19/10/2025
Massimo Scaligero fu un' Anima speciale 🙏
Perché un’associazione spirituale viva, le occorre ogni giorno la materia prima che ne giustifichi l’esistenza: lo Spirito. Quando questo venga meno, l’associazione può sussistere solo in quanto qualcosa che non è lo Spirito ne va prendendo il luogo: tuttavia continuando a operare come fosse lo Spirito. Anzi, allora appunto opera con la sicurezza propria a tutto ciò che si fonda sulla propria esteriore organizzazione.
L’associazione è l’esperimento di una relazione umana tra esseri che già unisca una sintonia secondo il superumano. Poi che l’associazione consegue al riconoscimento concorde di una ascesi, proprio per questo non può essere il presupposto dell’attività ascetica. L’organizzazione non può prevalere sull’idea.
Il modo di organizzarsi non deve condizionare il lavoro spirituale, non deve essere ciò che suscita le coesioni o i contrasti spirituali. Il modo di organizzarsi fa parte dell’attività spirituale, nella misura in cui si attui come ricerca della forma esteriore e non come ciò che possa indicare o determinare i valori.
Compito difficile, richiedendo la presenza del conoscere di cui ci si ritiene portatori per il fatto dell’associarsi: onde ininterrottamente la modalità esteriore venga distinta dal contenuto interiore. Le coesioni e i contrasti, infatti, dandosi come moti dell’anima, non possono che riferirsi ai temi della conoscenza e alle forme dell’ascesi: non dovrebbero mai impegnare lo Spirito e condurlo a tensioni inferiori. Ma se questo avvenga, avviene per essere conosciuto, e conosciuto per essere superato, per virtú di slanci piú profondi, che sono momenti ulteriori dell’ascesi che si persegue.
La modalità organizzativa in quanto tale esige soltanto soluzioni logiche, in ordine a intese che siano forme della basale intesa interiore. Se la modalità organizzativa suscita contrasti, non va commesso l’errore di credere che il motivo sia appunto il modo dell’organizzarsi, ma occorre avvertire che nell’ordine spirituale qualcosa non va e soltanto il riveduto rapporto con esso può illuminare il senso delle divergenze. Le quali dovrebbero essere contemplate come segno dell’ulteriore lavoro spirituale, non come ciò che deve divenire valore spirituale: non come ciò che deve determinare il movimento ulteriore dell’associazione.
Ma è chiaro che un simile rapportare il fatto al pensiero intuitivo – che è l’insegnamento della Filosofia della Libertà – può essere il compito di orientatori secondo lo Spirito. E non sempre gli organizzatori, i propagatori, i dialettici sono coloro in cui lo Spirito esprime il suo potere di orientamento.
Si tratta del fatto associativo piú difficile, perché non può avere basi nel mondo che esiste, ma in quello che verrà, ossia fuori del mondo che già esiste. Basi che vanno ogni giorno ricreate: essendo puramente interiori; mentre le associazioni ordinarie sono possibili su basi che sono il passato dell’umanità, la società quale già è, il mondo già fatto, la necessità esistenziale, la natura.
Un’associazione spirituale è un organismo invisibile che si proietta sul piano visibile come forza risolutrice dei contrasti propri alla relazione egoica: contrasti che sono previsti, anzi necessari come materia dell’opera unificatrice, come sostanza dinamica dell’azione associativa.
Ma avviene sempre che la relazione egoica prevalga e imiti lo spirituale, per sussistere in quanto stato di fatto egoico in veste spirituale: che è l’unificazione astratta, organizzativa o accademica, propria alle associazioni profane.
Ciò che può essere insegnato deve produrre tale continuità: non può essere accademica filiazione, bensí il fiorire di un ramo dell’albero sempre verde. L’insegnamento originario non patisce organizzazione scolastica o accademica, che non sia mediazione di continuo riconosciuta, epperò superata o estinta: di continuo ricreata dall’intimo, come un ideare inesauribile. Onde l’organizzazione abbia l’esistenza unicamente giustificata dalla presenza di ciò che deve essere organizzato.
Allorché l’organizzazione presume impersonare l’idea, per cui la sistemazione e la formulazione esteriore tendono a valere nella loro astratta determinazione come il segno tangibile dell’idea, questa è stata smarrita e un altro contenuto opera al suo luogo. Si agisce riguardo alla dottrina originaria secondo il “realismo” proprio al sapere attuale, a cui sono sufficienti la sistemazione logica e l’astratto apprendimento perché le sue verità siano trasmesse, essendo “cose”, non idee viventi.
L’associazione spirituale si inizia per lo Spirito e, a un dato momento, prevalendo in essa gli organizzatori, diviene inavvertitamente condizione allo Spirito. O si è in essa, o non si è nello Spirito: come se lo Spirito fosse luogo, accademia, situazione esteriore.
MASSIMO SCALIGERO.
[PERCHÉ UN'ASSOCIAZIONE SPIRITUALE VIVA]
DELL'AMORE IMMORTALE, APPENDICE N⁰2.