Dott.ssa Cattaneo Stefania

Dott.ssa Cattaneo Stefania Biologa nutrizionista esperta in Sindrome Ovaio Policistico, fertilità, insulino-resistenza, obesità

Laurea Magistrale in Farmacia,
Laurea Magistrale in Scienze degli Alimenti e della Nutrizione Umana,
Master internazionale di II livello in nutrizione e dietetica con indirizzo nutrizione nello sport. Master I livello in Nutrizione Sportiva
Già Professore AC presso SUISM, Università di Torino nel corso "Alimentazione dello sportivo"
Founder LotusFlowerPCOS Nutrition Center
Founder Global Sport Analysis Center

Affrontare l’infertilità quando hai la   può essere una delle esperienze più pesanti da gestire. Ti mette davanti a emoz...
01/12/2025

Affrontare l’infertilità quando hai la può essere una delle esperienze più pesanti da gestire. Ti mette davanti a emozioni forti, dubbi, attese lunghe e tanta incertezza. Le nuove linee guida del WHO e le linee guida internazionali sulla PCOS cercano di fare chiarezza proprio su questo: ridurre la confusione, evitare terapie inutili e aiutarti a trovare un percorso più sicuro, più efficace e davvero adatto a te.

Il punto di partenza è semplice, ma spesso trascurato. La riguarda la coppia, non solo la donna. Il primo passo è una valutazione condivisa: cicli, ormoni, sintomi metabolici, parametri seminali, sonno, stile di vita e stato emotivo. Capire insieme da dove si parte cambia completamente la costruzione del percorso.

Poi c’è un aspetto fondamentale: la salute riproduttiva si prepara. Le linee guida ricordano che lavorare su alimentazione equilibrata, sensibilità insulinica, movimento regolare, sonno adeguato e gestione dello stress non è “un consiglio in più”, ma una parte essenziale della cura.
Significa scegliere pasti che stabilizzano la glicemia senza restrizioni inutili, introdurre un’attività fisica sostenibile che migliora l’insulina senza stressare il corpo, costruire routine di sonno più regolari e imparare a modulare lo stress, perché incide davvero su ovulazione e ormoni.
Non servono stravolgimenti, ma piccoli passi coerenti che nel tempo migliorano la probabilità di ovulare e rendono i trattamenti molto più efficaci.

Quando la PCOS è la causa dell’ , le nuove linee guida OMS indicano il letrozolo come prima opzione farmacologica, rispetto al passato. Se non funziona, si procede con un percorso graduale e ben calibrato, sottolineando l’importanza di avere un supporto medico chiaro, un piano condiviso e informazioni basate su prove, evitando trattamenti non raccomandati.

La PCOS non significa infertilità definitiva. Con diagnosi accurata, terapie aggiornate e un percorso cucito su di te, molte donne recuperano un’ovulazione efficace e aumentano le probabilità di concepire.

Fonti
• WHO, Guideline for the prevention, diagnosis and treatment of infertility 2025

La   non si manifesta nello stesso modo in tutte. C’è chi ha cicli molto irregolari e acne evidente, chi ha solo una leg...
25/11/2025

La non si manifesta nello stesso modo in tutte. C’è chi ha cicli molto irregolari e acne evidente, chi ha solo una leggera tendenza a ingrassare, chi ha fame intensa in certi momenti della giornata, chi scopre di avere la PCOS quasi per caso. Questo non significa che alcune la vivano “davvero” e altre no. Significa che la sindrome ha molte sfumature e che l’intensità dei sintomi dipende da diversi fattori che la ricerca sta chiarendo sempre meglio.

Uno degli aspetti più importanti riguarda la sensibilità agli androgeni. Due donne possono avere lo stesso valore di androgeni nel sangue, ma una avrà acne, peluria sul mento e perdita di capelli, mentre l’altra quasi nessun segno. I recettori della pelle rispondono in modo diverso e questo cambia la percezione dei sintomi.

Anche la sensibilità insulinica può modulare la PCOS. Una risposta insulinica alterata può amplificare fame, stanchezza, irregolarità dei cicli e sintomi cutanei, anche senza glicemia alta e anche se sei normopeso.

Per questo non basta guardare un singolo valore.

Un altro elemento è l’infiammazione di basso grado. Alcune donne hanno un livello infiammatorio più elevato, che può influenzare energia, metabolismo, ovulazione e pelle, rendendo il quadro più impegnativo.

Conta anche il microbiota intestinale. Negli ultimi anni gli studi hanno mostrato che la composizione della flora intestinale può influenzare insulina, androgeni e infiammazione. Questo aiuta a spiegare perché alcune donne rispondono meglio a certi cambiamenti alimentari e altre no.

Infine, ci sono genetica, stile di vita, sonno, stress, ritmo dei pasti e attività fisica. Non come colpa, ma come fattori che possono attenuare o amplificare i sintomi.

Se senti che la tua PCOS è “leggera” o “forte”, non significa che stai esagerando o immaginando. Significa che il tuo corpo sta rispondendo in un modo unico. La chiave non è paragonarsi, ma capire quali fattori stanno influenzando te.

Vuoi che approfondisca uno di questi aspetti
Scrivimelo nei commenti: potrebbe diventare il prossimo post.

La   è una sindrome multifattoriale e può manifestarsi in modi diversi da donna a donna. È per questo che, ad oggi, non ...
24/11/2025

La è una sindrome multifattoriale e può manifestarsi in modi diversi da donna a donna. È per questo che, ad oggi, non esiste una terapia unica e definitiva capace di cancellarla del tutto. Ma questo non significa doversi accontentare. Significa capire che la gestione non è una soluzione di ripiego, è il modo più efficace per riprendere in mano la tua salute.

Gestire la PCOS vuol dire lavorare su ciò che vivi ogni giorno: energia, cicli, sintomi cutanei, fame, sensibilità insulinica, benessere emotivo. Quando gli interventi sono davvero adatti a te, il corpo risponde. I cicli diventano più prevedibili, la glicemia più stabile, l'umore più stabile e la sensazione di fatica si alleggerisce. Molte donne raccontano di riscoprire un senso di armonia e fiducia nel proprio corpo.

Quello che conta è non perdere tempo con terapie non autorizzate, protocolli estremi, diete rigide o metodi che promettono soluzioni rapide. Non solo non funzionano, ma rischiano di complicare il quadro, aumentare lo stress, alterare il metabolismo e rendere più difficile ritrovare l equilibrio.

La strada che aiuta davvero è un insieme di scelte sostenibili: alimentazione adeguata, movimento gestibile, sonno regolare, riduzione dello stress e controlli periodici dei parametri più importanti, come sensibilità insulinica, tiroide, nutrienti essenziali e stato infiammatorio. Non si tratta di essere perfetta, si tratta di prenderti cura di te in modo concreto.

La PCOS non definisce chi sei.
La conoscenza e le scelte che fai, invece, possono definire come la vivi. Riprendere in mano la tua salute non è un atto di forza, è un atto di cura verso te stessa. Se senti che il tuo corpo sta chiedendo più ascolto, questo può essere il momento giusto per iniziare un percorso più consapevole e davvero tuo.

A volte prendere la vitamina D può creare qualche dubbio, soprattutto perché i suoi effetti non si sentono subito e potr...
19/11/2025

A volte prendere la vitamina D può creare qualche dubbio, soprattutto perché i suoi effetti non si sentono subito e potresti chiederti se serva davvero. Non senti nulla nell’immediato, non percepisci un cambiamento netto e finisci per chiederti se serva davvero. È normalissimo.
La vitamina D però lavora in profondità, e si comporta come un ormone non proprio come una normale vitamina. È coinvolta in tantissimi processi che riguardano energia, metabolismo, sensibilità all’insulina e infiammazione. E nella PCOS la sua carenza è davvero molto comune.

Per questo lo studio di cui parlo nel carosello è così interessante. È un RCT, quindi uno studio clinico molto affidabile, perché divide le partecipanti in modo casuale tra gruppo che riceve vitamina D e gruppo che non la riceve. In questo modo si capisce davvero se l’integrazione fa la differenza.

E i risultati sono chiari.
Quando c’è una carenza di vitamina D, integrarla funziona. I livelli tornano nella norma e migliorano diversi parametri metabolici importanti. Si abbassa l’insulina, migliora la sensibilità all’insulina e si riducono trigliceridi, colesterolo totale e LDL. I benefici sono più evidenti nelle donne con PCOS che hanno obesità o insulino resistenza, perché in questi casi la carenza ha un impatto ancora più forte.

Questo non significa che la vitamina D faccia dimagrire o sostituisca alimentazione e stile di vita. Significa che, se il tuo corpo è in carenza, correggerla può aiutare il metabolismo a lavorare meglio e sostenerti nel percorso.

Ricorda sempre che la vitamina D va assunta solo dopo valutazione medica. Dosaggio e durata vanno personalizzati sulla base dei tuoi esami e delle tue reali necessità.

Ora sono curiosa di sapere la tua.
Hai mai controllato i tuoi livelli di vitamina D? La stai assumendo oppure no? E come ti trovi? Raccontamelo nei commenti. 😊

A volte sembra che la   sia esplosa solo negli ultimi anni. In realtà probabilmente ha accompagnato le donne per gran pa...
16/11/2025

A volte sembra che la sia esplosa solo negli ultimi anni. In realtà probabilmente ha accompagnato le donne per gran parte della nostra storia, ma in forme molto più leggere, spesso silenziose. Oggi invece vediamo più diagnosi, più casi e sintomi più severi.
E tutto questo può far sentire molte donne come se il loro corpo avesse qualcosa che non va. Ma non è così.

Lo spiega bene la review di Charifson e Trumble, Evolutionary origins of polycystic o***y syndrome: an environmental mismatch disorder (2019).
Gli autori mostrano che la PCOS non nasce da un gene "rotto", ma da tante varianti genetiche molto comuni, che influenzano androgeni, insulina e metabolismo. Varianti presenti in molte popolazioni, che in passato non creavano problemi. Costituivano solo una predisposizione, non una malattia.

Allora perché oggi tante donne si trovano a convivere con cicli irregolari, iperandrogenismo, resistenza insulinica e sintomi che impattano la qualità di vita? Perché è cambiato profondamente il nostro ambiente, soprattutto il modo in cui mangiamo e viviamo.

Lo studio sottolinea che nelle società preindustriali l’alimentazione era meno calorica e meno costante. Il corpo era molto più attivo e raramente sperimentava un surplus energetico prolungato. In quel contesto l’insulina rimaneva più stabile, gli ormoni più equilibrati e i geni associati alla PCOS non portavano agli squilibri che vediamo oggi.

Ora invece viviamo in un ambiente definito "obesogenico": molta sedentarietà, più stress, cibi molto calorici, zuccheri sempre disponibili. Questo innalza l’insulina e, nelle persone predisposte, amplifica gli squilibri ormonali fino a far emergere la PCOS in modo più intenso. Non è il corpo a essere cambiato, è l’ambiente intorno a noi che è cambiato troppo velocemente.

Capire questo non risolve tutto, ma può cambiare il modo in cui guardiamo alla PCOS: non come una colpa o un difetto, ma come il risultato di una storia biologica che oggi si scontra con uno stile di vita moderno poco adatto ai nostri equilibri interni.

Da qui può partire un percorso più consapevole e gentile verso se stesse.

Se convivi con la sindrome dell’ovaio policistico  , forse ti è capitato di sentirti più giù di tono, irritabile o con l...
05/11/2025

Se convivi con la sindrome dell’ovaio policistico , forse ti è capitato di sentirti più giù di tono, irritabile o con l’umore che cambia senza un motivo preciso. Forse ti sei chiesta se sia solo stress o se davvero c’entri la PCOS. La risposta è sì: corpo, metabolismo e cervello parlano tra loro, e questo dialogo può influenzare anche come ti senti.

Le ricerche mostrano che 1 donna su 3 (quindi tantissime donne!) con PCOS sperimenta sintomi depressivi e 1 su 4 sintomi d’ansia (Hong et al., Frontiers in Endocrinology, 2024). Non è una questione di “forza di volontà”: i meccanismi biologici sono reali e complessi.
L’insulino-resistenza, l’iperandrogenismo e l’infiammazione cronica di basso grado possono modificare la produzione di serotonina e dopamina, cioè i messaggeri che regolano motivazione, energia e stabilità emotiva. Anche il ritmo del sonno, il livello di stress e la percezione del corpo hanno un ruolo importante.

Ma la buona notizia è che si può intervenire e puoi stare meglio. Studi clinici mostrano che un percorso integrato – alimentazione equilibrata, attività fisica regolare, sonno curato e supporto psicologico – può ridurre i sintomi depressivi e migliorare la qualità di vita (Jiskoot et al., Human Reproduction, 2020; Majidzadeh et al., BMC Women’s Health, 2023).
La terapia cognitivo-comportamentale, ad esempio, aiuta a riconoscere i pensieri legati al corpo e a gestire meglio stress e ansia.

Se da un po’ ti senti senza energia o noti un umore basso che non passa o migliora, parlane con chi ti segue per la PCOS. Non è un segno di debolezza, ma di consapevolezza. Il tuo benessere emotivo fa parte della cura tanto quanto la regolazione ormonale o metabolica.

💬 Prenderti cura del tuo umore significa prenderti cura della tua salute a tutto tondo.

Qualche giorno fa una mia paziente mi ha scritto: “ho trovato nel piano alimentare una sensazione di serenità, non di co...
20/10/2025

Qualche giorno fa una mia paziente mi ha scritto: “ho trovato nel piano alimentare una sensazione di serenità, non di costrizione”. Mi ha fatto riflettere.

Oggi mangiare è diventato difficile, soprattutto quando si parla di . Siamo immersi in metodi, protocolli e mode che promettono risultati immediati, spesso senza alcuna base scientifica.

La PCOS è una condizione complessa: coinvolge , , , benessere psicologico.
Non può essere gestita con un “metodo” o una “dieta magica”, ma con un approccio scientifico, personalizzato e sostenibile.

Pensiamoci: nessuno inventerebbe un “protocollo detox” per l’insufficienza renale, né una “dieta miracolosa” l'infarto. Se sì, nessun darebbe credito a qualcosa di così "serio". In questi casi ci si affida alle linee guida, ai professionisti, alla medicina.
Con la PCOS invece no: tutto diventa terreno fertile per mode, eliminazioni inutili, confusione.

E i social, che potrebbero essere un aiuto, spesso peggiorano le cose. Le ricerche mostrano che la maggior parte dei contenuti su TikTok e Instagram legati alla PCOS riguarda peso e dieta, e molti hanno fini commerciali. Le informazioni sono spesso poco accurate e difficili da interpretare.

I social possono offrire confronto e supporto, ma non possono sostituire la competenza.
Perché nella PCOS non serve privarsi, serve capire, scegliere con consapevolezza, ritrovare equilibrio.

Mangiare non deve spaventare.
Deve diventare un modo per prendersi cura di sé, con serenità e rispetto.

Le International Evidence-Based Guidelines for the Assessment and Management of PCOS (2023) confermano un messaggio fond...
17/10/2025

Le International Evidence-Based Guidelines for the Assessment and Management of PCOS (2023) confermano un messaggio fondamentale: lo stile di vita è la prima linea di trattamento per tutte le donne con PCOS, indipendentemente dal peso.

L’associazione tra sindrome dell’ovaio policistico, eccesso ponderale e insulino-resistenza rappresenta oggi una delle sfide più complesse per la salute femminile. Circa il 75% delle donne normopeso e fino al 95% di quelle con BMI superiore a 25 presentano una qualche forma di resistenza insulinica, condizione che amplifica i sintomi ormonali, metabolici e psicologici.

Le evidenze scientifiche dimostrano che una riduzione del peso corporeo anche minima (5%) è in grado di determinare benefici significativi:
– miglioramento del profilo glicemico e lipidico,
– riduzione dell’adiposità addominale,
– maggiore regolarità mestruale e ovulatoria,
– miglioramento del tono dell’umore e della qualità della vita.

Ma non si tratta solo di “perdere peso”. I benefici di un sano stile di vita sono presenti anche in assenza di dimagrimento, a conferma che alimentazione, attività fisica e benessere emotivo restano i cardini della terapia.

L’intervento ideale è multicomponente, composto da:
- alimentazione equilibrata, di tipo mediterraneo, ricca di verdure, legumi, cereali integrali e grassi buoni;
- attività fisica regolare, anche moderata ma costante;
- supporto comportamentale e motivazionale, per migliorare aderenza e consapevolezza.

La gestione nutrizionale nella PCOS deve essere sempre personalizzata, costruita in team con la paziente e priva di giudizio. Il focus non è solo il numero sulla bilancia, ma la qualità del metabolismo, l’energia quotidiana e il benessere globale.

Prendersi cura della PCOS significa imparare a conoscersi, a nutrirsi con equilibrio e a muoversi con regolarità.
Non si tratta di restrizione, ma di educazione e consapevolezza.

La diagnosi di sindrome dell’ovaio policistico   richiede una valutazione medica completa: anamnesi, esami ormonali e, s...
15/10/2025

La diagnosi di sindrome dell’ovaio policistico richiede una valutazione medica completa: anamnesi, esami ormonali e, se necessario, indagini strumentali. È un percorso che serve a distinguere la PCOS da altre condizioni con sintomi simili.

- Step 1: il medico valuta la presenza di cicli mestruali irregolari insieme a segni clinici di iperandrogenismo (acne severa, perdita di capelli, irsutismo). Se entrambi sono presenti ed escluse altre cause (TSH, prolattina, 17-OH progesterone, FSH), si può confermare la diagnosi.

- Step 2: se i segni clinici non sono evidenti, si passa alla valutazione biochimica del testosterone totale e libero. Valori elevati, con altre cause escluse, confermano la diagnosi. Durante l’assunzione di contraccettivi ormonali, i risultati possono non essere affidabili.

- Step 3: se è presente solo uno dei due criteri (ciclo irregolare o iperandrogenismo), l’approccio varia: nelle adolescenti si osserva nel tempo, nelle adulte si può eseguire un’ecografia ovarica o dosare l’AMH (uno dei due, non entrambi).

Un ciclo è irregolare quando, oltre i 3 anni dal menarca, dura meno di 21 o più di 35 giorni o ci sono meno di 8 cicli all’anno.

L’ecografia valuta la morfologia ovarica (≥20 follicoli o volume ≥10 ml), mentre l’AMH riflette la riserva ovarica e può essere usato in alternativa.

Le linee guida ricordano che la PCOS non è solo una questione ormonale: tutte le donne dovrebbero eseguire controlli metabolici e cardiovascolari, come profilo lipidico, glicemia o OGTT ogni 1-3 anni, e misurare regolarmente la pressione.

📚 Fonte: International Evidence-Based Guideline for the Assessment and Management of Polycystic O***y Syndrome, 2023.

Ricorda: la diagnosi spetta sempre al medico, ma conoscere il percorso aiuta a sentirsi più consapevoli e coinvolte nella propria salute

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Lo stigma del peso è una forma di discriminazione ancora troppo accettata, anche in ambito sanitario. Le  linee guida in...
13/10/2025

Lo stigma del peso è una forma di discriminazione ancora troppo accettata, anche in ambito sanitario. Le linee guida internazionali sulla PCOS (2023) riconoscono che molte donne vivono esperienze di giudizio legate al peso, dentro e fuori dagli studi medici.

Questo stigma non solo ferisce, ma peggiora salute, comportamenti e qualità di vita.
È associato a maggiore ansia, depressione, disturbi alimentari, evitamento dell’attività fisica.

Ogni corpo può subire stigma quando non risponde alle aspettative sociali o ai modelli estetici dominanti. Anche la magrezza può essere oggetto di giudizio, sospetto o discriminazione.

Per questo motivo, le linee guida raccomandano che i professionisti della salute adottino pratiche di cura inclusive del peso, che promuovano accettazione e rispetto per la diversità corporea, concentrandosi sul miglioramento dei comportamenti e degli esiti di salute, indipendentemente dalla taglia.

Nel caso della PCOS questo significa:
- riconoscere che un peso più elevato può essere un fattore di rischio, ma è solo uno dei tanti indicatori di salute, e che vanno sempre considerati anche altri aspetti (metabolici, ormonali, psicologici, ambientali);
- chiedere sempre il consenso prima di parlare o misurare il peso, e utilizzare strategie per ridurre il disagio;
- evitare termini stigmatizzanti come “sovrappeso” o “obesità”, preferendo espressioni neutrali come “peso più elevato”;
- offrire la possibilità di scegliere tra percorsi di cura più centrati sul peso (che includono la perdita di peso intenzionale) oppure approcci inclusivi, focalizzati su cambiamenti dello stile di vita e sul benessere, indipendentemente dal numero sulla bilancia
- garantire a tutte le donne la migliore assistenza possibile, a prescindere dal peso, riconoscendo che in alcuni casi il peso può essere un fattore non modificabile solo con la modifica dello stile di vita

Serve un approccio che mette la persona, non il peso, al centro.

Parlare di alimentazione nella   non significa applicare protocolli rigidi o diete standardizzate.Ogni donna ha una stor...
25/08/2025

Parlare di alimentazione nella non significa applicare protocolli rigidi o diete standardizzate.
Ogni donna ha una storia diversa, sintomi diversi, obiettivi diversi.

Le raccomandazioni internazionali sottolineano che l’approccio migliore è la personalizzazione: partire dalle basi di un’alimentazione equilibrata e sostenibile (come la piramide alimentare aggiornata al 2025) e adattarle alla propria realtà.

Non c’è un “cibo vietato”, ma ci sono scelte più favorevoli al benessere metabolico e ormonale.
Non serve eliminare interi gruppi alimentari, ma imparare a gestire frequenza, quantità e combinazioni.
Non serve aver paura di mangiare, perchè questo apre a disinibizioni senza controllo e pensieri intrusivi che minano la tua serenità.
Non esiste “la dieta per la PCOS”, ma il tuo modo di mangiare che ti aiuta a sentirti meglio, a lungo termine.

Questi caroselli non sono un protocollo da copiare, ma una guida alle scelte consapevoli, da declinare con il tuo professionista di fiducia.

L'alimentazione non è mai solo nutrizione: è cura, ascolto e costruzione di equilibrio.

Chi vive con la   spesso ha un lungo passato di diete fallite, indicazioni contraddittorie e magari non sostenibili nel ...
25/08/2025

Chi vive con la spesso ha un lungo passato di diete fallite, indicazioni contraddittorie e magari non sostenibili nel tempo, aspettative irrealistiche.

C’è chi ha provato tutto: senza zucchero, senza glutine, chetogenica, intermittente. Ma nessuno forse ti ha mai chiesto: “Come ti fa sentire tutto questo?”

La verità è che non esiste una dieta perfetta per la PCOS. Esiste la persona.
Esisti tu.
Esiste il tuo corpo, la tua storia, le tue esigenze. Esiste una nutrizione che si costruisce insieme a te, passo dopo passo, con ascolto, pazienza e rispetto.

Nel mio approccio clinico, non ti proporrò uno schema precompilato o un elenco di divieti. Ti accompagnerò a trovare un modo di mangiare che ti sostenga davvero.

Che tenga conto degli aspetti metabolici, ma anche del piacere, della cultura alimentare, della tua quotidianità.

Mangiare NON è un atto da correggere nè tanto meno da stravolgere.
È un linguaggio da riconnettere.�
E per molte donne con PCOS, questo è il punto di svolta più profondo: tornare a fidarsi del proprio corpo, anche a tavola.

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La mia storia

Laurea Magistrale in Farmacia, Laurea Magistrale in Scienze degli Alimenti e della Nutrizione Umana, Master internazionale di II livello in nutrizione e dietetica con indirizzo nutrizione nello sport, Master I livello in Nutrizione Sportiva, Già Professore AC presso SUISM, Università di Torino nel corso "Alimentazione dello sportivo".

Ho fondato il Global Sport Analysis Center insieme al dott. Beratto Luca, Amo scrivere e cominicare, quindi ho creato LotusFlowerPCOS Nutrition Center un blog tutto dedicato alle donne che soffrono di sindrome dell’ovaio policistico www.lotusflowerpcos.com

Sono e sono stata relatrice in numerose conferenze sia Italiane che Internazionali.

Ora sto svolgendo un dottorato di ricerca internazionale (UNINI MX) in Nutrizione, con indirizzo obesità e sindrome metabolica.