Dott.ssa Camedda Silvia Biologa Nutrizionista

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Dott.ssa Camedda Silvia Biologa Nutrizionista Biologa Nutrizionista

22/08/2025

Oggi affrontiamo un argomento di per se poco interessante ma è doveroso, almeno per noi, dare un servizio ai colleghi ma soprattutto ai cittadini che ci seguono. Non faremo i nomi delle aziende che sponsorizzano il test del capello o del bulbo, per ovvi motivi. Come sempre campagne di marketing aggressive per spillare il soldi ai cittadini, dove promettono miracoli e diete miracolose. Il problema è che, ultimamente, diversi professionisti - forse con una etica professionale deontologica poco marcata e più spinta verso il profitto - utilizzano tali strumenti. Chiariamolo e diciamolo fin subito: E' FUFFA!

Queste cose lasciamole ,casomai agli operatori cosiddetti alternativi- olistici e ai loro adepti. Noi siamo professionisti Sanitari.

Facciamo quindi una panoramica.

Che cosa sono questi dispositvi?

Si tratta di dispositivi, che, secondo quanto dichiarato, analizzerebbero i bulbi piliferi tramite un “campo di risonanza” per elaborare un report epigenetico su alimentazione, ambiente, stress e altro. Vengono pubblicizzati come strumento di benessere non diagnostici, con "certificazioni" CE, FDA, ecc., ma sempre chiaramente non destinato a diagnosi mediche sanitarie.

PS: Compliant FDA” significa solo classificato come ‘general wellness’ (nessuna approvazione 510(k)/PMA; non è una validazione clinica)

Cosa dice la comunità scientifica?
Quanto alla validità di analisi del capello inferita da metodi come questo:
Uno studio su analisi commerciali del capello – già datato, ma indicativo – mostra risultati incoerenti fra laboratori diversi e fortemente contrastanti rispetto a parametri “normali”. Il report fu giudicato “inscientifico, economicamente inefficiente e probabilmente illegale”
Test non sono scientificamente validi
• L’analisi come descritta non ha basi scientifiche riconosciute.
• Mancano dati pubblicati, revisionati peer-review affidabili, a sostegno della loro validità.
• Esperti di laboratorio e comunità scientifiche definiscono queste pratiche pseudoscientifiche o addirittura truffaldine.

Questi test ricordano metodi “di terza generazione”, “new-age tecnologici”: si parla molto di energia, risonanza, algoritmi segreti… ma senza prove tangibili, ripetibili, scientificamente accettate.

Gli “scan epigenetici del capello” pubblicizzati come benessere/bioresonance non sono test medico scientifici. Non sono riproducibili per ammissione degli stessi produttori e non hanno validazioni peer-review.

Esistono invece usi seri del capello (cortisolo, droghe, alcuni metalli), ma nulla che giustifichi quei report “epigenetici” nutrizionali.

Per diagnosi, follow-up o nutrizione clinica, le analisi epigenetiche del capello” non sono utilizzabili. È marketing travestito da scienza.

Quadro legale e comunicazione in Italia ed Europa:
- Non esiste autorizzazione ministeriale o marcatura CE come dispositivo medico diagnostico per questi strumenti.
- Pubblicizzare benefici medici o diagnostici è illecito (pubblicità ingannevole sanitaria).

👨‍⚕️ Per i colleghi
“I test epigenetici del capello restano privi di validità scientifica: affidiamoci a metodiche validate, non a suggestioni di mercato.”

👥 Per i cittadini/pazienti
“La salute non si legge in un capello: servono esami veri, scientifici e sicuri.”

📚 Bibliografia
1. Barrett S, Herbert V, Pezzner M. Commercial hair analysis: science or scam? JAMA. 1985;254(8):1041–1045.
2. Aro A, Kumpulainen J, Varo P. Validity of hair mineral analysis. Am J Clin Nutr. 1982;36(5):951–962.
3. Seidel S, Kreutzer R, Smith D, McNeel S, Gilliss D. Assessment of commercial laboratories performing hair mineral analysis. JAMA. 2001;285(1):67–72.
4. Wennig R. Potential problems with the interpretation of hair analysis results. Forensic Sci Int. 2000;107(1-3):5–12.
5. Namkoong S et al. Reliability on Intra Laboratory and Inter Laboratory Data Comparison for Hair Mineral Analysis. Altern Med Rev / PMC. 2013.

Salute

15/10/2024

07/10/2024

La diagnosi di intolleranza al glutine, nota anche come sensibilità al glutine non celiaca (NCGS), è complessa poiché non esiste un test specifico validato per identificarla in modo univoco, a differenza della celiachia o dell'allergia al grano.

Ecco i principali passaggi diagnostici utilizzati:

Esclusione della celiachia
Prima di tutto, è necessario escludere la celiachia attraverso test specifici, come:
-Anticorpi anti-transglutaminasi (IgA e IgG).
-Anticorpi anti-endomisio (EMA).
-Biopsia intestinale: Questo è il gold standard per confermare o escludere la celiachia, rilevando l'atrofia dei villi nell'intestino tenue.

Esclusione dell'allergia al grano
Deve essere esclusa attraverso test allergologici specifici, come: Prick test o dosaggio delle IgE specifiche per il grano nel sangue.

Dieta di eliminazione e reintroduzione.
-Una volta esclusa la celiachia e l'allergia al grano, la diagnosi di NCGS si basa su una dieta di eliminazione del glutine seguita da una reintroduzione controllata.
-Eliminazione del glutine per almeno 4-6 settimane.
-Monitoraggio dei sintomi: Durante questo periodo si osserva se i sintomi (gastrointestinali o extraintestinali) migliorano con l'eliminazione del glutine.
Reintroduzione del glutine: Dopo il periodo di eliminazione, si reintroduce gradualmente il glutine per verificare se i sintomi ritornano.

Esistono vari test disponibili in commercio che pretendono di diagnosticare la sensibilità al glutine, ma non sono specifici o validati scientificamente.

Tra questi:
Test genetici HLA-DQ2 e HLA-DQ8: Questi test rilevano la predisposizione genetica alla celiachia, ma non diagnosticano la NCGS.
Test sugli anticorpi IgG per il glutine: Sono utilizzati da alcuni laboratori, ma non esistono prove scientifiche sufficienti per supportarne l'efficacia diagnostica.

Ti sei mai chiesto se il glutine potrebbe influire sui tuoi sintomi? Raccontamii la tua esperienza nei commenti! Hai domande o dubbi sull'intolleranza al glutine? Scrivimi e risponderemo insieme! 💬👇

04/06/2024
23/05/2024
13/04/2024

LA GRIGLIA
La cottura alla griglia, può essere considerata una cottura veloce e sana se si seguono due precise regole: l’alimento non deve restare troppo sulla piastra e non deve formare la crosta nera. Per evitare la carbonizzazione, anche minima, è necessario regolare la temperatura di riscaldamento in base allo spessore dell’alimento da cuocere e preferire piastre con un buon materiale antiaderente e in cui è possibile controllare la temperatura.
Cosa diversa è per la brace. I cibi a contatto con le superfici della griglia ad alte temperature e con i fumi sprigionati dal grasso delle carni, formano sostanze tossiche, in particolare ammine eterocicliche (HCA) e idrocarburi policiclici aromatici (IPA), dal documentato potere mutageno (cancerogenico). Per diminuire questo effetto collaterale possiamo marinare le carni prima di cucinarle. La marinatura a base di olio extravergine d'oliva e succo di limone, a cui aggiungere spezie ed erbe aromatiche benefiche, ricche di antiossidanti, oltre ad insaporire la carne, creano una vera e propria barriera protettiva contro HCA e PAH, che può essere ulteriormente rinforzata con eventuali aggiunte durante e dopo la cottura.
TAKE HOME MESSAGE: anche la cottura meno salutare con o giusti rimedi e a piccole dosi può essere fatta senza particolari problemi… e’ sempre la dose che fa il veleno!
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Dott.ssa Giovanna Pitotti
Biologo Nutrizionista
Nutrizione Funzionale in condizioni fisiologiche Patologie autoimmuni, Squilibri endocrini, Neuroinfiammazione, Disturbi intestinali, Malattie metaboliche
Professionista certificata Metodo Apollo e Lio Lipedema
📞cell: 3394639798
💻sito web: www.giovannapitotti.it
✏️e-mail: giovanna.pitotti@gmail.com
📚Fb: Dott.ssa Giovanna Pitotti Biologo Nutrizionista
📸Ig: dottoressa.gio
Ricevo a Roma:
Via Raguzzini (zona Spinaceto)
Via XXV Luglio (Grottaferrata)

27/10/2023
22/09/2023
Oggi sfatiamo il FALSO mito della correlazione tra consumo di UOVA e ipercolesterolemia. Al contrario di quanto si pensi...
20/04/2023

Oggi sfatiamo il FALSO mito della correlazione tra consumo di UOVA e ipercolesterolemia. Al contrario di quanto si pensi, le uova sono un’importante fonte di nutrienti ad alto valore biologico con amminoacidi essenziali ,vitamine e sali minerali ( Vit A e Carotenoidi, Vit D, Vit B12 B9,B8, K2, Lecitina, Colina, Biotina, ferro, fosforo e zinco). È consigliato consumare uova di galline allevate all aperto e non a terra o in gabbia.

Perché vi parlo di questo? Perché la maggior parte delle volte che vengono riscontrati problemi di ipercolesterolemia si da' la colpa alle uova e ai grassi ,spesso anche a quelli " buoni", ma in realtà il problema sta' nell aver abusato nel consumare pane, pasta, prodotti confezionati, bibite gassate e zuccherate, frutta e formaggi.

In questo caso il soggetto aveva un alterazione nel metabolismo degli zuccheri che ha portato ad un alterato metabolismo lipidico.

In seguito ad un piano personalizzato le variazioni dei parametri sono stati I seguenti :

⚠️Glicemia a digiuno: 113 mg/dl ( parametri di riferimento 74-106) ➡️ 95

⚠️Colesterolo totale : 279 mg/dl ( 0-190mg/dl) ➡️ 111

⚠️Colesterolo LDL ( così detto cattivo ) : 189 mg/dl ( 0-115) ➡️ 58

⚠️Trigliceridi : 269 mg/dl (30-150) ➡️ 85

⚠️Gamma gt ( parametro della funzionalità epatica) : 128 U/l ( 15-85) ➡️ 60

⚠️Emoglobina glicata (stima delle glicemie nei 2-3 mesi precedenti) : 6% HbA1c (4-6) e 43 mmol/mol IFCC (20-42) ➡️ 5.6 e 37

⚠️Proteine nelle urine : 100 mg/dl ( dovrebbero essere assenti ) : ➡️ 15

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