27/10/2025
L'INTESTINO INSEGNA AL PANCREAS COME "RESPIRARE"
C’è una cosa che spesso dimentichiamo quando pensiamo al nostro corpo:
gli organi non lavorano da soli.
Non c’è un “pancreas” che si occupa solo dello zucchero, un “intestino” che si occupa solo del cibo o un “cuore” che pompa e basta.
Tutto è collegato.
E tra i collegamenti più affascinanti (e sottovalutati) c’è quello tra intestino e pancreas.
Due organi diversi, ma inseparabili.
Come due compagni di banco: se uno si distrae, anche l’altro inizia ad avere voti più bassi.
Negli ultimi anni, la scienza ha rivoluzionato il nostro modo di pensare.
Sappiamo che l’intestino è una specie di “centralina emotiva” del corpo, ma è anche un organo endocrino e immunitario.
Al suo interno vivono miliardi di microrganismi — il microbiota — che producono ormoni, neurotrasmettitori, acidi grassi, molecole infiammatorie o antinfiammatorie.
Queste sostanze non restano lì.
Attraversano la barriera intestinale, entrano nel sangue e arrivano al pancreas, l’organo che regola quanto zucchero circola nel nostro corpo.
Il pancreas “ascolta” i messaggi che arrivano dall’intestino.
Quando il microbiota è in equilibrio, invia segnali positivi:
produce acidi grassi a catena corta (come il butirrato e il propionato) che migliorano la sensibilità all’insulina e riducono l’infiammazione.
È come se l’intestino dicesse al pancreas
“Tranquillo, qui va tutto bene. Puoi lavorare con calma.”
Ma quando l’intestino è in disbiosi — cioè la flora batterica è alterata — il messaggio cambia:
più tossine, più infiammazione, più stress per il sistema immunitario.
E il pancreas inizia a rispondere male.
La barriera intestinale serve a separare ciò che entra da ciò che deve restare fuori.
Se si indebolisce (il famoso “leaky gut”), minuscole particelle di cibo, batteri o tossine attraversano la mucosa e finiscono nel sangue.
Il sistema immunitario, allertato, reagisce come se fosse sotto attacco.
Questa infiammazione costante arriva fino al fegato e al pancreas.
Nel pancreas, in particolare, può alterare la produzione e l’efficacia dell’insulina.
A lungo andare, si crea una condizione di insulino-resistenza — cioè le cellule non “ascoltano” più il messaggio dell’insulina — e i livelli di zucchero nel sangue aumentano.
Il corpo, per compensare, produce più insulina.
Il pancreas si affatica.
E col tempo, può diventare infiammato, sovraccarico, vulnerabile.
In alcune persone geneticamente predisposte, questo processo può innescare qualcosa di più profondo: una risposta autoimmune.
Il sistema immunitario, confuso e iperattivo, comincia a vedere le cellule del pancreas come “nemiche”.
È così che nasce il diabete di tipo 1, una condizione in cui le cellule β pancreatiche vengono distrutte dagli stessi anticorpi del corpo.
Non è solo una questione di zuccheri, ma di equilibrio immunitario.
Studi recenti hanno mostrato che alterazioni del microbiota intestinale — come un aumento dei Bacteroides e una riduzione di batteri “protettivi” come Faecalibacterium prausnitzii — possono anticipare l’esordio della malattia autoimmune di mesi o anni.
L’intestino, insomma, “parla” prima del pancreas.
Prima che arrivi una diagnosi, il corpo manda messaggi più sottili:
Gonfiore o irregolarità intestinale.
Stanchezza post-prandiale.
Fame costante o difficoltà a saziarsi.
Calo di energia dopo i pasti.
Fluttuazioni dell’umore o della concentrazione.
Sono campanelli d’allarme che dicono: “C’è qualcosa nel tuo asse intestino–pancreas che non sta comunicando bene.”
La buona notizia è che l’asse intestino–pancreas può guarire.
Non con estremismi o mode alimentari, ma con cura e costanza.
Mangia fibre vere: verdure, legumi, cereali integrali.
Sono il nutrimento preferito dei batteri buoni che producono butirrato.
Evita eccessi di zuccheri raffinati, alcol e grassi trans.
Non è una punizione, è un modo per dire al fegato e al pancreas: “Respira.”
Anche una passeggiata di 30 minuti al giorno migliora la sensibilità insulinica.
Il movimento “sblocca” il metabolismo e calma le infiammazioni croniche.
Durante il sonno, il corpo regola la secrezione di insulina e cortisolo.
Un sonno di qualità è una terapia ormonale naturale.
L’asse intestino–cervello–pancreas risponde fortemente all’adrenalina e al cortisolo.
Respira, rallenta, pratica mindfulness o semplicemente passeggia in silenzio.
Alcuni ceppi (Lactobacillus rhamnosus GG, Bifidobacterium lactis, L. casei) hanno dimostrato di migliorare la permeabilità intestinale e la risposta insulinica.
A volte ci sentiamo “rotti” perché ci dicono che un organo non funziona.
Ma il corpo non lavora a compartimenti stagni.
Non è il pancreas “che sbaglia”, è un sistema che chiede equilibrio.
Quando cominciamo a guardare la salute come una sinfonia e non come una somma di strumenti isolati,
possiamo riscoprire una medicina più umana, più dolce, più completa.
Perché non curiamo solo ciò che non va: ricostruiamo la comunicazione dentro di noi.
E se impariamo ad ascoltare l’intestino, il pancreas potrà finalmente fare il suo lavoro… senza gridare aiuto.
Paun A, Yadav M. “Microbiota and Type 1 Diabetes: Connecting the Dots.” Trends in Endocrinology & Metabolism, 2020.
👉 https://doi.org/10.1016/j.tem.2020.04.001
Vatanen T. et al. “Variation in microbiome LPS immunogenicity contributes to autoimmunity in humans.” Cell, 2016.
👉 https://doi.org/10.1016/j.cell.2016.09.007
Knip M, Siljander H. “The role of the intestinal microbiota in type 1 diabetes mellitus.” Nature Reviews Endocrinology, 2016.
👉 https://doi.org/10.1038/nrendo.2016.31
Cani PD, Jordan BF. “Gut microbiota-mediated inflammation in obesity, insulin resistance and type 2 diabetes: New insights and therapeutic perspectives.” Gut, 2021.
👉 https://doi.org/10.1136/gutjnl-2020-323627
Il corpo non è un puzzle di pezzi separati.
Quando il tuo intestino respira bene, anche il pancreas lavora in pace.
Forse la salute non è “aggiustare” qualcosa, ma ristabilire un dialogo interrotto.