l'accumulo di grasso corporeo continui ad aumentare. Ma forse è proprio qui il problema: ci hanno parlato per decenni dei grassi alimentari come nemici, quando invece dovevamo guardare agli zuccheri e ai carboidrati in eccesso. Ci hanno detto di mangiare "meno grassi", quando dovevamo imparare a distinguere tra grassi buoni e cattivi, tra cibi veri e prodotti ultraprocessati industriali.

Questa nuova ricerca ci ricorda che la Scienza seria, quella fatta con metodi rigorosi e numeri importanti, continua a darci ragione. Il grasso viscerale non è un problema estetico, è un problema di salute pubblica. È un mediatore dell'infiammazione che contribuisce a innescare conseguenze devastanti per la salute cardiovascolare.

Quel piccolo strato addominale che vedete davanti allo specchio, anche se apparentemente innocuo, è una spia metabolica. Il corpo parla sempre, attraverso segnali precisi. Basta imparare ad ascoltarlo.

E ora che abbiamo conferme scientifiche sempre più solide, non possiamo più ignorare il messaggio: prendiamo sul serio di doversi occupare del nostro grasso invisibile prima che diventi un problema visibile nelle nostre arterie.

29/10/2025

La Metabolomica non è una diagnosi medica, è la nostra "bussola biochimica" per il benessere.

Identifica blocchi metabolici, carenze specifiche e disbiosi intestinale per un Protocollo Naturopatico Mirato.

➡️Scrivimi per avere tutte le info e iniziare subito.

20/10/2025

💢CORTISOLO: L’ORMONE DELLO STRESS CHE PUÒ GIOCARCI BRUTTI SCHERZI💢Il cortisolo è un ormone fondamentale prodotto dalle g...
15/10/2025

💢CORTISOLO: L’ORMONE DELLO STRESS CHE PUÒ GIOCARCI BRUTTI SCHERZI💢

Il cortisolo è un ormone fondamentale prodotto dalle ghiandole surrenali.
Serve a darci energia nei momenti di stress, regolare la glicemia e modulare le difese immunitarie.

👉 Ma quando resta cronicamente alto, può diventare un vero problema.

⚠️ EFFETTI DI UN CORTISOLO TROPPO ALTO

Aumento di peso, soprattutto su addome e viso

Difficoltà a perdere massa grassa

Perdita di massa muscolare

Aumento della glicemia e della pressione arteriosa

Disturbi del sonno e stanchezza cronica

Alterazioni del ciclo mestruale e riduzione della libido

Sistema immunitario indebolito

🌿 COME RIDURRE IL CORTISOLO IN MODO NATURALE

🧘‍♀️ 1. Stile di vita

Sonno di qualità: 7–8 ore per notte, con orari regolari.

Attività fisica moderata: ottima la camminata, yoga o pilates. Allenamenti troppo intensi e frequenti, se non bilanciati, possono peggiorare la situazione.

Tecniche di rilassamento: meditazione, respirazione profonda, tempo nella natura.

Ridurre caffeina e stimolanti.

Gestire il tempo e dire qualche “no”: il corpo percepisce anche lo stress emotivo e mentale.

🥦 2. Alimentazione anti-stress

Pasti regolari: evitare lunghi digiuni o restrizioni severe.

Carboidrati complessi (cereali integrali, legumi, patate) per mantenere stabile la glicemia.

Grassi buoni: olio extravergine d’oliva, frutta secca, semi, pesce azzurro.

Vitamina C e magnesio: agrumi, kiwi, verdure a foglia verde, cacao fondente, mandorle.

Limitare zuccheri semplici, alcol e junk food, che creano picchi insulinici e stress ossidativo.

Bere acqua a sufficienza: la disidratazione aumenta la risposta da stress.

💡

Ridurre il cortisolo non significa eliminare lo stress, ma imparare a gestirlo attraverso equilibrio, consapevolezza e nutrizione.
Prenderti cura di te è la prima forma di prevenzione.❤️





Immagine fonte il web

10/10/2025

Sei pronta a smettere di lottare e iniziare ad ASCOLTARTI?

Un percorso naturopatico può darti la consapevolezza necessaria per la tua forma e liberarti sia dalle tossine fisiche che dai pensieri limitanti.

Il percorso consiste nel capire quando il peso è un segnale di stress, emozione repressa o insoddisfazione

Fissa una call conoscitiva gratuita (scrivimi in direct) e scopri come la naturopatia ti può offrire un nuovo approccio nella gestione dell'immagine corporea.
Metti un ❤️ se sei d'accordo che la testa è il primo passo!

LO SAPEVI CHE LA MAGGIOR PARTE DEI MALESSERI SI CURA CON UN RIMEDIO NATURALE CHE ABBIAMO TUTTI IN CASA?Senti qua!⬇️⬇️⬇️⬇...
08/09/2025

LO SAPEVI CHE LA MAGGIOR PARTE DEI MALESSERI SI CURA CON UN RIMEDIO NATURALE CHE ABBIAMO TUTTI IN CASA?
Senti qua!
⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️
Quando non bevi abbastanza acqua, il tuo corpo non può funzionare al meglio. L'acqua è essenziale per la vita e tutte le funzioni corporee.

Ecco gli effetti principali che la disidratazione ha su vari sistemi del tuo corpo.
-Reni
Quando sei disidratato, i tuoi reni lavorano di più per conservare l'acqua. Questo può portare a un'alta concentrazione di tossine, aumentando il rischio di sviluppare calcoli renali e infezioni urinarie. La tua urina diventerà più scura e meno frequente, un segnale evidente che qualcosa non va.
-Sangue
Il sangue è composto per gran parte da acqua. Se non ne bevi a sufficienza, il volume del sangue diminuisce, rendendolo più denso. Questo costringe il tuo cuore a pompare con più forza, aumentando il rischio di pressione bassa e tachicardia. Un sangue meno fluido può anche compromettere il trasporto di ossigeno e nutrienti a tutti gli organi.
-Digestione ed Evacuazione
La disidratazione rallenta la digestione. Senza un'adeguata quantità di acqua, l'intestino non riesce a muoversi correttamente, causando stitichezza e difficoltà nell'evacuazione. L'acqua è fondamentale per ammorbidire le feci e facilitarne il passaggio.
-Depurazione
L'acqua è il principale veicolo per eliminare le tossine dal corpo, tramite reni e sudore. Quando sei disidratato, il tuo corpo non può espellere le tossine in modo efficiente. Questo può portare a un accumulo di scorie metaboliche, mettendo sotto pressione fegato e reni, gli organi principali della depurazione.
-Luciditá Mentale
La disidratazione può avere un impatto significativo anche sulla tua mente. Anche una disidratazione lieve può causare mal di testa, difficoltà di concentrazione, irritabilità e stanchezza. Il cervello, essendo composto per circa il 75% di acqua, risente immediatamente della sua mancanza, compromettendo la lucidità mentale e le prestazioni cognitive. 🧠

Non aspettare di avere sete per bere: la sete è già un segnale che il tuo corpo è in uno stato di lieve disidratazione. Bevi regolarmente durante il giorno per mantenere il tuo corpo in salute! 💧

Conosci la più grossa bugia in grado di rovinare la vita della maggior parte delle persone?Esiste la falsa credenza che ...
02/09/2025

Conosci la più grossa bugia in grado di rovinare la vita della maggior parte delle persone?

Esiste la falsa credenza che la salute sia legata a pillole, esami, trattamenti in genere. Non fraintendermi, non sto dicendo che non servano. Sono necessari nel momento in cui esiste uno stato patologico su cui bisogna intervenire o di supporto in momenti di particolare debolezza o sofferenza.

In realtà la salute è la conseguenza di uno stile di vita sano e questo implica alimentazione corretta, ore di sonno efficaci e attività fisica congrua per mantenere la massa muscolare ed evitare la sarcopenia.

La maggior parte del commercio usa la "pleasure trap" cioè ti propone ciò che vuoi sentirti dire e non ciò ti serve sapere.

Il nostro cervello (secondo le neuroscienze) vuole sapere che esiste una via facile, un modo semplice per ottenere risultati senza sforzo e senza impegno quando invece ciò che ti servirebbe è sapere qual è la via migliore per mantenerti in salute.

La naturopatia serve proprio a questo!

Anche tu, con l'arrivo di settembre senti il bisogno di un nuovo inizio?
Scrivimi subito, sto per chiudere l'agenda per settembre e sono rimaste poche disponibilità

𝐈𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭à 𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐨𝐥𝐞𝐳𝐳𝐚Due cardini evolutivi per la sapienza.Oggi voglio condividere una serie di riflessioni che rite...
18/08/2025

𝐈𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭à 𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐨𝐥𝐞𝐳𝐳𝐚
Due cardini evolutivi per la sapienza.

Oggi voglio condividere una serie di riflessioni che ritengo utili per il benessere e la crescita personale.
Ti sarò grata se vorrai lasciare un feedback con un commento alla fine della lettura.💟

𝕃𝕒 𝕔𝕠𝕖𝕣𝕖𝕟𝕫𝕒 𝕔𝕒𝕣𝕕𝕚𝕒𝕔𝕒
"Aprire il cuore" e concentrarsi su emozioni elevate come gratitudine, gioia, riconoscenza, rispetto, ispirazione, compassione, portano il cuore a ba***re in maniera coerente. La coerenza cardiaca insieme ad un'intenzione chiara possono cambiare la biologia di una persona secondo la PNEI.
Inoltre la coerenza cardiaca genera un campo magnetico che si spande tutt'intorno al corpo. Questa energia è una frequenza che contiene informazioni, quindi può diventare intenzione. Secondo la fisica quantistica le frequenze di questo "campo" sono in grado di risuonare con quelle che vibrano in maniera simile creando una rete comunicativa tra cuori in coerenza.

𝕀𝕝 𝕡𝕠𝕥𝕖𝕣𝕖 𝕕𝕚 𝕒𝕕𝕖𝕤𝕤𝕠
Molti passano gran parte della vita a seguire le stesse abitudini o a ripetere il passato. Programmano il cervello in maniera inconsapevole a esistere in un futuro prevedibile o in un passato familiare, senza vivere mai nel momento presente.
Secondo la "biologia delle credenze" noi portiamo avanti un progetto di vita che qualcun'altro ha organizzato per noi. Uno schema di credenze in grado di determinare anche la nostra genetica e quindi ciò che riteniamo realizzabile.

𝕃'𝕚𝕕𝕖𝕟𝕥𝕚𝕥à
L'identità è determinata non solo da famiglia, cultura e società ma da esperienze, ricordi, valori. Non è qualcosa di fisso o immutabile; è fluida e dinamica. Continua a evolversi e a cambiare nel corso della vita, secondo la nostra capacità di elaborare il vissuto e generare coscienza diventando consapevoli.
𝕃𝕒 𝕔𝕠𝕟𝕤𝕒𝕡𝕖𝕧𝕠𝕝𝕖𝕫𝕫𝕒
La consapevolezza agisce come un catalizzatore, permettendo all'individuo di comprendere a un livello più profondo chi è, perché agisce in un certo modo e quale sia il suo posto nel mondo.
Migliora l'identità in diversi modi:
-Chiarisce l'identità personale: Essere consapevoli significa riflettere sulle proprie esperienze e capire come hanno plasmato i propri valori e le proprie convinzioni. Questo processo di introspezione aiuta a formare un'immagine più autentica e coerente di sé, distinguendo tra ciò che si è veramente e ciò che gli altri si aspettano che si sia.
-Aumenta l'autostima e la fiducia: Quando si ha una chiara comprensione dei propri punti di forza e di debolezza, si è più sicuri nelle proprie decisioni e si affrontano meglio le sfide. Questa sicurezza interna consolida l'identità.
-Migliora l'identità sociale e culturale: La consapevolezza di sé include anche la comprensione del proprio ruolo all'interno dei gruppi sociali e culturali. Essere consapevoli di come si interagisce con gli altri e di come le proprie azioni influenzano le relazioni rafforza il senso di appartenenza e l'identità collettiva.

𝘓𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘢𝘱𝘦𝘷𝘰𝘭𝘦𝘻𝘻𝘢 𝘨𝘪𝘰𝘤𝘢 𝘶𝘯 𝘳𝘶𝘰𝘭𝘰 𝘤𝘳𝘶𝘤𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘯𝘦𝘭 𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘭'𝘪𝘯𝘥𝘪𝘷𝘪𝘥𝘶𝘰 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘰𝘴𝘤𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘢𝘱𝘪𝘦𝘯𝘻𝘢

-​Elaborazione delle esperienze: La consapevolezza permette di analizzare le proprie esperienze, imparando sia dai successi che dai fallimenti. Non si tratta solo di sapere cosa è successo, ma di capire il "perché" e il "come" di quegli eventi.

-​Empatia e prospettiva: Essere consapevoli di sé aiuta a comprendere meglio gli altri. Questo porta all'empatia, che è un elemento fondamentale della sapienza. Comprendere le diverse prospettive permette di prendere decisioni più complete e giuste.

-​Accettazione dei limiti: La sapienza non è solo sapere ciò che si sa, ma anche riconoscere ciò che non si sa. La consapevolezza di sé porta a questa umiltà intellettuale, che è essenziale per la crescita e l'apprendimento continuo.

​𝕃𝕒 𝕔𝕠𝕟𝕟𝕖𝕤𝕤𝕚𝕠𝕟𝕖: ℂ𝕠𝕟𝕤𝕒𝕡𝕖𝕧𝕠𝕝𝕖𝕫𝕫𝕒, 𝕀𝕕𝕖𝕟𝕥𝕚𝕥à, 𝕊𝕒𝕡𝕚𝕖𝕟𝕫𝕒
​Il percorso è un circolo virtuoso:
​La consapevolezza di sé consente di esplorare e comprendere a fondo la propria identità.
​Questa profonda comprensione di sé porta a una migliore comprensione del mondo e delle relazioni umane.
​L'applicazione di questa comprensione nella vita quotidiana si traduce in decisioni sensate e giudizi ponderati, che sono i pilastri della sapienza.

​In sintesi, la consapevolezza è il ponte tra l'identità e la sapienza. La consapevolezza rende l'identità più autentica, e un'identità autentica, vissuta con riflessione, si trasforma in sapienza.

Nella conoscenza profonda di sé sta la chiave per migliorare la nostra condizione personale ma anche sociale. Quando un individuo evolve porta lo stato evolutivo generale ad un livello più alto.
Se vogliamo veramente iniziare a vivere in un mondo migliore possiamo iniziare da noi stessi e vedere come cambia l'ambiente intorno a noi. L'osservazione interiore è il primo passo verso una più armonica esistenza.

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Turin

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