Psicoterapeuta Olga De Bacco

Psicoterapeuta Olga De Bacco www.olgadebacco.com
Psicoterapia corporea integrata
Terapia del trauma
Psicosomatica Libera il coraggio di sentire la tua forza!

La via più rischiosa è proprio quella di non rischiare mai. "Coraggio" significa "Agire con il Cuore". Agire con il Cuore per vivere una vita piena e autentica.

09/11/2025

👉A volte non serve alzare la voce per dire “sì” quando dentro stai urlando “no”.

Hai mai sentito parlare di compiacenza passiva e compiacenza aggressiva?

Quella passiva ti fa sorridere mentre ingoi la rabbia😡
La compiacenza aggressiva, invece, è quella che esplode dopo aver taciuto troppo💣

In entrambi i casi, ti allontani da te stesso e per paura di perdere l’altro, perdi te.

✋La libertà non è dire sempre sì o no.
È imparare a scegliere senza tradire te stesso.

💬 Ti ci ritrovi?
📌 Salva questo reel per ricordarti che scegliere te non è egoismo, ma un atto di amore.

Lì dove si cercano autorità, spesso si nasconde una profonda ferita di rifiuto.Chi è stato respinto, umiliato o non vist...
08/11/2025

Lì dove si cercano autorità, spesso si nasconde una profonda ferita di rifiuto.
Chi è stato respinto, umiliato o non visto, finisce per cercare figure da cui sentirsi finalmente riconosciuto, approvato, legittimato.

Ma la stessa ferita vive anche in chi le autorità le evita.
È solo un’altra forma di difesa: il distacco, il “non ho bisogno di nessuno”, il rifiuto prima di essere rifiutati.

In entrambi i casi è il dolore del rifiuto a guidare,
e il bisogno, più o meno consapevole,
di essere finalmente ascoltato e non interrotto, accolto e non “aggiustato”, senza dover adattarsi a qualcuno.
Senza rinunciare a sé stesso.

Ogni volta quando ti rifiuti, gli altri si autorizzano a fare lo stesso con te.

~Abbi cura di te.
🪶

A volte una fiducia troppo veloce non è segno di apertura, ma una difesa.Ti fidi subito, racconti tutto, ti consegni com...
08/11/2025

A volte una fiducia troppo veloce non è segno di apertura, ma una difesa.

Ti fidi subito, racconti tutto, ti consegni completamente — ma in fondo, qualcosa dentro di ‘tieni’. Senti allerta, e più la senti, più “ti dai”.

È una difesa della fiducia: ti fidi così tanto e così in fretta perché, in realtà, hai paura di fidarti davvero. Con responsabilità.

La vera fiducia nasce dal tempo, dall’esperienza, dal vedere l’altro per quello che è e dall’essere visto e accolto poco a poco.

Quando invece ti affidi di colpo, spesso è il bambino dentro di te che cerca disperatamente di credere che questa volta sarà diverso, che finalmente qualcuno non tradirà, non ferirà, non abbandonerà.

Ma la fiducia autentica non si guadagna e non si conquista, si costruisce.

Richiede lentezza, presenza, reciprocità.
E proprio per questo, paradossalmente, quando ti fidi troppo in fretta spesso non ti fidi affatto: cerchi solo di anticipare il dolore che temi, mettendoti in una posizione di illusoria sicurezza.

Fermati. Prendi cura di quello che senti.




08/11/2025

Quando la vita ci toglie i punti di appoggio — quando crollano le certezze, le relazioni, i ruoli che ci definivano — siamo costretti a confrontarci con il vuoto, con la confusione.

È lì che si vede la differenza: tra chi si frantuma e chi lentamente si ricompone.

La forza nasce dal osservare dolore e nello steso tempo fare un piccolo passo per lasciarlo andare.
Per esempio, uscire e fare una cammina senza il telefono e vedere quello che hai attorno, scrivere nel diario tutto quello che ti fa soffrire, cercare qualcuno con chi puoi parlare del tuo futuro, di cosa vuoi nella tua vita. So che un po’ più difficile. Ci vuole il coraggio..

A volte rischiamo di più a non esprimere nessuna nostra verità e rimaniamo vittime orgogliose.

È una forza che si costruisce passo dopo passo, nel momento in cui scegliamo di restare presenti, di non chiuderci, di non cedere al cinismo o alla disperazione.

Dal punto di vista psicologico, ogni trauma, ogni crisi, ogni perdita ci pone di fronte a un bivio: o ci irrigidiamo nelle difese, o lasciamo che la frattura diventi spazio di consapevolezza e di iniziare a fare un passo che smuove tua energia.

Nel primo caso sopravviviamo, ma restiamo prigionieri del passato.

Nel secondo, impariamo qualcosa di essenziale: che la vulnerabilità e’ la tua compagna e non e’ un’ostacolo.

La stessa esperienza può distruggere uno e rafforzare l’altro.

La vera integrità nasce da qui:
dal non fuggire,
dal non indurirsi,
dal agire anche quando la vita fa male.

E allora sì — la stessa difficoltà che per qualcuno è rottura, per un altro diventa radice.

La radice non si vede, ma resta ancorata alla terra della propria verità, anche nelle tempeste.

Accogli sempre te stesso.

Diventare adulti, psicologicamente significa saper stare con se stessi anche quando non ci sono risposte,riconoscere le ...
08/11/2025

Diventare adulti, psicologicamente significa
saper stare con se stessi
anche quando non ci sono risposte,
riconoscere le proprie emozioni
senza farsi travolgere,
accettare la realtà senza smettere di avere fiducia nella propria direzione.

È la capacità di non pretendere di essere già “guariti”, “arrivati” o “forti”, ma di riconoscere che la vita si costruisce attraverso la continuità dei gesti piccoli,
della cura quotidiana, del rispetto dei propri tempi.

Prendi cura del tuo sentire.

07/11/2025

Passiamo gran parte del tempo cercando di piacere, di essere approvati, di non deludere.
Ma nel farlo, spesso ci allontaniamo da chi siamo davvero🪞

Puoi non piacere a tutti.
E va bene così.

Essere se stessi è un atto di verità, non di ribellione.
È scegliere di appartenersi, anche quando il mondo non capisce❤️

💭 Ti capita mai di mettere da parte te stessa pur di essere accettata?
Questo seminario potrebbe essere per te. Leggi il primo commento. 👇🏻

Ciò che non è per te si ritira,perché la vita possa farti spazio dove devi davvero fiorire.🍂Buon giorno🍁
06/11/2025

Ciò che non è per te si ritira,
perché la vita possa farti spazio
dove devi davvero fiorire.

🍂Buon giorno🍁

BASTO A ME STESSOLa ferita della deprivazione emotiva: quando impariamo a bastarci troppo presto.Cosa succede quando, da...
05/11/2025

BASTO A ME STESSO

La ferita della deprivazione emotiva: quando impariamo a bastarci troppo presto.

Cosa succede quando, da bambini, non siamo stati accolti nella nostra tristezza, nella nostra rabbia, nella nostra paura?
Quando non c’è stato nessuno capace di contenere le nostre lacrime o di restare accanto al nostro silenzio?
Allora dentro resta un vuoto — un vuoto che non smette mai di chiedere, anche quando non sappiamo più dargli voce.

Che cos’è la deprivazione emotiva

La deprivazione emotiva è una delle ferite più silenziose e profonde.
Nasce quando i bisogni affettivi fondamentali di un bambino — il bisogno di tenerezza, di contatto corporeo, di presenza empatica — non vengono riconosciuti o soddisfatti nel modo in cui lui o lei ne avrebbe avuto bisogno.

Non è sempre una mancanza “oggettiva” d’amore: spesso è una mancanza soggettiva, una discrepanza tra ciò che il bambino sente e ciò che riceve.
Quando un genitore è troppo preso da sé, emotivamente assente o incapace di rispondere ai bisogni affettivi del figlio, il bambino impara presto a bastarsi da solo.

Non chiede più, non reclama.
Trattiene il pianto, modula il tono, si adatta al clima emotivo dell’ambiente per non disturbare.
E così nasce la convinzione profonda: “Non posso contare su nessuno.”

Cosa accade nel bambino

Il bambino che vive questa ferita impara che chiedere non serve.
Impara a non aspettarsi troppo, a non appoggiarsi, a non “avere bisogno”.
Dietro la sua apparente autonomia, c’è un adattamento doloroso: la rinuncia alla fiducia.

Questo bambino cresce con il cuore contratto.
Sviluppa una grande capacità di autocontrollo e di prendersi cura degli altri, ma non sa più come ricevere.
Dentro, resta un desiderio antico di calore e riconoscimento — una fame d’amore che non trova casa.

Come si manifesta da adulti

La deprivazione emotiva non scompare: si maschera.
Nella vita adulta può manifestarsi come:
• paura di appoggiarsi agli altri, anche quando ci si sente stanchi
• bisogno eccessivo di essere indipendenti
• difficoltà a dire “no”, perché dire “no” fa sentire soli o colpevoli
• ansia o dipendenza nelle relazioni
• trascuratezza verso di sé, mettendo sempre gli altri al primo posto
• attrazione ripetuta per partner freddi, distanti o emotivamente non disponibili

Ogni volta che un amore non corrisponde, la ferita si riapre.
E, paradossalmente, più abbiamo fame d’amore, più scegliamo situazioni in cui restiamo affamati.

Il nucleo profondo

Non basta cambiare comportamento o imparare a “mettere confini”.
Nel cuore della deprivazione emotiva c’è una fame antica: un bisogno di essere nutriti affettivamente, di sentire che qualcuno può restare anche quando siamo vulnerabili.

Ma questa stessa parte, che desidera calore e contatto, spesso ne ha anche paura.
Non si fida, teme che l’amore ricevuto sia effimero, che l’altro possa di nuovo ritirarsi.
Così si attiva un ciclo di compensazioni: ci si riempie di fare, di responsabilità, di relazioni sbilanciate, pur di non sentire quel vuoto originario.

Il cammino del Ritorno al Se’

Guarire da questa ferita significa tornare alle radici della fiducia.
Imparare di nuovo a ricevere.
Lasciare che qualcuno si avvicini, anche se questo fa paura.
Permettersi di chiedere, di essere visti, di mostrare la propria vulnerabilità.
Attraversare la paura del rifiuto e scoprire che, questa volta, nessuno se ne va.

Il cuore corazzato non si apre con la forza, ma con la delicatezza.
Serve tempo, presenza e relazioni che offrano sicurezza.
Solo quando ci si sente davvero accolti, il corpo può rilassarsi e dire:
“Posso fidarmi.”

Dal vuoto al contatto

La deprivazione emotiva non si colma con la mente, né con la razionalità.
Si trasforma attraverso l’esperienza viva dell’autoascolto, della cura e della reciprocità.
Attraverso relazioni sicure dove è possibile ricevere senza paura,
e attraverso il corpo, che finalmente può sentire:

“Posso amarmi ed essere amato, con tutto quello che sento.”

Olga De Bacco





www.olgadebacco.com

immagine: scultura di Valerio Berruti

01/11/2025

Spesso chi punta in alto vive in uno stato di tensione continua.
🏃‍♀️Sempre di corsa, sempre con qualcosa da raggiungere.
Ogni traguardo diventa solo una nuova partenza🪨

👉Ma la vera forza non sta nella corsa,
sta nel ritmo.

Nel saper rallentare, respirare,
ascoltare il proprio corpo e la propria mente👂

Perché non è la velocità che ci fa crescere,
ma la capacità di restare presenti lungo il cammino.

Condividi questo reel con chi ha bisogno di rallentare📩

❤️

01/11/2025

🍁A volte, ciò che chiamiamo Avere cura di sé” oppure “Proteggere se stessi”, non è sempre cura, ma una forma invisibile di evitamento.

🌎 Ci prendiamo distanza, ci proteggiamo, ci diciamo che “non ho le risorse”— e può essere vero, per un po’. A lungo andare diventa una storia che ci raccontiamo.
Dietro questa apparente delicatezza e protezione verso di sé, può nascondersi la paura di sentire. ☺️
Paura di incontrare le nostre caratteristiche che fanno male.
Paura di toccare il senso di colpa, la vergogna, la pesantezza nel cuore che ci abita silenziosamente.

📍Quando l’evitamento prende il posto della cura, il nostro cuore rimane sospeso: protetto, ma non vivo.
Non scorre l’energia.

L’energia diventa Vitale quando abbiamo la forza di attraversare la soglia della vergogna e paura.

La vera delicatezza verso di sé non consiste nel fuggire il dolore, ma nel restare accanto a ciò che fa male — con presenza, con respiro, con compassione. Ogni volta quando giustifichiamo razionalmente il dolore, il fastidio, la paura ci allontaniamo da se stessi.

✨Cerchiamo di uscire dalle storie che ci raccontiamo e iniziamo a vivere la vita reale.
Usciamo dai castelli di sicurezza che ci tengono lontani dal sentire.

💔La ferita dell’abbandono non nasce solo da chi se n’è andato, ma anche da chi non c’è mai stato davvero.Da piccoli la s...
29/10/2025

💔La ferita dell’abbandono non nasce solo da chi se n’è andato, ma anche da chi non c’è mai stato davvero.
Da piccoli la sentiamo come un vuoto, da grandi come una paura che torna ogni volta che amiamo.

Imparare a non abbandonare se stessi è il primo passo per guarire✨✨
Perché la presenza che cura, è la tua.

DEPRESSIONE-SOFFERENZA DELl’ANIMALa depressione si configura come un singolare stato d’animo che costringe la persona in...
25/10/2025

DEPRESSIONE-SOFFERENZA DELl’ANIMA

La depressione si configura come un singolare stato d’animo
che costringe la persona
in una condizione di prigionia emotiva e di allontanamento dal mondo. La “prigione” è data dall’individuo stesso,
dal suo mondo interno che lo inghiottisce ogni giorno di più, dalle tenebre dentro le quali precipita accompagnato
solo dalla spiacevole sensazione di non poter più fare ritorno.

Non c’è nulla, ma proprio nulla, nella realtà esterna che possa sollecitare l’interesse
del depresso, men che mai accendere un barlume di progettualità.
Quando sentiamo parlare della cosiddetta
“mancanza di interessi”
che caratterizzerebbe
le persone depresse,
non facciamo altro che confrontarci con un banalissimo luogo comune,
un buffo eufemismo che riesce a spostare l’attenzione solo sulla punta dell’iceberg.

La depressione distrugge gli interessi della persona, li sgretola fino al punto di farli diventare finissima sabbia.
E per quanti sforzi l’individuo compia, per quanto impegno possa metterci,
per quanto aiuto possa ricevere, i suoi granitici interessi e le sue solide attività sono ora solo sabbia che sfugge tra le sue dita. Uno stato depressivo non lascia spazio alla forza d’animo,
alle motivazioni, alla capacità di progettare. In questa cupa sensazione di disperato abbandono l’unico “desiderio”
che è possibile avvertire è che l’incubo finisca il prima possibile.

E per un buffo scherzo del destino è il depresso stesso a procrastinare sempre più il risveglio dall’incubo: dormendo quasi tutto il giorno — oppure aspettando con ansia
di poterlo fare — la persona depressa si arrende supina alla letargia della sua vita.

Eppure, sebbene possa sembrare paradossale, soprattutto quando sopraggiunge una depressione profonda è il caso di dire “non tutti i mali vengono per nuocere”.
Lo stato di grave prostrazione e l’abbattimento che si vengono così a creare, infatti, costringono gioco-forza l’individuo a confrontarsi con gli aspetti più oscuri, segreti e imprevedibili della sua personalità.

Sprofondando fino negli abissi dell’anima, prima o poi giunge il momento in cui “si tocca il fondo”.

Gli elementi che permettono di comprendere di aver “toccato il fondo” variano da persona a persona, ma in genere è la consapevolezza di aver calpestato se stessi, di essersi lasciati risucchiare
da una condizione di degrado personale e psicologico,
a far si che il depresso si senta percorso da un brivido raggelante.

E questo un breve ma preziosissimo momento,
in cui una flebile luce rischiara per qualche istante il buio in cui si è immersi.
Sono attimi da prendere al volo, in cui si deve decidere rapidamente se distendersi su quel fondale attendendo la morte
dell’anima o, viceversa, se trasformare quello stesso fondale in una piattaforma di lancio da cui ripartire ed emergere.

Soltanto chi avrà vissuto sulla propria pelle l’avventura spaventosa e affascinante
di un viaggio nei sotterranei della propria anima potrà capire questo discorso, tutti gli altri dovranno accontentarsi di assistere increduli alle evoluzioni della psiche altrui.
Un aspetto veramente interessante della depressione è dato dallo sfacciato contrasto tra la sterilità di giorni trascorsi come creature prigioniere
della propria vita, e la grande fertilità del momento in cui si decide di ricominciare a vivere. In quel momento, infatti, l’individuo porta sulle proprie spalle un pesante carico: si tratta
di tutte le esperienze psicologiche e delle riflessioni generate dalla depressione stessa. Che non sono una zavorra, ma un prezioso bagaglio che l’individuo potrà decidere di mettere a frutto.

Da una depressione non si emerge mai come si era prima di sprofondarvi, la depressione è soprattutto metamorfosi e, spesso, arricchimento interiore.

La sofferenza dell’anima e la depressione, che di essa costituisce uno dei più “illustri” rappresentanti, divengono spesso scintille da cui divampa un vero incendio creativo, o la volontà di occuparsi di rinnovati interessi."

[A.Carotenuto, Il Fondamento della Personalità]

Adresse

Savosa Paese

Öffnungszeiten

Montag 08:30 - 18:30
Dienstag 08:30 - 18:30
Mittwoch 08:30 - 18:30
Donnerstag 08:30 - 18:30
Freitag 08:30 - 18:30

Telefon

+41787336161

Benachrichtigungen

Lassen Sie sich von uns eine E-Mail senden und seien Sie der erste der Neuigkeiten und Aktionen von Psicoterapeuta Olga De Bacco erfährt. Ihre E-Mail-Adresse wird nicht für andere Zwecke verwendet und Sie können sich jederzeit abmelden.

Die Praxis Kontaktieren

Nachricht an Psicoterapeuta Olga De Bacco senden:

Teilen

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram