Studio Psicopedagogico "L'Albero Delle Idee" Aci Castello

Studio Psicopedagogico "L'Albero Delle Idee" Aci Castello Intervento pedagogico, sostegno psicologico, doposcuola specialistico DSA disturbi dell'apprendimento

21/11/2025

Proprio gli stili genitoriali sembrano essere fattori ambientali critici nello sviluppo dell'ansia in età evolu-tiva. Comportamenti genitoriali ansiosi, iperprotettivi o eccessivamente critici possono contribuire allo sviluppo di ansia patologica nei bambini, nella misura in cui non agevolano la loro autonomia quotidiana.
Uno stile educativo assertivo, invece, prevede che il genitore sia capace di promuovere l'autonomia e la responsabilità del bambino, svolga il ruolo di guida in modo proattivo, sia una presenza attiva nella relazione e stimoli la collaborazione e la compartecipazione del proprio figlio alle attività di vita quotidiana. In quest'ottica, Rapee evidenzia che l'avere un genitore che mette in atto comportamenti prevalentemente di tipo ansioso aumenta il rischio che il bambino manifesti un Disturbo d'ansia. In particolare, analizzando i risultati di uno studio condotto nel 2014, la presenza e la reiterazione di comportamenti ansiosi da parte della madre soprattutto nei confronti dei figli in età prescolare sembrerebbero essere predittive della presenza del Disturbo d'ansia sociale e del Disturbo d'ansia generalizzata all'età di 15 anni.

Tratto da, “L’ ansia nei bambini e negli adolescenti. Riconoscerla e affrontarla.”

Maria Pontillo, psicoterapeuta cognitivo comportamentale
Stefano Vicari, neuropsichiatra infantile

19/11/2025

Insegna a tuo figlio a mettere sani confini, non soltanto a essere sempre gentile.
La gentilezza senza confini non è più gentilezza: diventa compiacenza, paura di deludere, ricerca di approvazione.
Molti adulti che oggi faticano a dire “no”, che si sentono in colpa se non sono sempre disponibili o che finiscono spesso in relazioni sbilanciate, sono stati bambini educati a essere “bravi” più che a essere “autentici”.
Dal punto di vista psicologico, saper mettere confini è la base dell’autostima:
significa sentire che “io ho diritto di esistere anche quando non accontento l’altro”.
Quando un bambino impara a riconoscere ciò che è troppo, ciò che non lo fa stare bene e ciò che non vuole, sta costruendo identità, dignità e autoregolazione emotiva.
Sta imparando a rispettare sé stesso.
Educarlo a “non disturbare”, “fare il carino”, “essere sempre disponibile” può sembrare cortesia… ma spesso diventa rinuncia a sé. Cresce così un adulto che dice sì quando vorrebbe dire no.
Al contrario, insegnare i confini non rende egoisti: rende liberi.
Permette al bambino di dire “mi fermo”, “non mi piace”, “non ora”, senza percepire queste frasi come mancanza di valore o rischio di perdere affetto.
Un figlio che conosce i propri confini diventerà un adulto che:
-non si lascia manipolare
-non si svuota per essere accettato
-sceglie quando essere disponibile
-resta gentile, ma senza scomparire, senza annullarsi.
Germana Verganti psicoterapeuta

14/07/2025

"Nel caso di Allen, il bambino scomparso e poi ritrovato a Latte, frazione di Ventimiglia, abbiamo avuto un esempio chiaro di psicologia applicata sul campo, con risultati in grado di salvare una vita".

A esprimersi è Claretta Femia, Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Liguria, consigliera del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, commentando il lavoro del Dottor Roberto Ravera, primario di Psicologia dell’ASL di Imperia, che ha saputo guidare le ricerche del piccolo Allen decodificando il linguaggio emotivo del bambino e traducendolo in indicazioni concrete per i soccorritori.

Attraverso i colloqui con i genitori, Ravera ha delineato un profilo psicologico e comportamentale del bambino, individuando i luoghi più probabili in cui potesse trovarsi e suggerendo modalità di intervento rispettose delle sue caratteristiche: niente sirene, voci basse, approccio non invasivo.

"La definizione di Gps emotivo usata dal collega", prosegue Femia, "è una metafora potente. Rappresenta la capacità di entrare in empatia profonda, leggere il percorso mentale del bambino e fornire un orientamento psicologico operativo. L’intervento ha avuto un impatto decisivo non solo nella ricerca, ma anche nel sostegno ai familiari e al minore dopo il ritrovamento".

Un esempio reale di come la Psicologia dell’emergenza possa contribuire in modo determinante a salvare vite, sostenere le famiglie e guidare le azioni sul campo.

Il CNOP sottolinea l'importanza di una strutturazione sempre più diffusa di interventi appropriati e riconosciuti nel campo delle emergenze.

👉🏻 https://www.adnkronos.com/cronaca/ordine-degli-psicologi-della-liguria-per-ritrovare-allen-decisiva-la-scienza-psicologica-seguito-il-gps-emotivo_6d7ZCGfbOEHPPniAzCdwih

01/06/2025

Il nostro parere

08/10/2024

Settimana nazionale della dislessia

Prova a leggere!

03/09/2024

Si riparte, vi aspettiamo in studio

16/07/2024

Preoccuparsi delle cose può sembrare una strategia utile, ma se invece fosse proprio il fatto di pensare meno ad aiutarci a vivere meglio le nostre
giornate?

Per riuscire ad adottare un punto di vista distaccato rispetto ai propri pensieri, bisogna iniziare a sperimentare nella propria vita quotidiana uno stile di pensiero diverso cioè uno stato di consapevolezza sui propri stati interni e su ciò che avviene nella propria mente, senza sentirsi in obbligati ad analizzarli, limitando il tempo e le energie.
Si può capire meglio questo concetto attraverso una metafora: la mente può essere immaginata come una stazione ferroviaria in cui i treni che passano rappresentano pensieri e sensazioni e noi siamo i passeggeri. Possiamo scegliere se salire a bordo di un treno e, una volta saliti, quando scendere, ma non ha senso salire su un treno solo perché passa davanti a noi e lasciarci trasportare dove non abbiamo bisogno di andare. Allo stesso modo, possiamo notare i pensieri che ci passano per la mente ma possiamo scegliere se ingaggiarci in essi oppure no e valutare l’utilità di utilizzare così le nostre energie (Wells, 2009).

01/01/2024
10/10/2023

Lo ribadiamo oggi, nella Giornata Nazionale della Psicologia, come lo facciamo ogni giorno esercitando la nostra professione: prendersi cura di sé, partendo dalla propria salute psicologica, è sempre 𝗹𝗮 𝘀𝗰𝗲𝗹𝘁𝗮 𝗴𝗶𝘂𝘀𝘁𝗮.



08/10/2023

Gurdjieff, nel suo libro “Vedute sul mondo reale“, paragona l’essere umano ad un veicolo destinato al trasporto di un passeggero. Un veicolo definito ‘carrozza’ che rappresenta il corpo fisico, trainato da ‘cavalli’ che sono le emozioni, guidato dal ‘cocchiere’ che è la mente, mentre il ‘passeggero’ è l’anima (o coscienza).
Gurdjieff adoperava questa metafora per spiegare agli allievi della sua scuola, il procedimento per cui la coscienza che è in ognuno di noi, è assopita in un sonno indotto, descrivendo così il funzionamento del ‘pilota automatico’ (mente ed emozioni) che gestisce la nostra macchina biologica (il corpo fisico).
Che cosa succede, infatti, quando il passeggero dorme e quindi il cocchiere decide la strada, la direzione? Che cosa succede quando il cocchiere è confuso e non sapendo dove andare, si lascia trasportare dai cavalli che corrono senza una meta?
Quando il cocchiere è confuso e non sa dove andare, la carrozza viene guidata dai cavalli che automaticamente la trainano, senza direzione alcuna, mentre il passeggero dorme. E se la coscienza dorme, quanta consapevolezza possiamo avere di quello che facciamo, diciamo e decidiamo? Come può il cocchiere dare le opportune istruzioni ai cavalli se non sa dove dirigersi? E per sapere dove andare, ha bisogno di ascoltare la voce del passeggero, così da prendere in mano le redini e guidare i cavalli nella direzione desiderata.
Credete che non sia così? E allora riflettete su quante azioni e pensieri fate senza l’uso della coscienza. Quanti pensieri e azioni automatici esistono nell’essere umano privo di consapevolezza; in pratica, non sa nemmeno lui cosa sta facendo in quel momento o perché sta pensando quella cosa. Chi guida l’auto e anziché concentrarsi su ciò che sta facendo, vaga con la mente sul cosa mangiare, sul dove andare la sera, cosa vedere in tv, come fare l’amore e via dicendo. Chi mentre è al lavoro pensa ai ricordi passati, o sogna ad occhi aperti sul futuro più roseo possibile. Chi lava i piatti e pensa al like appena ricevuto. In parole povere, la nostra mente ci permette di pensare ad una cosa, mentre il corpo ne fa un’altra. E questo è possibile perché sono due entità separate, che funzionano in maniera indipendente ma soprattutto, in maniera automatica.
Mentre guido l’automobile non penso alle marce che sto inserendo, perché il corpo lo fa tranquillamente in maniera automatica. Lo sa fare. E sempre in maniera automatica, i pensieri arrivano nella nostra mente. È lei che decide cosa pensare, non noi. È il cocchiere che sta alla guida, noi stiamo dormendo, non gli stiamo dando nessuna indicazione. Lui va in automatico.
Dobbiamo, allora, prendere il controllo della carrozza e l’unica maniera possibile è quella di eliminare tutto il rumore di fondo che affolla la nostra mente. Dobbiamo ricordarci chi siamo veramente. L’efficacia della “metafora della carrozza” di Gurdjieff è proprio quella di illustrare come funziona l’essere umano nei suoi aspetti automatici e inconsci, ossia fuori dalla portata della coscienza. Viene così evidenziata l’importanza di essere svegli e presenti a se stessi, e possiamo uscire da questa situazione di assopimento, solo iniziando ad osservare quelli che sono i nostri pensieri, gli schemi, le emozioni e i comportamenti automatici ben radicati nell’inconscio. Capire quanto c’è di “nostro” in tutto ciò.
E sempre tornando alla “metafora della carrozza”, è proprio quando il passeggero si risveglia, che può finalmente rendersi conto se la strada intrapresa dal cocchiere e l’andatura adottata dei cavalli sono il frutto di una scelta consapevole, o del solito programma o bisogno nevrotico della mente egoica. A questo punto, può avvalersi dalla propria facoltà di ragionamento e di intuito, e scegliere se proseguire o cambiare direzione.

La “Metafora della Carrozza” di Gurdjieff
di Tragicomico

Repost: Una matita di mare e nuvole

🌟🌟 Non ci fermiamo mai.....Un traguardo importante si aggiunge al nostro percorso: Lo Studio Psicopedagogico "L'Albero D...
07/10/2023

🌟🌟 Non ci fermiamo mai.....Un traguardo importante si aggiunge al nostro percorso: Lo Studio Psicopedagogico "L'Albero Delle Idee" Aci Castello ha stipulato una convenzione con l'Università di Catania; lo studio
è pronto ad accogliere gli studenti universitari per svolgere il tirocinio curriculare.

Indirizzo

Via Tripoli 104 A
Aci Castello
95021

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 13:00
15:00 - 19:00
Martedì 09:00 - 13:00
15:00 - 19:00
Mercoledì 09:00 - 13:00
15:00 - 19:00
Giovedì 09:00 - 13:00
15:00 - 19:00
Venerdì 09:00 - 13:00
15:00 - 19:00

Telefono

3386243556

Sito Web

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