Dottoressa Filippi Stefania-psicologa

Dottoressa Filippi Stefania-psicologa Laurea in Scienze dell'educazione e laurea magistrale in scienze pedagogiche e laurea in psicologia dello sviluppo.

Tengo corsi sulla genitorialità consapevole, consulenze e percorsi individuali e di coppia per guidare i genitori nella crescita dei figli

EDUCAZIONE ALLA SESSUALITÀ E ALL'AFFETTIVITÀ Spesso ho incontrato genitori imbarazzanti nel parlare di argomenti conness...
03/11/2025

EDUCAZIONE ALLA SESSUALITÀ E ALL'AFFETTIVITÀ

Spesso ho incontrato genitori imbarazzanti nel parlare di argomenti connessi all'affettività con i figli, perché in prima persona (e includo anche me nella cerchia), non abbiamo avuto questo tipo di esperienza.

Glissare sull'argomento oggi non è più possibile perché bambini e ragazzi, spinti dalla curiosità, andranno a cercare le risposte alle loro domande nel gruppo dei pari o nel web, entrambi molto pericolosi per il tipo di informazioni che possono ricavare.
Informazione che mettono a rischio la loro salute in primis, ma che trasmettono anche un'idea della sessualità sbagliata, ricca di pregiudizi e che sicuramente trascura il messaggio della sessualità commessa all'affettività.

Ecco perché è importante affrontare tu stesso l'argomento per primo con i tuoi figli. La scuola ora non ha più il permesso di farlo. Spetta a te!
Ma se hai bisogno di una guida che di aiuti a trovare le parole giuste, che ti dica quali informazioni trasmettere in base all'età, hai trovato la persona giusta 😉
GIOVEDÌ 6 NOVEMBRE terrò in incontro presso La Sfera Di Pistacchio a San Donà. Prenota il tuo posto!!!
Dottoressa Filippi Stefania-psicologa
Psicologa dello sviluppo e della famiglia
Pedagogista
389 164 3640


Un articolo che riguarda entrambi le mie battaglie professionali: l'educazione al consenso e all'affettività e l'utilizz...
03/11/2025

Un articolo che riguarda entrambi le mie battaglie professionali: l'educazione al consenso e all'affettività e l'utilizzo dei dispositivi elettronici nei bambini.
Sono due aspetti da non dare per scontati nella vita dei bambini. Mettere un limite, guidare nell'utilizzo, non è essere "bacchettoni" o cattivi genitori, ma essere consapevoli dei rischi, sei pericoli nascosti dietro queste due tematiche importanti e tenere per mano bambini e ragazzi nella scoperta di questi ambiti.
Il genitore bravo non è quello che dice sempre di si o si fa sempre amare dai figli. Il "no!" in questo caso, può veramente fare la differenza per una crescita sana, serena, non adultizzata, consapevole...

Dottoressa Filippi Stefania
Psicologa dello sviluppo e della famiglia
Pedagogista

A 9 ANNI HANNO FONDATO UN “CLUB DEL SESSO”: se siete genitori, per favore prendetevi 10 minuti per leggere questo post.

Genitori ed educatori: il messaggio che segue richiede circa 10 minuti del vostro tempo. Ma potrebbero essere dieci minuti chi vi aiutano a comprendere cose che stanno succedendo nelle vite dei nostri figli e di cui è troppo importante riflettere insieme. Questo post parte dalla testimonianza di una collega che mi ha scritto così:

“Gentile dottore per la prima volta nella mia esperienza professionale mi trovo davanti una situazione per me difficile da affrontare. Nella nostra scuola ci sono bambini di 9 anni che vedono video pornografici dallo scorso anno e hanno creato un club del sesso. Chi vuole farne parte è obbligato a visionare materiali pornografici spinti, rapporti orali, a tre, con uso di oggetti. Tutto questo è stato scoperto da una mamma. Mi viene da dire maledetti cellulari e adulti incoscienti che comprano sempre prima questo oggetto e non supervisionano. Alcune bambine manifestano un disagio forte, Oggi una ha vomitato per lo schifo provato davanti a delle immagini, altre piangono. Io da tanti anni affronto il discorso della pornografia online, della mercificazione del corpo, porto poesie d'amore, mostro ciò che manca in quelle visioni di solo accoppiamento fisico. Lo faccio nella terza media. A quella età le parole mi escono facilmente, so come affrontare il discorso. Non mi è mai successo di trovarmi in una situazione simile, davanti a bambini di 9 anni. Ecco perchè ho bisogno di un confronto con lei.

Da anni, ogni settimana (e ribadisco: ogni settimana) ricevo mail con richieste di aiuto in cui un adulto rivela di sentirsi disorientato di fronte a ciò che ha scoperto esistere nella vita virtuale di un figlio, di uno studente, di una classe o all’interno di una chat. Molte di queste richieste hanno a che fare con l’esplorazione della sessualità da parte di minori che viene fatta sempre più precocemente e con modalità totalmente inadeguate rispetto all’età e alla maturità dei soggetti coinvolti. Questa settimana ho ricevuto questa mail e ho chiesto il permesso di poter condividere questa testimonianza con chi legge i miei post.

Avere 9 anni e fondare, nel proprio ambito di amicizie, il club del sesso imponendo ai coetanei – per farne parte – di visionare materiali molto spinti è un esempio di come l’abuso sessuale (sì, questo è abuso e non esplorazione fase-specifica) possa entrare nella vita dei nostri figli attraverso la combinazione di cinque elementi:
1) il bisogno di appartenenza al gruppo
2) la disponibilità di strumenti digitali che permettono con tre click di fare qualsiasi cosa
3) la superficialità con cui il mondo adulto ha sdoganato nella vita dei minori strumenti potentissimi senza avere alcuna contezza della loro potenza e della disfunzionalità che essa porta nella vita dei minori
4) l’aggressività con cui le piattaforme digitali entrano nelle vite di tutti, anche dei bambini, proponendo esperienze totalmente non fase specifiche e arrogandosi il diritto di dire che non hanno alcuna responsabilità, in quanto avvertono l’utente di contenere materiale riservato ad un pubblico di cui specificano l’età minima (da cui se ne deduce che gli unici responsabili per le navigazioni pericolose sarebbero i genitori che dovrebbero vivere dentro gli smartphones dei figli)
5) la totale mancanza di educazione affettiva e sessuale, che lascia i piccoli esposti a situazioni estreme in cui percepiscono disagio ed eccitazione allo stesso tempo nella totale incapacità di comprendere come orientarsi in tutto ciò e soprattutto a chi chiedere aiuto., visto che le agenzie educative e gli adulti in generale si rivelano vacanti in questo ambito educativo.

Condivido questa testimonianza in un giorno di festa, non per rovinarvelo, ma perché nei giorni festivi noi adulti abbiamo ritmi più lenti e più tempo per concentrarci su cose che la frenesia del lavoro a volte non ci fa considerare importanti. Io non so più come dirlo al mondo che là fuori c’è un problema enorme che entra nelle nostre vite attraverso lo sdoganamento della virtualità a cui bambini e bambine hanno accesso, navigando senza alcun criterio e supervisione.

So che molti dicono che basterebbe educare ad un buon uso dello smartphone, perché non è lo smartphone in sé il problema, ma l’uso che ne viene fatto. Beh, lasciatemi dire che invece è anche lo smartphone in sé il problema perché ha una potenza che nessun bambino sa governare e che nessun adulto sa educare nella relazione con un minore. Dentro al virtuale c’è troppa roba mentre nella mente dei nostri figli, prima dei 16 anni ci sono ancora troppe poche reti neuronali integrative in grado di avere un dominio efficace di quella “troppa roba”. E’ come far guidare una fuoriserie ad un ragazzo che ha appena preso la patente per guidare un motorino.

Per favore parlate di tutto questo ad altri genitori. Voi educatori condividete questa storia nelle vostre chat di classe. Rendete questa domenica una domenica di consapevolezza adulta, sia genitoriale che della comunità educante tutta. Troppe volte sento dire, anche da colleghi molto quotati, che io, con la narrazione che ho fatto del digitale in questi anni, non ho compreso nulla. Perché il problema secondo moltissimi sta nella fragilità di noi adulti.

Io penso che dobbiamo avere il coraggio di dire che il mondo virtuale ha reso i genitori fragili e la fragilità degli adulti ha reso il mondo virtuale sempre più capace di impossessarsi delle vite dei nostri figli. E’ un gatto che si morde la coda che però ha avuto il suo punto di inizio con la pervasività del digitale portatile dentro alle nostre vite di esseri umani del terzo millennio. E questo, Jonathan Haidt lo spiega benissimo nel suo volume “Generazione ansiosa” (Rizzoli ed.)

Su questo tema anch’io ho appena pubblicato un libro con Barbara Tamborini intitolato “Esci da quella stanza. Come e perché riportare i nostri figli nel mondo” (Mondadori ed.) dove cerchiamo di far capire ai lettori che oggi abbiamo bisogno di una totale inversione di rotta e che noi genitori ne dobbiamo essere consapevoli protagonisti. Vi prego, andatelo a cercare nella biblioteca più vicina a casa vostra, non c’è bisogno che lo compriate (chi sa quanti pensano che il mio unico interesse sia – in questo momento - vendere un libro. Ma se così fosse, vi siete mai chiesti come mai in più di dieci anni di vita nei social non ho mai – e ribadisco mai – messo un link ad alcuna libreria online che conduca all’acquisto automatico di un mio libro?). Scrivo libri non perché ho l’urgenza di venderli (cosa che naturalmente viene valutata come positiva da un autore), ma per fare cultura, per usare il mio posizionamento professionale e sociale (oltre che social) ai fini del miglioramento della vita e delle condizioni di crescita dei nostri figli. Lo dico da professionista e lo dico come padre di quattro figli.

Se anche voi pensate che fondare il club del sesso a 9 anni sia una spaventosa distorsione della crescita derivata da un mondo che non ha alcuna cura dei bisogni evolutivi di bambini e bambine del terzo millennio e che ciò non dipenda solo dalla fragilità di noi genitori, ma dalla potenza con cui quel mondo invade le nostre vite…… beh allora spero che questo post vi aiuti a correre ai ripari.

Se volete e potete, aprite il dibattito con più adulti possibili e condividete questo messaggio.

Approfitto di questa giornata per affrontare il tema delle paure dei bambini.L'ansia da separazione, il buio, i mostri e...
31/10/2025

Approfitto di questa giornata per affrontare il tema delle paure dei bambini.

L'ansia da separazione, il buio, i mostri e le creature immaginarie, animali, temporali, il dottore, paura nell'affrontare alcune sfide...
Molte volte rendono le nostre e loro giornate più difficili perché il bambino piange, si blocca e non vuole fare quella determinata cosa.
Cosa fare in questi casi?

Per gestirle, è fondamentale che i genitori siano empatici, che ascoltino il bambino e gli offrano rassicurazione e senso di sicurezza, evitando di sminuire le sue emozioni o di usare scherzi che possano spaventarlo.
Possono diventare utili alcuni rituali "magici" come spruzzare uno spray "anti-mostro" sotto al letto prima di andare a dormire o immaginarsi un particolare animale che ci fa paura come se fosse una vecchietta con i bigodini 😜

Dottoressa Filippi Stefania
Psicologa dello sviluppo e della famiglia
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Fai sbagliare tuo figlio. L’errore è la più grande risorsa di tuo figlio: imparare dagli errori e andare avanti. Non per...
29/10/2025

Fai sbagliare tuo figlio.

L’errore è la più grande risorsa di tuo figlio: imparare dagli errori e andare avanti. Non perché sia facile, ma perché è l’unico modo per fare esperienza.

Fai sbagliare tuo figlio, soprattutto nelle piccole cose. Nell'apparecchiare, nel sistemare i vestiti, nel fare i compiti. Nel fare gli esercizi.
Evita rimproveri tipo "hai visto, te lo avevo detto".
Piuttosto chiedigli "che cosa hai imparato?".

In questo modo ogni volta che qualcuno gli dirà “hai sbagliato”, lui potrà rispondere: “Ora so come fare nel modo corretto e ho un'esperienza in più!”

Dottoressa Filippi Stefania
Psicologa dello sviluppo e della famiglia
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È mattina e con tua figlia ti stai preparando per portarla a scuola. Poi scapperai al lavoro per un'altra giornata inten...
27/10/2025

È mattina e con tua figlia ti stai preparando per portarla a scuola. Poi scapperai al lavoro per un'altra giornata intensa.
Nella fretta porgi la borraccia verde. Quella blu è il lavastoviglie, non hai fatto a tempo a lavarla.

In quel momento scoppia un pianto irrefrenabile: «No!» grida. «Volevo quella blu!»
Iniziano fiumi di lacrime...e sono le 7:40 del mattino.

Tu pensi: è solo una borraccia, serve per bere l'acqua a scuola. È pulita. Dov'è il problema.

Il problema non è la borraccia.
Probabilmente il vero motivo scatenante è che le manca trascorrere un po' di tempo insieme, che non sia per fare i compiti, o la lite che tua figlia ha avuto con la sua amica, o la paura per la lettura che dovrà fare oggi in classe, che la mette in ansia..

Sono emozioni che non hanno trovato spazio per uscire prima ed esplodono proprio in quel momento... perché come si suol dire "il vaso è traboccato".

Quello che stai vedendo quindi, non è un’esagerazione.

La capacità emotiva funziona come un bicchiere, e nei bambini piccoli si riempie in fretta—stimoli sensoriali, stress sociale, stanchezza, perfino una gioia troppo grande da contenere. Quando non c’è un momento definito in cui farla uscire, l’emozione trabocca in lacrime, opposizione, "capricci" per cose minuscole.

In realtà, in questo momento tua figlia si è sentita abbastanza al sicuro da mostrare il caos che regna dentro sé.

Cosa fare in quel momento?
Fermati. Ammorbidisci l’espressione.
Abbassa la voce. «Era davvero importante per te che la borraccia blu fosse pulita?»
Offri un abbraccio.

Più tardi, quando le acque si saranno calmate, invita tua figlia a capire quale era il reale motivo dietro alla sua crisi emotiva.
Perché i bambini non crollano contro di te. Crollano insieme a te, perché con te si sentono al sicuro.

Dottoressa Filippi Stefania
Psicologa dello sviluppo e della famiglia
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Le parole dei bambini spesso sono difficili da comprendere, spesso è difficile capire anche il significato che cercano d...
24/10/2025

Le parole dei bambini spesso sono difficili da comprendere, spesso è difficile capire anche il significato che cercano di trasmetterci.
Sono il tentativo di tradurre in linguaggio ciò che vivono con il loro corpo, ciò che sentono profondamente, ma al quale spesso non sanno dare un nome.

L'altro giorno una bambina della scuola dell'infanzia, diceva ad un'altra bambina questa frase:
"Se è una giornata impegnativa per me, era una giornata impegnativa anche per te" .

Molte volte tendiamo a pensare che la vita dei bambini sia solo gioco, divertimento, coccole, trovare tutto pronto... Sminuiamo le loro fatiche e spesso tendiamo a non attribuire abbastanza importanza alle loro parole.

Com'è la tua risposta da adulto alle parole del bambino?

Se parola del bambino viene svalutata e la sua esperienza resa invisibile.
Ogni volta che un bambino e una bambina parla, porta con sé un frammento della propria verità: una paura, un bisogno, un desiderio, un limite.
Se l’adulto lo corregge o lo contraddice subito, quel frammento si perde. E con esso si perde anche la possibilità di sentirsi riconosciuto come persona degna di amore... e giorno dopo giorno, nasce nel profondo un messaggio silenzioso: “La mia voce non conta”, “Io sono sbagliato”, “Non merito amore”.

Dare voce ai bambini e alle bambine significa sospendere la fretta e la razionalità per aprirsi ad ascoltare ciò che hanno da dire. Anche oltre le parole.

Quando un bambino si sente accolto nelle sue parole senza che vengano sminuite o messe in dubbio a priori, costruisce fiducia in sé stesso, sicurezza interiore e la sensazione di essere competente.

Dottoressa Filippi Stefania
Psicologa dello sviluppo e della famiglia
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Molto spesso, nella quotidianità educativa e familiare, capita di dire ai bambini che stanno piangendo "Non piangere, no...
22/10/2025

Molto spesso, nella quotidianità educativa e familiare, capita di dire ai bambini che stanno piangendo
"Non piangere, non è niente"

Se ci mettessimo per un secondo nei panni di quel bambino diremmo invece "Non è vero che non è niente! Se sto piangendo, significa che questa cosa mi ha ferito, imbarazzato, turbato...."

Eppure la risposta dell'adulto spesso tende a sminuire l'emozione che sta vivendo il bambino in quel momento.

Ora ti invito a pensare ad una situazione in cui ti sei sentito veramente arrabbiato. Racconti ad un tuo caro amico la situazione e il tuo amico ti risponde"Ma non è niente!"
Come ti fa sentire?

Il bambino non ha bisogno di grandi discorsi consolatori, spesso basta solo un abbraccio o un bacio dove ha preso la botta. Spesso si è solo spaventato.

Quando un bambino si sente accolto nelle sue emozioni senza che vengano sminuite, costruisce fiducia in sé stesso, sicurezza interiore e la sensazione di essere competente.

Diventa necessario mettersi all’altezza dei bambini e delle bambine: non solo all’altezza dei loro occhi, ma soprattutto all’altezza dei loro sentimenti e dei loro stati interiori. Autentici, puri, coerenti.

Dottoressa Filippi Stefania
Psicologa dello sviluppo e della famiglia
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Se quando eravamo bambini i nostri bisogni non sono stati soddisfatti, dentro noi restano delle ferite, che si possono r...
20/10/2025

Se quando eravamo bambini i nostri bisogni non sono stati soddisfatti, dentro noi restano delle ferite, che si possono riaprire nella relazioni con i figli.
E la relazione si diventa faticosa. Percepiamo un rifiuto del bambino come un attacco personale.
"Mi ride in faccia quando lo sgrido"
"Fa le cose a posta"
"Mi fa i dispetti"

Queste sono frasi che mi riportano alcuni genitori in seduta e sulle quali andiamo a lavorare per vedere quello che c'è realmente dietro a queste frasi dette dai bambini: la costruzione della propria identità. Il dire "Io sono in essere diverso da te!"

Dottoressa Filippi Stefania
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Non sempre in famiglia si affronta il tema della sessualità. Accade che poi i ragazzi cercano le risposte alle loro doma...
18/10/2025

Non sempre in famiglia si affronta il tema della sessualità. Accade che poi i ragazzi cercano le risposte alle loro domande e alle loro curiosità nel web o tra i pari ...e questo rischia di trasmettere loro informazioni sbagliate, ricche di pregiudizi, a volte persino pericolose.

🔴 Comunicato stampa congiunto sull’educazione sessuo-affettiva nelle scuole

Le Presidenti e i Presidenti degli Ordini degli Psicologi di Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Puglia, Sicilia e Veneto prendono una posizione chiara e netta in merito al DDL del 23 maggio 2025 del Ministro Valditara.

🎓 L’educazione sessuo-affettiva è una risorsa, non un rischio. Limitare o escludere la possibilità di promuovere da parte dei professionisti della salute attività educative su questi temi significa privare bambini e adolescenti di strumenti fondamentali per comprendere e gestire i cambiamenti fisici ed emotivi legati alla crescita.

🧠 L’educazione sessuo-affettiva, quando è adeguata all’età e scientificamente fondata, contribuisce a relazioni sane, alla prevenzione di bullismo e violenza di genere, e al benessere psicologico delle giovani generazioni.

👥 Gli Ordini regionali sopra menzionati esprimono profonda preoccupazione per le implicazioni culturali e sociali derivanti dalle limitazioni previste nel DDL “Disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico”.

Chiediamo che la voce degli psicologi e delle psicologhe venga ascoltata nelle sedi parlamentari competenti, per ribadire l’importanza di un’educazione affettiva e sessuale tempestiva, continuativa e basata sulle evidenze scientifiche.

📢 La tutela dei minori passa anche — e soprattutto — attraverso la conoscenza, l’ascolto e la costruzione di contesti educativi sicuri e consapevoli.

Nei primi anni i bambini non hanno solo bisogni fisici.Hanno soprattutto bisogni emotivi profondi, che sono il vero terr...
17/10/2025

Nei primi anni i bambini non hanno solo bisogni fisici.
Hanno soprattutto bisogni emotivi profondi, che sono il vero terreno su cui cresceranno il loro senso di sé, la fiducia nel mondo e la capacità di amare.

🌱Essere visti e riconosciuti – “Io esisto per te, tu mi guardi e mi accogli.

🌱Essere contenuti – “Quando le mie emozioni sono troppo grandi, tu resti con me e non mi lasci solo.”

🌱 Essere guidati con limiti chiari – “Il mondo ha delle regole, ma io posso impararle senza paura di perdere il tuo amore.”

🌱 Essere toccati e coccolati – il contatto è nutrimento tanto quanto il cibo.

🌱 Essere ascoltati – “Quello che provo ha valore, anche se non so ancora dirlo a parole.”

🌱Essere incoraggiati – “Tu credi in me, e così imparo a credere in me stesso.”
Se questi bisogni non vengono soddisfatti, restano dentro di noi, come piccole ferite, che da adulti continuano a farsi sentire: nella difficoltà a fidarsi, nella paura del rifiuto, nel bisogno eccessivo di approvazione, nella fatica a regolare le emozioni.

E se non impariamo a riconoscerli e a prendercene cura, quando diventiamo genitori rischiamo di proiettare quei bisogni sospesi sui nostri figli.

Dottoressa Filippi Stefania
Psicologa dello sviluppo e della famiglia
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Che cosa significa fare educazione sessuale?Alla base di questa legge c'è- perdonatemi l'essere diretta- la TOTALE IGNOR...
16/10/2025

Che cosa significa fare educazione sessuale?
Alla base di questa legge c'è- perdonatemi l'essere diretta- la TOTALE IGNORANZA sul significato di questo insegnamento.
Fate educazione sessuale con i bambini significa aiutarli a capire come sono fatti, aiutarli a conoscere il proprio corpo e averne cura.
Significa normalizzare alcuni cambiamenti del loro corpo nel corso della vita e accompagnare i ragazzi a viverli con maggiore serenità!
È conoscere il nome delle parti del proprio corpo per saper mettere dei limiti all'altro. Definire e saper rispettare i propri confini!

Siamo tutti consapevoli che dobbiamo attivarci il più possibile, da adulti, per trasmettere a bambini e ragazzi delle conoscenze e delle pratiche da saper attuare relative all'educazione al consenso, perché nessuno e proprietà di nessuno!
E anche questo è educazione sessuale.

Non significa dire "sei libero di fare s**o con chiunque vuoi, dove vuoi e quando vuoi.

I ragazzi lo faranno lo stesso, ma avere delle conoscenze, trasmessa da un punto di riferimento che non è internet, fa la differenza! Internet trasmette un'idea ricca di pregiudizi, e sappiamo quanto possa essere pericoloso ad oggi!

Vietare l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole va contro le linee guida dell’OMS.
Questa materia dovrebbe essere parte programma scolastico.

Se c’è qualcosa di cui abbiamo veramente bisogno in Italia oggi è proprio l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole significa creare un tabù intorno a questo tema!

Il fatto che le ideologie politiche, anzi mi permetterei di definirli dei pregiudizi di coloro i quali fanno politica, si introiettano nelle questioni della medicina è estremamente pericoloso!

Dottoressa Filippi Stefania-psicologa
389 164 3640

Paura e silenzio sono alla base della scelta del Governo di non prevedere l'insegnamento di affettività e sessualità nelle classi delle elementari e delle medie. Una decisione che farà finire bambini e ragazzi a cercare risposte nei motori di...

L'altro giorno in una seduta, una mamma mi ha chiesto: "MA COSA LE DICO PER PORTARLA QUI?"Quando il figlio deve iniziare...
15/10/2025

L'altro giorno in una seduta, una mamma mi ha chiesto: "MA COSA LE DICO PER PORTARLA QUI?"

Quando il figlio deve iniziare un percorso psicologico spesso c’è la paura di sbagliare parole, il timore di ferire la sua sensibilità, la preoccupazione che possa sentirsi “diverso” o “sbagliato".

Spesso in seduta e anche nei miei post sottolineo che quello di cui i bambini hanno bisogno la verità, verità semplici, dette con il cuore, con un tono sereno e autentico.
Perché i bambini sanno, intuiscono e imparano dal modo in cui mamma e papà vivono una situazione.

Se un genitore affronta il nuovo percorso con fiducia, curiosità e serenità, il bambino sentirà queste stesse emozioni e potrà viverle a sua volta.
Se invece prevale ansia o paura, anche il piccolo ne sarà inevitabilmente influenzato.

E quindi, cosa dire?
Si puó raccontare che esiste uno spazio speciale, fatto apposta per i bambini, dove giocare, costruire e scoprire cose nuove insieme a una persona che lo aspetta, in cui non serve essere “giusti” o “perfetti”, perché tutto quello che il bambino porta di sé trova un senso e un posto.

Dottoressa Filippi Stefania
Psicologo dello sviluppo e della famiglia
389-1643640




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