21/10/2025
Remissione del prediabete - dieta iperproteica? No grazie!
Il prediabete può andare incontro a remissione. Cioè glicemia a digiuno o HbA1c inizialmente aumentate ma senza arrivare ai livelli propri del diabete possono normalizzarsi. Ad esempio una glicemia a digiuno fra 100 e 125 mg/dl può scendere sotto 100 mg/dl. Una HbA1c fra 5,7% e 6,4% può scendere sotto 5,7%.
Tipicamente questo può succedere perdendo peso, quando questo è in eccesso, per effetto di un cambiamento dello stile di vita: dieta più controllata, attività fisica più abbondante.
In uno studio clinico randomizzato, quindi condotto con il rigore metodologico necessario, è stato confrontato in circa 1900 soggetti sovrappeso/obesi con prediabete un regime alimentare basato su una dieta più ricca di proteine (25% delle calorie) e meno ricca di carboidrati (45% delle calorie) e con alimenti a più basso indice glicemico (55). La percentuale di calorie dai grassi era identica. Entrambi i gruppi (circa 950 soggetti in ognuno) inizialmente avevano fatto un trattamento per 8 settimane con una dieta molto ristretta (dieta bilanciata liquida da 800 calorie al giorno) con la quale avevano perso peso. Poi sono stati assegnati casualmente ad uno dei due regimi alimentari e seguiti per tre anni.
È stato osservato che la remissione del prediabete ad 1 anno e a 3 anni era meno frequente nei soggetti che seguivano un regime alimentare con un maggior apporto di proteine e un minor apporto di carboidrati. Fra l’altro senza che fossero osservate differenze nella perdita di peso durante il periodo di osservazione in chi seguiva l’uno o l’altro regime alimentare.
In altre parole, è risultato più vantaggioso consumare più carboidrati, anche con un indice glicemico un po’ più alto, che aumentare le proteine e ridurre i carboidrati, anche con indice glicemico più basso.
Questa è una scientificamente assai solida dimostrazione che aumentare le proteine nella dieta non è una buona scelta perché dal punto di vista dello stato di salute metabolica a medio termine (1 anno) e lungo termine (3 anni), non determina benefici. Tutt’altro.
Il lavoro è apparso da poco su Diabetologia, organo ufficiale della European Association for the Study of Diabetes. Rivista top nel panorama mondiale di quelle dell’area diabetologica.
I proteinofili e i proteinofagi spero possano riflettere su questi risultati.